Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: H o p i e    20/12/2013    3 recensioni
Chloe è una ragazza nata in America, ma di origini americane/coreane.
Un giorno, costretta a seguire i genitori, dovette partire in Corea del Sud, terra natia della madre.
Era un po' annoiata all'idea di trasferirsi, ma un incontro le cambiò la vita: un giovane cantante di cui lei si infatuò solo ascoltando la sua voce in radio. Cosa succederà tra l'umile ragazza e il giovane idol coreano?
"Cantavano una lingua a lei completamente sconosciuta, ma questo non le importava. Ci fu anche una parte rap che l’ammaliò. Quando la canzone finì quasi si sentì triste; pensò al fatto che non conosceva né il nome della band né il titolo della canzone. I pensieri però le si bloccarono a metà quando sentì pronunciare “Bangtan Boys”."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Guardò allibita il foglietto. Di sicuro l’ultima cosa che si sarebbe immaginata era proprio che ci fosse scritto il numero di Jeongguk. Rimase qualche istante imbambolata a fissarlo, poi scosse la testa come per riprendersi e infilò il biglietto in tasca. Non voleva che sua madre lo scoprisse. Non che le desse fastidio, ma voleva semplicemente tenere quella cosa per sé. Temeva anche si trattasse di un banale scherzo anche se, pensandoci bene, non aveva poi tanto senso.
Decise di non chiamarlo subito, anche se moriva dalla voglia di farlo. Quando tornò a casa decise quindi che avrebbe prima di tutto pranzato. In quei giorni aveva assaporato con piacere i manicaretti che sua zia Min Rin preparava (e che suo zio Hyun Soo ingurgitava in soli cinque minuti). Certamente non erano pasti che era solita mangiare in America, ma le piacevano comunque. Inoltre era una frana ad usare le bacchette, quindi usava ancora le forchette, il coltello e il cucchiaio per mangiare, anche se con alcuni piatti risultava abbastanza scomodo.
Quando finì di pranzare salì di corsa in camera sua. Forse era sembrata scortese, ma in quel momento era l’ultima cosa di cui si preoccupava.
Entrò nella sua stanza, chiuse a chiave la porta – casomai Hyun Woo l'aprisse improvvisamente – e si sedette sul letto. Prese il cellulare, deglutì e, afferrato il biglietto, scrisse tremolante il numero, poi premette il tasto di chiamata. Il suono della chiamata in corso la rendeva davvero nervosa. Il cuore le batteva forte in petto, sembrava quasi che da un momento all’altro avrebbe scoppiato. In quel momento si rese conto che il suo cuore non aveva mai battuto così forte, nemmeno quando si era presa una cotta tremenda per il ragazzo più popolare della scuola americana.
« Yoboseyo? »
Chloe spalancò gli occhi e boccheggiò cercando di dire almeno una frase di senso compiuto, ma le parole non le uscivano di bocca.
« Yoboseyo? » ripetette nuovamente il ragazzo dopo qualche secondo.
Si schiarì la gola e, dopo aver deglutito, si affrettò a rispondere prima che lui chiudesse la chiamata.
« Jeongguk, sono Chloe. » disse lei con voce flebile. Era imbarazzata, ma allo stesso tempo felice e terrorizzata. Provava un mix di emozioni che la sentivano sentire un po’ una stupida.
« Oh! » rispose lui sorpreso « Credevo che alla fine non avresti più chiamato. »
Si riusciva a percepire un pizzico di felicità nel suo tono di voce.
“Stupido, come avrei fatto a non chiamarti?” pensò Chloe tra sé e sé.
Seguirono attimi di silenzio. Probabilmente Jeongguk aspettava che lei gli dicesse qualcosa e, effettivamente, voleva farlo. Voleva chiedergli il perché le avesse dato il suo numero, ma non aveva il coraggio di farlo.
« Senti… » iniziò lui.
