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Autore: selegon_93    17/12/2013    1 recensioni
Questa sera... la terra di Helden conoscerà la fine.
Questa sera... il destino sarà innegabile. Le fronde cadranno, le città bruceranno, le nuvole si squarceranno, e l'oscura ombra inghiottirà... ogni cosa.
Questa sera... tutto ciò che voi patetici esseri conoscete, svanirà nel silenzio del nulla. Non esiste la speranza. Non esiste l'amore. Non ci sarà il lietofine. Non tornerai a casa felice e contento con i tuoi cari. Le favole sono finite.
Questa sera... l'unica cosa assoluta, sarò io.
Genere: Azione, Fantasy, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'aeronave continuava il suo viaggio verso il regno di Io.
Era oramai da alcune ore che viaggiavano; Lily tentava in ogni modo di intrattenersi, facendo numerose domande a Ulog, mentre camminavano per la nave. Selegon invece, da tutt'altra parte come al suo solito camminava avanti e indietro, pensando: sapeva che dietro a quel mandato, e al misterioso informatore, c'era qualcosa...
Lily intanto continuava le sue domande senza sosta a Ulog.
-Incredibile, queste navi sono grandiose! è per questo che ce ne sono così poche?-
-Beh, ogni nave ha bisogno di almeno tre maghi che si occupino di far funzionare i motori, e oltretutto i materiali per costruirle sono estremamente rari. Pertanto ogni regno o grande paese se ne può permettere una decina al massimo, escluso naturalmente l'impero di Gre'Kahal.-
-Ma questo impero di cui tutti parlano, è così grande?- chiese la ragazza stupita, sedendosi su un tavolo.
-Si, più del cinquanta percento delle terre emerse è sotto il controllo dell'impero...-
-Oh, deve essere davvero gigantesco! e non ne fate parte voi?-
-No, Io è un regno indipendente.-
-Capisco...- disse Lily, dondolando le gambe. -a proposito, manca molto all'arrivo?-
-Dovremmo essere a destinazione domani, suppongo. A tal proposito, non per arrecare offesa, ma desidererei offrirvi dei vestiti puliti, con gli omaggi del re.-
-Nessun problema! effettivamente presentarmi a un re così mi sembrerebbe sgarbato!- rispose Lily con un sorriso.
-Bene allora, seguitemi pure!-
Intanto, negli alloggi della nave, Kras'nos si rigirava nel suo letto, con delle gocce di sudore che gli colavano dalla fronte. Nella sua testa, un bisbiglio lo fece svegliare di colpo: -Kras'nos..-
L'uomo sobbalzò di colpo sul letto, e si guardò nervosamente intorno; aveva la vista offuscata, come se tutto intorno a lui stesse ondeggiando.
-Kras'nos...-
-... si...- rispose lui a bassa voce, come incantato da quel bisbiglio, e Si mise seduto sul letto con gli occhi semichiusi, come se fosse in una specie di trance.
-Vieni... trovami... voglio essere trovato...-
-... si... sto arrivando...- continuò l'uomo, alzandosi dal letto e camminando lentamente, strusciando il fianco contro il muro.
-Portale da me...-
-Si, le sto portando...-
-Trovami... trovami...-
-Si!- disse infine aprendo del tutto gli occhi. Riprendendo coscienza di sè, capì di essere appena uscito dalla sua stanza, e si guardò intorno; con la coda dell'occhio notò qualcuno alla sua destra, e giratosi, si trovò davanti Selegon, poggiato di schiena contro il muro a braccia incrociate. Egli, guardando in avanti, disse:
-Parlare con sè stessi è un ottimo modo per alleviare lo stress.-
-S... si, infatti...- rispose Kras'nos nervosamente.
Il ragazzo si staccò dal muro, e si incamminò lungo il corridoio; dopo qualche passo si fermò:
-Sempre... che non stavate parlando con qualcuno...- e tornò a camminare, senza voltarsi.
Attraversato il corridoio, svoltò a destra tranquillamente, e dopo alcuni metri si fermò, sentendo la voce di Lily che lo chiamava: -Selegoooon!-
Sbuffando, Selegon cambiò direzione ed entrò nella stanza a sinistra; poggiò la mano sulla porta, e apertala, vide Ulog nel lato destro della stanza sorridere, e al centro c'era la ragazza che stava allegramente girando su se stessa, esibendo il vestito che le era stato donato: portava al busto una stretta veste azzurra esotica a maniche corte ricca di ricami, con vari ornamenti e pietre pendenti; sugli avambracci invece indossava delle maniche di seta legate all'altezza dei gomiti con una piccola cordicela, le quali man mano si allargavano sul polso, fino ad arrivare a una crconferenza di oltre un metro e mezzo. Alla vita era legata una spessa fascia gialla, al di sotto della quale indossava una piccola gonna decorata e dei lunghi pantaloni celesti bombati a cavallo molto basso.
