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Autore: Ultraviolet_    16/12/2013    4 recensioni
La storia della Old Generation narrata attraverso le fotografie. Momenti catturati, foto a sgamo, senza posa, naturali, che raccontano degli avvenimenti slegati fra loro.
Una serie di splendidi scatti rubati per conoscere meglio i Malandrini e i loro amici.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black, Sorelle Black | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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#Here I am!
Ok, ok, questa volta non sono poi così puntuale, ma rimango comunque nei limiti della decenza!!
Veniamo a noi. Questo capitolo stranamente mi piace, anche se l'ho scritto un po' di fretta... le foto poi, le adoro.
Non c'è molto da dire, solo che spero davvero che vi piaccia!
Lasciatemi una mini recensione per dirmi cosa ne pensate, mi raccomando!
Baci :*

 
 


 
#Four
 
 
30 giugno 1977, 17:06, Paesino babbano appena fuori Godric’s Hollow
 
-Questa camicia è ridicola- borbottò Sirius Black, decisamente giù di corda.
-Quanto sei noioso- commentò James Potter spingendo l’amico verso la porta d’ingresso di casa sua –Non possiamo certo andare in un villaggio babbano vestiti da maghi.
-Non intendevo andarci vestito da mago, semplicemente con una camicia un po’ meno ridicola!- protestò l’altro indicando i quadretti rossi e neri che ornavano il capo d’abbigliamento.
-Charlus non ha mai avuto gusto per queste cose- sospirò la signora Potter, Dorea.
Sirius infatti era stato costretto ad indossare i vestiti del padre di James, perché benché vivesse a casa loro dall’estate precedente, un imprevisto lo aveva temporaneamente privato di quasi tutti i suoi vestiti. L’ultimo giorno di scuola infatti, preso com’era dal pedinare Severus Piton per fargli l’ultimo scherzo dell’anno, si era dimenticato di tirare fuori da sotto al letto la sua valigia, e non vedendola gli Elfi Domestici non l’avevano portate alle carrozze. Solo una volta arrivati a King’s Cross si era accorto della dimenticanza, e, contattato immediatamente Silente, si era sentito rispondere che erano partiti tutti quanti e che ad Hogwarts era rimasto solo Mastro Gazza, che gli avrebbe di certo spedito la valigia non appena avesse avuto un attimo di tempo. Dopo una settimana però non ve n’era ancora traccia, e Sirius sospettava che l’avrebbe rivista solo a settembre.
Aveva dei vestiti a casa di James, ma la maggior parte li aveva portati con sé ad Hogwarts, e inoltre anche se era ormai la fine di giugno il sole tardava ad arrivare e l’aria era ancora piuttosto fredda. Per questo aveva indossato una camicia a quadri a maniche lunghe del signor Potter.
-Mamma, noi usciamo- disse James afferrando un mazzo di chiavi da un tavolino accanto alla porta e raddrizzando lo zerbino con un piede.
-Allora, dove dobbiamo andare?- chiese Sirius guardando l’amico, le mani affondate nelle tasche.
Ramoso non rispose, ma gli fece cenno di seguirlo con la testa. Fecero pochi passi, poi mise una mano sulla spalla di Felpato e si smaterializzò. Ricomparvero in una radura circondata da alti alberi verdi che filtravano la luce del sole.
-Mi hai fatto vestire così per questo? Potevamo andare direttamente nella Foresta Proibita…- commentò l’altro.
-Zitto, cane. Mi sono materializzato qui perché più avanti c’è una strada e avrebbero potuto vederci- detto questo si inoltrò per un sentiero appena tracciato tra gli alberi e in meno di due minuti spuntarono dal bosco.
Davanti a loro si stagliava una galleria buia, attraversata dalle rotaie di un treno. Poco più sotto una stradina asfaltata terribilmente stretta e apparentemente inutile giaceva tra il verde del paesaggio, deserta.
-Quando sono a casa e ho voglia di stare in pace vengo qui. Mi rilassa- spiegò James indicando una panchina formata da assi di legno disposte una sotto l’altra sull’argine rialzato, pericolosamente vicino alle rotaie.
-Certo, finché un treno non ti piomba addosso accecandoti e ammazzandoti è senza dubbio molto interessante- disse Sirius annuendo e ignorando l’occhiataccia dell’amico –Ma, in ogni caso, perché siamo qui? Hai deciso di passare un pomeriggio a pensare? Perché in quel caso non credo di essere la compagnia adatta…
-Volevo parlarti di una cosa…
-Aspetta, aspetta! Questa cosa per caso ha i capelli rossi e due incredibili occhi verdi?
James sbuffò, soffocando l’impeto omicida che lo attanagliava.
-Lo sapevo- fu il commento compiaciuto di Felpato.
-Io non so più cosa devo fare. Prima le chiedevo di uscire e la disgustavo, poi ho smesso, ho iniziato a comportarmi in modo civile, diamine, l’ho anche ignorata completamente come diceva Remus! Ma niente!- disse con tono esasperato.
-Per prima cosa, l’hai ignorata completamente per un giorno e poi hai ceduto, probabilmente non se n’è nemmeno accorta. E poi credevo che tu sapessi come conquistare una ragazza, cavolo!
-Sentiamo il genio- lo incalzò James.
-Bene, hai smesso di comportarti da stalker, ma se pensi che verrà lei da te puoi anche aspettare fino alla morte ma non l’avrai mai. La Evans è troppo orgogliosa- affermò camminando avanti e indietro.
-Quindi secondo te è questo il problema? Le piaccio ma è semplicemente troppo orgogliosa?- domando l’altro, per nulla convinto.
-Non esageriamo. E’ quel tipo di ragazza che deve avere un legame concreto prima di sbilanciarsi in romanticherie. Devi esserle amico.
-E come faccio se mi detesta?- e prese a camminare verso la galleria.
-Una cosa che convince sempre le donne è la parola “amicizia”. Ma stai tentando il suicidio o cosa?- chiese indicando le rotaie.
-Qui non passa un treno dagli anni trenta. Quindi se io vado da lei e dico “amicizia” cadrà ai miei piedi? Non mi sei d’aiuto- rispose James fermandosi.
Incoraggiato dalle sue parole, Sirius salì in piedi sulle rotaie e prese a percorrerle cercando di non perdere l’equilibrio.
-Certo che sei proprio lento. Devi chiederle di fare qualcosa insieme sottolineando bene che sarà soltanto per conoscervi meglio e per diventare amici. Che poi non deve essere per forza una copertura, un pretesto. Dovresti veramente conoscerla meglio. Sai tutto di lei, ma sono le piccole cose che ti mancano.
-Certo che avere come amico il più grande seduttore della storia aiuta molto- disse Ramoso con un sorrisetto.
-Ovviamente io sono il migliore, ma se segui questo consiglio diventerai il secondo. Non puoi fallire- assicurò ricambiando il sorriso –E poi, hai sempre ottenuto buoni risultati con le altre. Ma la Evans è una maledizione, diamine! Quando la vedi dimentichi qualunque altra cosa, si vede guardandoti negli occhi.
In tutta risposta, James diede un calcio a un sasso e rimase ad ascoltare il rumore che produsse andando a scontrarsi con le rotaie.
 
