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Autore: Bumbix    19/12/2013    0 recensioni
Lo stesso colore dei capelli di quella persona.
Ecco cosa hai pensato mentre fitte di dolore si espandevano ad ondate dal tuo ventre.
Nero... Un colore cupo, che quasi ti offusca la vista. Quei corti capelli hanno lo stesso colore delle piume che si librano davanti a te.
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Questa storia, tratta dall'omonima Light Novel, ripercorre la trama originale con un unico cambiamento sostanziale. Issei non esiste, non è mai esistito, e al posto suo il detentore del Boosted Gear è un ragazzo appena trasferitosi dagli U.S.A. Oltre a questo il ragazzo non è umano qualunque, ma qualcosa di unico nel suo genere. Non la solita Fanfiction.
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Highway To Hell - A DxD Adventure


Disclaimer – Bene, e così sei morto no? La storia è finita, ora puoi andartene a dormire... SI certo, ti piacerebbe! Mi dispiace, ma questo è solo l'inizio! Fatti il segno della croce e preparati, il peggio deve ancora venire! Show Time!

Life 1:
I
Ti svegli il giorno dopo l'incidente con il corpo integro e intatto. Sul tuo stomaco non vi è nessuna traccia della ferita che la lancia di luce ti ha lasciato. Per un momento ti senti confuso, spaesato, ti guardi intorno e scopri di essere in camera tua. Le coperte che coprono il tuo corpo nudo sono zuppe  di sudore. Le ali sulla tua schiena sono spiegate, come capita sempre quando ti svegli la mattina. Un angelo. Ecco il tuo aspetto del momento. Alzandoti a fatica, ripieghi le ali bianche, facendole scomparire nella schiena.

Con mani tremanti ti tasti li dove eri convinto di avere una ferita mortale. Solo pelle liscia, nessuna cicatrice, nessun segno della lotta che credi di aver combattuto. Piano si fa largo nella tua mente, il sospetto che sia stato tutto un sogno, o meglio, un terribile incubo. Avanzando verso il piccolo bagno ti lavi, ripulendo il corpo dal sudore. Finita la doccia ti prepari per andare a scuola con il sospetto che qualcosa in te sia cambiato. Per timore, oltre alle tue vesti consuete, includi una delle armi che hai fatto entrare illegalmente dagli Stati Uniti. Si pensa che non dovresti nemmeno sapere come funzionino armi del genere, ma le esperienze passate ti hanno fornito la dovuta istruzione. Nascondendola attentamente all'interno della giacca ti avvii infine verso la Kuou Academy.

Un'altra sensazione si fa strada in te man mano che avanzi lungo le vie affollate di pedoni. Il sole che fino a poco prima ti dava energia infinita, e ti accoglieva nel suo caldo abbraccio, ora ti risulta indifferente. È un cambiamento minimo, che quasi non avverti, ma dentro di te una voce ti dice che qualcosa non va.

Arrivato a scuola dai un rapido sguardo al cortile. Stai cercando la Presidentessa, che ricordi fosse presente in quello che speri sia solo un incubo. Le tue ricerche iniziali sono vane, a parte le due Bishoujo del club dell'occulto, e qualche altra persona sparsa qui e là, il cortile è completamente vuoto. Osservando da lontano la bellezza di Rias-senpai noti il suo sguardo interessato soffermarsi su di te. Pare che ti stia studiando con un sorriso. Impercettibilmente le fai cenno con la mano, e lei non esita a ricambiare. Ora sei sicuro che qualcosa non vada in questo mondo.

Rimandando ad un secondo momento questo pensiero, entri in classe, avanzando solitario verso il tuo posto. Nessuno ti saluta lungo la strada, ne fa segno di averti notato. Tutti hanno ormai imparato ad evitarti, sanno che non apprezzi la compagnia e nessuno cerca più di coinvolgerti. Eppure oggi sei tu ad aver bisogno di loro. Devi chiedere a qualcuno che probabilmente ne sa più di te. Lo sguardo si sposta impercettibilmente verso Matsuda e Motohama, due noti pervertiti che passano il tempo a spiare le ragazze, parlare di porno, e catalogare le bellezze della scuola. Se Yuuma Amano è mai esistita, allora loro ne saranno certo a conoscenza.

Avvicinatoti ai due, regali loro il tuo miglior sguardo di buongiorno, che per le persone normali equivale ad una minaccia di morte. Eh già, la tua insolita faccia da teppista non ha giovato del taglio di capelli, forse anche perché non ti sei ancora deciso a togliere la zanna che ti pende all'orecchio.

"Ragazzi, buongiorno...."

Esordisci lentamente, prendendo posto sulla sedia davanti al banco dei due in modo da poterli fissare alla loro stessa altezza.

"Oh Suwatori-san.... ehm... buongiorno..."

A parlare, leggermente spaventato, è Matsuda. Motohama ti fissa ancora a bocca aperta. Non era mai capitato che tu rivolgessi loro la parola.

"Mi dispiace rubarvi del tempo prezioso, ma ho bisogno di un'informazione..."

Vai subito al sodo, non ti piace tergiversare, tanto più se le persone che sono coinvolte in una conversazione con te sono spaventare a morte dalla tua presenza.

"Si...si... dicci pure!"

Motohama agitato, nasconde nella cartella una qualche rivista porno, che stava spulciando fino a poco prima. Che abbia paura che tu possa rubargliela? Di certo girano brutte voci su di te, sebbene tu ancora non abbia fatto nulla. Sbuffando sconsolato torni a fissarli entrambi.

"Conoscete per caso una ragazza che si chiama Yuuma Amano? È di una scuola vicina, e mi si è confessata qualche giorno fa, ma non riesco a contattarla. Pure il suo numero risulta inesistente..."

Lo sguardo dei due diventa subito calcolatore. Entrambi prendono dalle rispettive cartelle dei taccuini, passando al setaccio ogni informazione in loro possesso.

"Yuuma Amano dici? Non sarà mica Yukio Amano?"

Scuoti il capo alla domanda di Matsuda, che subito cancella un nome dalla lista.

"Sai dirci qualcosa di più su di lei? Qual'è la sua divisa? Ha le tette grosse? O almeno è carina?"

Le domande iniziano a farsi più pressanti, questa volta è Motohama che cerca informazioni. Con gli occhiali sul naso e lo sguardo concentrato sembra un professionista in marketing impegnato in chissà quale importante analisi.

"Ehm.. la divisa era quella della South Academy. Credo frequentasse il secondo anno. Il suo fisico è snello, non ha il seno grosso, ma è comunque molto carina...."

La tua voce si incrina. Al solo parlare di quella ragazza un dolore sordo ti percuote il cuore.
In pochi minuti entrambi spulciano tutte le loro agende, arrivando addirittura a controllare delle liste online. Ma quante ragazze hanno catalogato questi due?! Ad ogni modo poco prima che la lezione inizi hanno già finito. Riponendo tutto il loro armamentario si appoggiano alle sedie con aria pensierosa.

"Abbiamo controllato tutto quello che è in nostro possesso, e pare che non esiste nessuna ragazza con questo nome. Hai detto che il suo numero risulta inesistente, hai per caso una sua foto? La nostra memoria per il corpo di una donna è migliore di ogni elenco che mai creeremo..."

