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Autore: Jagiya Eomma    19/12/2013    2 recensioni
Non pensate a loro come a un re e al suo generale, ma come a due innamorati che hanno superato le barriere del tempo per arrivare fino ai nostri giorni, raccontandoci così la loro storia travagliata.
Alessandro Magno sin da giovane ha sempre avuto un sentimento travolgente per Efestione, il suo amico d'infanzia. E non sembra l'unico. I due sono innamorati pazzamente l'uno dell'altro, ma non hanno il coraggio di rivelare il loro amore. La situazione si complica quando c'è di mezzo la gelosia e Efestione inizia a incontrare un giovane ladro, che gli ruberà il cuore.
❁❁❁❁
Sin da piccolo mi perdevo nei tuoi occhi color zaffiro, volevo attorcigliare i tuoi ricci color ambra tra le mie dita e volevo baciare le tue labbra color rubino. Sapevo che era un sogno, una folle illusione, ma in fondo al cuore speravo che un giorno avrei potuto averti, sia il tuo corpo che il tuo cuore. Mi sentivo un vile a fantasticare su notti in tua compagnia, durante le quali ti dimenavi sotto di me, urlavi il mio nome, tremavi al mio tocco...
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Addio


Da quel giorno e da quel bacio inaspettato, Efestione e Sandro si incontrarono come promesso. Efestione sgattaiolava via da palazzo senza farsi vedere per non destare sospetti, percorreva il centro del mercato e infine arrivava alla periferia della città. I contadini lo guardavano incuriositi dato che era insolito che un uomo tanto benestante venisse in quei luoghi. Oltrepassate alcune case, c’era il fienile dove Sandro lo aspettava.
I due iniziarono ben presto a fare amicizia e lasciarsi alle spalle il loro primo e travagliato incontro. A volte rimanevano a parlare per ore distesi sul fieno, ma la maggior parte delle volte uscivano a godersi le spensierate giornate primaverili. Tra loro c’era molta sintonia pur provenendo da due ceti diversi.


“Perché ti piace rubare?”
“Non mi piace. Ma guardati intorno, questa gente muore di fame! Rubo solo dai mercanti o dai nobili per dare loro qualcosa di cui gioire…” sorrise guardando alcuni bambini giocare con una palla vicino a lui.
“Sandro! Sandro!” lo chiamarono tutti, correndo verso di lui.
“Hey, piccole pesti, come state?”
“Benissimo! Grazie per la palla!” disse un bambino che gli saltò addosso, seguito dalla ciurma.
Sandro si lasciò avvolgere dalle loro piccole manine e poi prese la più piccola di tutti e la portò sulle spalle. Lei, divertita, cominciò a ridere e si lasciò trasportare dal galoppo del suo cavaliere. Questo però destò la gelosia di tutti i bambini, che vollero lo stesso trattamento.
“Voglio salire anch’io!”
“Pure io!”
“No, voi siete degli ometti! Lei invece è una piccola donzella e va coccolata!” alzò lo sguardo verso la bambina e le fece l’occhiolino. Lei sorrise e gli lasciò un lieve bacio sulla guancia.
“Glashie” cercò di dire lei, ancora troppo piccola per saper parlare bene.
Lui la tose dalle spalle e la sollevò in aria,  cominciando a girare. Lei lanciò alcuni gridolino divertiti e si godette il venticello che si sentiva da là su.

Intanto Efestione guardava la scena con il sorriso stampato sulle labbra, pensando che Sandro sarebbe stato perfetto come padre.
“Scusami piccina, ma adesso ho da fare!” disse riportando la bambina a terra e facendole un occhiolino complice.
Lei ricambiò e lo salutò. Lo stesso fecero gli altri bambini e ritornarono a giocare.


Sandro ed Efestione continuarono la loro passeggiata.
“Ho capito perché lo fai… E’ bellissimo vedere quei bambini felici.”
“Adoro i bambini e voglio vederli gioire anche se vivono in condizioni umili.” i suoi occhi furono avvolti da un velo di malinconia e di rammarico.
Efestione lo notò e gli prese la mano.
“E’ tanto quello che fai per loro.” disse, cercando di consolarlo.
“Sento di non fare ancora abbastanza... Se fossi quel tirchio del re, darei loro tutto l’oro che ho!” disse rabbioso.

