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Autore: bulmasanzo    19/12/2013    3 recensioni
Questo è una sorta di seguito dell'episodio EXCALIFERB. Ci saranno alcune situazioni impossibili, giustificabili solo all'interno del contesto fantastico in cui si svolgono. Vi è del fluff, ma NON si tratta di una storia romantica! Sono presenti un paio di piccole scene di violenza, ma ho cercato di farle più soft che potevo.
Genere: Azione, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carl, Ferb Fletcher, Heinz Doofenshmirtz, Isabella Garcia-Shapiro, Phineas Flynn
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Malifishmertz non aveva nessuna intenzione di cavalcare un destriero.

C'era un brutto ricordo legato a una cosa simile, una coppia di donne che si allontanava al galoppo dalla sua residenza per poi sparire per sempre, perdendosi nell'orizzonte con un ultimo sbeffeggiante nitrito che si perdeva lontano.

L'imponenza e l'incutere timore erano ottenibili anche con altri metodi, per esempio indossare un mantello nero borchiato e un casco dalle corna ricurve. E per il problema pratico della dislocazione fisica, si poteva sempre sfruttare l'arte magica del teletrasporto.

Non era propriamente malefica, ma sicuramente di grande effetto, soprattutto quando si trattava di lasciare con un palmo di naso i nemici che ormai credevano di averti in pugno.

Perciò arrivò prima di quell'imbecille che disgraziatamente era suo fratello -chissà per quale orrendo motivo il destino aveva voluto tirargli un simile scherzo!- e fu costretto a fare qualcosa che odiava: aspettarlo.

"Di volata!" aveva pensato, e il suo corpo mostruosamente deforme si era sollevato dal suolo e aveva iniziato a galleggiare come una bolla divenendo momentaneamente incorporeo. Roger gli aveva detto che c'era una barriera invisibile creata da Phineas per impedire l'accesso dei nemici entro i confini del regno. Ma avendo avuto ragione di lui, se n'era reso immune e adesso poteva attraversarla senza alcun problema. Sentì solo la resistenza che gli veniva opposta, sembrava provocare una piccola scossa elettrica. Ma superato l'ormai innocuo pizzicore, in un attimo fu dall'altra parte, pronto a devastare, se fosse stato nello stato d'animo giusto per farlo.

Non aveva condiviso il gesto di suo fratello, perciò aveva deciso di penalizzarlo lasciandolo a cavarsela da solo contro quelli del re.

Secondo il piano concordato insieme, il re doveva essere semplicemente deposto, non assassinato.

Era giovane. Ma prima o poi sarebbe divenuto un uomo, aveva ribattuto Roger. Sì, ma era sempre giovane, questo a maggior ragione lo avrebbe reso un martire e avrebbe spinto i suoi seguaci a rivoltarsi contro di loro.

Non avrebbe dovuto importargli, era immorale ma la moralità non era nel suo dominio.

Quello che secondo Roger lui non aveva capito era che avrebbe dovuto pretendere di elevarsi al di sopra della semplicistica divisione tra bene e male. Il potere non si otteneva certo in quei modi antiquati che aveva adottato lui, creare un esercito proprio per contrastare quello già esistente non sarebbe servito a niente, ci sarebbe sempre stato qualcuno in grado di combatterlo.

Ciò che avrebbe funzionato per davvero era installarsi nella mente di un popolo, facendogli credere d'essere libero quando invece lo si portava a una dominazione subdolamente imposta. Bisognava avere la pazienza di guadagnarsi la fiducia del pubblico, portandolo a rovinarsi con le proprie mani. Era così che si faceva politica!

Invece lui la pensava diversamente, a suo avviso questo contrastava con il suo metodo, non si poteva semplicemente impugnare una spada e reclamare un trono.

Bastardo, gli stava togliendo anche questo!

Si sentiva molto più qualificato di lui a diventare il nuovo re. L'oro che aveva in tasca non significava che avesse rinunciato a quella possibilità.

Roger dava per scontata la sua lealtà soltanto perché erano fratelli di sangue. Peccato che i legami di parentela non gli interessassero. A lui non era certo stato riservato un bel trattamento, mai, da nessuno, nemmeno da mamma e papà.

Si diresse al pozzo.

Si diceva che presso quel luogo il re avesse la facoltà di evocare l'Oracolo e interpellarlo per conoscere le sorti del regno.

Voleva darci una sbirciata, credeva già di sapere cosa aspettarsi.

Si poteva dire che simili ingiustizie perpetrate dagli umani gli dessero il voltastomaco.