Leggermente abbattuto armeggi con il cellulare. Il giorno prima, all'appuntamento, avevate fatto delle foto insieme come ricordo, ma ora che controlli meglio, non ci sono foto del genere sul tuo cellulare...

"Sono sparite pure le foto...."

Lo sussurri più a te stesso che ai due che ti sono seduti davanti, ma nonostante questo loro ti sentono e paiono capire. Matsuda ti poggia una mano sulla spalla solidale, mentre Motohama incrocia le braccia al petto iniziando ad annuire.

"Capisco benissimo, quindi hai sognato di trovare una ragazza vero? Anche a noi succede di continuo, non sappiamo come mai, ma nessuna vuole stare con noi. Se sei così disperato da arrivare a questo punto, allora sei degno di entrare a far parte del duo dei pervertiti, anzi con te saremmo un tr....."

Le sue parole vengono interrotte da un tuo potente pugno, che va a colpirlo dritto in testa. Alterato ti rialzi in piedi calciando via la sedia. Lo sguardo verso i due compagni è a metà tra l'odio e l'imbarazzo.

"Io non sono un pervertito come voi!"

Gridi questo, mentre gli sguardi di tutti si concentrano su di te. Non sembrano capire cos'è successo, ma forse si stanno facendo un'idea sbagliata della situazione. Sbuffando come un toro ti allontani, andandoti a sedere al tuo posto. Lo sguardo che si scambiano Matsuda e Motohama è molto significativo.

"Diventerà uno di noi, lo si capisce subito."

"Già, hai visto com'è arrossito quando si è parlato delle tette della sua ragazza immaginaria? Chissà cos'ha sognato di farle."

Risate varie si diffondono per la classe. Imbarazzato non puoi far altro che attendere l'arrivo del professore, sperando che anche questo sia tutto un sogno.

II
Sono passati alcuni giorni da quando l'incidente che credi di aver sognato si è verificato, e da allora non hai avuto più nessun contatto con la presidentessa. Ogni tanto la noti camminare impettita per i corridoi insieme al resto del consiglio studentesco, ma quando provi ad avvicinarti ti assale una strana sensazione. Senti improvvisamente un gran calore in tutto il corpo, e un senso di disagio che ti porta a non riuscire nemmeno a fissarla negli occhi. Stai pensando di esserti innamorato, ma in cuor tuo sai che non è possibile. Anche se Yuuma-chan è stata solo un sogno per te, la cicatrice che ha lasciato sul tuo cuore è profonda, e non si è ancora rimarginata del tutto.

In questo momento cammini verso casa, il sole si sta sostituendo con la luna, ma dentro di te non cambia nulla. A causa di quello che sei, una volta eri pieno di energie di giorno, e scarico come una pila usata la notte, ma pare che ultimamente il confine tra questi due stadi si sia assottigliato al punto che non vi è più alcuna differenza. Che sia giorno o notte, il tuo corpo reagisce sempre allo stesso modo. Quasi non senti il bisogno di dormire e questo ti spaventa.

Il tuo livello di allerta si alza leggermente quando un brivido ti percorre il corpo. Ti senti osservato. Qualcuno ti sta guardando con occhi freddi. Senti un'atmosfera misteriosa davanti a te. Il tuo corpo inizia a tremare e l'agitazione si rafforza ogni passo che fai. Si tratta di un uomo. C'è un uomo che indossa un completo e ti guarda con occhi feroci. Il solo fissarlo ti irrigidisce, dandoti l'impressione di essere bloccato sul posto. Senti il suo intento omicida, ma questa volta sei pronto. Le mani volano alla giacca della scuola, con pochi gesti la sbottoni, scoprendo una fondina con l'arma che ormai porti sempre con te. Dalla fondina estrai una Beretta 92 di colore nero, illegalmente modificata per sparare una tripla raffica in modalità semi-automatica. I proiettili sono da 9 mm, non i più potenti, ma quelli dati in dotazione. Ancora irrigidito osservi l'uomo, che ti viene incontro. Il suo sguardo cade sulla tua pistola, ed un piccolo sorriso incrina la sua espressione prima impassibile.

"Questo è raro, incontrare qualcuno come te in un posto del genere. E per di più con un'arma così strana..."

Istintivamente abbassi lo sguardo sulla tua pistola cercando di capire cosa la renda strana. L'idea di scappare non ti ha nemmeno sfiorato, la strana sensazione che quell'uomo ti trasmette ti induce a credere che non sia normale.

"Che cosa? Non cerchi di scappare? Chi è il tuo padrone? Deve essere qualcuno con un grado basso se sceglie i servitori in questa zona. Anche se tu non sembri di queste parti, sei forse un'esiliato?"

Non sai di cosa stia parlando, non hai nessun padrone, nemmeno dei genitori a dirla tutta, ma non è questo il punto. Serrando con entrambe le mani la pistola, togli la sicura iniziando a guardarti intorno. Sei in una via anonima lungo la strada che ti porta a casa. Sparare qui metterebbe a rischio i residenti. Non sai se l'altro sia in grado di schivare o deviare le pallottole, ne se la tua mira sia così buona da poterlo centrare con certezza. La prima cosa che devi fare e allontanarti. Rompendo gli indugi spieghi le tue ali bianche, pronto a volare lontano. Non appena fai questo sul viso dell'uomo appare un'espressione scioccata.

"Tu.... un angelo?"

Ora è lui che sta indietreggiando, non capisci perché, ma pare che la rivelazione della tua vera forma ti abbia portato in vantaggio.

"Sentivo un'aura strana provenire da te, ma era qualcosa di maligno. Tu sei sicuramente un demone, e allora perché hai delle ali da angelo? Da vero angelo per di più!"

Ali da vero angelo... quante volte ti hanno attaccato e recriminato perché possiedi le ali dei veri angeli? Hai perso il conto degli scontri avvenuti in America, ma li avevi sempre il tuo padrino, Ezechiele, a coprirti. Qui sei solo.

Dopo essersi abituato alla tua vista, anche l'altro rivela la sua vera identità. Lunghe ali nere, uguali a quelle di Yuuma-chan, compaiono sulle spalle dell'uomo.

"Che cosa sei?!"

Ti urla queste parole mentre convoglia la sua energia per creare una lancia di luce. E tu spari. Non aspetti di essere trafitto un'altra volta, semplicemente, sperando di non colpire nessuno, premi il grilletto sparando un colpo. Il proiettile viaggia, colpendo l'angelo caduto alla spalla. La sua lancia di luce si infrange in centinaia di schegge, mentre tu spieghi le tue ali. Le apri in modo minaccioso, irradiando il potere sacro contenuto nel tuo corpo.

"Io sono un Nephilim! Figlio di un angelo serafino e unico della mia specie! Non sono un demone, ne sono un angelo completo, quindi non paragonarmi a nessuno dei due! Sono quello che vedi davanti a te!"

