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Autore: Liviuz    16/12/2013    3 recensioni
Qual è secondo voi la cosa peggiore che possa succedervi?... Sapere che non potreste mai incontrare il vostro idolo? Un amore non corrisposto? Essere perseguitate? Sapere che tutti alla fine dovremo morire? Sapere quando potreste morire o… quando potrebbe morire l’amore della vostra vita, nonché l’unica persona al mondo che vi sprona ad andare avanti ogni giorno, senza conoscervi?...
Una lotta contro il destino e il tempo, potrà una semplice ragazza cambiare il fato?
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 3 – I Love LA
 
Let's take a trip to Sunset Boulevard in the city of stars,
The city of blinding lights and starry eyes,
I said now welcome to the city of angels,
City of angels.
- Emblem3 - I Love LA
 
 
Non sapevo più se ritenermi fortunata alla notizia o una sfigata. Ma ora comunque stavo ancora fissando la porta completamente scioccata.
Los Angeles.
Io a Los Angeles.
Non avevo nemmeno capito il motivo da mio padre, l’unica cosa che avevo afferrato era che dovevo trasferirmi lì. Lontano dai miei amici, lontano dalla notizia che mia aveva fatto impazzire da giorni, lontano dal ragazzo che volevo vedere almeno una volta nella mia vita. Troppo lontano. Se prima avevo una vaga speranza di incontrare il mio idolo, ora la mie probabilità si erano ridotte a meno zero. Abitavo solamente a Londra, lui era di Brighton. Pochi chilometri di distanza, non mezzo mondo.
Forse però sarebbe stato meglio così. Là non sarei dovuta impazzire perché non potevo incontrarlo per il sold out. No, lì potevo benissimo illudermi che non avevo potuto incontrarlo perché era troppo lontano.
 
Mi precipitai giù per le scale, rischiando di rompermi l’osso del collo, nonostante non indossassi nemmeno le calze. Aprii la porta. Il respiro mi si mozzò e richiusi sbattendo la porta e appoggiandomi contro, come se quello dietro ad essa potesse magicamente aprirla ed entrare.
- Ciao Cheryl! – gridò il ragazzo.
- Cosa ci fai qui?! – urlai di rimando. Il cuore stava per scoppiarmi in petto. Lui si mise a ridere.
- Il cellulare! –
Cellulare?! Riaprii lentamente la porta e mi ritrovai a fissare quei turchesi. Il ragazzo della biblioteca. Abbassai lo sguardo fino alla sua mano che stringeva il secondo amore della mia vita. Boccheggiai. Mi porse il telefono, che afferrai senza nemmeno ringraziarlo. Baciai ripetutamente lo schermo con lo sfondo di Conor e lo abbracciai.
Il ragazzo davanti a me tossicchiò interrompendo il momento di riconciliazione con il mio piccolo amore.
- Allora… Hai letto il libro? – chiese rivolgendomi un sorriso ambiguo. All’improvviso mi venne in mente il tomo sepolto sotto la montagna di vestiti che dovevo mettere in valigia.
- No. Ma visto che mi hai ridato il mio cellulare, ti ridarò il libro. -, inarcò il sopracciglio.
- Perché dovresti ridarmelo? –
- Perché non ho intenzione di leggerlo e perché domani parto, quindi devo comunque ridartelo. – risposi entrando in casa. Corsi in camera seguita dal ragazzo. O pedinata.
- Come fai a sapere il mio nome, dove abito? – chiesi tagliente, mentre facevo ancora più casino in camera mia.
- Il telefono. – rispose semplicemente.
- Il telefono te l’ha detto? –
- No, ho cercato sul computer gli ultimi segnali telefonici, la maggior parte venivano da questa zona, per il tuo nome. Beh, sei la figlia di uno degli uomini più in vista del mercato. –
Lo fulminai con lo sguardo a quell’affermazione.
- Comunque tu chi sei? – feci tanto per dire qualcosa.
- Mi chiamo Josh… Josh Cooper. –
- E fai il bibliotecario a tempo pieno? –
- No, mi sono solo offerto vol… -
- Eccolo! – urlai tirando fuori il libro da quel casino e mettendoglielo tra le mani. – Ora siamo pari, Joe! – dissi felice di togliermelo finalmente dai piedi.
- Josh… -
- Sì… Jonh. –
- Ho detto Josh. –
- Oh come la fai lunga, ho capito J… -
- Josh. –
- Sì, Josh. –
Fissò il libro per qualche secondo, poi lo appoggiò sul letto. Lo presi e glielo rimisi in mano.
- È tuo. – disse incrociando i suoi occhi con i miei.
- Non è vero! È della biblioteca. –
- Ti ripeto che è tuo. –
- Che razza di giochetti psicologici stai usando con me, Jay? –
- Josh! E comunque non sto usando nessun giochetto. Il libro ti ripeto è tuo, e anche se lo riportassi in biblioteca, nessuno direbbe che è di sua proprietà. –
 