Lei drizzò la schiena, non vedeva l’ora che qualcuno prendesse la parola e finalmente…
Le parole del ragazzo furono mozzate a metà a causa dell’arrivo di un ragazzo che iniziò a parlargli. Chloe non aveva idea di cosa si stessero dicendo, ma, dalla voce, intuì che si trattasse di Kim Namjoon.
« Scusami, devo andare a provare adesso, il prossimo live è vicino. » sospirò « Poi magari ti chiamo io. »
Non le diede nemmeno il tempo di rispondere che, frettoloso, chiuse la chiamata e lasciò Chloe curiosa di sapere cosa le volesse dire.
Ancora non le sembrava vero. Fino a qualche giorno fa nemmeno sapeva dell’esistenza di quel ragazzo, adesso invece aveva appena finito di parlare con lui al telefono.
Si diede un forte pizzicotto sul braccio e, per sua fortuna, le fece dannatamente male. Sorrise allegramente. La rendeva felice il fatto che quello non era solo un sogno.
 
***
 
« Cosa stai combinando? » gli chiese il leader.
« Cosa mai dovrei combinare? » rispose il più giovane con aria indifferente prima di bere un sorso d’acqua dalla sua bottiglia.
« Non prendermi in giro. Con chi parlavi al telefono? In inglese poi… »
Jeongguk assunse un’aria un po’ infastidita e, dopo aver chiuso per bene la bottiglia e averla poggiata a terra, rivolse nuovamente lo sguardo al suo hyung.
« Hai origliato? »
« No, mi è solo capitato di sentire. » si giustificò lui con naturalezza « Non è mia intenzione farti il terzo grado, ma cerca di non creare inutili scandali. Abbiamo debuttato solo da pochi mesi, non vorrei che rovinassi tutto. »
Dopo queste parole si voltò e tornò dal suo gruppo, seguito da Jeongguk che, dopo le ultime parole del compagno, divenne un po’ pensieroso. A causa di questo le prove non andarono molto bene, anche se non era completamente colpa sua.
Certo, lui continuava a sbagliare i passi e gli capitava di fare delle leggere stonature, ma nemmeno Jimin era messo tanto bene. Da qualche giorno aveva la gola infiammata e, dato che le sue parti erano piuttosto acute, questo gli creò non pochi problemi. Stava facendo una cura di antibiotici, ma provavano ogni giorno e perciò non faceva grandi passi in avanti. Il dottore infatti gli raccomandò molte volte di stare a riposo e di non sforzarsi, ma lui non ascoltava.
A causa delle circostanze decisero di sospendere le prove.
Il prossimo live si sarebbe tenuto un settimana dopo e se continuavano così non sarebbe andato affatto bene.
« Non venire a provare ogni giorno. »
Jimin, che poco prima era seduto su una panchina guardando il pavimento, alzò di scatto la testa. Era Taehyung.
« Cosa? »
Lui poggiò una mano sulla spalla del più grande, poi ricominciò a parlare.
« Per ora potremmo farle senza di te, non sforzare inutilmente la tua gola. »
Jimin non rispose, si limitò soltanto a guardare nuovamente il pavimento.
Dopo aver ripreso il suo cellulare, Jeongguk si avvicinò ai due e si sedette sulla stessa panchina anche se un po’ più distante.
Jimin si voltò verso di lui.
« Che hai oggi? » gli chiese.
« Niente, perché? » gli rispose lui indifferente.
« Di solito non commetti così tanti errori. »
Il più giovane scrollò le spalle e non rispose, concentrò invece la sua attenzione sul cellulare. Non sarebbe stato molto saggio chiamarla di fronte a tutti considerando cosa gli aveva detto Namjoon. Certamente non aveva quelle intenzioni con Chloe, più che altro l’aveva incuriosito e gli stava simpatica. Probabilmente se avesse portato un’altra ragazza sul palco, quest’ultima nel backstage avrebbe iniziato a chiamare tutti “Oppa” e ad assumere un comportamento che non era il suo. Questo Chloe non l’aveva fatto e Jeongguk l’aveva capito. Si era sì comportata timidamente, ma solo perché si trovava di fronte a dei ragazzi che aveva visto per la prima volta. Non aveva assunto un atteggiamento da fan e non aveva gli occhi lucidi per la commozione. Semplicemente aveva le guance leggermente rosse e lo sguardo perennemente rivolto verso il basso a causa della timidezza. Fu questo che colpì Jeongguk tanto da invitarla personalmente al fanmeeting.