Aveva anche cambiato pettinatura: ora i suoi capelli erano portati molto corti sul lato sinistro, mentre su quello destro erano tenuti lunghi una spanna, formando una frangia laterale ricca di boccoli che gli coprivano parte dell'occhio destro; dietro la nuca, invece, li aveva scalati gradualmente, fino ad arrivare quasi alle scapole.
La ragazza continuava a danzare sorridendo, facendo svolazzare le maniche e ondeggiare i suoi capelli biondi: -Hai visto che bello?-
Selegon la guardò qualche istante, senza proferire parola, posando gli occhi su quella figura leggiadra che sorrideva beatamente: quando lei si fermò a guardarlo però, lui girò il capo tornando a guardare davanti a sè.
-Mi hai chiamato solo per questo?-
-Eddai! Possibile che non ti si può togliere quella brutta espressione dalla faccia?-
Il ragazzo rimase impassibile.
-Ecco appunto!-
-... Me ne torno di là.-
Ulog intervenne: -In realtà... sua maestà ha donato dei vestiti anche a voi, come segno di riconoscenza. Spero che lo troviate di vostro gradimento!-
-Uhm, capisco. Effettivamente un cambio non mi farebbe male.-
-Ho provveduto a lasciarlo nella vostra stanza. Indossatelo pure quando vi aggrada!-
-Vi ringrazio.- Selegon si girò, e uscendo dala stanza si incamminò verso il suo alloggio.
Lily sbuffò: -Uffi, che caratteraccio! È proprio odioso!-
-Suvvia non siate così dura! Ho la sensazione che in fondo tiene a voi.-
-C...cosa?- la ragazza si agitò nervosamente, arrossendo. -ehm, cioè, intendete sul serio?-
-A me sembra proprio di si!-
-Aaah!- Lily continuò ad agitarsi, inbarazzata.
-Oh, vedo che anche lui vi interessa, sbaglio?-
-Eh? No no! Cosa andate dicendo!- sbraitò lei guardando di lato.
Ulog ridacchiò: -Capisco, scusate!- e incamminandosi verso l'uscita, bisbigliò -se vi interessa, la stanza del Bianco è in fondo al corridoio, svoltato a destra.- e se ne andò con un sorriso in volto.
La ragazza arrossì di colpo, e iniziò a parlare da sola: -Su Lily! Perchè arrossisci? Tanto lui non ti interessa!... però...- guardò ingenuamente di lato -tanto per andare nel salone devo per forza passare davanti alla sua stanza... insomma, non ho nessuna intenzione strana!- e senza perdere tempo, si appostò sullo stipite della porta, assicurandosi di non essere vista, svoltando silenziosamente a destra, e percorrendo il corridoio fino alla stanza di Selegon.
-Ok, ok, ora passa senza guardare...- la ragazza camminò vicino alla porta socchiusa, guardando il soffitto. Passataci di fianco rallentò fino a fermarsi e girando velocemente lo sguardo verso l'uscio, vide Selegon a petto nudo che con il vestito in mano, stava per cambiarsi. Accortosi di essere osservato, egli si girò e vide Lily: -...Che diavolo stai facendo?-
la ragazza sobbalzò imbarazzata e corse via, senza lasciare traccia.
Selegon alzò le spalle e tornò a vestirsi tranquillamente.


*


Vees'Thol, valle di Gaham, città fortezza di Octal'em.
Le strade erano rimaste vuote e sileziose, solcate da una fredda brezza; il pavimento era pieno di cianfrusaglie, giornali e volantini caduti dalle bancarelle che erano state rimosse velocemente, e il silenzio tombale che aleggiava tra le abitazioni era rotto solo dalle scosse che imperterrito continuavano a frequenza sempre maggiore. I civili erano stati portati al sicuro all'interno delle cave interne della montagna, le quali erano state appositamente scavate durante la costruzione della città.
Calasaar e Wulfras stavano dividendo i loro uomini in gruppi da appostare nelle varie parti della città, in base alle abilità che avevano.