Le porte d'accesso erano sorvegliate da tre uomini di una certa età che in realtà si annoiavano e passavano il tempo chiacchierando, mangiando dolciumi e strimpellando un po' di bella musica, cosa che non guasta mai.

Sogghignò, pregustando già la neutralizzazione di quegli ostacoli, si divertiva a farlo e tre gli sembravano una bazzecola, non erano certo un esercito intero.

Sollevò la bacchetta e se la diede in testa, certo non per farsi male, ma per rendersi invisibile.

Il suo aspetto ancora alterato dalla pozione li avrebbe fatti scappare o resi ostili e lui non avrebbe avuto la sua occasione di spassarsela alle loro spalle.

Si avvicinò tranquillamente e colse uno stralcio della loro conversazione.

-Sapete quando tornerà il re? È partito con la scorta senza dire nemmeno dove sia andato.- diceva quello con dei lunghi capelli castani, baffi e barbetta da hippy, dall'aria inquieta, che aveva una bella voce.

-Dov'è andato?- chiese il tipo brizzolato con gli occhiali tamburando nervosamente due bastoncini sul piccolo scudo che aveva in grembo, producendo un ritmo interessante -Voi lo sapete?-

-È un segreto ma, non ditelo a nessuno, pare che abbiano sequestrato il fratello e che sia andato a riscattarlo.- rivelò il tizio con un vaporoso caschetto bianco e il mento pronunciato che pizzicava le cordicelle di una minuscola lira.

-Scherzi? Quello è un pezzo di pane!- sobbalzò l'altro.

-Chi potrebbe fare una cosa simile? Andiamo! A lui?-

-Ma infatti non è lui ad avere dei nemici.-

-Chi detiene il potere deve guardarsi continuamente le spalle.-

-Sì, e doveva evitare di mettere in pericolo i suoi cari.-

-Ma se decidono di toccarteli, le precauzioni che prenderai non saranno mai abbastanza.-

-Allora sarà per questo motivo che ha fatto trasferire la famiglia?-

Mentre loro ciarlavano al vuoto, Malifishmertz si lasciava trasportare dalla creatività del momento, senza minimamente ascoltarli.

“A quello con i capelli bianchi scatenerò contro un esercito di formiche rosse che inizieranno a pizzicarlo, gli entreranno nei vestiti e nelle mutande e si dovrà spogliare di fronte agli altri due. Scommetto che strillerà come una donnicciola. Che spettacolo!”

Amava definirsi uno che si sapeva intrattenere con poco.

Si acquattò per non fare rumore.

Dimenò per aria la bacchetta invisibile e lanciò il suo incantesimo.

Una pioggia di quelle creaturine pestifere comparve dal nulla e assaltò in silenzio la sua vittima.

L'uomo aveva appena messo in bocca un dolcetto. Lo sputò e iniziò ad agitarsi interrompendo il suo piccolo concerto.

-C'è qualcosa che mi morde!- disse -Ci sono le pulci!-

-È la tua immaginazione.- minimizzò il 'batterista' -Qui è pulitissimo.-

Ma l'altro si mise a saltellare quando, a un comando silenzioso della bacchetta di Malifishmertz, le formiche diventarono più grosse e più feroci.

-Piantala, Bobby!- lo rimproveravano.

-Non vi sto prendendo in giro!- protestò il poveretto.

Il mago si godette le sue successive urla stridule e la reazione degli altri che non capivano e credevano che fosse posseduto da una creatura maligna.

Fu così esilarante che lo fece rotolare dal ridere.

Sentirono le sue risa e si impaurirono perché non vedevano nessuno.

-Chi è là? Fatti vedere!- gli intimarono, ma naturalmente il tono risultò meno minaccioso di quanto sperassero.

Li stuzzicò facendoli continuamente trasalire finché il gioco non lo annoiò.

E allora fece partire una piccola esplosione che bastò a disperderli.

Quindi aprì la porta e, a fatica, abbassandosi perché era troppo stretta e bassa per lui, la oltrepassò senza più curarsi di loro.

Si ritrovò in una cameretta non troppo grande. L'interno era oscuro, c'era una finestra da cui filtrava la luce della luna, ma non si vedeva quasi nulla.

Si rese di nuovo visibile e fece partire un raggio dalla bacchetta e lo direzionò verso il soffitto. La stanza si illuminò a giorno.

-Questo sarebbe il famoso pozzo magico?- chiese ad alta voce.

