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Autore: Elikin    16/12/2013    1 recensioni
- Sono felice quando Mai è felice! Lei è felice con Tate, quindi a me va bene! Mh!-
- A volte mi chiedo se tu in realtà non sia la più matura di tutte noi...- mormorai tra me e me con un mezzo sorriso, ma bastò tornare ad alzare lo sguardo verso Mikoto e il suo tentativo di toccarsi il naso con la lingua per farmi ricredere quasi immediatamente.
Sospirai scuotendo la testa e cercai qualcosa su cui concentrarmi nell'attesa, visto l’impegno che la mia compagna metteva nella sua attività, ma non ne abbi bisogno perché quella parlò di nuovo.
- Perché Natsuki non è felice?-
[Dal Primo Capitolo - "Tutto è bene quel che finisce bene"]
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'She's just my most important person.'
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Chiedimi se sono felice
Capitolo 2 – Non c'è mai fine al peggio
 
 
Mi ero sempre chiesta cosa provasse Shizuru a dover tenere fronte a una decina di uomini d’affari assetati di novità, pur essendo solo una studentessa delle superiori. Immaginavo che fosse una cosa strana ma semplice, visto la tranquillità con cui riusciva a rigirarseli come voleva - una tranquillità tale da permetterle persino di dedicarsi alla cerimonia del the durante quelle riunioni-.
Avrei dovuto subito intuire che l’unico motivo per cui i nostri finanziatori erano così mansueti a quei tempi era proprio la nostra Ex-Presidentessa del Consiglio Studentesco, decisamente non paragonabile a quella attuale, a causa della quale mi ritrovavo ancora a scuola a girarmi i pollici.
Non solo la riunione di quella sera era stata interminabile, ma ora per concluderla avremmo dovuto aspettare che la nuova Kaichou riuscisse a chiudere i conti con i nostri finanziatori.
Rimpiangevo amaramente i tempi in cui questa scuola era stata diretta da quelle due. Per quanto Yukino - seduta accanto a me ed intenta a leggere un libro - fosse brava, non aveva lo stesso carisma o la stessa carica che aveva avuto Suzushiro Haruka - ora studentessa di Architettura alla Fuuka University - nei suoi tempi d’oro, per cui anche il Comitato Esecutivo aveva qualche problema. Era stato un duro colpo per la direzione perdere tre dei loro pilastri tutti assieme e per quanto si cercasse di piazzare nuove fondamenta, sembrava ogni giorno più difficile riuscire a sostituirli, infatti persino il ruolo di Vice Presidente era rimasto vuoto ed il posto era dovuto andare a Tate, unico membro del consiglio studentesco degli anni passati che non preferisse la morte piuttosto che prendere quel ruolo - come invece avevo fatto io -.
Effettivamente ancora mi chiedevo come avessero fatto ad incastrarmi in una storia del genere. Certo, avevo passato quasi due anni a prendere e passare informazioni al Consiglio, inoltre ero stata spesso scambiata per un membro effettivo visto l’assiduità con cui mi recavo nella sala in cui si riunivano... ma mai avrei immaginato che questo mi avrebbe condannata a diventare una dei galoppini della nuova Presidentessa! Avrei rifiutato con molto piacere quel ruolo scomodo, ma Sakomizu era stato inflessibile: pretendeva che io avessi delle relazioni umane al di fuori del gruppo delle HiME e quale miglior modo se non quello di fare amicizia? Se non fosse stato un insegnante tanto generoso coi miei voti probabilmente l’avrei già ucciso e gettato il suo cadavere nel fiume.
Era stato per colpa sua se ora mi ritrovavo ad essere un membro di quello stupidissimo Consiglio Studentesco.
- Ne avremo ancora per molto?- chiesi rivolta a Yukino ostentando un’aria insofferente.
- L’ultima volta non è uscita da lì prima delle dieci di sera. Mi dispiace Kuga-san.- rispose la ragazza mortificata, sistemandosi la montatura degli occhiali sulla punta del naso.
Le feci cenno di non preoccuparsi e tornai ad osservare la porta, dalla quale si intravedevano le ombre delle persone all’interno della stanza. Non avevo intenzione di stare ad aspettare là fino alle dieci di sera, per cui capii immediatamente che quello di cui avevo bisogno era una scusa per allontanarmi e poi sgattaiolare via. La mia opinione non era poi molto importante e la nostra riunione ormai era praticamente finita se non fosse stata interrotta da quei maledetti. Balzai giù dal banco sul quale ero seduta e mi rivolsi nuovamente a Yukino.
- Vado a prendere qualcosa da bere, torno subito!- le dissi iniziando ad incamminarmi verso l’uscita, ma dall’occhiata accusatoria che mi rivolse - che all’incirca stava a significare “Non puoi abbandonarmi qui, Kuga-san!”- dedussi che doveva aver intuito le mie intenzioni e che non l’aveva presa molto bene. Mi sarei fatta perdonare l’indomani, o almeno mi ripromisi questo. Non avevo idea che un fatto di lì a poco mi avrebbe completamente fatto scordare questo mio progetto.
 
