Capitolo 5

Benvenuti!

Il volò durò 12 ore, l’aereo aveva viaggiato tranquillamente per tutto il tempo, nessun vuoto d’aria, nessuna avaria e colata a picco nel triangolo delle bermuda. Il viaggio migliore che si potesse fare l’avevano fatto loro, la maggior parte del tempo i ragazzi, da bravi viaggiatori lo avevano passato dormendo, però c’era anche chi leggeva libri, chi giocava a tris con il vicino di posto imprecando ogni qual volta la partita finiva in parità, e poi c’erano Sakura, Ino, Temari e Tenten che non si erano zittite un attimo, chissà come faceva Hinata a riposare tranquillamente con tutto quel baccano.

Da quando l’aereo era decollato fino ad ora che mancavano pochi minuti all’atterraggio avevano sempre avuto qualcosa di cui parlare.. per dodici intere ore! Ino con la sua rivista di gossip aveva fatto un aggiornamento generale alle loro amiche sulle vite sentimentali di tutti gli attori del momento, ed aveva fatto presente loro anche che Victoria Beckham paparazzata posteriormente nelle spiagge di Miami faceva bella mostra della sua buccia d’arancia… la bionda aveva cominciato a fare i salti di gioia urlando cose sconnesse come:

“l’ho sempre detto che la perfezione non esiste!!” oppure “evvivaaaa vai a rifarti il sedere adesso signora groviera dei miei stivali!!!”

Questa sua euforia aveva fatto ridere anche mezzo aereo che sentendo le sue esclamazioni l’aveva presa per una povera pazza, la ragazza sicuramente non era brava a passare inosservata.

Sakura per tutto il tempo aveva ascoltato pazientemente l’amica, ma poi aveva attaccato anche Tenten che tutta eccitata fece presente alle altre ragazze di una imminente pioggia di meteoriti… mentre Temari le uniche volte che parlò fece esasperare le tre affrontando discorsi poco pudici su ciò che avrebbe fatto con Iruka in questi tre mesi e su quanto da una parte loro fossero fortunate a poter mettere corna a destra e a manca senza che i loro ragazzi lo venissero mai a scoprire.

La voce meccanica che le aveva accompagnate all’inizio del viaggio parlò di nuovo dando il medesimo ordine di allacciare le cinture di sicurezza dato che dopo pochi minuti l’aereo sarebbe atterrato all’aeroporto di Ciampino. Le ragazze seguirono le istruzioni in tranquillità, e guardando fuori dai finestrini notarono che il veicolo stava cominciando a scendere, era uno spettacolo stupendo!

Di nuovo vedevano case minuscole e rettangoli verdi di prato avvicinarsi, e poi la pista sulla quale l’aereo atterrò leggiadro, il pilota doveva essere un vero asso. Poggiando le ruote sulla pista l’aereo camminò prima più velocemente e poi prese un’andatura lenta ed andò a posizionarsi per far scendere i passeggeri. Con molta calma le classi si misero in piedi di fronte ai propri sedili cercando di far riprendere un po’ di sensibilità alle gambe che al momento avevano assunto le sembianze della gelatina . Poi sotto ordine della preside cominciarono a scendere ordinatamente, prima la fila di sinistra e poi quella di destra.

Dopo aver effettuato tutti i controlli si diressero al nastro per ritirare le proprie valigie, e successivamente all’uscita dove un pullman li stava aspettando, caricarono nuovamente i bagagli ed entrarono nel bussolotto a quattro ruote. Non persero molto tempo a decidere i posti, sarebbe stato inutile dato che nel giro di mezz’ora sarebbero arrivati in albergo, erano arrivati in nottata quindi non ci sarebbero stati grandi problemi di traffico. Come previsto in poco tempo arrivarono al loro albergo.

Hotel Celio c’era scritto fuori, era un albergo a quattro stelle, e si trovava proprio in prossimità del Colosseo.

I professori e le classi con le valigie a seguito entrarono nell’albergo, la hall era bellissima, i mobili non erano moderni ma bensì seguivano uno stile piuttosto retrò, i pavimenti erano per lo più a mosaico, e su qualche muro facevano bella mostra degli affreschi particolari. Tutti rimasero per qualche istante a guardare il meraviglioso posto che per tre mesi sarebbe stata la loro nuova “casa”.

