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Autore: HSG95    15/12/2013    0 recensioni
Lo guardavo come a guarda qualcosa che sai già che mancherà. Troppo bello per durare, per essere vero, troppo bello per diventare un'abitudine. Lo guardavo come si guarda il mare alla fine dell'estate, quando le giornate si fanno ancora più limpide, ma si sa che presto le nuvole prenderanno il sopravvento. Lo guardavo come si guardano i 18anni quando ne abbiamo 15, che un po' si sa che le cose cambieranno. Lo guardavo e per questo piangevo quando l'abbracciavo, troppo bello per essere mio, troppo bello per amarmi, troppo bello per sopportare, troppo bello per restare. - tutto ok?- mimó con le labbra prima che mille giornalisti lo assalissero, rimasi in disparte e annuii. Lo guardai sorridere mentre parlava fiero di noi, lo guardai mentre iniziarono a dirgli la verità, la bocca semiaperta, lo guardai impallidire, mentre inarcava il sopracciglio non capendo quello che volessero dirgli.. Lo guardai mentre i suoi occhi incontrarono i miei ormai pieni di lacrime. Lo guardai e mi resi conto di averlo perso..
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Furry
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Seduta sul letto da più di qualche minuto continuavo a fissare la busta inerme. Avevo provato ad alzarla alla luce per riuscire a leggere qualcosa ma ogni tentativo era stato vano. Dopo aver chiamato Zoe e aver discusso con lei, mi resi conto che dovevo prendere una decisione, a prescindere da quello che poteva esserci scritto li dentro. Ragionai sul fatto che se fossi stata ammessa mia madre non me l'avrebbe permesso, pensai a tutti i pro e i contro e per una volta nella vita mi trovai a guardare al futuro. Era tutto così difficile per me ora che Alex era andato via di casa, questi due anni senza di lui erano passati così in fretta.. Spesso e volentieri mi capitava di andare in camera sua, sdraiarmi sul suo letto e abbracciare il suo cuscino, proprio come facevo da piccola.. Era un modo per sentirlo più vicino. Ora a causa di mamma potevamo solo sentirci telefonicamente e neanche spesso, due o tre volte all'anno. Non sapevo che lavoro stesse facendo, ne se avesse trovato l'anima gemella.. Non ricordavo quasi più il colore dei suoi occhi, o le sfaccettature del suo sorriso.. Probabilmente se l'avessi incrociato per strada non l'avrei riconosciuto.. Non sapevo che capelli avesse ,ne se si fosse fatto crescere la barba a cui tanto ambiva. Sapevo solo che lavorava a Londra, ed era per questo che tempo fa decisi di fare domanda all'istituto londinese; per stare vicino a lui, per riabbraccialo.. Non avevo calcolato però il fatto che non mi avessero accettata.. Non so spiegare il motivo,ma ero sempre stata certa che ci sarei arrivata, nel miei progetti non erano previsti fallimenti..
Distolsi la mente dai pensieri e guardai la busta, con un movimento repentino strappai la carta gialla e aprii la lettera bianca.. * egregia signorina Georgia Smith vogliamo informarla che è stata ammessa al primo anno presso l'istituto marangoni a Londra in Inghilterra, la aspettiamo per un colloquio, cordiali saluti.* con gli occhi pieni di lacrime strinsi forte a me quel pezzo di vita che il destino mi stava regalando. Poi Non ci pensai due volte; chiusi in fretta tutta la mia roba in valigia e prenotai un biglietto low cost per il giorno dopo. Era una cosa da pazzi scappare via di casa così, ma mamma era abituata, dopo Alex non la stupiva più niente. Decisi comunque di provare a chiederle un supporto,ma naturalmente la sua risposta fu più che negativa - non esiste che tu vada a Londra Georgia, ne che tu possa frequentare quell'istituto da quattro soldi, per te ho in mente un futuro migliore, un futuro che ti dia stabilità, che ti possa far creare una famiglia.- ecco. Aveva in mente per me.. Con lei non si poteva ragionare, non si poteva aver un colloquio civile senza sfogare poi in discussioni più che animate, era sempre stata così, doveva decidere tutto lei, per tutti, tutte le volte. Non mi fu difficile infatti scriverle in una semplice lettera tutto quello che mi aveva fatto passare in questi anni. Mai nessun abbraccio, mai una parola di conforto, mai un complimento, nei miei confronti nutriva solo disprezzo.. O meglio, così dava a vedere. Non si era mai preoccupata di ciò che desiderassi realmente, di ciò che sognavo di essere, non le sarebbe dispiaciuto allora rimanere sola.
Posai quella lettera per mia madre all'entrata prima di chiudere la porta dietro di me, camminai a passo svelto verso la macchina e la caricai, poi misi in moto verso casa di Zoe, avrei dormito da lei prima di lasciare Milano per sempre.