La mia moto era parcheggiata come sempre fuori dalla scuola, per cui dovetti dapprima dirigermi verso l’atrio ed infine incamminarmi verso la via principale per riuscire a recuperarla. Sorridendo al pensiero che di lì a qualche minuto sarei stata di nuovo in sella alla mia Duran Mark IV, non mi accorsi neanche dei passi dietro di me. Fu solo il suono della sua voce a farmi rendere conto della sua presenza.
- Natsuki...- disse esitante una voce che conoscevo bene. Una voce con una cadenza ed una dolcezza che non avrei mai potuto scordare, neanche se l’avessi voluto.
Shizuru?
Mi ritrovai pietrificata sul posto, senza essere capace di fare alcunché, persino il mio respiro si bloccò mentre il mio cuore batteva all’impazzata per la sorpresa di ritrovarla lì all’improvviso. Riuscii a trovare la calma e la forza di voltarmi con grande difficoltà, trovandomi di nuovo di fronte a lei dopo mesi.
- Natsuki è diventata ancora più bella con l’arrivo dell’inverno.-
Stranamente quelle parole anziché lusingarmi non facevano altro che farmi stare peggio, farmi sentire un verme viscido in confronto ad un essere tanto sincero e puro nel dichiarare il suo amore per me. Il suo sorriso caldo, i suoi occhi così pieni di gioia - quasi come se fosse sul punto di piangere! -, il suo corpo, la sua anima. Ogni cosa in lei era in grado di stregarmi e di farmi perdere quell’aria fredda e distaccata che di solito riuscivo a tenere. Dopo il Karnival mi sono un po’ addolcita, è vero. Sto iniziando a fidarmi delle persone, ma nessuno sarà mai come lei. L’effetto che mi fa... è qualcosa che non riesco razionalmente a spiegare, o forse non voglio, ed è proprio per questo che sono fuggita come una codarda da lei. Quanto male devo aver fatto in una vita passata per meritare un simile trattamento dal destino?
- Che ci fai qui?- le avevo chiesto dopo non so quanti secondi di silenzio.
- Ara, sono venuta per risolvere una questione d’affari per conto dei Fujino.- aveva risposto col solito tono accondiscendente e inclinando lievemente la testa.
- Affari?- domandai più a me stessa che a lei. Il collegamento fu però quasi istantaneo. - Hai convinto la tua famiglia a diventare parte dei finanziatori della scuola?-
- Mi sembrava una buona idea per aiutare l’Istituto, per incontrare vecchi compagni e divertirci un po’. Ara, i miei corsi universitari sono così stancanti!- disse portandosi una mano al viso e mostrando un’espressione che avrebbe dovuto far trasparire tutta la tensione accumulata.
- Insomma, hai fatto tutto questo per incontrare me.- mi limitai a rispondere, per nulla impressionata, non sapendo bene se essere arrabbiata o felice che fosse giunta a tanto pur di riuscire anche solo a scorgermi tra la folla.
Shizuru mi fissò per un lungo minuto, di certo calcolando bene cosa dire e in che modo, era particolarmente brava in quell’arte. Alla fine fece un lungo sospiro e si esibì in uno di quelli che ho classificato tra i suoi sorrisi più falsi.
- Kannin na, non avevo intenzione di irritare Natsuki. Non succederà più.- detto questo abbassò il capo ed iniziò a camminare verso l’entrata del Fuuka con la sua solita calma. Solo quando mi ebbe superato di una decina metri riuscii ad avere il coraggio di dire qualcosa.
Per quanta paura avessi in quel momento, per quanto tutti i miei sensi mi dicessero di scappare, per quanto avrei preferito morire più che trovarmi in quella situazione non potevo lasciarla andare così.
Per qualche strana ragione non riuscivo a sopportare quello sguardo ferito, quelle spalle solitamente così fiere e diritte ora ricurve e cadenti. Non era pietà, era qualcosa di diverso, ma quei tempi non riuscivo ancora a capire che cosa fosse.
- Shizuru! Io...- la chiamai facendo qualche passo verso di lei.
- No.- mi interruppe lei, facendomi bloccare sul posto - Non c’è bisogno che Natsuki dica nulla. Ha già fatto la sua scelta e non è mia intenzione impormi su di essa.-
Queste parole scavarono dei solchi profondi dentro di me, profondi come se fossero stati tracciati da dei pugnali affilati. Non era così. Non era stato per colpa sua che mi ero allontanata. Non era lei ad essere il problema, ero io. Questa consapevolezza mi diede la forza di muovere altri passi verso di lei fino a trovarmi esattamente alle sue spalle.
- Mi dispiace per quello che ho fatto oggi. Ma volevo tanto rivedere il sorriso di Natsuki.- era la voce dell’ombra di quella che una volta era stata una persona a parlarmi. Avevo già sentito quella voce. Avevo già sentito quella sfumatura di dolore, causato da me e dalla mia stupidità.
- Puoi tornare anche domani?-
Questa frase sconvolse tanto me quanto lei. Eppure sono sicura che quella fosse la cosa giusta da fare. Ringraziai la notte che coprì le mie guance arrossate quella sera, però la luce dei lampioni in lontananza mi permise lo stesso di scorgere la gioia pura e genuina negli occhi di Shizuru quando si voltò verso di me.
- Ookini.-
 
