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Autore: Jackie_    16/12/2013    2 recensioni
Vi capita mai di desiderare di essere invisibili?
Di sentirvi tremendamente soli, ma al tempo stesso di temere la solitudine?
Capita anche a voi di convivere con una costante e irrequieta ansia che vi stringe proprio lì, all'altezza dello stomaco?
Inoltre, esiste un posto dove avete paura di andare pur sapendo che se ci andaste la vostra vita migliorerebbe?
Mi chiamo Camryn e la mia risposta a tutte quelle domande è sempre sì.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Sei

Sto raccontando a Yuki del magico bacio mentre scendiamo le scale del dormitorio per andare a fare colazione. Sono esaltata, completamente fuori di me dalla gioia!
E pensando che fra poco lo rivedrò ritrovo la luce del Sole. Non desidero altro che vederlo, stargli accanto e lasciare che la sua vicinanza mi pervada e sconfigga tutti i mali che mi hanno sempre tormentata. Perché è così che mi sento quando sono in sua compagnia. Ogni mia emozione prende una sfumatura diversa e la timidezza diventa adorazione, la paura è timore di non essere abbastanza per lui e l’inadeguatezza è improvvisamente forza d’animo. In ogni caso da quando lo conosco ho iniziato ad amarmi. Non saprei spiegarlo, non troverei le parole giuste, eppure la sensazione è proprio quella.
Yuki sembra distratta, ma non ci faccio molto caso, sono troppo occupata a pensare a cosa dirò quando ci siederemo accanto al tavolo della mensa. E poi come dovrò salutarlo?
Varchiamo la soglia di quell’enorme stanza circolare e i miei occhi volano a cercarlo, ma trovano solamente Alex e Sophie che amoreggiano completamente indisturbati. Sento la delusione colpirmi quando capisco che Jack non c’è.
È Yuki a chiedere notizie di lui quando raggiungiamo i due piccioncini.
“Ah, Jack? Ha un po’ di febbre, ha detto che rimarrà a letto.”
Non riesco a trattenere un sospiro di sconforto e Alex mi guarda interrogativo. Lo ignoro del tutto e vado prendermi una cioccolata convinta che questa sia davvero una brutta giornata.
Per i dieci minuti seguenti Sophie non mi scolla gli occhi di dosso e la cosa inizia ad innervosirmi. Che ha da guardare quell’oca? Impaziente di andare, bevo velocemente ustionandomi la lingua più volte e mi alzo dopo aver azzannato il mio croissant.
“Ragazzi, ci vediamo per pranzo. Ho una sessione di allenamenti prima dell’inizio delle lezioni.” Borbotto velocemente e senza nemmeno aspettare una risposta dal trio mi allontano salutando con un gesto del capo Rian, Zack, Vinny e Matt che siedono in un tavolo vicino all’uscita. Vinny e Alex ancora non hanno fatto pace e la situazione sembra assumere sempre più una sfumatura infantile. Non vedo l’ora che si sistemino le cose, mi mancano gli altri ragazzi. E mi manca già Jack. Diamine, ero così felice stamattina pensando di vederlo per colazione e invece… in più la mia paranoia continua a tormentarmi facendomi pensare che forse la sua è solo una scusa per evitarmi.
L’allenamento va uno schifo: non sono concentrata, non ho voglia di correre e credo di non aver mai steccato tante palle in vita mia come in questa mezz’ora. Sorbisco la ramanzina del coach in silenzio e quando finalmente mi lascia libera di andare ho davvero il morale sotto i piedi. Adesso sono persino in ritardo.
Possibile che un ragazzo mi faccia un tale effetto? Ha il monopolio completo della mia sfera emotiva. È assurdo. Forse non dovrei permetterglielo, ma come si fa?
Apro le pesanti porte di legno per entrare nel dormitorio ma una figura mi blocca la strada: Sophie.
“Oh, ciao. Mi hai spaventata.” Ammetto facendo roteare la racchetta nella mano destra. Insomma, le lezioni sono cominciate, non mi aspettavo di trovare nessuno nell’edificio.
Lei ha un sorriso storto che non mi piace per niente, si avvicina squadrandomi da testa a piedi e io indietreggio istintivamente fino a sbattere contro la parete di pietra fredda. Cosa sta succedendo?
“Allora, piccola dolce Camryn…” -comincia lei con la sua vocina stridula- “ho proprio un bel discorso da farti. Stammi bene a sentire, okay?”
Cosa posso fare se non annuire? Il cuore è intrappolato in una strana tachicardia e l’atmosfera che è calata non mi piace per niente.
“Brava bambina.” –devo ammettere che la sua voce così tranquilla mi intimidisce non poco- “So il tuo segreto.”
Quelle parole mi gelano il sangue. Cosa...? Come…?
Sta bluffando.
“È una storia commovente la tua. Una piccola Oliver Twist alla quale viene permesso di frequentare una delle migliori scuole del Nord America perché il suo amichetto la vuole accanto. Non è adorabile? Se poi ci aggiungiamo una madre squilibrata e… come sta tuo padre?”
“Basta!” grido spingendola istintivamente con entrambe le mani, lasciando cadere a terra la racchetta. Lei inizia a ridere e io vorrei solo tirarle un pugno sui denti, ma quello che dice dopo mi immobilizza.
