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Autore: lobotomia    17/12/2013    1 recensioni
Il nuovo sortilegio porta con sé le conseguenze delineate da Regina: Storybrooke cessa di esistere ed i suoi abitanti tornano al luogo d'origine. Emma ed Henry, hanno un destino diverso: è trascorso un anno da quando i due hanno attraversato il confine della cittadina, lasciandosi alle spalle la maledizione e i loro cari. Privati dei vecchi ricordi, madre e figlio, conducono una vita apparentemente serena in un appartamento di New York. Sono le 8.15 di una mattina come altre, un ospite indesiderato bussa alla loro porta ....
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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" mamma ti sei dimenticata qualcosa "
Emma osservò la tazza che aveva appena poggiato sul tavolo e non le occorse molto tempo per capire. " giusto. la cannella "  rimediò passando la confezione al figlio. " ecco qua "
Henry spolverò con cura la sua cioccolata , poi  soddisfatto brindò ad un’altra giornata toccando con la sua tazza quella della madre. Non fecero in tempo a bere un sorso, che udirono bussare alla porta.
“ aspettiamo qualcuno? “ domandò Henry. “ no “ rispose la madre, con un’espressione che non nascondeva un certo grado di perplessità. Quel qualcuno insistette e bussò alla porta con più forza costringendo la donna ad abbandonare il tavolo. “ Henry aspetta qui “ intimò al figlio piuttosto preoccupata, alzandosi dalla sedia. Spense la radio, avviandosi verso la porta e l’aprì di getto, senza dare il tempo a chi vi stava dietro di realizzare quanto stesse finalmente accadendo. Un giovane uomo, vestito in maniera improponibile, con un pendente all’orecchio destro: fu ciò che si trovò di fronte. Il paio di occhi blu la fissarono un po’ smarriti, li vide mutare, farsi vividi in una frazione di secondo, un sorriso si allargò da sotto i baffi. “ Swan “ sospirò  quasi incredulo.  “ finalmente “ fece per avvicinarsi ad Emma, ma lei lo bloccò prontamente con una mano. “ ti conosco? “ domandò scossa. “ sentite ho bisogno del vostro aiuto, è successo qualcosa, qualcosa di terribile, la vostra famiglia è in pericolo.”  spiegò l’uomo guardandola intensamente. “ la mia famiglia è proprio qui. Chi sei? “ ribattè lei convinta.  “ un vecchio amico “ le rispose l’uomo, con un velo di nostalgia negli occhi.  Emma apparve sempre più confusa. “ so che non potete ricordarvi di me ma .. “  esitò solo qualche secondo.  “ … posso farvi ricordare “  si gettò deciso sulla donna desideroso di baciarla, ma lei non glielo permise: sfoderò un calcio nei punti vitali dell’uomo e lo spinse oltre l’uscio di casa, contro la parete del corridoio. “ che diamine stai facendo? “ domandò sempre più confusa e spaventata, mentre lo osservava reagire al dolore provocatogli. Ciò che indossava, le sembrava un ulteriore valido motivo per dubitare di lui, notò alcuni dettagli: un uncino alla mano destra, diversi anelli all’altra. “ Ho rischiato. dovevo provare. “ riprese a parlare lo sconosciuto. “ speravo provaste quello che provo io “ si giustificò, ancora impegnato a tenere a bada il “dolore”.  “ proverai le manette della polizia “ gli assicurò Emma, mantenendosi sulla porta, con una mano pronta a chiuderla.  “ ascoltate so che sembra una pazzia “ tentò di fermarla l’uomo, alzando i toni ed avvicinandosi nuovamente con un’espressione sinceramente preoccupata in volto. “ ma dovete ascoltarmi, dovete ricord .. “  Tuttavia non bastò a convincere la donna, che gli chiuse la porta in faccia, prima che potesse concludere.
 
“ chi era quello? “ le domandò tranquillamente.
“ non ne ho idea. “ rispose Emma presa alla sprovvista dal figlio, mascherando l’agitazione con una tranquillità fittizia. “ qualcuno deve aver lasciato la porta aperta di sotto “ continuò. Lanciò un’occhiata all’uscio di casa, poi quasi fingendo di dimenticare quanto accaduto, fece per raggiungere Henry al tavolo. “ dai, mangiamo “
 
