Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Cassandra Erin Dorian    19/12/2013    2 recensioni
Vogliate seguire, signore e signori, il Narratore e non vi spaventate se si palesa come una voce nella vostra testa. Guardate la miseria dell'autore, ubriaco, scrutate nel suo sudicio palazzo mentale e attenti a non appiccicarvi a storie smielate. Cercate nella nebbia di un universo creato apposta per voi, lettori, e troverete che l'amore non ha limiti. Firmate il Patto Narrativo, poco importa se dovrete vendervi l'anima.
E, soprattutto, non abbiate la presunzione di essere divinità assolute. Non lo siete.
Neanche nella vostra storia.
"Il giorno che la vita di Maeve Doherty cambiò c’era nebbia.
Come ogni altro giorno della sua vita."
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cosa fareste voi se vi restassero due mesi per lasciare l'amore della vostra vita e la vostra vita stessa?
Detto così sembra la tagline di un film strappalacrime.
Non fa niente. Riassume bene la situazione.
Beh, io sono tornata a casa e mi sono messa a riordinare l'armadio. Io lo odio, il disordine, chi è disordinato fuori è disordinato dentro.
Poi ho preparato il pranzo, pollo arrosto come lo faceva la mamma. L'ho tagliato in tanti pezzetti, ne ho messo le mie parti preferite, petto e coscia, sul piatto, ho aggiunto purè di patate, carote gratinate al burro e spinaci saltati come contorno, mi sono seduta a tavola e ho mangiato con calma.
Poi ho sparecchiato, riponendo il piatto preventivamente sciacquato nella lavastoviglie e lasciando il bicchiere fuori, perché se per ogni volta che bevo devo cambiare il bicchiere è uno spreco.
Poi ho preparato un'insalata con il pollo avanzato, con sedano e olive e qualche pomodorino che dà sapore.
Poi, siccome avevo mezz'ora libera, ho pianto un po'.