Era tardi, era nervosa e non aveva tempo da perdere. Premette il piede sull’acceleratore e imboccò una curva. Era quasi riuscita a rilassarsi contro al sedile dimenticando un po’ dei suoi problemi e concentrandosi sulla musica che usciva dall’autoradio, quando la vettura sussultò in modo spaventoso. Proseguì per qualche metro ignorando gli scossoni, ma ben presto fu costretta a fermarsi. Scese dall’auto e subito la sua paura fu confermata: aveva bucato. Tirò un calcio al paraurti e imprecò. Sbatté la portiera e chiuse a chiave, pensando che non sarebbe servito a niente chiamare il padre per farsi aiutare, visto che era a più di due ore da casa. Prese a camminare lungo il ciglio della strada sperando di trovare un’anima viva, e stava quasi rinunciando quando sentì delle voci provenienti dall’alto. Alzò lo sguardo e vide una costruzione di sassi rossi: una galleria. Si affrettò verso delle scalette di legno e le salì, sbucando poco più in là dell’imbocco del tunnel, sul ciglio delle rotaie. Vide due giovani che vi camminavano sopra e discutevano animatamente. Stava per chiamarli, quando uno strano impulso la spinse ad osservare meglio la scena. Il suo istinto da fotografa le diceva che sarebbe stata proprio una bella foto per il concorso a cui aveva pensato di partecipare. Tirò fuori la macchinetta e fece rapidamente alcuni scatti. Li osservò per vedere se erano venuti decentemente, ma quando la mise via e rialzò lo sguardo i due erano spariti.

 
 
 

 
 
 
 25 maggio 1977, 10:28, Parco di Hogwarts
Lily Evans con le sue nuove scarpe durante una lezione di Erbologia.
Scattata da Sirius Black.


 
 
09 gennaio 1977, 13:08, Hogsmeade
Dorcas Meadowes davanti alla Stamberga Strillate con il berretto regalatole da James Potter per Natale.
Scattata da Peter Minus.


 
  
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