Ok, le tue parole sembrano fin troppo sfrontate perfino a te, ma del resto stai solo dicendo la verità. Un angelo cade come conseguenza delle sue azioni peccaminose nei confronti degli umani. Se un angelo si lascia sedurre da uno dei sette peccati capitali, allora la sua aureola scompare, le sue ali diventano nere, e l'ingresso al paradiso gli è negato per sempre. Tu sei l'eccezione. È possibile per un angelo fare l'amore con una donna umana, e quindi arrivare a generare un figlio, a patto che questo sia un amore del tutto puro. La sua fede non deve mai vacillare, e non deve essere tentato nemmeno per un istante dagli impulsi della carne. Per la difficoltà che questo richiede, sono pochi quelli che tentano di procreare tra gli angeli, e ancora meno sono quelli che vi riescono. Tu sei l'unico esemplare di mezzo-angelo o Nephilim, al mondo. È per questo che i caduti ti odiano, che ti attaccano, che tentano di toglierti la vita. Non sopportano l'idea che qualcuno sia riuscito dove loro hanno fallito. O almeno questo era il motivo per cui lo facevano in America. Sinceramente non ti è ancora chiaro il motivo per cui ti attaccano ora.

L'uomo di fronte alla tua spiegazione inizia a tremare. Il disgusto che prima provava verso di te si è tramutato in rabbia. Rabbia per un qualcosa che a lui è stata negata.

"Non mi importa chi sia il tuo padrone, né se sei un esiliato, tu morirai mezzo-angelo, e lo farai ora!"

Devi ammettere con te stesso, che quella fighissima dichiarazione di poco fa non ha portato i frutti sperati. In genere quando un caduto viene a sapere che sei figlio di un Serafino, il più potente tra gli angeli, si ritira per timore della vendetta paterna, ma ci sono pure quelli che si incazzano ancora di più e danno di matto. Pare che questo sia il caso. Due lance di luce, una per mano, compaiono nella stretta dell'angelo caduto.

Tu spari ancora, questa volta sono tre colpi in rapida sequenza quelli emessi dalla tua pistola modificata. I proiettili fendono l'aria, dirigendosi velocemente verso il bersaglio, ma alla fine nessuno di loro riesce a colpirlo. Incrociando le lance davanti a lui, l'uomo ha creato una barriera di luce. Il rumore del vostro scontro inizia ad attirare l'attenzione nelle case vicine, non manca molto perché qualcuno si affacci e chiami la polizia, ma anche così non sai come sbloccare in tuo favore. Se tentassi di volare via verresti colpito dalle lance, negli scontri ravvicinati fai peggio che schifo, quindi questa opzione viene scartata a priori, e la tua pistola si è dimostrata inutile. Sembri essere alle strette visto che non sai nemmeno come usare il tuo potere divino.

[Forse posso aiutarti io, partner]

Questa frase riecheggia nella tua mente. Il tono usato è possente, come se a parlare fosse stato un colosso.

"Come? Chi ha parlato?!"

Ti guardi intorno furiosamente puntando la pistola negli angoli della strada. Nessuno oltre a te e all'angelo caduto sembra essere presente... A proposito del caduto pare aver deciso di approfittare del tuo attimo di smarrimento per attaccare. Con uno scatto copre la distanza che vi separa tentando un affondo verso il tuo petto. Saltando indietro all'ultimo momento riesci a schivare l'attacco, ma anche così hai avvertito sulla tua pelle l'aura dannosa dell'arma di luce. Per un momento sei sconvolto mentre ragioni sul fatto che hai avvertito davvero un'aura dannosa provenire dalla lancia del nemico. Tu sei un essere del cielo, la luce può ferirti, ma non ucciderti in un colpo come farebbe come un demone, questo è anche il motivo per cui sei sopravvissuto all'attacco di Yuuma-chan, quindi perché hai sentito questa sensazione?

Rialzando lo sguardo spari altri due colpi prendendo le distanze.

[Partner, questo è un modo stupido di combattere, usa il mio potere e quel pennuto ce lo mangiamo a colazione. Ah, se pensi le tue risposte posso sentirle sai? Non c'è bisogno che urli come un gallinaccio.]

La voce ti deride, ma non hai tempo per badarci, gli attacchi del tuo avversario sono diventati più serrati, il solo evitare che la lama ti colpisca in punti fatali sta richiedendo tutta la tua attenzione. Ciononostante diverse ferite minori hanno incominciato ad accumularsi sul tuo corpo. Più volte sei stato colpito di striscio al busto, al punto che la tua uniforme è ormai ridotta a brandelli, sul viso un profondo taglio all'altezza dello zigomo perde sangue copiosamente, ma il peggiore è sicuramente l'ultimo colpo subito. La lancia è penetrata nella coscia destra compromettendo il tuo equilibrio. Utilizzando le ali bilanci la mancanza di forza, rimettendoti in piedi.

Ok, chiunque tu sia ho bisogno del tuo aiuto. Cosa devo fare?

Pensi queste parole quando all'improvviso vieni colpito da un'emicrania fortissima. Molte, molte informazioni vengono memorizzare nel tuo cervello, e tutte sembrano scaturire dal tuo braccio destro.

[Scusami se ho usato il metodo duro, ma non c'era tempo per parlare, ora sai cosa fare vero?]

Sono ancora le parole del drago quelle che ti raggiungono. Si, ora sai che è un drago quello che risiede nel tuo braccio. Hai imparato molto nei pochi secondi in cui l'emicrania ti ha colpito, ma ora l'importante è abbattere il nemico. Concentrando la tua aura sacra nel braccio destro, attivi il tuo Boosted Gear.

"Attivazione Sacred Gear!"

[TRANSFER!!]

Un enorme guanto rosso è comparso a coprire il tuo braccio destro, e non appena completi l'attivazione un gioiello posto sul dorso della mano inizia a brillare. Convogliando il tuo potere all'interno della pistola, potenzi infinitamente l'ultimo proiettile in canna, premendo poi sul grilletto.
Il proiettile vola veloce, e l'angelo caduto ride. Prendendo posizione incrocia nuovamente le due lance creando la sua barriera difensiva. Il proiettile colpisce la barriera producendo un sordo tonfo di vetri infranti, continuando poi la sua marcia come se avesse bucato un foglio di carta. La barriera è stata abbattuta e un buco grande come un pugno ha trapassato il nemico da parte a parte. La tua mente è in preda al giubilo, mentre l'angelo caduto inizia a scomparire in una pioggia di piume nere, ma non fai in tempo a rallegrarti che il tuo intero corpo diventa pesante. Estremamente pesante.

[Non hai ancora imparato a potenziarti, l'energia che hai incanalato nel colpo era tutta la tua aura. Ora probabilmente perderai i sensi, ma tranquillo non ti succederà nulla. Non sei mai stato solo fin dall'inizio dello scontro]

Ascolti le parole del drago con sempre maggiore difficoltà. Le ali si ritirano non riuscendo più a mantenere forma solida, e il tuo corpo cade pesantemente al suolo. Le tue ferite non sono così gravi, sei solo stanco. Molto stanco. Chiudendo gli occhi senti dei passi avvicinarsi e una voce familiare parlare rivolgendosi a te.

"Ero sicuro che ce l'avresti fatta Kyo-kun, anche se devo dire che i segreti che nascondevi erano ben peggiori di quanto immaginassi. Ahhhh, che casino che ne verrà fuori, ma non ti preoccupare, io ti proteggerò perché sei il mio prezioso servo."

III
Ti svegli che è già mattina. Sei in camera tua, steso sotto pile di comode lenzuola, e qualcosa di caldo ti avvolge la mano. Spostando lo sguardo noti che dita esili e bianche sono strette alle tue, e una bellissima ragazza riposa accanto a te seduta su una sedia. Anche se non indossa gli occhiali riconosci facilmente la presidentessa del consiglio studentesco Sona Sitri, che con indosso solo una tua maglietta dorme beatamente.

