Calendario dell’Avvento #16: albero
Rating: verde
Conteggio parole: 457
NdA: headcanon: Percy e Annabeth hanno due figli: Luke e Silena. In onore di due amici traditori morti da eroi.

Una risata fanciullesca accolse Percy in casa, quella sera. Sentì immediatamente i muscoli distendersi e le sue labbra incurvarsi all’insù. Prima di recarsi verso le voci di sua moglie e suo figlio, andò verso il ripostiglio per nascondere il giocattolo che aveva comprato per il suo piccolo Luke. Per nasconderlo, cioè, da Annabeth, che aveva creato la regola del “i regali si fanno solo ai compleanni e a Natale, o diventerà viziato, Testa D’Alghe”, che Percy adorava infrangere.

In segreto, ovvio. Se no chi la sente…

Mancavano ancora un paio di settimane a Natale, ma Percy proprio non aveva saputo resistere alla tentazione di comprare il nuovo giocattolo dei Trasformers. Era così dinamico! Non vedeva l’ora di giocarci con Luke. Chissà chi avrebbe vinto fra lui e Action Man.

Annabeth e Luke erano in salotto, impegnati ad addobbare l’albero.

“Pà! guadda, pà! Appendo palla!” esclamò suo figlio, agitando orgoglioso una pallina rossa.

“Ma che bravo il mio campione” commentò Percy, ma la sua attenzione era su Annabeth, che si era arrampicata su una scala per raggiungere la cima dell’albero.

Ingoiò una protesta. Sapeva che sarebbe stato inutile offrirsi di prendere il suo posto. Annabeth gli avrebbe detto senza mezzi termini che il fatto di essere arrivata a raggiungere le dimensioni di un cucciolo di balena non gli dava il diritto di comportarsi di maschio, dove “maschio” era interpretabile come una parolaccia, e “donna gravida” non equivaleva a “incapace totale”, grazie tante!

Decise comunque di avvicinarsi discretamente a lei, sperando che interpretasse le mani che le aveva appoggiato sui fianchi come un saluto affettuoso e non come un tentativo di proteggerla da una caduta fatale.

Sua moglie abbassò la testa per guardarlo, due palline precariamente sulle orecchie e una fra i denti.

“Guadda, pà. Io come mamma.” Percy distolse lo sguardo dagli occhi sorridenti di sua moglie in tempo per vedere il piccolo Luke che si arrampicava come una scimmia sull’albero. Ultimamente, il suo sangue divino si manifestava sempre più spesso. Già riusciva a creare dei piccoli vortici d’acqua nel suo biberon e Percy aveva dovuto costruirgli un’alta barriera attorno alla culla per evitare che scappasse durante la notte.

Il suo cuore mancò un paio di battiti.

“No!” strillò Annabeth, e, nel farlo, la pallina le cadde dalla bocca. Si sporse in avanti per cercare di acchiappare il bambino, ma il suo pancione la sbilanciò.

Nello stesso istante, Percy fece un passo verso Luke, ma il suo piede finì sulla pallina fatta cadere da Annabeth e scivolò.

Un istante dopo, si trovò schiacciato tra il pavimento freddo e Annabeth, con dieci chili di albero che gli ostruivano la vista, e il sospetto di esserci incrinato un paio di costole.

Un risatina provenne dalla cima dell’albero capovolto e il faccino paffutello di Luke fece capolino tra i rami.

“Di nuovo! Di nuovo!”