Henry recuperò la cartella dal letto, poi salutò come di consueto la madre, mentre la sistemava sulle spalle. Stava per uscire dalla porta, quando Emma lo fermò. “ vuoi che ti accompagni oggi? “ gli domandò con un’espressione inquieta in volto. “ no, grazie “ tagliò secco Henry. “ sei sicuro? “
“ sono abbastanza grande per andare a scuola da solo “ le rispose nuovamente ed aprì la porta.  “ potrei accompagnarti fino alla fermata dell’autobus” continuò la madre fermandolo sul pianerottolo. “ potremmo fare quattro chiacchiere lungo il tragitto “ sembrò giustificarsi. “ che succede mamma? “ Henry la guardò dritto in volto.
“ le grandi città non sono posti sicuri “ Emma poggiò una mano sulla testa del bambino “ preferirei accompagnarti io oggi, almeno fino alla fermata dell’autobus “ gli carezzò delicatamente la testa. “ ok “ asserì il Henry rassegnato, facendo spallucce. Emma gli sorrise, pareva sollevata.
Henry premette il pulsante 0, ed assieme alla madre attese l’ascensore. “ è per l’uomo di prima? “ le domandò  “ cosa? “ Emma sgranò gli occhi, colta ancora una volta impreparata. “ l’uomo che ha bussato alla nostra porta. È lui il motivo per cui non vuoi farmi uscire da solo, vero? “
“ anche “ rispose la donna, fissando un punto imprecisato nell’aria.
 
 
Aveva appena visto salire Henry sullo scuolabus ed era di ritorno a casa. Sin dall’istante in cui aveva deciso di tenerlo, Emma si era ripromessa di essere una buona madre per lui, con o senza un uomo a fianco. Decise di evitare l’ascensore e prese le scale, si fermò sull’ultimo gradino al pianerottolo del terzo piano e fu tentata di voltarsi e tornare indietro. Lo psicopatico con l’uncino attendeva pazientemente davanti alla sua porta. Sorrise vedendola arrivare.
“ pensavo avessi capito! “ si rivolse all’uomo seccata.
“ siete voi che dovete capire, cara “ le sorrise nuovamente.
 “ non ho tempo per questo giochetti, qualunque cosa tu voglia.” continuò lei, mantenendosi sull’ultimo gradino.
“ voglio solo che mi ascoltiate “ insistette lui tentando di smorzare i toni della donna.
 “ non ho alcuna intenzione di farlo. Te lo ripeto per l’ultima volta: vattene o chiamerò la polizia! “ ribadì gelida.
 “ la vostra famiglia è in pericolo, mi hanno mandato a cercarvi ..“   
“ continuate ad insistere con questa storia? “ esclamò senza capacitarsene.
“ ho speso un intero anno cercandovi, non mi arrenderò finché non avrò fatto quel che devo, finché non saprete nuovamente chi siete “
“ io so chi sono. Non sono io ad avere problemi d’identità! “ fece allusione ai vestiti dell’uomo.
“ avete paura di me “ constatò con amarezza il pirata “ vi mantenete a distanza , come fossi in grado di farvi del male “ abbassò lo sguardo, e mutò espressione, riflettendo sulla crudele ironia di quella situazione.
Emma percepì il cambiamento. “ che dovrei fare? “ provò a venirgli incontro.
“ dovete solo fidarvi di me “ fece qualche passo.
“ quindi, dovrei fidarmi di uno sconosciuto che bussa alla mia porta blaterando cose assurde, con addosso un costume da pirata, … o qualunque cosa sia..,con queel .., quella specie di uncino, che dice di conoscermi e tenta di baciarmi sull’uscio di casa mia? “
“ esattamente, tesoro. Ma permettetemi di precisare. Primo: anche se ora non lo ricordate, non sono uno sconosciuto. Soprattutto per voi “  ammiccò muovendosi nella sua direzione.  “ secondo: questo non è un costume, ma un vestito reale quanto l’affascinante pirata che lo indossa. “ continuò avvicinandosi. Emma lesta, allungò la mano al portaombrelli e ne estrasse il più grande. “ terzo .. “ 
“ stai fermo li! “ lo interruppe la donna brandendo l’ombrello alla stregua di un’arma, la punta di ferro premuta contro la sua gola.
 “ sempre scaltra, Swan “ si limitò a commentare compiaciuto, impossibilitato a muoversi.
“ terzo? “ chiese la donna, gestendo la distanza.
“ terzo: l’ultima volta, siete stata voi a baciarmi “ sentì la punta di ferro infierire sulla sua gola.  “ domani “ riuscì a dire, poi sentì la punta ritirarsi. 
“ ti ascolto “ Emma lo lasciò parlare.
“ nel posto che preferite, a qualunque ora vogliate “
“ sembrerebbe un appuntamento “ constatò la donna con disappunto.
“ vi dirò tutto quello che dovete sapere, vi chiedo solo di darmene la possibilità “ la pregò con gli occhi.
“ central cafè, 10,30 “ rispose secca.
 “ come desiderate “ sorrise soddisfatto l’uomo, le passò accanto e prese le scale.
 
  
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