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Autore: Cassidy_Redwyne    20/12/2013    6 recensioni
Quattro amiche diversissime fra loro, eppure inseparabili, vengono a conoscenza del prestigioso liceo di St. Elizabeth. In cerca di una nuova sistemazione scolastica, le ragazze decidono di iscriversi, del tutto ignare di ciò che le attende all’interno dell’istituto.
L’aspetto e il comportamento degli studenti, infatti, sono davvero bizzarri, per non parlare di quei quattro affascinanti ragazzi in cui le protagoniste si imbattono durante i primi giorni di scuola… si tratta di un colpo di fulmine o di un piano magistralmente architettato alle loro spalle?
Tra drammi adolescenziali e primi batticuori, le quattro sono pronte a smascherare una volta per tutte il segreto che si cela fra le mura del misterioso istituto.
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Di fronte a quella scena, le tribune si riempirono di un boato ancora più assordante e i ragazzi intorno a  noi scoppiarono in un sonoro, collettivo OOOOH! di puro stupore.
I due continuarono a baciarsi appassionatamente e rimasi immobile, a bocca aperta, mentre un fiume di studenti, chi appena sceso dagli spalti, chi voleva stringere la mano ai giocatori, chi stava uscendo dal campo, mi spintonava da ogni parte senza che io opponessi alcuna resistenza. Ma, a giudicare dai corpi pietrificati delle mie amiche al mio fianco, non dovevo essere stata l’unica ad avere quella reazione.
Lucas aveva appena baciato Arianna. Lucas e la nostra Ari!
Sapevo fin troppo bene che Arianna non era una santarellina. Quando l’anno prima avevo frequentato per un periodo la sua stessa scuola con Beth, infatti, non mi andava troppo a genio proprio perché aveva un enorme successo con il genere maschile. Ma tutto ciò era ormai acqua passata: Ari ed io avevamo superato da tempo i dissapori ed andavamo d’amore e d’accordo, anche se probabilmente non la conoscevo ancora così bene.
Era evidente che Lucas avesse un debole per lei e che presto o tardi avrebbe manifestato i suoi sentimenti, ma non mi sarei mai aspettata una simile reazione da parte di Arianna, che oltretutto in quel periodo era così fredda e taciturna! Stentavo a riconoscerla, coinvolta nell’abbraccio del ragazzo, mentre lo fissava dritto negli occhi con un sorriso a fior di labbra che avrebbe fatto venire le ginocchia molli a uno qualsiasi dei suoi ammiratori.
Quando però tornò a terra e allontanò leggermente Lucas da sé con un braccio, con un gesto impercettibile ma deciso, riconobbi in lei l’Arianna di sempre.
Mi voltai verso le mie amiche: Beth, con le pupille strabuzzate, pareva ancora scioccata, mentre Angie, ripresasi dall’iniziale stupore, guardava Arianna a braccia incrociate con un’espressione indecifrabile dipinta sul volto. Il suo atteggiamento non mi stupì più di tanto: dopotutto lei la conosceva meglio di noi, visto che avevano sempre frequentato le stesse scuole.
Dopo aver scosso la testa, la ragazza bionda si avvicinò spedita ai giocatori, complimentandosi con loro per la bella partita e menzionando mosse che, nonostante la sua telecronaca, non avevo mai sentito nominare.
Nella confusione generale apparve la Cooper, che li richiamò. I i ragazzi, euforici per la vittoria, si avviarono verso l’uscita, seguiti da Angie, che continuava a chiacchierare con loro e, poco lontano, da Arianna e Lucas, che camminavano fianco a fianco, nonostante la ragazza mantenesse tra loro una certa distanza di sicurezza.
Notai con la coda dell’occhio Beth seguirli e mi incamminai dietro di lei, insieme ad una mandria di studenti esultanti che però mi superarono e raddoppiarono in un attimo la distanza tra me e la mia amica.
Cercai inutilmente di seguirla, facendomi spazio tra i ragazzi che continuavano a spintonarsi e ad urlare e, proprio quando mi parve di intravedere un caschetto di capelli scuri all’orizzonte, una figura che andava nella direzione opposta alla folla agitò le braccia davanti a me, nel tentativo di allontanare da sé un gruppo di ragazze, e mi prese in pieno volto.
«Ahi!»
Alzai gli occhi, infastidita e mi trovai davanti nientedimeno che Draco, il ragazzo biondo la cui azione era stata decisiva per la vittoria dei nostri, con un’espressione mortificata in volto. Mi urlò un frettoloso “Scusami!” con voce nervosa e scomparve nella confusione.
Borbottai qualcosa di poco gentile nei suoi confronti, cercando invano di ritrovare la chioma di Beth, ma ormai l’avevo persa nella folla.
No, no, non di nuovo! pensai, accelerando il passo e continuando a guardarmi intorno, ma dopo pochi metri mi dovetti arrendere all’evidenza.
