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Autore: WhispererOfTheNight    19/12/2013    2 recensioni
Dopo anni di fidanzamento, Abigail, Abby per gli amici, viene mollata dal suo ragazzo. Dopo un primo momento di smarrimento riesce ad andare avanti, anche grazie all'aiuto della sua amica Charlie. Nonostante pensi che sia inconcepibile vivere senza un ragazzo, dovrà ricredersi quando vedrà che la sua vita comincia a prendere la direzione giusta proprio perchè lei è di nuovo single.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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                     IX


Lunedì 16 Marzo, quarta settimana da single


Sono chiusa in bagno da più di un’ora in lacrime. Credo siano le quattro del mattino o giù di lì e dalla finestra riesco a vederere le stelle che man mano stanno sbiadendo per far spazio al giorno. Mi sono svegliata circa un’ora fa urlando(fortuna che non ho svegliato Charlie) per via di un sogno, o forse dovrei definirlo incubo, nel quale mi sposavo con Robert. Sembrava tutto così reale che speravo non fosse un sogno, che fosse la realtà. Nel sogno però, il matrimonio era interrotto da Erick che come un pazzo si precipitava in chiesa urlando-MI OPPONGO!-
...devo smetterla di mangiare pesante la sera.
Sta di fatto che il sogno mi ha talmente scossa che mi sono svegliata urlando e mi sono rinchiusa nel bagno a piangere. Vecchia abitudine della mia vita familiare: quando i miei litigvano, io mi rinchiudevo nel bagno e aspettavo che la smettessero piangendo.
Perchè l’essere single mi crea tanti problemi? Sembrava che mi stessi riprendendo, poi all’improvviso eccomi di nuovo nella tristezza più nera. Parlando con una mia vecchia amica, divenuta da poco psicologa, sono venuta a conosceza della normalità di questi sbalzi. Si parte dalla depressione più profonda, poi si ha un picco di vitalità causato dalle continue attenzioni altrui, e poi di nuovo la depressione. Ha anche aggiunto che per pochi fortunati è un processo che si interrompe anche dopo poche settimane, altri ci possono impiegare anni per riprendersi.
Splendido.
Tra poche ore dovrò essere alla tavola calda per il turno della mattina, forse sarà meglio tentare di farmi un paio di ore di sonno.
Mi alzo dal pavimento e percorrò i pochi passi che si frappongono fra me e la mia camera da letto. Mi rintano sotto le coperte e tento disperatamente di dormire.
Una pecorella...due pecorelle...tre pecorelle...quattro pecorelle... chissà che fine ha fatto il maglione di lana che regalai a Robert l’anno scorso a Natale...
Fanculo cervello. E’ ovvio che non vuoi collaborare. Robert non è più nella mia vita e mai più ci rienterà, mettitelo bene in quelle stramaledette circomvoluzioni. Lui non mi manca per niente, anzi l’idea di essere stata per due anni con lui mi disgusta.
...ma chi voglio prendere in giro, lui mi manca da morire, ma se c’è una cosa che ho imparato in questo mese non è tanto il fatto che io posso stare bene da sola, quanto il fatto che mi devo voler bene di più, che io ho un valore inestimabile e che solo uno stupido può usare la regina di cuori come il due di picche a scala quarata.
E poi adesso mi concentro su più cose: l’università va meglio, il lavoro non fa più così schifo, le cose hanno preso una piega leggermente migliore.
Se non fosse per Charlie incinta di un ragazzo gay, Robert che mi tormenta in sogno ed Erick che lo segue a ruota sarei la persona più felice della terra. Ma si sa, raramente si ha quello che si vuole.