•••

- beh sei pronta piccola?- la mia migliore amica era seduta accanto a me mentre tamburellavo nervosa le dita sulle cosce. - penso di si.- risposi quasi sussurrando; mi strise a se abbracciandomi forte.. - c'è la farai Geo, ne sono sicura, sei una con le palle tu.- ridemmo entrambe a quell'affermazione, poi caló il silenzio. Sapevamo benissimo che quello sarebbe stato il nostro ultimo momento insieme, mai e poi mai avrei immaginato una vita lontana da lei eppure stava succedendo, anche troppo in fretta. Era stata ed era per me una delle persone più importanti in assoluto, non avevo davvero idea di come farcela senza lei al mio fianco, Zoe era la mia ancora. - vieni con me.- chiesi quasi supplicando..
- non posso, lo sai Geo.. È il tuo sogno non il mio.. -
- il tuo sogno è diventare un'insegnante, avresti un sacco di opportunità li.-
- sono i soldi che mi mancano.-
- ti aiuterò io, lavoreremo come bariste, oppure potremmo andare a fare le spogliarelliste in un night club.. Non voglio lasciarti qui.-
- non preoccuparti per me ok? Starò bene, prometto di raggiungerti appena posso. Te lo giuro.- annuì e trattenni le lacrime.. L'abbracciai forte prima che le porte scorrevoli mi dividessero da lei.
Il viaggio in aero fu una vera e propria tortura. Con la solita fortuna che mi ritrovavo mi era capitato vicino un bambino lagnoso e un ciccione puzzolente, fu un sollievo uscire di li e respirare aria pulita. Non ero mai stata a Londra in vita mia, l'avevo vista solo di sfuggita nelle immagini di internet, da piccola immaginavo un futuro li, ma non mi aspettavo che sarebbe arrivato così presto. Nonostante fossimo a luglio il tempo era davvero pessimo, alexander mi aveva accennato qualcosa nell'ultima telefonata, ma non pensavo parlasse sul serio. Composi il suo numero mente ero seduta nell'ala dedicata agli atterraggi. Mi rispose dopo tre squilli e mi fece uno strano effetto sapere che sarebbe arrivato a prendermi di li a poco. Non sapevo cosa aspettarmi.. Avevo inoltre ignorato tutte le chiamate di mia madre, non avevo nessuna voglia di sentirla, ne di farle sapere come stavo. Non importava sapere come l'avresse presa, ne se avesse pianto come due anni fa quando Alex andò via. Giocai con il braccialetto di papà fino a quando qualcuno non chiamó il mio nome. Alzai la testa rimandando sorpresa. Era davvero cambiato in questi anni. Mi fiondai tra le sue braccia e non feci caso a quello che mi stava dicendo, volevo solo che il tempo si fermasse. Staccai piano la presa quando lo sentii respirare a fatica - scusa- ammisi rossa in volto.
- sei cresciuta bene in questi due anni Georgia- sorrise lui poi tirandomi un pizzicotto sulla guancia. - tutto sommato anche tu non sei male.- Risi dandogli una pacca.
- come va a casa con la mamma?-
- non va, non voglio parlarne. Raccontami di te.- durante il tragitto verso casa sua Alex mi raccontó che i primi tempi per lui furono davvero difficili,si rese conto di essere diventato grande quando dovette badare a se stesso da solo, quando non c'era più nessuno a realizzare ogni suo desiderio, quando doveva guadagnarsi i soldi per vivere. Disse che aveva cambiato circa quatto lavori e che quello che aveva adesso gli piaceva molto, dopo aver fatto il modello per qualche tempo avevano deciso di prenderlo a lavorare in una stazione radio come speaker, disse inoltre che non l'avrebbe fatto per sempre, con quel lavoro riusciva a pagarsi gli studi per medicina, ero davvero orgogliosa dell uomo che era diventato. Ascoltai in silenzio tutti gli aneddoti più divertenti che avevano contraddistinto questi due anni senza di me e con un po' di rammarico notai che casa nostra non gli era mancata nemmeno un po'. - non mi è mandata milano.- aveva detto, e poi si era corretto dicendo che gli ero mancata solo io.
Rimasi stupita quando vidi l'appartamento in cui abitava, era davvero molto carino e ben messo. - hai una donna delle pulizie vero? - appoggiai le valigie sul pavimento e ispezionai il soggiorno. - no Geo, faccio tutto da solo. Devi per forza quando decidi di andare via di casa.-
- risparmiati le frecciatine.- mi abbassai sul camino e notai una nostra foto da bambini, probabilmente sarà stato il natale del 2006 o 2007, non ricordo.. Ma fu l'ultimo natale che trascorremmo come una famiglia. Mi poggió una mano sulla spalla e mi girai sorridendogli. - hai una fidanzata?-
- non ti sembra di correre un po' tropo?-
- nah. Sono curiosa.-
- okok, mi arrendo.-