Era più piccolo di quanto avesse immaginato. Era piazzato esattamente al centro.

Era strano, di solito i pozzi si trovavano all'aperto. Immaginò che la stanza vi fosse stata costruita intorno. C'era da scommettere che fosse stato Phineas a progettarla.

Ma in fondo che cosa gliene importava!

La bocca era stata coperta da un disco di legno, come se qualcuno temesse che l'acqua venisse contaminata. La spinse con entrambe le mani, facendola cadere rumorosamente dall'altra parte.

Si sporse per guardare di sotto.

Sul fondo del pozzo l'acqua era cristallina e vagamente rosata.

Ne aspirò il profumo, sapeva di mistico.

Ruppe la magia -Ehilà! Signor oracolo!- chiamò a gran voce -Dove sei? Che cosa si deve dire per farti uscire fuoriii?-

L'eco gli rispose. Ma non fu l'unica.

-Parla più piano, uomo rumoroso! Questo è un luogo sacro!-

Heinz si voltò lentamente sorridendo -Oh, scusami tanto! Non avevo intenzione di disturbare il tuo sonno eterno.-

Di fronte a lui c'era una specie di fantasma evanescente che avrebbe dovuto intimorirlo e invece non faceva che attrarre il suo sguardo.

I tratti del viso erano sfocati come se li si guardasse attraverso un vetro appannato, ma le curve si notavano fin troppo bene.

-Ma tu guarda, chi l'avrebbe mai detto? Da quand'è che si permette a una donna di diventare oracolo?- in realtà, lo sapeva benissimo e la cosa lo lasciava terribilmente amareggiato.

Lei avanzò. Indossava un lungo abito nero di ottima fattura dalle maniche larghe con dei meravigliosi ricami azzurri alle estremità che brillavano per via di qualche magia. C'era un diadema che le adornava la fronte, con una piccola gemma esattamente al centro

-Cosa sei venuto a fare qui, se non hai nessuna domanda da porre?- chiese la ragazza in tono duro.

-Chi te lo dice che non ce l'abbia?- la contraddisse.

-Io vedo tutto. Tu sei arrivato qui mosso dalla curiosità. Molti prima di te hanno avuto questo desiderio senza capire che non si possono infastidire gli dèi senza motivo.-

-Tu non sei una dèa.- disse con disprezzo.

-Corretto.- concesse l'oracolo -Sono un tramite per comunicare agli uomini il disegno degli dèi. Ma non mancarmi di rispetto, mi trovo sempre al di sopra della tua miserevole vita mortale.-

Scattò prima che potesse farsi da parte.

Sembrò proiettarsi in avanti con un movimento secco del bacino.

Heinz pensò che gli venisse addosso e sollevò le braccia per ripararsi il viso.

Ma arrivata a lui, si dissolse come fosse stata nebbia.

Comunque, lui se ne sentì ugualmente colpito, come da una valanga di schegge acuminate. Le sentì bruciare e lacerare la sua pelle spessa e mostruosa.

La ragazza si ricompose alle sue spalle, con i piedi scalzi sollevati dal suolo.

-Non giocare con me, uomo.- disse con uno dei toni più velenosi che avesse mai sentito -Non puoi vincere.-

-Non sono un uomo.- disse lui -Sei cieca? Non hai notato il mio aspetto?-

-Non sei altro che un uomo con un aspetto ridicolmente modificato da una magia.- ribadì lei.

-Sono uno stregone! E sono molto potente. Mi installerò su questa corte e mi impadronirò di Danvilot e di tutta l'Area dei tre Regni.-

-No.- disse tranquillissima lei -Come puoi essere così sicuro di quello che farai? Sei forse un profeta? Sai forse prevedere l'esito delle tue meschine azioni?-

-Tu puoi farlo?-

-Io sono l'Oracolo, io so tutto. Possiedo la Sapienza divina.-

A simili parole gli saltarono decisamente i nervi.