Fra i soldati, disposti in una lunghissima fila, correva un brivido generale: sapevano che per moltissimi di loro, quel giorno sarebbe stato l'ultimo. C'era chi a bassa voce pregava, chi respirava affannosamente, e chi, come uno di loro in particolare, stava immobile e zitto, pensando a chi lo aspettava a casa.
-Sagas Uul!- Chiamò ad alta voce Calasaar.
L'uomo chiamato si mosse, dirigendosi verso il gran maestro. La sua semplice armatura da guardia imperiale tintinnava a ogni passo, e le fini incisioni sul pettorale luccicavano sotto la luce del sole ormai alto. Attraverso la visiera dell'elmo intravide il viso di Calasaar, che gli stava davanti.
-Tu starai al terzo cannone della prima muraglia, dovrai occuparti del rallentamento in caso di attacco frontale.-
-Sissignore.-
-Attendi qui.- disse Calasaar. -Agron leeth!-
Un altro soldato, questo dei fuochi fatui, si diresse verso i due, fermandosi davanti al gran maestro.
-Signore-
-Tu starai con Sagas al terzo cannone.-
-Certo signore.-
-Mettetevi pure lì a lato mentre assegnamo le postazioni agli altri.-
I due si congedarono, mettendosi a lato dei due maestri. Sagas guardò con la coda dell'occhio il suo compagno, notando attraverso la visiera dell'uomo dei vividi occhi azzurri; tornò poi a guardare in avanti, assorto nei suoi pensieri. In quel momento una breve scossa fece vibrare la città, facendo sobbalzare i soldati in fila, e causando scompiglio tra i civili riparati.
Agron smosse il capo: -Ansioso?-
-C... come scusa?-
-Beh, ti avrei chiesto qual'è il tuo nome, ma l'ho già sentito!- rispose ridacchiando.
Sagas rimase stupito dalla naturalezza che mostrava Agron.
-S... si, mi sembra normale essere ansiosi...-
-Eheh, ti capisco... per caso ti aspetta qualcuno a casa?-
-... Come?-
-Beh, ho chiesto se qualcuno ti aspetta! Insomma, se hai qualcuno da cui tornare!-
-Ehm... non mi sembra una domanda opportuna per una persona che si è appena vista...-
-Perchè no? Non ho chiesto nulla di offensivo!-
Sagas rimase zitto qualche istante.
-Si... mi aspetta mio cugino.-
-Uh, bello! Eri così pensieroso per lui?-
-... beh, non proprio. Lui in teoria dovrebbe essere venuto qui con me...-
-Uh, siete una coppia di cacciatori di taglie o fate parte di una gilda?-
-No, siamo solo noi due... siamo andati a Noctinghal per la riunione su questa missione, ma appurato che era troppo pericolosa, ho preferito che lui non corresse rischi e rimanesse a casa... tu invece, che mi dici?-
-Purtroppo non mi aspetta nessuno... io sono cresciuto nella gilda dei fuochi fatui, non ho mai conosciuto i miei familiari...-
-Ah...- rispose Sagas dispiaciuto. -mi disp...-
-Fai parte dei manto del sud?-
-... Ehm, no, in realtà sono un normalissimo soldato imperiale...-
-Oh già, che stupido, non ho notato l'armatura!- disse Agron ridendo.
Intanto Calasaar aveva terminato di creare le squadre, e si stava accingendo a inviarle alle proprie postazioni.
-Allora! Ora che ogni posizione è stata assegnata, raggiungete con ordine le rispettive postazioni!-
Agron riprese serietà: -Oh, sembra che dobbiamo andare!-
-Certo! Andiamo.- rispose Sagas, dirigendosi insieme a lui verso la muraglia. I due svoltarono a destra, tra le abitazioni, passando tra le costruzioni allegoriche e le piante ornamentali che adornavano la città, incamminandosi poi sulla scalinata che conduceva alla muraglia.
Improvvisamente, mentre stavano salendo, una scossa molto più forte delle precedenti irruppe tra le montagne; gli edifici tremarono con violenza, e delle crepe si aprirono tra le strade deserte, che venivano scosse con forza. I due soldati non riuscirono a mantenere l'equilibrio, e caddero in ginocchio:
-Dannazione!- urlò Sagas mettendosi una mano sulla testa per proteggersi. -questa era più forte delle altre! Che significa?-
-Non lo so!- rispose Agron guardandosi attorno. -stai bene?-
-S... si...- rispose l'altro, togliendosi l'elmo e mettendolo sotto il braccio. Il suo viso era squadrato e aveva la mascella leggermente pronunciata. I suoi occhi erano sottili e sempre semichiusi, come se stesse guardando l'orizzonte, i quali erano sovrastati da sopracciglia sempre aggrottate, e da dei corti capelli ramati tirati in su. -sembra sia finita... avanti, andiamo.- continuò, salendo su per gli ultimi scalini.