“Non posso chiamarti adesso, continueremo la nostra conversazione un’altra volta.” fu quello che le scrisse. Non aveva idea di quando si sarebbe ritrovato da solo, quindi non le scrisse precisamente quand’è che l’avrebbe contattata.
Jimin sporse il collo verso il cellulare del più giovane, il quale lo ritrasse indietro.
« A chi scrivi? » chiese lui con un sorriso furbetto. Intanto Taehyung osservava curioso.
Jeongguk mise il dito indice davanti alla bocca come per dirgli di non parlare e, con sorriso complice, si alzò e andò a lavarsi e a cambiarsi. Dato che le prove erano terminate prima del previsto sarebbe uscito un po’ con il suo gruppo.
 
 
***
 
Chloe lesse con una leggera punta di delusione il messaggio, ma non si stupì così tanto.
Ora che aveva il suo numero non poteva mica considerarsi diversa dalle altre sue fans. La sua probabilmente era stata solo fortuna e per lui era solo una delle tante ragazzine che gli correvano dietro.
Sospirò. Non le piaceva affatto il modo in cui era mutato il suo carattere, non ricordava di essere mai stata così paranoica.
“Va bene, ci sentiamo allora!” gli rispose terminando il messaggio con uno smile sorridente.
Due ore più tardi decise che sarebbe uscita a fare una passeggiata. Se c’era una cosa che odiava era quella di stare tutto il giorno chiusa in casa e in quei giorni era esattamente quello che stava facendo. Certo, non avrebbe potuto allontanarsi molto dato che c’erano buone probabilità di non ricordare più come tornare a casa, ma almeno sarebbe stata un po’ all’aria aperta.
Avvisò i suoi genitori che stava uscendo per una passeggiata e poi varcò il cancello della casa dopo aver sorbito tutte le raccomandazioni della madre: a volte riusciva a diventare davvero ossessiva!
Dopo aver fatto camminato un po’ sentì dei passi dietro di lei. Velocizzò un po’ il passo e questi si fecero sempre più vicini. Allora iniziò a pensare al peggio e si voltò di scatto.
Tirò un lungo sospiro.
« Piuttosto che seguirmi come uno stalker potevi fermarmi direttamente! » gli disse con aria infastidita.
Davanti a lei c’era un Hyun Woo che la guardava con aria divertita quasi come se il suo obbiettivo fosse proprio quello di spaventarla.
Dopo aver visto la sua espressione si voltò e, con aria corrucciata, riprese a camminare.
« E-Ehi! »
Con un balzo quasi felino afferrò il suo braccio.
« Ti accompagno. »
Sospirò e strattonò il braccio liberandosi dalla presa del cugino.
« Fa’ quello che ti pare. » disse prima di ricominciare a camminare seguita da lui.
Chloe davvero non capiva. Non si spiegava come mai a volte si comportava come se non esistesse e a volte la trattava con i guanti bianchi.
“I ragazzi non potrebbero essere un po’ più decifrabili?” pensò digrignando i denti.
Camminarono un po’ a vuoto, poi passarono vicino al parco. Chloe si fermò un po’ a guardarlo poi decise di entrarci. Si sedette su una delle panchine, di fronte al carretto dello zucchero filato. C’erano tantissimi bambini che facevano la coda e l’avrebbe fatta anche lei se non fosse che non aveva soldi con sé.
Si guardò un po’ attorno. Il parco era davvero grande!
