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Autore: Francine    15/12/2013    1 recensioni
Rosa che rose non vuoi,
Rosa che sonno non hai.
Rosa di tutta la notte,
Che tutta la notte non basterà mai.

(Francesco De Gregori, Rosa rosae, 1996)
Genere: Comico, Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aquarius Camus, Cancer DeathMask, Capricorn Shura, Pisces Aphrodite, Scorpion Milo
Note: Cross-over | Avvertimenti: Gender Bender
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6.



Indietreggiò fino ad aderire con la schiena alla prima colonna a tiro. L'occhio di bue che illuminava il tavolino si tinse di giallo ocra e si spostò su Shura, che avanzò veloce verso Death Mask, gli posò una mano sulla spalla e con il suo sguardo più truce sibilò ad Aphrodite: «Hai fatto i conti senza l'oste, Saionji!»

Il silenzio piombò sulla terrazza come un'incudine. Camus mostrava il suo tre quarti migliore, Aphrodite era livido di rabbia e lei se ne stava a bocca aperta come una triglia appena pescata; soltanto Milo sembrava non essersi scomposto.
“Quanto appena detto da Saionji non corrisponderebbe alla realtà?”, chiese rivolto a Shura.
“Certo che no!”, esclamò questi. “Per fortuna, Wakaba mi ha avvisato appena in tempo. Sei un essere spregevole, Saionji! Come hai potuto mentire così spudoratamente, approfittando della mia assenza in modo così ignobile?”
“Cosa staresti insinuando? Sei stata tu a venire a cercarmi al dojo per dirmi che se solo avessi voluto, mi sarei potuto riprendere Anthy senza combattere! Cos'è, ci hai per caso ripensato, Utena Tenjo?”
“Non dire assurdità! Io sarei venuta a cercarti per proporti una cosa del genere?”, fu la risposta di Shura. La mano che teneva sulla spalla di Death Mask si modellò con maggiore perizia sui contorni dell'osso. “Non farmi ridere!”
“Ma sei impazzita? Sei stata tu a cercarmi. Al dojo. E sei venuta qui. Con Anthy e con me. Touga, avanti! Di' qualcosa!”
“In effetti qualcosa che non mi torna nel tuo racconto c'è, Saionji...”, disse Milo illumiato da un cono di luce viola.
“Qualcosa? Che intendi dire? Non metterai in dubbio le mie parole anche tu?”, chiese Aphrodite quando la luce corse su di lui, tingendosi di verde acqua.
“Tu affermi...”, riprese Milo, “tu affermi di aver ricevuto una visita di Utena Tenjo e di essere entrato con lei ed Himemiya qui, sulla Terrazza del Consiglio Studentesco. È corretto?”
“Ma se mi hai visto tu stesso!”
“Rispondi alla mia domanda: è corretto?” “Sì”, ringhiò Aphrodite, nero in viso.
“Bizzarro. Perché vedi, Saionji... io ricordo di avere visto soltanto te ed Himemiya varcare quella porta...”
“Che cosa?!”
“E' vero”, s'intromise Camus, sotto una luce celeste. “Anch'io ho visto solo te ed Himemiya. Tenjo è arrivata in un secondo momento.”
“Anche tu? Cos'è, una congiura?”
“Rassegnati, Saionji. Sei entrato insieme alla sola Himemiya”, disse Shaka, seduto a ore quattro, sotto una luce arancio.
“E tu quando saresti arrivata, Juri?”, domandò Aphrodite alzandosi in piedi di scatto e rovesciando la sedia alle sue spalle.
“Sono sempre stata seduta qui. Ti ho anche salutato, non ricordi?”, rispose Shaka, i capelli di un caldo albicocca ad amalgamarsi con il candido corpetto della divisa.

Ma quando mai?, pensò lei, notando come nessuno dei presenti, Saionji escluso, cogliesse quelle incongruenze. Aphrodite con la divisa di Saionji e Shaka quella di Juri.
Ognuno vede il noumenos dell'altro, come se si trovassero nel proprio universo, disse una voce maschile che rimbombò direttamente nel suo cervello.

“Tu eri qui?!”, disse Aphrodite incredulo.
“Certo”, rispose Shaka.
“E ci sono anch'io”, disse Aiolia apparendo a ore undici, sotto un luce azzurra.
“Miki?”
“Tu pensi solo a te stesso, Saionji. Sfido che non cogli nemmeno la presenza del tuo prossimo...”, e le mani magre di Juri si serrarono pazienti attorno ad una tazza di tè.
“Tutto questo non ha senso!”, gridò uno sconvolto Saionji.
“Ascolta, Saionji”, disse Shura con un sorriso di sfida, “perché non chiediamo ad Himemiya come sono andate le cose? Lei era lì, giusto? Quindi saprà per certo come si sono svolti i fatti.”
“Io...”, mormorò un irriconoscible Mask.
“Non ha senso!”, strillò Saionji paonazzo. “La Sposa della Rosa fa tutto quello che le ordina di fare il Vincitore dei duelli! Mentirà, se Utena Tenjo glielo ordina!”
“Io non sono come te, Saionji”, rispose Shura sprezzante. “Per me Anthy non è un oggetto, ma una persona. Anthy”, riprese con voce più dolce ma ferma, “di' la verità, per favore.”
Mask fissò Shura dritto negli occhi, la testa all'indietro come se fosse molto più basso di lui, e non alla sua stessa altezza, e mormorò:”Come desideri, Utena.”
Sei paia di occhi si posarono sul volto abbronzato di Mask, il quale, le mani nelle mani, avanzò di un passò e disse:” Sei uscita per portare a mio fratello una rosa fuxia che sarebbe stata benissimo nel suo studio. Poi sono uscita anch'io per andare ad annaffiare le rose, e nella serra ho incontrato Saionji che...”
“Che?”, l'incalzò Shura, le mani strette a pugno.
“Che mi ha preso per un polso e mi ha portato qui.”
“Anthy!”, gridò uno sconvolto Aphrodite quando tutti gli occhi si posarono su di lui ad accusarlo.
“Visto, Saionji? Il tuo gioco è stato smascherato!”, disse Shura additandolo.
Milo alzò la testa distratto ed afferrò una busta che stava piovendo dal cielo. “Per te, Utena Tenjo. Credo sia una lettera di duello...”
“Non importa” l'interruppe Shura. “ Confine del Mondo o no, io sfido Saionji a duello.”
“Così vuole il Confine del Mondo”, sentenziò Milo.
“Così sia”, dissero gli altri.
E si spense la luce.

 
   
 
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