•••

- Alex?- Louis si alzó dal divano per prendere un bicchiere d'acqua. - non lo so.- ammisi triste grattandomi la testa nervosamente - da quando non lo senti?- posó la bottiglia d'acqua nel frigo e mi raggiunse nuovamente sul divano. - un anno..è già passato un anno. È così strano pensare che che la mia vita sia finita in un solo anno.-
- puoi sempre rimediare, a tutto c'è un rimedio.-
- da quando in qua c'è rimedio alla morte?- mi alzai dal divano affacciandomi alla finestra - non essere pessimista, non è morto nessuno.-
- io sono morta louis! Nel momento esatto in cui ho perso Harry.- mi sento come se il mondo volesse vedere fino a che punto resisto.-
- sei la persona più forte che io conosca Rj, te lo assicuro -
- no lou, avrei dovuto essere felice da fare schifo, invece faccio solo schifo.-
- smettila davvero basta.-
- non c'è la faccio,voglio essere forte e non ci riesco. Voglio diventare una persona migliore, voglio farlo per me, per papà, per Alex.-
- ho in mente una cosa, promettimi che lo farai, qualsiasi cosa sia.-
- d'accordo.-

•••

- dormito bene?- rimasi ferma sul ciglio della porta mentre fissavo Alex prepararmi la colazione - si abbastanza- ammisi raggiungendolo. - perchè abbastanza? Perchè non egregiamente o benissimanente?-
- non si può dire benissimanente - Risi appoggiandomi al tavolo accanto a lui. - quanti anni ho?-
- 21.-
- quindi?-
- quindi parli come ti pare.-
- brava ragazza.- alzai gli occhi al cielo e gli feci una linguaccia, lui ricambió e poi posó nel mio piatto delle frittelle con le uova. - che schifo, non hai semplicemente pane e nutella?- allontanai schifata il piatto mimando un "bleah" con le labbra - no principessa, o questo o niente .-
- preferisco il niente.- continuai facendo spallucce. - quando inizi la scuola?- domandó mordendo una fetta di pane. - a ottobre , mancano ancora due mesi e mezzo.- gli feci notare indicando il calendario posto accanto al frigo. - so quanto manca, e so anche che non hai abbastanza soldi per la retta.-
- te l'ha detto Zoe? L'ammazzo, io l'ammazzo.-
- no, me L ha detto la mamma.- spalancai la bocca e sgranai gli occhi. - la mamma?- Urlai allibita. - da quanto tempo parli con lei?-
- da un po'.-
- non parli sul serio. Tu maestro della ribellione parli con la mamma! Assurdo!.- alzai le braccia al cielo e mi gettai sul divano a peso morto. - è solo grazie a lei che so del tuo arrivo, ti ho anche trovato un lavoretto.-
- un lavocosa?- urlai lanciandogli un cuscino
- pensavi di vivere con me a sbafo?-
- beh... In realtà si.- ammisi ridendo e come ricompensa ebbi una cuscinata in faccia. - hai un colloquio oggi pomeriggio.-
- ma dove, per cosa?.-
- sai fare qualcosa in particolare?-
- nooo!.-
- allora quello che ho scelto andrà bene.- sbuffai prima di dirigermi nel bagno, in che cosa mi ero andata a cacciare.
Iniziare un nuovo cammino ci spaventa, ma poi, passo dopo passo, ci rendiamo conto di quanto era pericoloso restare fermi.
  
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