Avvampi.
Non ricordi molto del giorno prima, sai di aver lasciato la scuola, di esserti avviato verso casa, e di aver affrontato un angelo caduto, e poi... tabula rasa. Non sai nemmeno come sei riuscito a tornare indietro, ne tanto meno cosa ci faccia una ragazza così bella, e così svestita, fin troppo vicino a te. Le tue ali, nuovamente spiegate, tremano visibilmente, ma rimangono del loro candido piumaggio. Se ci fosse stato un angelo qualsiasi al tuo posto, le piume avrebbero cominciato a cambiar colore, ma questo è uno dei vantaggi di essere un Nephilim. Tu hai tutti i poteri della tua controparte divina, senza nessuna delle restrizioni a cui essa è normalmente sottoposta.

Questo ti permette di sbavare sulle lenzuola senza che tu possa sentirti in colpa. Lo sguardo scioccato indugia sulla tua Senpai. Desideri spogliarla, vederla completamente nuda, ma c'è sempre quel senso di soggezione che non ti permette di agire.

[Già, partner, guardarla nuda sarebbe una pessima mossa, fidati di uno che ne capisce...]

"...?"
Sobbalzi al sentire di nuovo quella voce nella tua mente. Hai quasi dimenticato l'aiuto che il drago rosso gallese ti ha dato nell'abbattere l'angelo caduto.

Quindi è vero, io posseggo una Sacred Gear e tu sei il drago che vi abita all'interno...

Pensi la tua risposta in modo da non turbare il sonno della Senpai, il cui respiro è ancora lento e profondo. Con titubanza usi la mano che stringe la sua, per carezzarle piano le dita. Sei così felice in questo momento che potresti piangere.

[Sei pregato di non farlo partner, non piangere per così poco, sarebbe imbarazzante per uno che possiede il potere di un drago celeste.]

Drago celeste?

[Già, ieri ti ho passato solo un briciolo delle informazioni che dovresti sapere. Se avessi fatto di più il tuo cervello si sarebbe fritto e non saresti riuscito a battere l'angelo caduto, quindi ricominciamo da capo e presentiamoci. Io sono Ddraig, puoi chiamarmi così se vuoi, ma sono conosciuto anche come il Drago Rosso Gallese e il Re Drago Imperatore. Sono uno dei due draghi celesti, i più potenti tra tutti quelli della mia razza, e l'altro mio simile, l'unico al mio livello, si chiama Albion, ed è il mio nemico giurato. Conosci già qualcosa sulla grande guerra tra angeli, angeli caduti e demoni?]

Le parole del drago ti arrivano forte chiare, e chiudendo gli occhi puoi addirittura immergere la tua coscienza all'interno della tua Sacred Gear e vederlo. È un drago possente, con un corpo enorme, lucide scaglie rosse, e pupille verdi verticali. La sua altezza è quasi il doppio del condominio in cui abiti.

[Oh, vedo che questa volta ho un partner capace, nessuno dei precedenti possessori è stato in grado di arrivare fin qui dopo il primo utilizzo del Boosted Gear, mi complimento con te. Se ti allenerai per bene potremo schiacciare il bianco in questa vita...]

Il bianco? Ma non stavamo parlando di demoni, angeli e angeli caduti? La grande guerra che è registrata perfino nella bibbia la conosco, ma cosa centra questo con te?

Sei pieno di domande, a questo livello di concentrazione non avverti nemmeno la mano della presidentessa lasciare la tua.

[Devi sapere che noi draghi siamo le creature più potenti che siano mai esistite. Al massimo della nostra forza, noi draghi celesti, abbiamo un potere perfino superiore a quello di Dio, e del vecchio Maou. Tuttavia siamo di natura piuttosto tranquilla, tendiamo ad isolarci e ci facciamo i fatti nostri, così veniamo lasciati in pace. Però millenni fa, per motivi che nemmeno ricordo, noi draghi celesti iniziammo una disputa senza frontiere. Il nostro scontro arrivò nel campo di battaglia delle tre fazioni della Bibbia, e spargemmo caos e distruzione ovunque. Eravamo inarrestabili...]

Forse è solo una tua impressione, ma una vena di malinconia attraversa le parole del drago. Anche solo averlo davanti che rievoca i fatti del passato ti fa capire quanto terribile e spaventoso sia stato in combattimento.

E poi cosa successe? Come mai ho questa Sacred Gear? E cosa ci fai tu all'interno?

Scuotendo il capo il drago emette un basso ringhio grattando il terreno bianco con gli artigli.

[La nostra potenza era tale, che le tre fazioni decisero di allearsi e sconfiggerci prima di continuare la loro guerra. Sopraffatti dalla forza dei tre contingenti, fummo uccisi entrambi, e i nostri spiriti furono sigillati in queste Sacred Gear. Non so perché, ma Dio decise di non dissolverci completamente, invece ci incatenò a questa vita, e da allora sia io che Albion, il Vanishing dragon, ci reincarniamo in continuazione in dei nuovi portatori. Tramite loro continuiamo il nostro scontro, e adesso tocca a te abbattere il bianco.]

Sei confuso, a quanto pare sei stato trascinato un'altra volta in una cosa più grande di te. E dire che tutto quello che vuoi e avere una vita normale.... sembra che questo sarà impossibile.

Quindi se non volessi affrontare l'altro Drago Celeste arriverai a costringermi a farlo?

La domanda è posta con freddezza, non sei solito prendere ordini dal primo che incontri, nemmeno da un drago il cui potere può competere con quello di Dio.

[Costringerti? Ah no, io non ti costringerò a fare nulla. Ti darò piena facoltà di usare i miei potere per quanto vorrai, e alla fine lo scontro verrà da se. È inevitabile, per questo ti consiglio solo di prepararti a dovere. Hai grandi potenzialità, sei forse il partner più forte che abbia mai avuto, visto che sei in parte angelo e in parte demone, ma questo non vorrà dire nulla se non impari ad usare i tuoi poteri.]

Ti ha freddato. La sua ultima affermazione è inconcepibile, eppure non è la prima volta che qualcuno ti accusa di essere un demone. Anche l'angelo caduto sembra ti abbia inizialmente puntato perché ha avvertito dei poteri demoniaci venire da dentro di te.

Ehi, Ddraig, non so a che gioco stai giocando, ma io non sono un demone, sono un Nephilim, e questo dovresti saperlo visto che sei nel mio corpo da tutta la vita!

Già, con le informazioni ricevute il giorno prima, sai che le Sacred Gear sono un dono che si riceve alla nascita in maniera casuale, quindi Ddraig è sempre stato una parte di te, anche se non ne eri consapevole prima d'ora.

E già che ci siamo, perché non mi hai mai aiutato prima di ieri? Avresti potuto salvare la situazione un sacco di volte in America. Se ti fossi rivelato, forse, non l'avrei nemmeno lasciata!

Il drago sentendo le tue parole ride, una risata profonda e gutturale, che fa tremare l'aria che ti circonda.

[Oh si partner, tu eri un Nephilim fino a qualcosa come dieci giorni fa. Ora sei un essere diverso. Potremmo definirti un Nephilim Demoniaco. Ed è questo il motivo per cui ora posso parlarti e prestarti il mio potere. Se lo avessi fatto prima probabilmente saresti morto. Non eri ancora abbastanza potente da controllarti. Ora sei forte, ora puoi sentire la mia voce, ora puoi combattere.]