Circa un paio di settimane dopo questo evento mi ritrovai a dover tenere fede alla promessa fatta a Mai  - l’avevo già rimandata tante di quelle volte da perdere il conto-. Alla fine era dovuta giungere alla minaccia di buttarmi fuori dalla stanza se non l’avessi aiutata, e visto che la ricostruzione del mio alloggio era ancora in alto mare - nonostante pagassi gli addetti ai lavori fior di quattrini - quello poteva rivelarsi un serio problema. Avevo quindi acconsentito, sebbene un po’ scocciata.
Da quella sera al Fuuka gli incontri tra me e Shizuru si erano fatti sempre più ravvicinati, principalmente per volere suo visto che appena aveva del tempo libero si fiondava subito a scuola, ma in parte anche perché ero io a volerlo. Cominciai a fregarmene delle riunioni pomeridiane di quello strazio di Consiglio Studentesco pur di passare qualche minuto in più con lei. Stranamente Sakomizu non mi aveva detto niente in proposito, per cui sospettavo che dovesse essere venuto a sapere del motivo dei miei frequenti sotterfugi.
I miei voti a scuola aumentarono e mi sembrò persino di essere più in forma del solito. Era difficile da capire allora, ma presto mi fu chiaro che mi era mancata terribilmente la presenza di Shizuru nella mia vita. Desideravo passare con lei sempre più tempo per poter riempire quei mesi bui in cui l’avevo allontanata. Volevo sapere che aveva fatto, con chi si era vista, se si era divertita. Mi raccontava di come trovasse affascinante il suo corso di studi - Cultura e affari - e del suo essere naturalmente quella col punteggio più alto. Mi spiegava come fosse stata in grado di introdursi tranquillamente nel Consiglio Studentesco anche lì all’università - nonostante fosse solo una matricola - e avesse cominciato a dare lezioni sulla cerimonia del the ad un gruppo di studenti.
Passavamo i pomeriggi assieme in questo modo, con me che ascoltavo principalmente parlare e di tanto in tanto rispondevo alle sue domande, come facevamo prima del Karnival.
Mi adattai presto a questa nuova routine e cercai di convincere che forse avevo davvero risolto ogni problema e che le cose sarebbero tornate presto come prima. Purtroppo non avevo messo in conto un paio di dettagli e mi ritrovai ad essere consapevole di essere sempre l’ultima ad accorgersi delle cose.
 
