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Autore: 6 Luglio 2014    19/12/2013    1 recensioni
è una bellissima storia di vampiri, se vi piace il genere entrate, non ve ne pentirete
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le ore passarono velocemente e fu ora di pranzo di nuovo.
Mentre entravo nella sala mensa urtai, come al mio solito, qualcuno.
Io: “Scusami” dissi senza prestare attenzione a chi fosse.
Una figura bassa e minuta ma molto fine nei lineamenti mi guardò.
Io: “Jade!” esclamai sorpresa e sollevata.
Jade: “Ciao” rispose lei con un sorriso sincero dipinto sul volto.
Trovavo molto carina e dolce Jade, la mia compagna di banco per due ore di biologia.
Mi aveva fatto pensare meno ad Harry e all’inseguitore di quella mattina.
Con entrambe un vassoio in mano ci facemmo largo tra gli stupendi che affollavano la sala, alla ricerca disperata di un tavolo su cui pranzare.
Jade: “Mi spieghi perché sei così pallida? Le persone che vengono dalla California non dovrebbero essere super abbronzate?” chiese con un pizzico di ironia.
Stavo per rispondere ma qualcuno mi chiamò.
Avanzai lentamente verso Alice, strascinando con me anche Jade; passo dopo passo sentivo il mio cuore salirmi sempre di più in gola.
Alice, Elena e Trina erano sedute al solito posto, sempre perfette, mischiate tra Liam, Niall, Louis e Zayn, anche loro perfetti.
Mi salutarono tutti con un cenno che io dimenticai di ricambiare quando mi accorsi che Harry era già lì con loro.
Mi fermai davanti il tavolo, mentre Jade fremeva di entusiasmo per essere appena stata strascinata in uno dei gruppi più in vista della scuola.
Alice: “Su, siediti tesoro” mi disse mielosa.
Il mio sguardo rimase comunque sul quel riccio accanto a lei, l’ansia stava crescendo a vista d’occhio.
La paura che mi trasmetteva mista a un fascino magnetico minacciavano di soffocarmi.
Di getto presentai Jade, chiedendogli gentilmente se si poteva sedere con noi.
Trina fu un po’ riluttante ma Niall, prontamente, gli liberò la sedia.
Per tutta la durata della pausa pranzo cercai deliberatamente di ignorare quella grossa paura che mi attanagliava il petto come una lama ghiacciata, ma non potei sfuggire allo sguardo verde di Harry che ogni tanto si posava su di me con la solita espressione impenetrabile.

La scuola finì prima del previsto e dopo aver saluto Jade, mi incamminai verso casa, quando d’un tratto sentii delle urla soffocate provenire da un vicolo vicino.
Impaurita ma spinta dalla curiosità mi avvicinai a passi lenti e misurati.


*Harry*


Cercai di far stare zitta la giovane, ma quella continuava a gridare di dolore anche mentre io gli succhiavo via la vita.
Il sangue fresco era così buono e forte che appena svuotai la donna mi sentii subito inebriato.
Avevo promesso a Alice che non avrei più cacciato esseri umani ma la mia promessa andò in fumo quando incontrai Giada..
Il suo profumo.
Il suo sangue.
Avevano riacceso la mia parte predatrice che avevo spento da troppo tempo ormai.
Lasciai andare il corpo senza vita accanto ad uno scatolone e guardai i ragazzi per vedere come andava il loro pasto.
Già, avevo riportato nella vecchia via anche loro..
Niall era alle prese con due morette, una era già svenuta, l’altra era viva ma non urlava.
Gli altri ragazzi soggiogavano le loro vittime affinche non urlassero e non si ribellassero, ma per me così era troppo facile.
C’era più gusto a prendersele e gustarsele mentre i loro colpi caldi cercavano di ribellarsi con le forze che pian piano le abbandonavano.
Era questo che facevano i cacciatori come me
I demoni come me.
Stavo per prendere in giro il mio migliore amico Louis sul fatto che fosse l’ultimo ad aver ucciso il suo pasto, quando un ondata di profumo di rose mi invase le narici.
Giada.
Io: “Quella ragazza” sibilai fra i denti.
I quattro ragazzi si misero sull’attenti appena mi sentirono pronunciare quelle parole.
Liam: “Andiamo via, non può vederci così…”sussurrò impaurito.
I quattro ragazzi si dileguarono alla velocità della luce e io rimasi solo, lasciato lì con il dovere di allontanare da quel vicolo quella ragazza impicciona, che si stava avvicinando.
Mi pulii il sangue dalle labbra, alzai il bavero del cappotto per coprire la camicia bianca sporca, feci rientrare i canini e rilassai il viso, tornando così al solito aspetto da umano.
Poi, con passo sicuro, uscii da vicoletto e la vidi.
Era ferma, gelata, impaurita alla mia vista.
Riuscivo a sentire la sua paura, la stessa paura che mi aveva tanto divertito due giorni prima.
Gli occhi azzurri erano sbarrati e le labbra piene e rosee serrate per contrarre la mascella.
Io: “Ciao ragazzina” dissi con voce roca e sensuale.
Mi avvicinai ancora un po’ a lei e il suo profumo invasi ancora di più le mie narici.
Io: “E’ quasi buio, non dovresti andare in giro da sola” proseguii
La giovane deglutì e si costò i capelli dietro l’orecchio, lasciando in bella vista il suo collo morbido e candido.
Nonostante avessi appena mangiato, mi irrigidii a quella vista e al ricordo del suo sangue, molto più buono di quello di qualunque altro umano.
Io: “Tu sei Giada, l’amica di Alice vero?” chiesi come se non lo sapessi perfettamente.
Giada: “Si” sussurrò come semplice risposta.
Gli tesi la mia mano grande e lei la strinse un po’ incerta.


*Giada*


Il profumo di Harry mi giungeva fino le narici, mandandomi in estasi.
Ero impaurita e attratta allo stesso tempo da quel ragazzo.
I suoi tratti erano familiari e infondo alla coscienza le fibre del mio essere mi urlavano di scappare via dal mio incubo senza voltarmi indietro.
E quegli occhi, puntati nei miei, mi tenevano inchiodata lì.
Harry: “Molto piacere, Giada.”
Il modo in cui quelle labbra perfette si aggrapparono ad ogni lettera del mio nome mi fecero mancare l'aria.
Io: “Devo andare” disse solo la mia mente confusa.
Mi allontanai da lui guardandomi indietro di tanto in tanto.
Harry: “Aspetta Giada” mi fermò.
Io mi girai e venni di nuovo assalita dall’angoscia quando lui mi raggiunse con un paio di falcate.
Mi porse un fogliettino bianco piegato.
Harry: “E’ tuo?” chiese.
Esaminai il famoso foglietto degli orari che avevo perso quella mattina.
Io: “Si, grazie io…” balbettai
Alzai gli occhi verso Harry e ciò che vi lessi mi fece arrossire violentemente.
Harry: “Dev’esserti caduto mentre fuggivi via stamattina” mi disse con voce bassa e misteriosa.
Quell’ultima frase mi gelò.
Come faceva lui a…?
Harry: “A domani, dolcezza.” disse lui sorridente.
Io ripresi a camminare senza voltarmi mai verso il riccio, ma sentendo i suoi occhi insistenti sulla mia schiena e appena svoltai l’angolo iniziai a correre terrorizzata.
  
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