La rabbia inizia ad offuscare la tua concentrazione, l'immagine del drago inizia a dissolversi, ma riesci ancora a vedere gli angoli del suo muso inclinarsi nell'imitazione grottesca di un sorriso.

Non prendermi in giro Ddraig! Non è divertente!

Un'altra sonora risata mentre l'immagine svanisce del tutto e i tuoi occhi si aprono rivelando la presidentessa del consiglio studentesco con il viso estremamente vicino al tuo.

[Non sto scherzando partner, ma, se non mi credi, puoi chiedere a lei. Saprà dirti la verità.]

Approfittando della breve distanza che vi divide, allunghi una mano per carezzare il viso alla tua senpai, schiudendo poi le labbra per darle un bacio.

TUMP!

Un pugno ti colpisce in testa provocandoti fitte di dolore. Sona Sitri non è più di fronte a te, si è alzata allontanandosi verso un angolo della stanza. Il suo viso ti sembra leggermente rosso, mentre guardandoti male borbotta tra sé e sé parole incomprensibili. Ti pare di cogliere tra una frase e l'altra la parola "animale" e "bestia", solo questo basta a farti capire la direzione dei suoi pensieri.

"Ehm.. ah... senpai, ecco io..."

Tenti di giustificarti uscendo fuori dalle coperte per avvicinarti, ma ricordi troppo tardi di essere completamente nudo sotto il lenzuolo. Lo sguardo di entrambi scendo sul tuo corpo soffermandosi sul tuo amico dei paesi del sud, che sembra felice per l'accoglienza ricevuta questa mattina. Il viso della senpai è sempre più rosso, sembra una pentola a pressione pronto ad esplodere, e anche tu incominci veramente a sentirti in imbarazzo. Prendendo tra le mani il lenzuolo, te lo avvolgi intorno alla vita avvertendo un freddo intento omicida.

"... si... bhe... ehm.. abbiamo.. abbiamo fatto qualcosa stanotte?"

Come detto non ricordi come sei tornato a casa, né come mai sei finito a letto completamente nudo, con vicino una ragazza con indosso solo una tua maglietta. Lo sguardo della presidentessa avvampa sempre di più mentre un'aura azzurra l'avvolge. Puntando un dito verso di te ti spara contro un geyser d'acqua gelida, che ti fa rimbalzare per la stanza.

"IDIOTA!"

La senti gridare questo mentre si allontana a passo di marcia verso il bagno, nel quale si barrica. Attendendo che esca inizi a fare mente locale. Di certo la senpai non è umana, ha appena usato un potere demoniaco per scaraventarti contro il muro, e questo chiude la questione. Inoltre in privato non sembra nemmeno così dura ed estroversa quanto avresti immaginato. Il suo viso, quando è arrossita, l'hai trovato davvero adorabile. Non avresti mai detto che era capace di fare espressioni del genere. Lei sempre così rigida e rigorosa. Sorridi compiaciuto di te stesso, quando un leggero click ti annuncia che la porta del bagno è di nuovo aperta. Dal suo interno esce la presidentessa, con indosso la sua solita divisa scolastica. Il volto è ancora leggermente rosso, ma tolto questo non sembra diversa dal solito. Ha rimesso anche i suoi occhiali fucsia, e a quella vista le sorridi. Non sai perché, ma ti piace quand'è così.

Facendo qualche passo in avanti, finisce col prendere posto davanti a te, che ancora ti trovi seduto sul pavimento, con le ali poggiata alla parete a mo di cuscino. Inizia a fissarti. Il suo sguardo è di nuovo freddo e duro, non ha nulla dell'innocenza mostrata qualche minuto prima. Alla fine ti parla, e le sue parole suonano come gli ordini di un generale.

"Suwatori-kun, hai cinque minuti per lavarti e vestirti. Io preparerò il pranzo per entrambi, e poi andremo a scuola. Lungo il tragitto ti spiegherò cos'è successo, per adesso sbrigati a fare quanto ti ho detto!"

Esiti un momento di fronte alle sue parole, limitandoti poi ad annuire.

"Va bene, Sona-senpai"

Chinando il capo cammini verso il bagno chiudendoti la porta alle spalle. Con calma inizi ad assolvere alle tue abluzioni mattutine, indossando anche tu una divisa della scuola. Quella che il giorno prima è stata strappata si trova nel cesto dei panni sporchi, e probabilmente dovrai buttarla quando tornerai a casa, ma per adesso non te ne preoccupi. Tornato nella stanza principale trovi la tua senpai che sistema gli ultimi ritocchi per due bento. Sono pranzi semplici, giusto del riso, un pò di umeboshi e una fetta di salmone alla griglia. Superando la ragazza apri il primo cassetto del tuo comodino, e dal doppiofondo estrai una pistola e una fondina. Alcuni proiettili vengono messi nel caricatore per compensare quelli sparati il giorno prima. Tuttavia non riesci a finire l'operazione di ricarica che di nuovo avverti un intento omicida intorno a te.

"Cosa pensi di fare con quella?!"

È la presidentessa, ti è arrivata alle spalle senza emettere un suono, e ora osserva la tua pistola come se tu fossi impazzito.

"Non puoi portare una cosa del genere a scuola! Sono presidente del consiglio studentesco, ti impedirò di farlo!"

Allungando una mano cerca di prendere la Beretta dalle tue dita, ma tu subito ti tiri indietro nascondendo l'arma dietro la schiena.

"Ehi, questa pistola è l'unico motivo per cui sono vivo. Se non l'avessi avuta con me sarei bello che morto, quindi dove vado io viene lei, ci siamo capiti?"

Le tue parole sono irruente, ma non si può negare che nascondano una certa logica. Un'incapace come te, che possiede un grande potere, ma non è ancora capace di usarlo, ha bisogno di simili artifici per continuare a sopravvivere in questo folle folle mondo. Eppure, neanche la presidentessa si da per vinta. Estraendo un paio di forbici dall'interno della giacca le punta in basso, in direzione del cavallo dei tuoi pantaloni.

"Scegli, o lasci a casa la pistola, o lasci a casa qualcos'altro!"

Hai paura, lo sguardo che ti sta rifilando lo associ a chi davvero farebbe una cosa del genere, quindi, mentre una mano continua a tenere nascosta la pistola dietro la schiena, l'altra si poggia sui tuoi gioielli di famiglia.

"Ma cosa vuoi? Ti fai trovare qui, non mi dai spiegazioni su nulla, e inizi pure a minacciarmi?"

Una nota di isteria è presente nella tua voce, quando ecco che la presidentesse scatta. All'improvviso non la vedi più, e subito dopo e davanti a te con la pistola in mano.

"Ieri non ti sarebbe successo nulla in ogni caso. Ero presente fin dall'inizio, e sarei intervenuta se le cose si fossero messe male per te, quindi questa resta a casa. Come salvaguardia per la tua persona basto io."

Categorica rimette la tua povera Beretta al suo posto, porgendoti poi un bento.

"Adesso andiamo, oppure faremo tardi."

Mansueto la segui fuori dal tuo appartamento. Lo sguardo si sposta un'ultima volta verso il cassettone dove si trova la tua unica difesa. Sospiri e chiudi la porta, seguendo poi l'autoritaria ragazza che si trova qualche passo davanti a te. Per fortuna non ha trovato tutte le altre armi che nascondi in casa. Si può dire che il tuo hobby pericoloso sia al sicuro per ora, no?