-No, NO! Tu non sai tutto!- le urlò contro con rabbia incontrollata -Voi credete di trovarvi sempre e comunque al di sopra di noi comuni mortali, ma io so benissimo quello che siete in realtà! Non possedete nulla e per questo non ci sarà mai nulla di cui voi possiate fare parte! E tu sei come tutte le altre che hanno sostenuto questo ruolo prima di te, sei soltanto una bambina che è stata strappata via dalla sua famiglia e che è stata cresciuta da un idolo nella vece dei tuoi genitori legittimi e iniziata al suo culto contro la tua propria volontà. Ti hanno costretta a rinunciare alla tua vita, tu non sai cosa sia la sapienza di cui tanto blateri, non ne hai la minima idea. Tu non hai nessuna esperienza di vita, perché ti è stata tolta senza rimedio. E sono stati... crudeli... perché non ti hanno permesso di scegliere, ti hanno usata, ti hanno manipolata e distrutta. Ti avranno fatto studiare, ti avranno imposto la loro visione del mondo finché tu stessa non ti sarai convinta d'essere nata per questo. Non sei che uno strumento nelle loro mani. E inoltre... ti hanno fatto dimenticare quello che sei e che sei stata, negandoti quello che avresti potuto essere!-

Fu interrotto da un nuovo attacco che lo colpì violentemente allo stomaco e gli fece perdere l'equilibrio.

Andò a finire riverso sul bordo del pozzo e ciò che vide fu se stesso, l'immagine di quello che era diventato, cospiratore, traditore del proprio nome, del proprio sangue, ladro di bambini. Nient'altro che feccia, un mostro orripilante, riflesso sulla superficie dell'acqua.

Sputò una boccata di sangue e saliva che la raggiunse e vi si mescolò imputridendola. Le increspature distorsero la sua immagine e lui guardò meravigliato il proprio volto tornare quello di un tempo, quello che aveva sempre conosciuto.

In confronto a com'era prima, sembrava quasi bello, adesso. Le iridi degli occhi tornarono prima rosse e poi blu, come erano state un tempo.

Poi, alle sue spalle comparve la Dama e lui ne vide i connotati definirsi sempre più finemente.

Sobbalzò e la guardò direttamente, il cuore in petto gli era diventato pesante e dolente come se avesse ricevuto un pugno che gli avesse fracassato la gabbia toracica.

Gli occhi di lei erano di un blu profondo del tutto simile al suo, di forma leggermente allungata e con palpebre un po' pesanti che però li facevano risultare misteriosi e sensuali. Ed esprimevano un enorme sconvolgimento.

-Parli come qualcuno che ho conosciuto tantissimo tempo fa.- disse, e l'aura luminosa che l'aveva attorniata fino a quel momento si andò dissolvendo, rivelandola nella sua essenza. Ne vide il viso tondo dal mento un po' a punta, il naso all'insù, le labbra carnose a bocciolo, gli zigomi alti e nobili. Era così bella!

Heinz allungò le mani verso di lei, non in modo minaccioso. Le scostò una ciocca di capelli castani dalla faccia per poterla vedere meglio, per capire, per essere sicuro.

-Sei cresciuta così tanto.- disse e già sentiva formarsi, inaspettate, delle lacrime agli angoli degli occhi.

Le lasciò tracimare, ma batté subito le palpebre per evitare che gli si offuscasse la vista.

La Pusa aveva lo sguardo di chi non riesce a credere a ciò che vede.

Poi sembrò che le venisse da svenire, si lasciò cadere in avanti e Heinz la afferrò sorreggendola.

Quella presa diventò in modo molto naturale un abbraccio in cui entrambi si persero, dimenticando d'essere appena stati nemici, d'essere stati un maligno e una semidea, un mago e una profetessa, non furono nient'altro che loro stessi, un uomo e una donna, un padre e una figlia.

-Sapevi che sarei arrivato?- le chiese.

-Sì, padre. Lo sapevo.- rispose Vanessa tra le lacrime -Sapevo che sarebbe successo, ma non sapevo quando. E non potevo crederlo. Non avrei mai voluto lasciarti. È stata mamma...-

-Lo so. Lei ha deciso per te. Lei credeva che sarebbe stato meglio così.-

-Mi ha portato via quando non avevo ancora alcuna cognizione di cosa fosse giusto per me stessa. Mi dispiace!- Vanessa piangeva senza vergogna ed era estremamente addolorata.

Heinz la strinse più forte e gli tornò in mente quanto l'avesse disperatamente cercata in Phineas.

Allora mise in discussione tutto quello che era e tutto quello che stava facendo.

-Sono stato così stupido! Sarei dovuto venire subito a cercarti.- disse biasimandosi -Avrei recuperato un sacco di tempo che ormai ho perduto per sempre, mi sarei risparmiato tutte le delusioni che sono succedute al tuo abbandono.-

-Perché non sei venuto prima?-

-Non sapevo dove ti avessero portata! Non credevo assolutamente che fossi tu la famosa Dama della Pozza, l'Oracolo...-

-Devi andare, adesso.- Vanessa lo allontanò bruscamente da sé.