Altalene, scivoli e vari giochi per bambini, poi panchine, una piccola fontana e un bar. Chloe aveva appena trovato il suo posto preferito. Ci sarebbe tornata spesso: nei momenti di tristezza, allegria e riflessione. Si sentiva in pace con sé stessa lì, seduta sulla panchina difronte al carretto dello zucchero filato.
Hyun Woo le si avvicinò e si sedette al suo fianco.
« Ne vuoi uno? » le chiese indicando il carretto con lo sguardo.
Lei scosse il capo cercando in tutti i modi possibili di ignorarlo completamente.
Improvvisamente sbarrò gli occhi. Sentiva la sua gamba vibrare.
Era il cellulare.
Infilò la mano nella tasca e, dopo un paio di tentativi (la tasca era davvero stretta!), lo prese.
Guardò titubante il nome sullo schermo: Jeongguk.
Sorrise.
Era a dir poco euforica in quel momento, ma c’era comunque Hyun Woo seduto accanto a lei e non avrebbe voluto per nessun motivo al mondo che venisse a conoscenza di quella storia.
Si alzò dalla panchina e si allontanò un po’, poi rispose.
« Pronto? »
« Chloe, sono Jeongguk. »
Aveva l’aria piuttosto stanca, probabilmente a causa delle prove.
“Certo, lo so.” Pensò lei.
« Dimmi… »
Sentiva lo sguardo di suo cugino fisso su di lei, non era una bella sensazione.
Ci fu un breve momento di silenzio, quasi come se ciò che voleva dire gli sembrava una cosa orribile, qualcosa che credeva avesse ferito qualcuno e, infatti, avrebbe ferito profondamente Chloe.
« Non so cosa tu abbia pensato fino ad ora, ma vorrei chiarire una cosa.»
Lei aveva il cuore in gola, riuscì a malapena a deglutire.
« Ti ho dato il mio numero per semplice simpatia, non nutro nessun tipo di sentimento per te. »
Sentì il mondo crollarle addosso e anche Jeongguk ebbe un po’ di dispiacere a dire quelle cose, sebbene non ne capisse il motivo.
« Sì, lo so. » rispose cercando di sembrare il più naturale possibile e accennando un lieve sorriso « Nemmeno io provo nulla per te. Non sono nemmeno una vera e propria fan. »
Lui tirò un lungo sospiro di sollievo, quasi come se si fosse appena tolto un peso di dosso e questo rese Chloe ancora più triste.
Era quello che voleva chiedergli e aveva appena ricevuto la risposta che si aspettava (sebbene sperava di riceverne un’altra), ma allora perché si sentiva così?
« Beh, io adesso devo chiudere. » concluse lei. Voleva terminare quella conversazione il prima possibile. « Sono in compagnia di amici. »
Non gli diede nemmeno il tempo di rispondere che chiuse subito la chiamata.
 
***
 
“Ok, ci sentiamo!” era quello che voleva risponderle, ma non ne ebbe il tempo perché sentì il suono della chiamata appena terminata.
Guardò perplesso il cellulare, quasi come se lì ci fossero racchiuse le risposte alle sue domande. Non aveva fatto niente di male, eppure si sentiva tremendamente in colpa.
 
***
 
Passarono un bel po’ di giorni e Chloe in quel lasso di tempo aveva deciso che sarebbe stato meglio rassegnarsi e non pensare più a Jeongguk. In quei giorni non stava nemmeno più ascoltando la band, cercando di dimenticare il giorno in cui era andata ad un loro concerto ed era salita sul palco.
Lui inoltre non la stava nemmeno contattando e lei non aveva intenzione di farlo al suo posto. Non per orgoglio o per timidezza, ma per il semplice fatto che non voleva disturbarlo. Sapeva che era sicuramente molto impegnato.
Improvvisamente però il suo cellulare squillò.
Non guardò neanche di sfuggita il nome scritto sulla schermata del telefono – dato che sicuramente era sua madre - e accettò la chiamata.