IV

Dirigendoti verso scuola, ti mantieni qualche passo dietro la tua senpai. Lei cammina impettita, forse ancora irritata per il vostro ultimo battibecco, ma tu hai bisogno di risposte, e lei aveva promesso di dartele. Schiarendoti la gola cerchi di richiamare la sua attenzione, riuscendo a farla voltare.

"Ehm... mi avevi promesso che una volta fuori di casa mi avresti spiegato tutto. Potresti iniziare?"

Pronunci queste parole cautamente, preparando i tuoi muscoli a scattare. Temi una sua reazione eccessiva, ma stranamente il suo sguardo si adombra e annuisce.

"Si hai ragione, ti devo qualche risposta. Per prima cosa dammi il tuo portafogli."

Batti le palpebre un paio di volte. Cos'è che vuole? Il tuo portafogli? Che tu debba pagare per avere le risposte che cerchi? Di certo la situazione è ben strana, ma in fondo non hai granché li dentro, solo qualche spicciolo per le emergenze. Allungando una mano verso la tasca, estrai quello che ti ha chiesto e glielo consegni. Lei lo prende dalle tue mani, e nel farlo ti sfiora inavvertitamente. Nel punto toccato una corrente elettrica ti attraversa il corpo arrivando dritta fino al cervello. Arrossisci di nuovo mentre lei inizia ad armeggiare con i tuoi pochi averi, estraendo infine un quadratino bianco da una delle tasche interne.

Dopo aver preso il quadratino ti restituisce il portafoglio. Con gesti sicuri inizia a distendere quello che si rivela essere un pezzo di carta ripiegato molte volte. Dopo averlo dischiuso del tutto, te lo porge. Si tratta di un volantino, che reca l'immagine di uno strano sigillo, e subito sotto una frase che ti invoglia ad esprimere un desiderio. Guardando confusamente il volantino cerchi di capire quando lo hai riposto tra le tue cose. Non ricordi di averlo mai visto, eppure eccolo li. In soccorso, davanti la tua espressione, arriva la presidentessa che ti inizia a spiegare.

"Quel simbolo è il sigillo della casa Sitri, uno dei settantadue pilastri che reggono l'inferno. Viene usato dagli umani per convocare i demoni della mia famiglia da millenni ormai, ma nell'ultimo secolo i credenti sono diminuiti sempre di più, quindi per non perdere troppo potere la nostra casa, come molte altre, ha iniziato a ricorrere a questi volantini. Vengono distribuiti agli angoli delle strade da dei demoni, e servono a convocarci quando un umano esprime un desiderio. Questo particolare volantino te l'ho messo io nel portafoglio la volta che venni da te a tagliarti i capelli. Non so perché, ma avvertivo che ti sarebbe stato utile, e infatti se non fosse per questo saresti ancora morto."

Guardando l'orologio ti fa segno di riprendere a camminare, ed alza, poi, gli occhi verso il cielo azzurro. Dal canto tuo, ti stai bevendo le sue parole come se fossi una spugna, e stai ricollegando queste informazioni con quelle che ti diede Ezechiele ai tempi del tuo addestramento informale. Ancora ci sono dei tasselli che non sono al loro posto.

"Cosa vuol dire con sarei ancora morto? Mi stai dicendo che quel foglietto mi ha salvato la vita?"

Il viso della presidentessa si ravviva un po' mentre un brillio le attraversa gli occhi.

"Veramente sono stata io a farti tornare. Ho usato un pezzo mutante, il mio cavallo, per resuscitarti, ma se non avessi avuto il volantino con te, e non avessi desiderato di vedermi prima di morire, allora le cose sarebbero andate diversamente..."

Senti qualcosa di strano nella sua voce, come un sentimento inespresso. Che sia contenta che tu abbia voluto vedere proprio lei prima di morire? Di certo è una cosa imbarazzante sapere che il tuo desiderio è stato realizzato.

"... Però sei cambiato. Non hai notato qualcosa di diverso in te? Un'intolleranza alla luce e un'insolita energia durante la notte?"

Ti guarda sorridendo, aspettandoti un assenso da parte tua, ma per quanto ti riguarda puoi solo inclinare il capo.

"Si qualcosa è decisamente cambiato, ma non ho provato nulla di tutto questo... Ora non dormo quasi più. Che sia giorno o notte sono sempre pieno di energie e per la prima volta ieri ho provato avversità nei confronti delle armi di luce. Non è la prima volta che vengo trafitto da un angelo caduto, anzi onestamente è successo fin troppo spesso nella mia vecchia vita, ma ieri per la prima volta ho sentito come se... la luce fosse veleno per me."

Alle tue parole gli occhi della presidentessa si dilatano. Assume un'aria pensierosa mentre continua a camminare. Non riprende a parlare prima di qualche minuto. In questo lasso di tempo ti limiti a fissarla a disagio, non sai se è perché hai detto qualcosa che non dovevi, oppure se è perché ti piace troppo il modo in cui l'uniforme mette in risalto il suo seno sodo.

"E' solo una teoria, ma la tua mancanza di sintomi potrebbe dipendere dal fatto che in te scorre anche il sangue di un angelo serafino..."

La fissi scioccato. Realizzi solo ora che se lei era presente il giorno prima, durante il tuo scontro, allora avrà pure sentito la dichiarazione in merito alle tue origini. La tua maledetta boccaccia potrebbe averti messo di nuovo in difficoltà.

"In ogni caso, ora sei un demone della famiglia Sitri, o almeno sei in parte un demone. È per questo che hai sentito il potere della luce come velenoso. Dovremo comunque studiare meglio le tue caratteristiche, sembra che le ferite che hai riscontrato ieri notte non fossero brutte come credevo. Forse la tua resistenza alla luce ha mitigato gli effetti nocivi per i demoni... è tutto nuovo, non è mai esistito uno come te"

Ti fermi. Le gambe si rifiutano di andare avanti mentre lo sguardo si indurisce. La presidentessa fa ancora qualche passo prima di rendersi conto che non sei più dietro di lei. Alla fine si blocca fissandoti confusa.

"Quindi mi stai dicendo... che non ho scelta? Che sono di nuovo in mezzo a tutte queste Cazzate?! Sono scappato dal mio paese natale, ho abbandonato persone importanti per lasciarmi tutto alle spalle, e adesso le cose sono solo peggiorate? Sarei dovuto morire, anzi avrei voluto morire, io non posso vivere così, non ce la faccio, tutta questa merda che mi piove addosso... io non la sopporto!"

Tu non puoi vederti, quindi non puoi capire, ma la presidentessa è spaventata dall'aura di potere che in questo momento stai irradiando dal tuo corpo. Un'aura malvagia, di colore nero, che sta formando una cappa intorno a te. Tu senti solo il potere, un'irrefrenabile potere che ti scorre nel corpo e che devi assolutamente liberare oppure ti corroderà. Alzando il pugno destro ti prepari a colpire il muro con tutta la tua forza, quando...

 Sbang!

Uno schiaffo ti colpisce in pieno viso. È la presidentessa, ti sta fissando con i suoi peggiori occhi gelidi.