Efestione non sapeva come rispondergli. Alessandro non era uno dei migliori quando si trattava di questioni economiche, ma di certo non era tirchio. Cercava di fare il meglio per il suo popolo, anche se non sembrava.
“Alessandro ha molti lati negativi, anzi troppi, ma non è una persona cattiva.”
“Alessandro? Lo conosci così intimamente?” chiese Sandro perplesso.
Efestione sudò freddo e si morse il labbro. Non voleva far sapere il rapporto che aveva con Alessandro.
“N-no… Ma penso sia così…” inventò.
Sandro lo guardò con sospetto.
-Ti prego non mi guardare così! Non voglio che tu sappia di Alessandro! Voglio dimenticarlo… E… E… Voglio farlo grazie a te.-
Efestione si avvicinò a Sandro e chiuse gli occhi. Lasciò che le loro labbra si incontrassero e si lubrificassero a vicenda mentre i loro corpi cominciavano a fremere dall’eccitazione.
“A-aspetta, non possiamo!” disse Sandro con un filo di voce, ancora spaesato da quel gesto improvviso.
“Perché?”
“Qualcuno ci potrebbe vedere e… Perché l’hai fatto?”
Efestione non rispose e gli sorrise. Con fare scherzoso gli girò intorno e poi gli diede un lieve bacio prima di scappar via.
Sandro non lo seguì e lo lasciò andare. Sapeva che sarebbe tornato da lui il giorno seguente, e questo lo rincuorava. Ma rimaneva solo un fatto inspiegabile.
 Di chi era innamorato Efestione? E per lui provava qualcosa oppure lo stava semplicemente usando? No! Non voleva neanche pensare ad un’alternativa simile! Però di una cosa era certo: ormai si era innamorato di quel generale dagli occhi color oceano.

Efestione corse per le strade affollate, sbattendo contro i passanti. Non fece caso alle lamentele delle sue vittime, nella sua mente volteggiava solo il ricordo di Sandro. Si sentiva come un bambino con la sua prima infatuazione.
“Ahia, fai più attenzione!”
Efestione questa volta non ignorò colui contro cui aveva sbattuto, conosceva fin troppo bene quella voce.
“Alessandro? Cioè… Mio re?”
“Efestione?”
Era proprio Alessandro. Efestione rimase sorpreso da quel inaspettato incontro ma, dopo l’iniziale stupore, decise di non fermarsi a parlare con lui, non voleva rovinarsi la giornata.
Si girò e corse via, lasciando un Alessandro perplesso dietro di sé.


-Perché il Fato ha voluto che lo incontrassi oggi? No, non voglio soffrire ancora!- pensò, anche se ormai era troppo tardi: il veleno di Alessandro era entrato nel suo cuore.
Si fermò per prendere fiato. Un nodo in gola lo soffocava e le lacrime cominciavano lentamente a bagnargli gli occhi.
“Ti riesce bene fuggire da me.”
Sobbalzò e si girò, ritrovandosi davanti Alessandro, che lo aveva seguito.
“L-Lasciami in pace!” disse Efestione cercando di scappare ancora, ma Alessandro questa volta gli afferrò la mano.
“Voglio prima sapere come mai correvi tanto contento prima.”
“Non sono cose che ti riguardano.”
“Io sono il tuo re, nonché migliore amico. Devo sapere tutto quello che ti accade.”
“No, sei solo il mio sovrano. L’amicizia l’hai uccisa molto tempo fa… Come il mio cuore. Adesso scusami ma dev-”
Alessandro portò i loro corpi vicini e lo strinse forte a lui.
Efestione inizialmente cercò di liberarsi, ma sapeva che era inutile con Alessandro: non lo avrebbe lasciato andare. Rimase fermo, impassibile.
“Perché sei diventato così… Freddo?” chiese Alessandro con l’angoscia nella voce, notando il suo comportamento distaccato.
“Perché non dovrei esserlo? Tu mi hai voluto così.” rispose seccato.
Quelle parole distrussero del tutto il cuore di Alessandro, il quale lo lasciò andare e sussurrò: “Allora addio.”
Si allontanò lentamente, perdendosi nella folla.
Efestione lo guardò andare via e il suo viso fu inondato da calde gocce salate.
“Addio, amore mio…”
  
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