« Pronto? »
« Ehi Chloe! Volevo chiederti una cosa. »
La ragazza sbarrò gli occhi, allontanò il cellulare dall’orecchio e solo allora si accorse che chi la stava chiamando era Jeongguk. In quel momento si trovava al parco, fortunatamente senza Hyun Woo attorno.
« Stasera ci sarà un concerto. I biglietti sono già esauriti, ma volevo chiederti se volevi almeno venire e stare con noi nel backstage.»
« Nel backstage? » chiese incredula.
Le sembrava a dir poco surreale la cosa. Jeongguk la trattava quasi come se fosse sua amica e probabilmente lui la considerava tale, ma gli altri? Chloe non era nemmeno sicura che si ricordassero del suo nome.
« Certo, nel backstage. Se proprio vuoi poi potresti guardare il concerto da quei piccoli schermi che ci sono all’interno. » continuò cercando di essere il più persuasivo possibile poi, come per voler nascondere il fatto che voleva davvero tanto che accettasse, continuò dicendo « Però se non vuoi venire non fa niente. »
Chloe fece finta di pensarci, perché in fondo voleva andarci, e poi accettò.
Jeongguk le disse il luogo e l’ora e poi riattaccò.
Il concerto si sarebbe tenuto alle 21:00 e probabilmente sarebbe durato fino alle 23:30 se si contava la parte in cui parlavano, in cui facevano i bis, in cui parlavano e in cui si cambiavano d’abito e si rifacevano la pettinatura.
Erano ancora le 18:00 e, sebbene mancassero ancora tre ore, Chloe si precipitò immediatamente a casa per prepararsi. La strada ormai le era familiare, quindi non ci mise molto.
La prima cosa che fece fu farsi una bella doccia calda poi, una volta uscita, andò nella sua camera da letto e cercò di trovare qualcosa di bello da indossare.
Aveva molti vestiti, ma scegliere un coordinato decente era sempre un’impresa.
Dopo innumerevoli prove optò per un paio di jeans con le borchie e con dei piccoli strappi dove, grazie alla stoffa sottostante, non si vedeva la pelle.
La felpa era marrone e attillata. Sul davanti c’era disegnato un grosso 8 e sul retro un 4. Era una felpa con dolcevita, ma, dato che Chloe odiava quei colletti lunghissimi, era sempre solita ad abbassarlo in modo da lasciare la gola scoperta.
Per le scarpe decise di indossare un paio di converse nere.
I capelli li lasciò sciolti, anche se decise di portare ugualmente con sé un elastico per capelli in caso facesse eccessivamente caldo.
Erano ancora le 20:00 e mancava solo un’ora prima dell’inizio del concerto.
Era arrivato il momento di trovare una scusa per uscire di casa a quell’ora.
Ci mise un po’ a trovare un buon piano, dopotutto lei non aveva ancora amiche del posto e il fatto che andasse al parco a quell’ora e tornasse a casa alle 23:30 passate era abbastanza, se non troppo, surreale. Trovò quindi un buon metodo.
“A mali estremi, estremi rimedi” pensò tra sé e sé.
Uscì dalla sua camera e bussò alla porta della stanza di suo cugino, sperando si trovasse lì. A quanto pare qualcuno lassù le voleva bene, infatti Hyun Woo era intento ad abbottonarsi la camicia. Molto probabilmente doveva uscire.
Lui volse lo sguardo verso di lei, perplesso.
« Posso chiederti un favore? » chiese Chloe con tono persuasivo.
Lui non rispose e continuò a fissarla, come per dirle di continuare.
« Potresti far finta di uscire insieme a me per oggi? Devo andare da una parte e non so come dirlo ai miei. »
« Dove precisamente? » chiese lui.
Chloe avrebbe dovuto aspettarsi una domanda del genere, eppure qualche momento prima non aveva minimamente pensato a cosa dire a lui.