"Sei patetico, così debole da non voler nemmeno vivere... mi fai schifo. Se avessi saputo che eri un tipo che si arrende così facilmente non ti avrei salvato. Dovresti essermi riconoscente, non fare le stesse moine che farebbe un bambino di cinque anni."

Carica un altro schiaffo, e tu non provi nemmeno ad evitarlo. Il secondo colpo ha effetto sedativo. La furia che fino a qualche istante prima stava montando nel tuo corpo è completamente scomparsa.

"Hai ucciso due angeli caduti, pensi che quelli della fazione dei Grigori te la lasceranno passare liscia? Se davvero vorrai morire avrai la tua occasione, ma che ti piaccia o meno tu ora sei un mio servo, fai parte della mia famiglia, e io odio sentire frasi così patetiche da quelli della mia famiglia. Intesi?"

Ti fissa e tu non puoi far altro che annuire. Hai avuto delle risposte, forse non tutte le risposte, ma per questa mattina ne hai avuto abbastanza. Riprendi a camminare in silenzio, non spiccicando parola fino a che non arrivate nel cortile della scuola. Molti sguardi si soffermano su di voi mentre camminate a poca distanza l'uno dall'altra. I ragazzi sembrano infuriati, le ragazze invece sembrano scioccate. Veder arrivare la presidentessa del consiglio studentesco, con il teppista trasferito deve essere uno spettacolo per tutti. Ti verrebbe voglia di prendere un cappellino e chiedere un pagamento per il divertimento che state loro offrendo, ma non sei dell'umore adatto per farlo. Molti lo capiscono dal tuo viso scuro e dall'espressione contrariata. Davanti al tuo sguardo ammutoliscono immediatamente. Tra le tante persone che vi guardano, mentre vi dirigete verso l'edificio scolastico, una tra tutte risalta in particolare. Si tratta di Rias Gremory, la bellissima senpai dai capelli vermigli. Con un sorriso alterna lo sguardo tra te e la presidentessa, facendoti poi l'occhiolino. Arrossisci all'istante, e stranamente anche la presidentessa, fino a quel momento composta ed elegante, arrossisce con te. Sembra che abbia fatto caso al vostro scambio di sguardi e che ora fissi con intensità l'altra senpai. Un muto scambio di informazioni tra le due, che termina dopo qualche istante.

"Manderò qualcuno a prenderti durante la pausa pranzo Suwatori-kun, ora devo andare."

Non le rispondi, non fai neanche caso alle sue parole. La tua mente sta lavorando per trovare una via d'uscita a questa situazione. Tu vorresti solo vivere una vita normale, è una cosa così difficile? Probabilmente si.

V
Le lezioni si svolgono normalmente, tu le segui, prendi appunti, ma la tua mente è da un'altra parte. Hai passato le prime ore cercando un modo di sfuggire al tuo destino, hai pure chiesto consiglio a Ddraig, il tuo partner, ma non ha saputo cosa dirti. Per lui che rinasce solo per continuare a combattere è impensabile cercare un modo per sfuggire alla lotta. Sei solo, e di nuovo ti rendi conto che questa vita non è stata fatta perché tu possa essere felice.

Arrivata l'ora di pranzo una ragazza con lunghi e fluenti capelli neri ti rivolge la parola. Indossa una fascia intorno al braccio che la designa come vice-presidente del consiglio studentesco.

“Suwatori-kun? Sono Tsubaki Shinra”

Ti parla gentilmente, con gli occhi socchiusi e un sorriso sul volto. Da lei avverti un potere simile a quello della presidentessa.

“Perché sei qui?”

Le rispondi con voce fredda, ma lei non pare farci caso.

“Sono venuta per ordine di Sona Sitri-senpai”

Annuisci alle sue parole alzandoti dal tuo posto. Ricordi bene che ti aveva detto che avrebbe mandato qualcuno. Evidentemente lei è la persona designata.

“Fammi strada”

Sospirando raccogli il tuo bento, seguendo poi la graziosa fanciulla davanti a te. I suoi passi ti conducono fino ad una stanza appartata posta all'ultimo piano dell'edificio.

“Kaichou l'ho portato”

Si rivolge alla porta che ha davanti senza nemmeno aprirla. Dall'interno arriva la voce della presidentessa.

“Vieni dentro.”
Sembra che la tua senpai sia li. Shinra schiude la porta entrando, e tu la segui trovandoti un locale ampio e ben tenuto. L'arredamento è abbastanza spartano, con solo un paio di schedari, un tavolo circondato da sedie, e un divano dall'aria comoda, ma ogni cosa è l'effige di ordine e precisione. Sedute sul divano si trovano altre due ragazze con indosso le fasce del consiglio. Una svolge il ruolo di segretaria, e l'altra l'addetta alle attività sportive.
“Questo è Kyosuke Suwatori-kun”
La Vice-presidente ti presenta e le due ragazze chinano il capo in segno di saluto. Quella con i capelli castani, tendenti al rosso, che ricopre il ruolo di segretaria è la prima a rialzare il viso, iniziando a parlare.
“Lieta di conoscerti Kyosuke-san, io sono Tomoe Meguri e sono l'altro cavallo del gruppo Sitri, spero potremo crescere insieme!”
La guardi smarrito mentre anche l'altra ragazza si presenta. Lei ricopre il ruolo di addetta alle attività sportive, e ha capelli argentei. Le due cose non sono in relazione tra loro, ma ti piacciono quei capelli.

“Gia! Io invece sono Momo Hanakai e sono uno dei due alfieri della senpai! Andiamo d'accordo!”

Ricambi il saluto di entrambe, chinando il capo.

“Come detto sono Suwatori Kyosuke, spero vi prendiate cura di me... e cos'è questa storia dell'alfiere e del cavallo?”

Un brutto presentimento ti attraversa la spina dorsale, la vice-presidente incrocia le braccia inclinando il capo di lato.

“Sona non ti ha ancora detto nulla? Bhe, immagino lo farà a breve, l'unica cosa che ti serve sapere per ora è che qui siamo tutti demoni...”

Termina di parlare prendendo anche lei posto sul divano. Dalla cartella a tracolla estrae alcuni fogli e un pennarello rosso. Senza prestarti ulteriore attenzione inizia a svolgere il suo lavoro.

Tu rimani fermo sul posto. Ti guardi intorno alla ricerca di Sona, ma di lei non c'è nessuna traccia. Sbuffando, leggermente in ansia per via della cattiva compagnia (i demoni non sono propriamente i migliori amici di un angelo), ti avvii verso il tavolo posto al centro della sala dove prendi posto. Una volta seduto scopri il tuo bento, e con difficoltà inizi a mangiarlo. Non ti sei ancora abituato del tutto all'uso delle bacchette, del resto da dove vieni tu la gente usa normali posate, non bastoncini lunghi e sottili che potrebbero essere usati come fiammiferi. Mentre mangi, sposti lo sguardo sulla stanza. Da una porta nell'angolo proviene un rumore metallico e una luce verde intermittente. Se la tua esperienza non ti inganna si tratta di una fotocopiatrice all'opera. Come a conferma dei tuoi sospetti, dopo qualche istante, la presidentessa esce da li con le braccia cariche di risme di carte. Gli altri membri del club accorrono ad aiutarla, e tutte insieme poggiano le pile di fogli sul tavolo dove stai consumando il tuo pasto.

“Kyosuke-kun, sono felice che tu sia venuto.”

