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Autore: Valerydell95    16/12/2013    4 recensioni
[Ispirata alla raccolta "Coloro che ci fecero grandi" di Sachi93]
"Non c'è niente di più difficile per un pittore creativo del dipingere una rosa, perché prima di tutto deve dimenticare tutte le altre rose che sono state dipinte." (Henri Matisse)
Una raccolta sui pittori. Perché non c'è niente di universale come l'arte.
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1. Francia - Dove l'aria è polvere
2. Veneziano - Lo specchio dell'anima
3. Norvegia - Il presagio
4. Spagna - Gli occhi dello scandalo
5. Austria - La luce della memoria
6. Bielorussia - Il giorno più bello
7. Grecia - Pictor classicus
8. Svizzera - Visibile e invisibile
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tela, pennello e colore



Il presagio


"Come va con Matthias?".

Lukas si sedette sul divano. "Se mi hai fatto venire qui per ficcare il naso nella mia vita sentimentale me ne torno a casa subito." replicò con un sorriso sarcastico ma affabile.

"Mi stai mandando al diavolo, Lukas?".

"Puoi giurarci, vecchio mio.".

"Allora ricambio l'augurio.".

Risero insieme, poi Lukas incrociò le braccia sul petto e sospirò.

"Allora, Ed," fece, "vediamo questo capolavoro.".

"Subito.". Il pittore si avvicinò alla tela coperta e tirò via il panno.

Angoscia. Panico. Confusione. Paura.

Quel quadro bombardò Lukas con un caleidoscopio infernale di sensazioni che gli stritolarono lo stomaco. Voleva smettere di guardarlo eppure non riusciva a staccare gli occhi da quei colori violenti, da quelle forme distorte.

E da quel volto. Quel volto deforme, alienato, reso folle dal terrore. Quel volto che di umano non aveva più nulla, se non una vaghissima parvenza.

"... Edvard, ma che diavolo hai dipinto?". La sua voce divenne poco più di un sussurro mentre si sporgeva in avanti come se quella tela emanasse un campo che lo attirava.

"Ti piace?".

"E'... E' allucinante. Da dove... da dove ti è uscita l'idea, me lo spieghi? Così, per sapere se devo preoccuparmi per te o se posso stare tranquillo.".

"No, non devi preoccuparti. Ho avuto l'idea quando... Mentre passeggiavo a Nordstrand su un ponte con due amici. Ho avuto un attacco d'angoscia e... ed è uscito fuori questo. A volte ho degli attacchi di panico.".

"Lo so, lo so.". Lukas continuò a fissare il dipinto sentendosene ipnotizzato, sentendosi catturato da quel tormento tanto silenzioso quanto atroce e straziante. Solo dopo qualche manciata di secondi riuscì a rompere quell'incantesimo e a dirigere lo sguardo verso il pittore.

"Edvard?".

"Sì?".

"... Questo quadro diventerà famoso. Molto famoso.".

"Dici?".

Lukas annuì lentamente e con decisione.

"Sarei pronto a scommetterci tutto quello che vuoi.".




Buonsalve, lettori.
Vabbe', questa era molto semplice, tutti conosco "L'urlo" di Munch!
E' un quadro che mi fa provare sentimenti contrastanti, come tutte le opere di questo artista. Da un lato lo ammiro perché riesce veramente a smuovermi qualcosa dentro quando lo guardo, ma proprio per questo non lo appenderei mai in casa. E'... troppo angosciante XD
Piccola curiosità su Edvard Munch: soffriva di attacchi di panico e d'angoscia ma non era pazzo. Aveva comunque una vita interiore molto travagliata, dato che quando era bambino perse la madre e quando era adolescente vide morire la sorella, entrambe consumate dalla tubercolosi.
La prossima flashfic sarà su Spagna e avrà protagonisti un quadro bellissimo di un pittore che personalmente adoro alla follia. A presto!


  
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