- Come non è di questa fottut… splendida biblioteca! – mi corressi. La donna che mi stava di fronte inarcò un sopracciglio, e continuò a fare ciò che stava facendo al computer.
- Le ripeto signorina, che non c’è questo libro nel nostro database. Dev’essersi sbagliata. –
Avevo le mani che tremavano mentre uscivo.
- Allora? –
Il mio cuore perse qualche battito, mentre mi voltavo.
- Da dove sei sbucato?! – urlai mettendomi una mano sul cuore. Lui fece spallucce.
- Ero qui nei dintorni. –
- Mi stai perseguitando invece! Ammettilo! – gridai cercando di mettergli le mani sul collo per strozzarlo.
- Non sto perseguitando nessuno, sono solo delle semplici coincidenze. – disse tranquillo, schivando come karate kid i miei colpi.
- Al diavolo le coincidenze! –
- Allora? Com’è andata? – richiese facendo un cenno in direzione dell’edificio dietro a me.
- Perché vuoi tanto che legga questo libro? Scommetto che sei stato tu a farlo scomparire dal database! –
- Io non ho fatto niente. – disse innocentemente. – E comunque il libro ha scelto te. –
- Tu sei uscito da un manicomio! – strillai. Ora avevo una fottuta paura di quel ragazzo. I suoi occhi sembravano degli specchi d’acqua dove saresti potuto annegare da un momento all’altro, se non stavi attento.
- È solo shock iniziale. Tutti hanno sempre fatto così quando mi hanno conosciuto. –
- Cosa? –
- Cheryl. È arrivato il momento che tu scopra chi sei veramente. – disse serio, afferrandomi la mano.
Il paesaggio attorno a me si deformò tutto. Era buio. Forse ero in un tunnel. O in un sogno. Forse in un incubo.
 
***
 
Mi svegliai in preda alle convulsioni. Ero immersa in un bagno di sudore, e mentre cercavo di riprendermi dall’incubo, cercai a tentoni l’interruttore dalla luce. Il bagliore mi accecò per un paio di minuti, ma poi mi abituai e mi sedetti sul bordo del letto, nonostante il contatto con il pavimento mi fece rabbrividire.
- Forza Cher, è stato solo un incubo. – mormorai per darmi coraggio. Afferrai la bottiglietta d’acqua che giaceva sul comodino al mio fianco e ne bevvi un gran sorso, come se in quel modo potessi buttar giù e dimenticare quel sogno orribile. Spostai lo sguardo sulla scrivania. Il libro.
Lo raggiunsi e mi sedetti sulla poltrona accucciandomi, restando a fissare la copertina consumata. Alla fine lo presi e iniziai a sfogliarlo. Girai qualche altra pagina, rimanendo sempre più sconvolta. Nomi di persone, di luoghi, date. Ecco cosa riportava quel libro, tutto scritto perfettamente a mano, senza un minimo di sbavatura. Perfetto, troppo perfetto. Ma cosa volevano significare?
Non erano scritti in ordine alfabetico i nomi, ne tanto meno i luoghi, ma seguivano un ordine di data. Chiusi il libro e andai all’ultima pagina. Riportava la data del “21 novembre 1992 – 1 febbraio 2014”.
21 novembre 1992. Guardai il nome: Conor Paul Maynard.



 
***


Sciao People! Ahahah!
Ok, mi sono accorta solo ora che sono praticamente due mesi che non aggiorno,
e posso dire che ho davvero perso la cognizione del tempo tra la scuola, il compleanno di Conor, l'uscita di Midnight Memories, il 1DDay e altre milioni di cose, tra cui forse un ragazzo... Ma per ora sono ancora libera come l'aria, ahahahah!

Poi ho deciso che oltre ai One Direction, e forse nemmeno tutti gli One metterò, inserirò invece gli Emblem3! OuO
Riguardo al capitolo alla fine tutto il meccanismo si è ingranato e d'ora in poi sarà un susseguirsi di eventi forse un po' bizzarri, ma non vi posso dire niente!
Ahahah! Ok, beh, ringrazio tutte le lettrici silenziose e quelle che hanno recensito!
E posso dire di aver notato che diverse ragazze hanno iniziato a seguire la mia storia, visto che alcune autrici hanno misteriosamente cambiato la protagonista facendola interpretare da Ebba, comunque mi fa piacere! Ahahah!
Ok, beh, detto tutto io mi dileguo! Ciao!



 
               

Ebba Zingmark


 
   
 
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