« Non posso dirtelo ora, te ne parlerò un’altra volta. »
Ci fu un breve silenzio.
« Allora no. » concluse infine afferrando il cellulare ed uscendo dalla sua stanza.
Quando sentì la porta di casa chiudersi il morale di Chloe era davvero a terra. Come avrebbe fatto ora?
Poi iniziò a pensare a qualcosa che, se ne sarebbe resa conto più tardi, era meglio non fare.
Scese velocemente le scale e salutò sua madre dicendole che Hyun Woo la stava aspettando fuori per uscire. Non le diede nemmeno il tempo di controbattere ed uscì subito di casa, avviandosi velocemente verso il luogo del concerto.
C’era una lunghissima fila di fan che testimoniava che non avevano ancora aperto il locale dove si sarebbe tenuto il live.
Chloe compose il numero di Jeongguk sul cellulare e poi avviò la chiamata.
Pochi squilli più tardi lui rispose.
« Sei già arrivata? »
Sarà stato pur vero che mancavano ancora venti minuti, ma si sarebbe certamente aspettata un’accoglienza migliore.
« Vai al retro del locale, ti apro la porta. »
Continuarono a tenere la chiamata in corso, anche se non parlavano, nel frattempo che Chloe faceva tutto il giro esterno del locale: era abbastanza grande.
Ad un tratto vide una porta socchiusa e si avvicinò, scoprendo così Jeongguk che la stava aspettando. Quando lo vide sorrise e lui fece lo stesso.
« Su entra. » la invitò aprendo completamente la porta e facendole spazio, poi ri-chiuse la porta chiave.
Era una grande stanza quasi vuota (con solo qualche sedia qua e là), dipinta di bianco e con le piastrelle di un bianco accecante.
« Quando andrò a cantare dovrai inventarti qualcosa. Per esempio che sei la figlia di una hair stylist. » dopo aver notato lo sguardo perplesso di Chloe continuò « Normalmente non è possibile far entrare qui i fans. »
Chloe sbarrò gli occhi, più che decisa ad andarsene.
« Ma tu rimarrai. » continuò lui afferrandole saldamente la mano ed avviandosi verso l’uscita della stanza.
Quando aprì la porta trovò, dalla parte opposta del muro, Jimin, già tutto preparato, con gli auricolari alle orecchie che di tanto in tanto canticchiava. Probabilmente stava ripassando i testi delle canzoni.
Alzò lo sguardo verso di loro, lanciando un’occhiata furbetta poi, dopo essersi tolto gli auricolari, si avvicinò ai due e guardò carico d’interesse Chloe.
« Mi pare di averti già vista da qualche parte… »
Jimin pensò intensamente a chi gli ricordasse continuando a fissarla.
« Ma certo! Devi essere quella ragazza del concerto dell’altra volta! » si fermò un attimo e poi continuò « Cleo, giusto? » 
« È Chloe. » lo corresse l’altro, poi continuò « Hyung, non dire nulla a Namjoon però, penserebbe che lei sia la mia ragazza. »
Jimin annuì  e poi si allontanò come se nulla fosse, infilando di nuovo gli auricolari alle orecchie.
Chloe e Jeongguk chiacchierarono un po’, anche quest’ultimo era già pronto per il concerto. Ad un tratto però la ragazza lo vide sbiancare e mettersi una mano sul lato destro del bacino, tra l’ombelico e il fianco destro. Cercò un sedia per sedersi e, dopo averlo fatto e aver detto a Chloe, evidentemente preoccupata, di stare tranquilla, il dolore aumentò ancora di più.
« Vuoi che chiami qualcuno? » chiese lei in modo impacciato. Non aveva la minima idea di come comportarsi in una situazione del genere.