Arrivarono in cima, e giunti sul bordo della muraglia guardarono la città bassa, controllando la situazione: A quanto pareva i danni subiti erano molto lievi.
Al di sotto delle mura, Calasaar osservò i dintorni, assicurandosi che tutti stessero bene.
-Non fermatevi! Raggiungete le vostre posizioni! Sembra che l'attacco sia imminente!-
Sagas guardò il suo compagno-Coraggio, andiamo alla nostra postazione!-
Mentre i due raggiungevano il loro cannone, percepirono alcune scosse molto lievi e ritmiche, che si susseguivano circa ogni due secondi.
-Che succede?- chiese Agron sospettoso.
-Non lo so... sembra come se... fossero dei passi.-
-Passi?-
Sagas girò lo sguardo verso la valle, e spalancò gli occhi con sguardo stupito: -Guarda!-
Il falò in fondo alla catena montuosa era acceso.
-Hanno acceso il segnale!-
Calasaar, Wulfras e tutte le squadre si girarono verso la valle. Il focolare ardeva silenziosamente, al di sopra della foresta; ci furono attimi di completo silenzio, mentre tutti rivolgevano i loro occhi in direzione del passo di Gaham.
La tensione che aleggiava si assottigliava sempre più. E in quel momento... la videro. In fondo alla valle, da dietro un monte, un'immensa nuvola di polvere si fece strada, inghiottendo buona parte della foresta, inglobando parte della valle; qualcosa era apparso, dietro al monte... qualcosa di gigantesco.
La nuvola lentamente si stava diradando, con un flebile e lontano fruscio, lasciando tutti in preda ad un'attesa insopportabile. Fu allora che il silenzio venne rotto: un enorme zampa, dalla stessa direzione, apparve, stroncando alberi e provocando un potente boato con i suoi lunghi artigli argentei di forma tozza e affilata.
Nessuno riusciva a parlare, la scena che gli si mostrava davanti parlava da sola... Nemmeno Calasaar riusciva a dire nulla. E per riprovarsi un ulteriore volta, la testa della creatura uscì da dietro la montagna, mostrandosi alla città.
Il gran maestro dei fuochi fatui disserrò le labbra tremolanti: -È assurdo... non... non può essere così grande...-
L'immensa testa del Drago ancestrale lentamente si rivolse verso Octal'em, scrutandola con i suoi grandi occhi rossi: sembrava ricoperto da uno strato di roccia e metalli vari, probabilmente depositatiglisi durante il suo lungo letargo sotto la catena montuosa. Il suo muso non era molto lungo, e le sue fauci erano provviste di numerosi denti fusi interamente con l'ossatura del cranio; al di sopra della testa si trovava un tozzo corno all'altezza del naso, seguito da numerose piccole spine sopra gli occhi della creatura, le quali si allungavano progressivamente fino a diventare delle grandi e lunghe corna dietro il capo.
La testa superava abbondantemente gli ottanta metri di lunghezza: di conseguenza, il drago poteva raggiungere tranquillamente il chilometro di misura totale.
Tutti rimasero fermi a fissare il drago che continuava a ricambiare lo sguardo, in silenzio.
Qualcuno, tra i soldati, respirava a fatica, altri restavano fermi con lo sguardo colmo di terrore, altri ancora ridevano a voce tremolante: -Eheh... s... siamo tutti morti...-
Una goccia di sudore scese dalla tempia di Sagas, mentre lui inerme attendeva che la creatura facesse qualcosa. Essa gli solcò lentamente lo zigomo, e gli scivolò dapprima sulla guancia, scendendo poi sul mento, e infine staccandosi, cadendo nel vuoto.
Le fauci del drago si aprirono flebilmente, e le sue pupille si restrinsero.
La goccia continuò la sua caduta, fino a infrangersi al suolo, senza emettere alcun rumore.
La mandibola del Drago ancestrale si spalancò, ed esso emise un potente ruggito, che si fece strada per la foresta, spazzando via alberi e rocce, giungendo fino alla città. Un ruggito... che squarciò anche il cielo.
Il suono di tromba, per l'orrendo spettacolo che stava per iniziare.


Diamo inizio alle danze.”
[Helden: Creature]

  
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