Mentre tutti erano imbambolati a guardarsi intorno fecero la loro comparsa i facchini e le cameriere che sorridenti si occuparono delle valigie, mentre loro vennero accolti con un caloroso “BENVENUTI” dal vice- direttore che poi li accompagnò nell’ala dell’albergo da loro affittata.

Il cordiale signore spiegò al sig. Kakashi che le camere dei piani a loro riservati erano tutte da due e da tre, e lui lo tradusse con molta tranquillità agli alunni. Avrebbero occupato l’ala ovest, che era anche quella con maggior visuale. I facchini e le cameriere che si erano occupati fino ad allora delle valigie si congedarono per lasciare il tempo ad ognuno di scegliere la disposizione dei posti in camera.

-accidenti ragazze saremo… divise- disse tristemente Hinata

-oh bhe non c’è di che preoccuparsi Hina, tanto staremo in giro tutto il giorno e probabilmente ci sarà dato il permesso di stare insieme anche fino a tarda sera. Quindi niente tristezza!-

-per una volta do ragione a Tenten, non importa con chi stiamo in camera la sera sicuramente saremo talmente stanche che cadremo addormentate come pere- esordì Temari mostrando uno dei suoi migliori sorrisi cercando di convincere la mora un po’ afflitta.

-bene ragazze allora decidiamo le camere… io credo che starò con Ino, dato che sono l’unica che riesce a sopportare i suoi calci notturni, perciò se voi tre mi assicurate che riuscirete a stare in camera insieme per tre mesi senza ammazzarvi noi due prendiamo la stanza doppia, che ne dite?-
Sakura aveva proprio ragione probabilmente sarebbe convenuta a tutte questa soluzione dato che Ino durante la notte ogni tanto prendeva a scalciare come una puledra impazzita, e per l’appunto solo la rosa tra tutte riusciva a sopportarla senza diventare isterica e rovinarsi il sonno.

-ehi Sakura, ma che diavolo dici? Da come mi descrivi sembra che tu parli di un cavallo più che di una ragazza!!-

L’affermazione della bionda fece alzare un coro di risate che finirono solo quando le ragazze si divisero per andare nelle camere. La stanza di Temari, Tenten e Hinata si trovava a pochi passi dall’ascensore, mentre Sakura e Ino l’avevano a quattro porte di distanza dalle amiche.

Le classi erano mischiate sui piani quindi probabilmente si sarebbero ritrovate con vicini di stanza sconosciuti anche se ciò non le infastidiva. Più che altro erano curiose di sapere chi fossero i loro vicini dato che dalla porta affianco a quella della bionda e della rosa si sentiva un baccano pazzesco, probabilmente un terremoto avrebbe procurato meno caos, ma le ragazze erano troppo stanche per indagare, ci avrebbero pensato l’indomani mattina… così salutandosi chiusero la porta delle loro camere ed andarono a rilassarsi un po’ prima di cominciare a disfare le valigie e a visitare interamente la bellissima città che tutti definivano eterna…

Roma!







Uccidetemi! Fatelo vi prego!
Sono un disastrooooooo, vi avevo promesso che avrei aggiornato al più presto ma alla fine...
Vi chiedo umilmente scusa spero che il capitolo sia di vostro gradimento, stava facendo la muffa poverino :') ma alla fine dopo una veloce correzione generale ci sono riuscita a pubblicarlo!
Spero che abbiate ancora voglia di darmi le vostre opinioni :D ho bisogno di voi per poter ''crescere'' spero di rileggere al più presto le ostre recensioni un grandissimo bacio...
Laira

P.s
come al solito il capitolo è un pò cortino, lo so.. ma purtroppo fino all'ottavo l'andatura sarà questa dato che li ho già scritti da un pò. Ora sto tentando di scrivere l'undicesimo in modo più dettagliato e preciso così da farvi leggere e magari capire qualcosa in più... sapete, io in testa ho tutto chiaro il probelma come tante di voi sapranno è che quando scrivi qualcosa per far entrare anche il lettore nella storia ci vuole molto di più del semplice concetto che ho in mente io... ho promesso a me stessa, e a voi che con questa storia avreste riso, pianto, sospirato... insomma voglio che la viviate come la vivo io quando scrivo quindi spero davvero che entro la fine di questa long voi siate fiere di me:)