“Rilassati, non c’è motivo di arrabbiarsi. Adesso viene la parte migliore. Se vuoi che tenga la blocca chiusa dovrai seguire delle semplici regole.”
Mi sento completamente in trappola e la confusione che ho in testa non aiuta affatto. Come diavolo fa a sapere tutte queste cose di me?
Sophie si avvicina ancora con quello stupido ghigno stampato in faccia. La odio. Non pensavo di poter odiare qualcuno veramente, ma questa ragazza…dio, la odio!
“Tu e i tuoi stupidi amici non mi sopportate. L’ho notato e anche Alex sta iniziando ad accorgersene. E lui fa tutto quello che tu gli dici di fare, non neghiamolo. Ora voglio tu faccia due più due, pensi di poterlo fare? Io voglio Alex. Alex è influenzato dal tuo giudizio. Cosa pensi significa?”
Prendo un respiro profondo e mi chiedo come sono finita in questa situazione. Poi, stringendo forte i pugni, le do la mia risposta.
“Vuoi che io mi comporti come se tu mi piacessi così che anche lui si convinca che stare con te sia la miglior cosa.”
“Ci sei quasi. Io non ti devo piacere. Tu mi devi adorare. Adorare, chiaro? Così anche quella sciocca Giapponese la smetterà di guardarmi dall’alto al basso.”
Non commento. Tutto quello che vorrei dire sono solo insulti.
“D’ora in poi sono la tua migliore amica. Farai tutto quello che ti dirò di fare, mi darai sempre ragione e non potrai più stare con Alex senza di me. È tutto chiaro o sei troppo stupida per seguire delle semplici regole?”
“La stupida sei tu se pensi che starò ai tuoi ordini. Non me ne frega niente, vai pure a dire a tutti la verità.”
“Credi non farà nessuna differenza? Tutti ti vedranno come una poveraccia che ha rubato un sacco di soldi alla famiglia di Alex, con un padre ripugnante e una madre che non vedeva l’ora di liberarsi di te. Dopotutto, se davvero non ti importa, perché lo stai tenendo nascosto?”
Ancora una volta non rispondo. Ha ragione. Ha fottutamente ragione e io non posso ribattere. Non c’è via di fuga.
“Cosa penserà Jack?”
Sentendo il sul nome esplodo completamente. Deve aver capito che sono innamorata persa di lui e usarlo contro di me è davvero…cattivo.
“Va bene!” –strillo fuori di me- “Va bene, hai vinto! Farò tutto quello che vuoi a patto che tu tenga quella tua orribile boccaccia chiusa!”
Lei sorride amorevolmente e io mi costringo a trattenere le lacrime che mi pungono gli occhi. Questa stronza mi ha fregata per bene. Vorrei strangolarla. O forse potrei tagliarle la lingua…
“Ci vediamo a lezione, allora! A dopo, amica!” mi scompiglia i capelli e zampetta via fischiettando, più allegra che mai.
Voglio scappare. Vorrei dimenticare tutto e tutti e correre il più lontano da qui. Ricominciare una nuova vita, rifare tutto daccapo questa volta evitando tutti gli errori che mi hanno demolita.
E invece dimentico la racchetta per terra e mi dirigo verso la scuola. Cos’altro mi è rimasto? Vivere una vita normale che non mi appartiene, con una migliore amica che preferirei morta e un ragazzo stupendo che sto riempiendo di bugie. Proprio mentre la mia mente è tornata a lui, a Jack, lo vedo saltar fuori dalla statua di Apollo e Dafne che giorni addietro aveva nascosto anche me e Yuki. Ha un sorriso stupendo, i capelli arruffati e lucenti, gli occhi luminosi e la mano stretta intorno al mio polso.
“Camy, finalmente! Sei in ritardo!”
La sorpresa di trovarmelo davanti mi ha fatto andare in tilt il cervello, non riesco a pronunciare mezza parola. E lui è bellissimo. La cosa più bella che mi sia mai capitata. Mi sento scaldare il petto e vorrei solo mi stringesse in un abbraccio perché mi sento male. Il mio mondo è appena stato rovesciato, la mia vita manipolata dalla stronza delle stronze.
“Ma non importa!” –continua lui raggiante- “Oggi non andiamo a lezione. Camryn, questa giornata la dedico a te. Ti prego, vieni via con me!”
Jack solleva l’altra mano e mi mostra una piccola chiave argentata, ma io sono sopraffatta dal suo sorriso. È l’unica ragione per la quale ancora non sono crollata in mille pezzi.
“Ma… ma tu hai la febbre.” È l’unica cosa che riesco a balbettare.
Lui ridacchia piano e mi stringe la mano.
“Ma no, quella è una balla che ho rifilato ad Alex! Non potevo dirgli la verità, sai quanto fa schifo a mantenere un segreto.”
E a quelle parole mi sento svenire. Alex. È lui che ha raccontato tutto a Sophie. È lui che mi ha tradito. Come ho fatto a non capirlo prima?
Jack mi lascia andare la mano per accarezzarmi una guancia, sembra preoccupato.
“Camy? Stai bene?”
Io scuoto piano la testa e scoppio in lacrime.





Author's corner
Ed ecco il sesto capitolo! Tadaaan! Colpo di scena! Come al solito spero la storia vi stia piacendo ed incuriosendo, ringrazio tutte coloro che leggono/recensiscono e mi scuso se ci sono errori ma non ho potuto rileggere per mancanza di tempo, ma volevo pubblicare comunque perché è passato troppo tempo (e mi scuso per questo).
Alla prossima!

 
  
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