La giornata, sebbene ormai Dicembre fosse quasi alle porte, era stranamente placida e luminosa. L’avrei potuta scambiare tranquillamente per una giornata autunnale o primaverile.
- Quindi sei tornata a trastullarti con quella psicopatica?-
Le discussioni con Nao, erano sempre così piacevoli e tranquille da farmi venire voglia di spiaccicarla al muro per i due terzi delle frasi che diceva. In questo particolare caso l’istinto di ucciderla aveva preso quasi il possesso di me, tanto che dovetti stringere i pugni per contenermi mentre il mio viso diventava rosso e mi alzavo verso di lei.
- Prova a ripeterlo se hai il coraggio, sgualdrina. Che c’è, i tuoi clienti ti hanno lasciata a secco oggi?-
- La tua frustrazione ha raggiunto livelli esagerati, forse dovresti farti dare un’altra sbattutina dalla tua amichetta.-
Eviterò di descrivere i seguenti insulti che seguirono perché potrebbero turbare un pubblico più delicato, fatto sta che alla fine ne uscimmo entrambe parecchio malconce con tanto di graffi e lividi. Quella che se la passava meglio era certamente Mikoto, alla quale in teoria io e Nao avremmo dovuto badare, ma che sembrava cavarsela benissimo da sola - o almeno più di noi - intenta com’era a giocare con i suoi compagni gatti.
I rapporti con Nao erano rimasti gli stessi di sempre. Certo, non cercava più di uccidermi o di appendermi come un salame ogni volta che mi vedeva, ma continuavamo a non riuscire a fare a meno di bisticciare ogni volta che ci vedevamo. Proprio come era appena successo.
- Comunque, come fai a sapere che ci siamo viste?- le avevo chiesto dopo aver ripreso fiato e osservando irritata una manciata di capelli che mi era stata strappata ora riversa sui candidi gradini che conducevano alla Chiesa.
- Non cominciare a montarti la testa, non ti ho mica spiato. Ma non c’è persona in questa scuola che non abbia una cotta per quella maniaca, quindi basta che anche uno solo di loro la avvisti per caso per far diffondere la notizia alla velocità della luce.- mi spiegò guardandosi le unghie - delle quali almeno uno era spezzata a causa della scaramuccia do poco prima- con aria apparentemente distratta.
- Ah.- esordii io molto intelligentemente - Beh, questo non spiega però come tu faccia a sapere che si è vista proprio con me.-
- Sei ancora più stupida di quando già non sembri o vuoi solo fare l’innocentina? Dimmi, quanti motivi potrebbero portare quella tizia da queste parti con una così grande assiduità? Non ci vuole certo un genio per fare due più due.- il suo sorriso si fece viscido e il suo sguardo si rivolse verso di me con sfida, costringendomi a voltare la testa per non incrociarlo. Le guance bruciavano di vergogna ed imbarazzo.
- Ho colto nel segno vero?-
Mi ritrovai a trattenere il respiro.
- Io e Shizuru non siamo quel genere di... hai capito.- borbottai con un tono di voce basso e brusco, senza smettere di fissare con eccessiva attenzione uno dei gatti con cui Mikoto si stava divertendo.
Nao si alzò dal gradino con la grazia di un gatto, e dopo essersi stiracchiata cominciò a muovere qualche passo verso l’entrata della Chiesa. Prima di entrarvi però si fermò e mi fissò con uno sguardo divertito che trovai rivoltante.
- Oh, lo so benissimo. Per questo devo ringraziarti. Le stai infliggendo un dolore tale che nemmeno con mille torture sarei riuscita a sottoporle. Grazie per l’aiuto, socia! La vendetta ha un sapore così dolce!-
Con queste parole Nao Yuuki chiuse dietro di sé le porte della Chiesa, lasciandomi sola con quelle parole brucianti e la consapevolezza di non aver risolto nulla.


 


Ecco il secondo Capitolo! Ringrazio chi ha recensito lo scorso e ne approfitto per farlo anche con Gnocconana che anche questa volta ha sistemato l'impaginazione ed è stata la mia consulente in via di stesura!
Giusto per formalità inserirò alla fine di ogni capitolo una piccola legenda dei termini utilizzati.

Ara: Intercalare tipico della zona di Kyoto, viene utilizzato da alcuni personaggi il cui ceto è dal medio-alto in poi e soprattutto da Shizuru che spesso ne fa un uso rafforzativo aggiungendo al primo Ara anche un secondo.

Kannin na: Forma tipica del Kyoto-ben (dialetto parlato da Shizuru) significa "Scusa" o significati affini (es. "Perdonare", "Sono spiacente", "Mi rincresce")

Kaichou o Seito Kaichou: E' il rappresentante del Consiglio Studentesco.

Ookini: Anche questa forma del Kyoto-ben e significa "Grazie".
   
 
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