« Non ce n’è bisogno, davvero. » rispose lui alzando la testa e cercando di fare un sorriso « Ho solo avuto una leggera fitta, non è niente. »
In realtà però anche lui era preoccupato. Aveva la nausea, gli girava la testa e sentiva anche come se avesse qualche linea di febbre, ma doveva fare il concerto. Non avrebbe mai rinunciato a cantare, quindi si alzò e si avviò verso i compagni, già pronti per entrare in scena.
Chloe, ancora preoccupata, guardò il concerto dagli schermi presenti nel backstage. Vedeva chiaramente come Jeongguk si muoveva con fatica e riusciva anche ad intravedere la sua  espressione dolorante.
Il peggio però arrivò quando arrivò il suo turno per cantare. Non era capace di cantare in tono molto alto, infatti a sentirlo si faceva anche un po’ di fatica. Ogni tanto poggiava la mano sul suo fianco e la toglieva subito. Tutti i membri del gruppo di tanto in tanto gli lanciavano un’occhiata preoccupata sperando che l’esibizione finisse in fretta.
 I fans erano comunque felicissimi, probabilmente erano talmente presi che non si erano nemmeno accorti dello stato in cui uno dei membri si trovava.
Finita l’esibizione tutti tornarono velocemente nel backstage e, per quanto erano preoccupati, si dimenticarono di parlare un po’ ai fans com'era invece programmato.
« Cosa ti è preso? » gli chiese Namjoon.
Tutti e sei i membri lo circondavano mentre il più giovane era intento a misurarsi la febbre.
« Niente hyung, sto bene. » rispose lui debolmente.
« Dobbiamo sospendere il concerto. » propose Seokjin.
« Cosa? No! » intervenne Jeongguk « Se proprio non volete che canti esibitevi senza di me.»
« E anche fosse come facciamo? Non abbiamo nemmeno mai provato a fare una cosa del genere. » protestò il leader.
Il più giovane si sfilò il termometro da sotto l’ascella, notando spiacevolmente che aveva 37.7.
Hoseok sbirciò da dietro « Credo che dovremo davvero sospenderlo… »
Chloe intanto osservava da lontano. Voleva tanto andare a parlargli, ma se Jeongguk non voleva che Namjoon sapesse che lei si trovava lì allora era meglio non avvicinarsi.
Jimin la notò da lontano e lentamente le si avvicinò
« Ha quasi 38° di febbre, abbiamo deciso che sospenderemo il concerto. »
Si era comportato quasi come se sapesse già della sua preoccupazione nei confronti del maknae del gruppo, il che la rese molto felice. Lui le sorrise e lei ricambiò, poi si allontanò e insieme a tutti i gli altri membri, escluso Jeongguk, si presentò nuovamente sul palco.
Lui, dolorante, si avviò verso Chloe e l’accompagno nella stanza al retro del locale, dove c’era l’uscita del backstage.
« Mi dispiace averti invitata, non ti sei divertita molto, vero? » chiese lui con un sorriso amareggiato. Poi nuovamente si ripeté la scena di una decina di minuti prima, solo che stavolta era caratterizzata anche da gemiti di dolore. Mentre era seduto, Jeongguk teneva la mano premuta sulla sua pancia, delle volte accennando dei leggeri massaggi.
« Non ti muovere, vado a chiamare qualcuno. »
« No. Passerà.» ripose tra un gemito e l’altro.
Chloe non gli diede ascolto ed uscì velocemente dalla stanza. Il primo che incontrò fu Namjoon che probabilmente era in cerca del più giovane dato che si guardava attorno in modo confuso.
« Namjoon! » “Al diavolo gli onorifici” pensò « Ti prego, vieni! »
Lui la guardò con sguardo perplesso.
« Jeongguk è di là. Sta male, non so cosa fare! » lo pregò lei con aria preoccupata.
 
 
Il mio angolino
 
 
Ehilà!
Mi dispiace per il ritardo TToTT
Ho avuto problemi con la scuola e a anche con la mia scarsa ispirazione.
Cercherò di aggiornare il più presto possibile ♥
 
Ji Yong
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: H o p i e