-Scherzi? Ti ho appena ritrovata!-

-Devi finire quello che hai cominciato. È il destino!-

-Cosa? Vuoi che continui ad aiutare Roger? Che mi importa di lui, del suo oro! Andiamocene via insieme e che le sorti di questo regno non ci riguardino mai più!-

Segretamente Vanessa pensò che fosse una proposta allettante, ma la rifiutò. -Non hai capito, io non posso allontanarmi da qui, questo è il mio posto, sono stata consacrata all'idolo per sempre.-

-Io posso liberarti!- insistette Heinz.

-No. Non puoi. Non lo farai. È impossibile. Se anche mi portassi via, gli spiriti mi riporterebbero indietro.-

-Deve esserci un modo!- esclamò l'uomo disperato.

Gli occhi di Vanessa si adombrarono -L'unico che conosco è quello di portarmi a perdere il potere della veggenza. A quel punto non potrei più essere l'Oracolo e gli spiriti mi lascerebbero andare.-

-E come si fa? Farò di tutto!-

Lei esitò. -Serve un sacrificio.- disse dopo un pesante sospiro -Qualcuno deve prendere il mio posto.-

-Niente di più semplice!- si entusiasmò Malifishmertz -Il mondo è strapieno di gente sacrificabile. Qua fuori c'erano tre persone inutili che...-

-Non può essere chiunque!- si irritò la ragazza -Deve essere addestrato! Deve possedere l'animo adatto, in modo che io possa trasferire a lui il potere della veggenza. Deve essere come ero io prima che diventassi come sono adesso.-

L'uomo sbuffò. -Mica posso perdere tempo ad andare a cercarmi uno con la Sapienza, dove mai lo trovo?-

Fu come se avesse detto ad alta voce una parola d'ordine.

Le pupille e le iridi degli occhi di Vanessa sparirono improvvisamente e le sue orbite si illuminarono trasformandosi in due veri fari. La ragazza fu avvolta dalla luce e si staccò da terra. La sua bocca si aprì, la sua voce divenne imponente e riempì tutta la stanza.

Heinz si spaventò, stava assistendo a una Profezia.

Colui che ha cercato ricchezza per se stesso con la frode sarà destinato alla vacuità perenne del Limbo dei dannati. Colui al quale il sogno di grandezza è stato negato sarà guidato verso un nuovo inizio che lo porterà a risplendere in eterno. Ma non potrà farlo se sarà lasciato da solo. E sarà colui che fu il suo avversario a dovergli porgere aiuto.

Heinz restò affascinato da quelle parole, ma lì per lì non riuscì a comprenderle. Però, per una strana ragione, esse gli si installarono nella memoria, avrebbe potuto ripeterla dopo ore senza sbagliare. E forse, era proprio quello che bisognava fare.

Dopo che ebbe parlato, la luce abbandonò la ragazza, che si accasciò come se non avesse più energia.

La sollevò dolcemente.

-Non me ne importa niente di quello che hai detto, io ti porto via.- e uscì fuori dalla stanza tenendola in braccio.

Non aveva pensato a quello che avrebbe trovato fuori dalla porta. Vi si era radunato un esercito intero, e tutti puntavano le loro armi contro di lui, lo stavano aspettando.

I tre uomini che aveva preso di mira prima erano nel mezzo della folla, dovevano essere stati loro ad avvisare gli altri.

Lo indicarono. -È Malifishmertz!- gridarono, riconoscendolo.

Già, non aveva più l'aspetto di un mostro, adesso.

-Vuole rapire la Dama della Pozza! Fermiamolo!-

Era quello che appariva ed era anche plausibile, chi mai avrebbe creduto alla verità?

Quello che accadde dopo successe così in fretta che non riuscì quasi a comprenderlo.

Seppe solo che gli parve di ergersi su tutta quella gente e superarla con un grande e impossibile balzo. Sentì urla sovrapposte e vide le frecce che gli lanciavano dietro passargli vicinissimo ma non se ne curò.

L'unica cosa che riusciva a fare, che doveva fare era portare sua figlia lontano da quel luogo.

Non pensò nemmeno al teletrasporto, tanto era agitato. Gli venne in mente dopo. Quando si rimaterializzò fuori dal castello, si accorse che stava finalmente arrivando Roger.

