Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Breathless92    15/12/2013    1 recensioni
Ho spesso letto delle raccolte di varie storielle auto conclusive dedicate ad un fandom,
così ho pensato di provarci anche io. Scriverò diverse fic dedicate a coppie diverse di tutta la serie di JoJo.
Ovviamente a tema amoroso. Spero possano piacere. Ho messo arancione come rating perchè ho intenzione
anche di scrivere storie più serie e magari potrei soffermarmi su temi più espliciti! :3
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La rivincita
 
 
Era una di quelle giornate particolarmente grigie e noiose, in cui il vento freddo innervosiva le persone che cercavano di riscaldarsi con sciarpe colorate e giacche più pesanti. Il sole era coperto dalle nuvole e tutta l’atmosfera sembrava senza tono, tanto che l’umidità stessa offuscava il panorama.
 
Josuke stava tornando da scuola, intristito dal fatto che i suoi amici non erano venuti e quindi doveva tornarsene tutto solo. Aveva allungato la propria strada seguendo una via che portava alla periferia, in effetti non aveva fretta di rincasare, era pensieroso e distratto, e fu proprio a causa di questo che non si rese conto di essere arrivato dinanzi alla casa di Rohan Kishibe… Un suo “amico”? Non sapeva se ritenerlo tale, Rohan non sembrava provare una particolare simpatia nei suoi confronti, ma forse era a causa del loro primo incontro, quando Josuke lo aveva mandato all’ospedale a furia di picchiarlo con Crazy D. Bhe se l’era cercata, aveva osato offendere i suoi capelli. NESSUNO, e ripeto, nessuno sarebbe mai stato risparmiato dalla sua furia dopo aver offeso la sua acconciatura.
 
Si fermò un attimo titubante, poi semplicemente si decise a suonare il campanello del magaka, che non lo fece aspettare molto prima di aprire la porta.
“Josuke… Che vuoi?” Il suo tono era decisamente scontroso. Il suo nome era stato pronunciato con tanta acidità da schiarire subito qualunque dubbio riguardo l’affetto che Rohan potesse provare per lui.
“Bhe, passavo di qui ed ho pensato di fare un passo a salutarti.” Rispose non curante il più giovane, con un sorrisetto di scherno che tutto aveva tranne che l’aria innocente.
“E quindi? Vieni al punto.” Lo interruppe brusco.
“Non c’è un punto.”
L’aria si stava facendo pesante, e il volto di Kishibe era evidentemente distorto da un sottile rancore che non sembrava riuscire a scordare.
“Quindi saresti venuto qui, da solo, facendo una strada molto più lunga solo per bussare, salutarmi e non avere nient’altro da dirmi?” il suo tono diventava ogni sillaba più nervoso e impaziente.
“Già” alzò le spalle rispondendo con tutta l’innocenza di un ragazzino. A quel punto il mangaka si appoggiò una mano in viso in modo quasi melodrammatico. Evidentemente stava cercando di calmarsi. Poi un’idea lo folgorò, facendo nascere sul suo viso un sorriso malvagio.
“Capisco. Bhe siccome sei qui potremmo giocare a dadi. Di nuovo. -rimarcò quest’ultima frase con grande fastidio- Desidero una rivincita.”
A quelle parole lo studente più giovane arrossì dall’imbarazzo ricordandosi cosa era accaduto l’ultima volta che aveva tentato di truffare l’amico. Cercando di rimanere impassibile per non tradirsi riguardo l’aver barato la volta precedente sorrise nervoso.
“Ahaha, bhe, immagino sia stata solo fortuna quella volta. Non vedo perché prendersela tanto. E poi ormai non ho più molti soldi da parte, ho bisogno di quei pochi yen che mi sono rimasti, non vorrei perderli…” Cercò di rifiutare, ma intravedendo negli occhi di Rohan tutta la sua determinazione capì che non sarebbe stato tanto facile declinare l’offerta.
“So che hai barato. Non so in che modo, ma sono certo che tu l’abbia fatto, per cui se vuoi riscattarti pretendo che tu giochi un’altra volta con me. E poi i soldi non sono l’unica posta su cui possiamo puntare.”
A quelle parole Josuke iniziò a chiedersi a cosa si riferisse, e se avesse mai realmente potuto evitare di farlo. Ma alla fine si convinse che probabilmente il mangaka necessitava solo di una vittoria per mettersi il cuore in pace ed accettare la precedente sconfitta, piuttosto che di beni materiali da sottrargli, così acconsentì ed entrò nella villa dell’altro non appena egli li fece cenno di entrare.
 
Essendo una giornata uggiosa optarono per rimanere nel soggiorno, ove un tavolino basso era circondato da un lungo divano in pelle e da una poltrona, al lato opposto, dello stesso materiale. Il più grande andò subito a frugare nei cassetti di una scrivania alla ricerca dei suoi dadi, e quando li trovò li mostrò con un sorriso divertito allo sfidante. Erano ancora sigillati. Era una chiara dichiarazione che questa volta non avrebbe avuto vita facile il giovane baro. Ma in fondo aveva davvero bisogno di quei soldi… Sua madre le aveva bloccato il conto e sottratto tutti i soldi duramente guadagnati… Cercò di non pensare ulteriormente e si finse rilassato.
 