Il parco è decisamente tranquillo a quest’ora del pomeriggio. Dopo aver concluso il turno alla tavola calda, sono venuta qui con il mio bel romanzo(sperando di non incotrare altri tizzi che mi confessano il loro amore) cercando un paio d’ore di tranquillità. Tempo mezz’ora e sento una voce familiare che mi chiama.
Fantastico, sembra che la gente mi segua a posta per scassare le palle.
-Abby!-
Mi giro e vedo Josh venirmi incontro con una bambina al seguito. Spero non sia una figlia di cui non sapevo nulla, non ho intenzione di vedere altre storie del tipo “16 anni e incinta” per il resto della mia esistenza.
-Ciao Josh-lo saluto sforzandomi di sorridere-e tu chi sei dolcezza?- chiedo gentilmente alla bambina.
Per tutta risposta lei si nasconde dietro le gambe di Josh. Che tenerezza.
-Lei è Kate, la mia adorata nipotina. Su, saluta la signorina Katy- la esorta Josh.
-Ciao signorina, sei davvero carina- mi dice la bambina restando dietro le gambe dello zio.
-Oh, ti ringrazio tesoro. Sei carina anche tu- le rispondo dandole un buffetto sulla guancia.
-E’ la figlia di mio fratello- precisa Josh prendendo in braccio la piccola che non avrà più di quattro anni.
-E’ splendida, meno male che non ha preso dallo zio- dico prendendolo in giro.
-Ah ah ah, che spiritosa- ribatte lui cercando di nascondere un sorriso.
-Zio è buono, pensa sempre a me. Una volta papà e mamma dovevano andare in ospedale e lo zio mi ha tenuto con lui tutta la giornata. C’era una signora che continuava a chiamarlo, ma lui ha spento il cellulare e mi ha portato a prendere un gelato e poi siamo andati...-cinguetta la bambina prima di essere interrotta da Josh.
-Ok Katy, basta così. Guarda lì ci sono le altalene, ti va di andarci?- dice improvvisamente Josh mettendo giù la bambina. Con un gridolino la piccola corre verso le altalene, seguita da noi. Mi sa che anche oggi non riuscirò a leggere una sola pagina.
-La moglie di mio fratello ha avuto un aborto spontaneo, circa un paio di mesi fa. Non sapevano a chi affidare Katy, e così mi sono offerto io e l’ho tenuta per tutta la giornata- mi spiega Josh mentre teniamo d’occhio Kate sulle altalene.
-E la signora che continuava a chiamarti? Non dirmi che adesso te la fai con quelle più grandi- dico prendendolo in giro.
-In realtà era una ragazza con cui ero andato a letto la era prima, una cosa senza impegno, ma avrei voluto rivederla. Però Katy era irrequieta e così ho dovuto mandarla a quel paese e spegnere il telefono. Cavolo, capisco un paio di squilli, ma chiamarmi ogni cinque minuti, roba da matti...-
-Sei uno strano miscuglio di bastardaggine e tenerezza Josh- osservo senza staccare gli occhi dalla bimba riccioluta che ride sull’altalena.
-Un po’ per carattere, un po’ per le amicizie sbagliate che ho frequentato quando ero un ragazzino- mi dice lui cercando di camuffare un velo di trsitezza con un sorriso.
Non accenna ad altro e io decido di non approfondire, non perchè la cosa non mi interessi, ma perchè sono alquanto stufa di fare il padre confessore degli altri.
Per una buona mezz’ora chiacchieriamo del più o del meno osservando la piccola che non sembra stancarsi mai.
Poi lui dice una cosa che attira immediatamente la mia attenzione.
-E’dura vero?-
-Cosa è dura?- domando incuriosita.
-Essere la persona alla quale si rivolgono tutti per sfogarsi- risponde lui guardandomi negli occhi.
Rifletto per un’istante su quello che ha detto, poi capisco che mi sta dando un’occasione per sfogarmi a mia volta.
-Qualche anno fa sarei stata ben contenta di stare a sentire tutti i problemi degli altri perchè in fondo mi distraevano dai miei. Ma adesso che sono andata a vivere da sola e sono senza la presenza di un ragazzo nella mia vita, a volte mi da quasi fastidio dover sempre stare a sentire tutti. Vorrei godermi la vita pienamente adesso che ne ho la possibilità, eppure i problemi di tutti sulle mie spalle cominciano a stancarmi, anche perchè prima vorrei risolvere i miei di problemi.-
Wow, che cascata di parole. Pensavo che Josh se ne fosse andato con la nipote mentre io cacciavo questa ondata di pensieri dal mio cilindro magico, invece è ancora lì, la mano chiusa a pugno sotto il mento e gli occhi rivolti verso i miei.
-La filosofia di vita secondo la quale i problemi si affrontano con un sorriso mi è sempre sembrata una stronzata. Deve averla creata uno che problemi non ne ha mai avuti, o che ha avuto il dono della santità da Dio in persona- comincia a dire mentre io osservo Katy- il fatto è che a volte non basta l’ottimismo a risolvere le situazioni, ci vuole anche il coraggio di prenderle di petto e affrontarle con determinazione, pensando sempre che esistano problemi peggiori del nostro e che solo la morte non ha soluzione.
-Sembri un poeta della Graeyard School inglese- gli dico con una punta di ironia- ma hai ragione Josh. Sei saggio in fin dei conti-
-A volte mi capita- mi dice ridendo- si è fatto tardi Abby, devo riportare Katy a casa. Katy! Dobbiamo andare, saluta la signorina-
-Ciao signorina- mi dice la bimba correndo verso lo zio e facendomi ciao ciao con la manina paffuta.
-Ciao piccolina- le dico sorridendo ricambiando il saluto.
-Ah Abby, prima che lo dimentichi, daresti questo alla tua amica Charlie da parte mia?-mi dice Josh porgendomi uno scatolino.
-Cos’è?-chiedo incuriosita.
-Una cosa che ultimamente non le vedo più al collo- mi dice vagamente.
Senza la minima educazione apro il pacchetto e scopro una bella ametista lucida attaccata a un laccetto di cuoio.
-Charlie la portava sempre ed è tanto che non la vedo- precisa Josh.
-Ah...lei l’ha persa all’università, era un regalo di suo padre...-commento senza riflettere. Poi la proverbiale lampadina mi si accende in testa.
-Josh, tu e Charlie nemmeno vi conoscete. Perchè le stai regalando questo ciondolo?-chiedo con uno sguardo malizioso.
Per tutta risposta, Josh mi sorride e si avvia con la piccola verso l’uscita del parco. Sembra che gli piacciano molto i bambini, chissà se...
Smettila con le tue fanfiction mentali Abigail.




  
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