-Non mi hai aspettato!- lo accusò quello -Perché cavolo te ne sei andato lasciandomi nei pasticci? La scorta del re mi ha inseguito fin qui e hanno rischiato di ammazzarmi! Non avevamo detto che dovevi tenermeli buoni mentre io andavo avanti?-

-Chi sono, la tua guardia del corpo? Avevi la spada per difenderti, no?- lo rimbeccò.

Il fratello lo guardò meglio. -Perché, in nome del cielo, non sei più in quello stato in cui ti avevo lasciato? E chi è quella ragazza? Ti sarai mica messo a rimorchiare mentre io ero in pericolo?-

-Non potresti piantarla di dire idiozie, almeno per un giorno? Questa è l'Oracolo del re. Guardala bene! Non la riconosci?-

-Vedo solo un fantasma dai connotati sfumati...-

Heinz abbassò lo sguardo su Vanessa e la vide nitidamente.

-Non ha importanza.- riprese Roger ansiosamente -Può pure essere la tua amante segreta. Ritrasformati in quel mostro di prima e uccidi quelli che mi inseguono. Stanno per arrivare!-

-Prendi con te la Dama.- gli disse.

-È un ostaggio?- fece l'altro ottusamente.

-No!- si arrabbiò -Trattala bene! Nascondetevi da qualche parte. Ci penso io a quelli.-

Vanessa sembrò preoccupata.

-Stai bene, tesoro, va' con lo zio. Sto per tornare.- le sussurrò, poi la spinse per farla salire sul cavallo di Roger.

Si allontanarono al trotto.

E di colpo Heinz pensò di aver fatto un errore a lasciarla con lui.

Ma non ebbe tempo di ripensarci, la scorta del re era arrivata e si chiese come contrastarla, dato che l'effetto della pozione di Phineas era già svanito. L'aveva bevuta quando non era ancora a puntino, immaginava fosse questa la ragione.

Ma non era tutto, anche il suo interesse a continuare era oramai bello che andato.

Senza starci molto a pensare, tirò fuori la bacchetta, la puntò contro il suolo e fece comparire una voragine. Quindi la occultò con un secondo colpo di bacchetta e fece in modo di mettersi bene in vista dall'altra parte.

Quando lo avvistarono, gli vennero incontro e finirono inesorabilmente nella trappola, uno di seguito all'altro.

Naturalmente, però, a cascarci fu solo la prima fila.

Cavalli e cavalieri si contorcevano là in fondo al buco mandando grida di aiuto.

E gli altri lanciavano le loro frecce cercando di individuarlo.

Ma a questo punto, lui era già andato via.

-Roger!- chiamò -Ti ho fatto guadagnare un po' di tempo. Adesso sei pronto a espugnare il tuo regno con l'inganno?-

Era questo il semplicissimo piano che quello stupido aveva deciso di attuare, sarebbe tornato indietro a reclamare il trono per sé, spada Excaliferb in pugno. In quanto tutore del re, sarebbe stato eletto naturalmente il suo successore, diceva.

Lui intanto avrebbe dovuto liberarsi dei testimoni del suo tradimento.

Ma non si poteva dire che l'avesse fatto per bene.

A lui non piaceva uccidere le persone, lo reputava un gesto estremo cui soltanto i vigliacchi ricorrevano per eliminare la fonte di un problema.

-Roger? Vieni fuori, brutto idiota!- lo chiamò ma quello non si faceva vedere.

-Dannazione, vuoi vedere che quel cretino se n'è andato da solo incontro a quelli da cui stavo scappando! Non l'ho avvisato! Si riprenderanno Vanessa!- e partì per l'ennesima volta, desideroso di torcergli le gambe.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 






 

spazio autrice:
Avrei voluto aggiornare ieri mattina ma non ho avuto tempo di farlo, oggi ho preso il capitolo e l'ho postato senza rileggerlo, quindi se ci sono errori che mi sono sfuggiti vi chiedo scusa. Auguro a tutti i miei lettori un buon Natale e... sappiate che una recensione potrebbe essere il regalo perfetto. :)

9/3/2014: metto qui questa nota apposta per fartela leggere quando ci arriverai, Koopafreak. Volevo chiederti di essere assolutamente sincera e dirmi che cosa, secondo te, questo capitolo abbia che non va. Praticamente, ho avuto due ulteriori abbandoni a partire da qui: credi che ci sia qualcosa che non torna? Per me che l'ho ideata fila tutto, ma magari gli altri che non riescono a leggermi nella testa hanno trovato qualcosa di inaccettabile. Dimmi un po' tu che, ho notato, sei così intelligente e intuitiva, io proprio non ci arrivo. PS: grazie per aver letto.

  
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