Una volta aperta la scatola dei dadi li infilò dentro un bicchiere di vetro trasparente e li posò sul tavolo per poi prendere posto sulla poltrona invitando l’altro a sedersi dinanzi a lui sul divano. Si osservarono un po’ in silenzio poi Rohan prese parola.
“Le regole sono semplicissime. Chi fa il tiro più alto vince. Il perdente deve quindi svestirsi di qualcosa che ha indosso. Il gioco procede finché uno dei due non rimane nudo”
Il viso di Josuke mostrava un espressione tanto stupita quando imbarazzata, colorita di un rosso talmente acceso da fare invidia ai tramonti più luminosi. Aveva davvero detto quello che credeva di aver sentito?
“Cos…?  No. Aspetta… “ farfugliò impacciato cercando di comporre una frase sensata.
“Nessuna obiezione. Tu mi hai umiliato la volta scorsa, questa volta non sarò soddisfatto sino a costringerti a tornare a casa nudo.” La determinazione di Kishibe fu tale da zittire persino il giovane moro, che deglutendo non poté che pregare dentro di sé di avere fortuna, una volta nella vita, e di non perdere quello stupido gioco.
“Bene cominciamo.”
Non ci volle molto tempo prima che la povera vittima delle angherie del maestro si ritrovò quasi completamente spogliato, mentre l’aguzzino era ancora interamente vestito. Era chiaro che stesse barando, semplicemente Josuke non riusciva a capire come. Evidentemente studiava questa vendetta da giorni, se non mesi, preparandola in ogni minimo dettaglio. A quel punto si rese conto di non poter in alcun modo evitare la furia dell’altro, che beffardo lo osservava divertito. Quanto mai si era fermato dinanzi a quella villa ed aveva suonato quel campanello. Ma per quale motivo poi? Non aveva un particolare interesse verso di lui. Era forse a causa della giornata passata in solitudine a causa dell’assenza di Okuyasu e Koichi? Non seppe rispondersi. Cercò quindi di rimanere concentrato sul gioco. Era ormai rimasto vestito unicamente dei pantaloni e delle mutande sottostanti quando perse nuovamente il tiro. Sotto lo sguardo vigile di Rohan si sfilò i pantaloni e glieli porse.
“Pregusto già la mia vittoria.” Commentò sadico mentre mescolava i dadi nel bicchiere.
“Ma sta zitto.” Commentò brusco l’altro che era decisamente innervosito dalla situazione, oltre che imbarazzato, ma quello ormai lo era dall’inizio stesso della loro conversazione. Le risate crudeli del mangaka si fecero più rumorose mentre nuovamente aveva ottenuto il massimo punteggio dai dadi. A quel punto gli porse gentilmente il bicchiere sollevando un sopraciglio.
Stava per afferrare il bicchiere quando inciampando nelle scarpe appoggiate vicino al tavolo cadde goffamente in avanti colpendo fortemente il tavolo con le ginocchia ferendosi leggermente mentre con la faccia si schiantò direttamente sul basso ventre dell’altro. Subito cercò di levarsi da quella vergognosa posizione quando le mani di Rohan gli bloccarono il collo costringendolo a mantenere la posizione.
“E’ un segno del destino Josuke. Non solo hai perso -disse indicando i dadi che erano caduti a terra durante lo scontro- ma dovrai anche pagare in un modo molto più soddisfacente.”
“Lasciami. Cos’hai intenzione di fare?” Cercò nuovamente di spostarsi invano. Mentre ormai il rossore sul suo viso era tale da sembrare caldo. In effetti Josuke avvertiva uno strano calore avvolgerlo, non capì se fosse a causa dell'imbarazzo, o del contatto così bizzarro con il suo antagonista... Oppure uno strano... Piacere? La voce sibilante dell'altro lo riportò alla realtà con prepotenza.
“Umiliarti. Non è forse ovvio? -sorrise maligno osservandolo e posando un dito sulle labbra dell’altro facendolo scorrere da un’estremità all’altra- Ed ora troviamo un occupazione più interessante per quella bocca. Sono stufo di sentire la tua voce.”






[Angolino dell'autrice]
Ooook questa era decisamente meno sentimentale e più... Perversa, ma in fondo da loro due non vi potevate aspettare certo di meglio eh. Non me lo vedo Rohan tutto romantico e carino... Comunque questo capitolo lo dedico a kymyit che non solo ha commentato le mie storie, ma mi ha anche consigliato la coppia e mi ha fatto venire l'idea da cui partire a scrivere questa stupidaggine. xD
Spero che vi sia piaciuta. Grazie della lettura e di possibili recensioni! :*
   
 
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