Dopo aver scaricato quelli che ora si rivelano essere volantini della casata Sitri, la presidentessa prende anche lei posto. Si siede proprio davanti a te, e inizia a studiarti con attenzione. Quando nota il bento tra le tue mani ti sorride.

“Spero sia buono. Non ho potuto fare di più visto che avevi il frigo quasi vuoto, ma non dovrebbe essere male”

Annuisci alle sue parole continuando a mangiare. Il tempo si dilata mentre tu consumi il tuo pasto e lei continua a fissarti. Sembra non avere niente di meglio da fare che studiare il modo maldestro in cui impugni le bacchette. Quando ormai hai finito, e manca solo un quarto d'ora all'inizio delle lezioni pomeridiane, la porta si schiude nuovamente, e all'interno della sala fanno il loro ingresso i membri rimanenti del consiglio. A quella vista la presidentessa annuisce alzandosi in piedi.

“Bene, ora che ci siamo tutti posso presentarvi il nuovo membro della famiglia Sitri. Il suo nome è Kyosuke Suwatori-kun, e il suo pezzo è il cavallo”

Tutti ti fissano con un sorriso, e all'improvviso ti accorgi che sei circondato da sole donne. Sei l'unico maschio nella stanza, e la cosa ti turba un po'. Se solo fossi stato un maniaco, desideroso di vivere in harem, allora avresti le lacrime agli occhi. Per tua fortuna tu non sei così.

“Loro Suwatori-kun sono i miei servi. Immagino tu ne abbia già conosciuto alcuni, quindi passo a presentarti quelli che rimangono.”

Avvicinandosi alle tre ragazze appena entrare inizierebbe col poggiare una mano sulla spalla della prima.

“Lei è Tsubasa Yura, la mia torre. Ti direi di trattarla bene, ma sarebbe inutile. Se solo provi a farle qualcosa di male ti farà ingoiare i denti lei stessa”

Le sue parole sono leggere, e ha sempre la solita espressione tranquilla che mostra davanti al pubblico, ma tu non puoi fare a meno di impallidire. Tsubasa ti saluta con la mano con fare intimidatorio, e tu ti limiti a ricambiare il gesto. Poi Sona si muove, passando davanti alla seconda persona del gruppo. Lei è abbastanza ordinaria, capelli castani e occhi castani, la tipica ragazza carina che non si nota finchè non inizia a sistemarsi un po'. Con un filo di trucco sei convinto che farebbe stragi.

“Lei è Reya Kusaka, l'altro mio alfiere. È una ragazza tranquilla, quindi andate d'accordo”

Reya china il capo leggermente rosso e tu ti limiti a fissarla. Sei leggermente stordito per tutti i nomi e i volti che ti è stato chiesto ti ricordare. Ora manca solo l'ultima, la ragazza in questione è piuttosto piccola, ha un fisico minuto e poche forme. Volendo potrebbe benissimo passare per una studentessa delle elementari.

“E lei infine è Ruruko Nimura, il mio pedone. Falle del male e verrai ucciso.”

Ruruko ti sorride cordiale, e già senti di provare affetto verso la ragazza. Forse la senpai ti ha messo in guardia proprio per questo suo successo con gli uomini? A questo pensiero scuoti leggermente la testa riportandoti alla realtà. La mente riprende a lavorare veloce facendo gli ultimi collegamenti del caso.

“Senpai, quando dici che hai usato il pezzo del cavallo per resuscitarmi, e rendermi un demone tuo servo, intendi dire che ora faccio parte della tua scacchiera demoniaca?”

Ne hai sentito parlare da Ezechiele. Da quando il primo Maou è morto, nel mondo dei demoni sono nati i Raiting Game. Questi particolari giochi vedono i nobili di alta classe sfidarsi nelle maniere più disparate, con un numero di servi che varia a seconda del loro valore. Accostandosi al gioco umano degli scacchi, ogni demone di alta classe possiede cinque pezzi speciali, che sono la regina, il cavallo, la torre, l'alfiere e il pedone, oltre ovviamente al re stesso, che è incarnato dal padrone. In genere un Raiting Game finisce quando il re della squadra avversaria è abbattuto. Queste sono le informazioni che sono pervenute in paradiso, e che ti sono state dette dal tuo padrino. Da parte tua non sai altro.

Osservandoti la presidentessa annuisce, incominciando a dividere i volantini in diversi mucchi. Ogni mucchio viene dato ad un membro del consiglio, ed uno viene addirittura lasciato davanti a te. Stralunato fissi il mare di fogli con sguardo interrogativo.

“Vedo che qualcuno ti ha già insegnato le basi del mondo dei demoni Suwatori-kun. Sono felice di sapere che non sei sprovveduto come sembri. In ogni caso si, ho usato il pezzo mutante della mia scacchiera per riportarti in vita. Era l'unico pezzo che potesse contenere le tue potenzialità, nemmeno sette pedoni che mi sono rimasti sono stati sufficienti.”

Stranamente la cosa sembra divertirla. Vedendoti esitare davanti ai volantini la senpai inizia a picchiettarci sopra con l'indice.

“Come demone della famiglia Sitri, hai anche tu l'obbligo di svolgere un lavoro, che per adesso si limita a consegnare questi. Quando un umano esprimerà un desiderio questo verrà smistato in un centralino negli inferi, e poi assegnato a qualcuno. Se dovesse esserci un incarico per te allora ti farò chiamare e ti insegnerò le basi del cerchio di teletrasporto. Vista la tua particolare situazione non andrai in giro da solo, la vice-presidente, che è anche la mia regina, ti accompagnerà sia durante la distribuzione, che nei vari incarichi. Tutto chiaro?”

Con un piccolo sorriso ti guarda in attesa. Tu sei semplicemente troppo sconvolto per darle qualsiasi risposta. Istintivamente, volgi lo sguardo in direzione della vice-presidente e noti che anche lei ha una risma di volanti. Sembra aspettarti.

“Quindi... non c'è davvero possibilità di patteggiare e scegliere di vivere una vita normale, vero?”

La presidentessa ti fissa, con il sorriso che scompare dal suo viso.

“Ricordi cosa ti ho detto stamattina vero? Non hai scelta, e se anche l'avessi e scegliessi di morire, tornerei a salvarti ancora e ancora, fino a che entrambi non perderemo la vita. Ora sei un membro della mia famiglia, e non ti lascerò andare via così facilmente.”

Messo all'angolo dalle sue dichiarazioni, chini il capo raccogliendo la tua parte di fogli.

“Va bene, va bene. Ci vediamo domani senpai...”

Vai per uscire quando la sua voce ti raggiunge.

“Potremmo vederci anche prima di domani...”

Ti volti, ma lei già non c'è più. Uscendo dalla sala, porgi un saluto a tutti i presenti tornando in classe. Ti sei accordato con la vice-presidente per vedervi nel cortile alla fine delle lezioni.

La tua nuova vita da demone sembra essere iniziata. Bella no?


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Angolo Dell'Autore: Si rirazia il Re Nero per il supporto logistico e Renato per quello tecnico. Senza di voi non ce l'avrei fatta.
Notizie: Se trovate la storia interessante, o volete criticare qualcosa, fatemelo sapere tramite un commento. La storia vive grazie a voi lettori, e a me autore fa piacere sentirvi partecipi.
Grazie a Venerdi Prossimo ^_* IL VOSTRO BUMBIX DI QUARTIERE
   
 
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