Da piccola alternavo momenti in cui volevo essere a tutti i costi la Protagonista e altri in cui ero spaventata all'idea di esserlo. 
"Non è importante che tu sia la Protagonista, l'importante è che tu sia una brava persona, che tu dia il meglio di te e che ti tenga stretti gli amici veri." Per questo oscillavo tra uno stato e l'altro: desideravo che la mamma volesse per me un futuro brillante ma ero contenta che non mi avesse costretta alla vita delle mie coetanee. Le altre ragazzine ricche della città erano educate sin da piccole ad avere una vita interessante nella speranza di ottenere una parte. Il fatto che a mia mamma non importasse non rendeva né lei né me né mio padre esattamente benvoluti.
Le altre famiglie evitavano di invitarci a quelle feste che chiamavano "focolai di scene madri" e le altre bambine pensavano che non fare niente fosse una posa per distinguermi e avere più probabilità di essere la Protagonista.
Eravamo una famiglia felice, non ci curavamo di ciò che dicevano gli altri. I miei si amavano, amavano me e facevano il possibile per tenermi al riparo dalla storia.
Tutto è finito quando avevo dodici anni, l'anno del Ridimensionamento della Felicità.
Il Ministero del Passato aveva notato la tendenza delle biografie dei giovani di quegli anni a omologarsi in un clima di noiosa felicità e, in collaborazione con la Polizia del Monologo Interiore e gli Episodi Uniti, aveva varato un piano sperimentale per ridurla e movimentare le vite dei ragazzi, causando loro traumi infantili, distacchi ed Edipi ipertrofici. Così, dicevano, la storia sarebbe stata da subito più avvincente senza che l'Autore sentisse il bisogno di far morire giovane il Protagonista. 
Così, una mattina mi svegliai e, invece di trovare i miei genitori che bevevano il caffè, mi imbattei in un uomo con pullover color carta da zucchero che mi informava con una vocina smielata che i miei genitori mi erano stati dolcemente prelevati per un importante piano del governo, che sarebbero stati trattati molto bene in un hotel a cinque stelle e che tu, pasticcino mio, andrai a vivere in un'altra famiglia che si prenderà cura di te. Inutile dire che marcii in un istituto fino alla maggiore età.
Il Ridimensionamento durò fino a tre anni fa, quando scoprii che i miei genitori non solo erano vivi, ma si erano anche dimenticati di me in seguito a un altro brillante piano del governo, Oblivion, che lavorava sulla perdita della memoria volontaria per la totale acquisizione di quella involontaria.* Nei famosi "hotel a cinque stelle" venivano davvero trattati come pazienti di lusso e ogni giovedì diventavano cavie per Divertissements. 
Devo ricordarmi di ringraziare il governo per l'ondata di Mary Sue con passato tragico di questi anni e l'Autore per aver reso la mia vita qualcosa di orrendo.
No, un momento, lui l'ho già ringraziato.
Sono diventata una terrorista.
                                                                         ***
Maeve non era una che piangeva spesso. 
Da quando l'avevano informata che non avrebbe visto i suoi genitori a tempo indeterminato a quando era arrivata all'Istituto non aveva neanche aperto bocca. Si era limitata a scrutare la struttura bombonieriforme che l'avrebbe ospitata fino alla maggiore età. Non era stata mandata in un istituto fatiscente poiché i suoi genitori, neanche a dirlo, erano schifosamente ricchi. Il Ministero voleva solo movimentare le vite degli adolescenti, non rovinarle del tutto: la rovina era causa di suicidi.
L' Istituto Privato Femminile S.L. Thiasus* non era un brutto posto dove stare, ma per Maeve era l'inferno.
Ogni notte piangeva non solo per i suoi genitori, ma anche per le sue bambole, i suoi libri, i suoi vestiti, i trucchi della mamma che provava di nascosto, i mobili, l'aria profumata, le lenzuola morbide, i quadri alle pareti... Le pareva ingiusto che la sua vita non fosse più vita di nessuno.
Le dava fastidio doversi vestire come le altre e controllare se la taglia era giusta. Il pollo era insipido e il contorno sempre freddo. Le compagne di classe erano anche più insipide del pollo.
Passava i pomeriggi a leggere e a mettere a posto le stanze delle altre a pagamento. Non sopportava l'idea del disordine.
A quindici anni, mentre riordinava la stanza di una delle grandi, le capitò tra le mani un foglietto piegato in quattro.
Dentro c'era la Macchia Nera.
Le insegnanti dicevano che quelli della Macchia Nera erano pericolosi terroristi che volevano rapire le ragazze per farle saltare in aria in un attentato in puro stile Nikolaj e si riconoscevano grazie alle macchie di inchiostro nero sulle mani.
Maeve sapeva solo che non erano stupidi Nikolaj e che non sarebbero andati in giro con macchie di inchiostro nero se era quello il loro distintivo.
Per questo si fece scivolare la Macchia in tasca e la scambiò con un messaggio scritto a macchina: "Se vuoi il tuo inchiostro, io voglio delle risposte. Domani dietro la mensa a mezzanotte. Io e te."
Charlotte Appletree, la proprietaria del foglietto, si presentò estremamente puntuale nella sua alta, sottile biondità.
- Doherty, lo so che sei tu. Molla il foglio e finisce qui o sono guai per tutte e due!
- Mia cara Charlotte, niente risposte, niente macchia.
La bionda rispose.
Secondo la Macchia Nera i governi della storia avevano creato solo infelicità, pretendendo di seguire le disposizioni dell'Autore. 
A differenza dei fanatici Nikolaj, i Macchiati non volevano uccidere direttamente con attacchi terroristici inutili e immorali, a cui sarebbe seguito solo altro dolore. L'obiettivo massimo per un Macchiato era quello di far esplodere direttamente la storia, evitando all'umanità di doverla portare avanti come aveva fatto negli ultimi quattromila anni. Gli attentati erano alla struttura della storia: cambiavano nomi ai paesi, dirottavano treni, indicevano scioperi dei mezzi, studiavano Propp come disperati e cercavano il Protagonista, la colpa di tutto.
La Macchia Nera comprendeva ogni ceto sociale ma era composta più che altro da studenti del Ridimensionamento e innamorati separati. 
Quest'ultima categoria esisteva da quando il Movimento Manzoniano aveva, sulle orme del celebre scrittore, deprecato l'amore passionale e fatto pressioni sul governo perché le coppie di giovani innamorati  non sposati si separassero immediatamente, alla ricerca di qualcuno con cui vivere in purezza e tiepido amore. Ovviamente l'ala moralista, in maggioranza dieci anni prima, aveva approvato all'istante.
La sorella maggiore di Charlotte era entrata in stato catatonico dalla partenza del suo innamorato, mentre il fratello, omosessuale, aveva passato due anni in carcere ai lavori forzati e ne era tornato distrutto.*
Di quell'incontro Maeve conserva ancora il monogramma C.A* tatuato a coltello sulla spalla e un foglietto con una macchia nera, gelosamente custodito in cassaforte.
Per questo Maeve aveva avuto paura quando aveva trovato l'invito del Narratore: temeva fosse una minaccia o un ricatto da parte di qualche spia.

Ora niente più paura, doveva solo comparire.
Sorrise al cielo grigio, ai passanti, alla sua immagine nelle vetrine, fino a farsi tremare le labbra dallo sforzo.
Sorridere per finta è meglio di piangere per davvero.
Tre gradini.
Una maniglia.
Un respiro.
La speranza di trovarlo in casa.
Non dare spiegazioni.
"Robert, è finita. Non ti amo più."
E a lui non restò neanche il ricordo di lei che correva fuori. Piangendo.


* Zia Rowling e nonno Proust. Problemi?
* a cosa serve il liceo classico se non a sapere chi era Saffo di Lesbo, insegnante del tìaso?
* sì, sì, come Oscar Wilde.
* sono una slasher incallita, ma voi pensateci quello che vi pare. Ricordatevi il nome del collegio...

Angolino piccino piccino picciò:
Zalve. Io ve l'avevo detto che era triste. E questo è solo il penultimo capitolo...
Il prossimo è il botto.
Ah, dimenticavo una cosa: Hctabrebmuctcidenebomaoi! 
Grazie per averci scelto!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Cassandra Erin Dorian