Sospirando, mi feci largo a fatica tra i ragazzi urlanti che, nonostante gli ammonimenti degli insegnanti presenti, non davano alcun segno di voler rientrare e continuavano a scorrazzare, intonando cori vittoriosi per la nostra vincita. Correvano e mulinavano le braccia come animali e, dopo avermi colpita per la quinta volta di seguito (episodio di Draco compreso) sarei scoppiata in lacrime: era davvero troppo per una claustrofobica come me!
All’improvviso, però, qualcuno mi afferrò saldamente per un braccio e mi trascinò lontano da quel girone infernale, lasciandomi poco più avanti, dove la confusione andava disperdendosi e una massa di studenti, meno colossale e più ordinata di quella in cui ero rimasta bloccata fino all’attimo prima, si stava avviando dentro l’istituto.
«Ti vedevo un  po’ in difficoltà» proruppe il mio salvatore, vagamente divertito.
Riconoscendo subito la sua voce, mi voltai verso di lui.
«Night!» esclamai, ancora ansimante. «Grazie per avermi salvata.»
Di fronte al mio tono serissimo, lui scoppiò a ridere. «Oh, non c’è di che.» Guardandosi intorno, mentre procedevamo, aggiunse: «Non vedo la tua combriccola, in giro.»
Lo guardai di sottecchi, non capendo se quell’affermazione fosse seria o una sottile presa in giro. Alla fine, nonostante quel combriccola intriso di sarcasmo, propesi per la prima ipotesi.
«Sono state più fortunate di me. A quest’ora saranno già salite in camera» borbottai sospirando.
«Be’, non ne dubito. Gonnellina al Vento si sarà fatta strada a suon di pugni, per entrare» osservò lui.
«È probabile.» Scoppiai a ridere, non potendo fare a meno di notare che Angie fosse costantemente nei suoi pensieri.
Superato l’ingresso, tirai un sospiro di sollievo. Finalmente eravamo dentro! Dietro di noi, alcuni insegnanti stavano gridando a squarciagola nel tentativo di recuperare qualche ultimo ribelle che, a differenza nostra, non aveva alcuna intenzione di tornare a scuola.
«Anche io ho sempre fatto così, quindi non posso biasimare quei ragazzini» commentò Night alle urla dei professori. Lo sguardo gli si velò per un attimo, facendolo apparire molto più grande della sua età.
Non sapendo cosa replicare, vedendolo di colpo così pensoso, preferii cambiare argomento.
«Comunque… be’, bella partita, Night!» buttai lì, abbozzando un sorriso.
Lui parve tornare in sé e ricambiò il sorriso. Quindi, dopo avermi rivolto un cenno di saluto, si allontanò in direzione di un gruppo di ragazzi in fondo al corridoio.
A quel punto, rimasta sola, svoltai a destra e attraversai a grandi passi l’atrio, ancora molto affollato, per poi imboccare le scale e procedere in direzione del primo piano.
In camera mi aspettava un assurdo spettacolo.
Invece che dai saluti delle ragazze, ad accogliermi fu una terribile confusione. Beth, in piedi sul letto, stava urlando qualcosa ad Arianna, Angie stava sgridando Beth con venti decibel in più della norma, Arianna stava gridando ad entrambe perché voleva un po’ di silenzio.
«EHI!» urlai a mia volta, sbracciandomi. Mi pareva quasi di essere un naufrago che avvista una nave all’orizzonte, dopo settimane e settimane su un’isola deserta.
Dopo un momento, accortesi che in quella cacofonia era subentrata una nuova voce, in camera scese il più completo silenzio e tutte e tre le ragazze si voltarono nella mia direzione.
«Kia!» esclamò Beth, la prima a riscuotersi. «Ma dov’eri finita?»
«Sono rimasta bloccata in quella bolgia infernale» mugugnai, chiudendomi la porta alle spalle.
«Hai assistito al bacio? Eh? Lo hai visto, vero? Dimmi che lo hai visto!» continuò lei, eccitata al punto da non riuscire neanche a stare ferma. Si lasciò cadere sul mio letto a peso morto, sospirando con aria sognante.
«A dire il vero, credo lo abbia visto tutta la scuola» mormorai, sedendomi a mia volta accanto a lei, per impedirle di agitarsi oltre.
«Meglio così! Sembrava un film!»
Ignorando completamente la mia presenza, Beth iniziò a rotolare sul mio letto, sgualcendo il mio piumino e facendo cadere il mio cuscino a terra. Riuscì ad urtare pure il mio comodino e afferrai di scatto l’abat-jour per non far schiantare a terra anche lui, mentre mi davo mentalmente dell’idiota: sembravo uno degli affamati gabbiani di Nemo.
Qualcosa mi dice che più tardi dovrò rifarmi il letto.
«Hai avuto un’overdose di romanticismo, Beth?» scherzai. «Dai, cerca di calmarti» mormorai, quasi obbligandola a mettersi seduta.
«Ciao Kia.»
«Ciao Ar…ngie?»
Sbigottita, mi voltai verso di lei, che si sforzò di sorridermi. Con quel tono così distaccato, l’avevo scambiata per Arianna.
La protagonista indiscussa della partita, invece, era sdraiata sulle coperte a gambe incrociate e stava scrivendo messaggi al cellulare. Beth si alzò dal mio letto e, preso lo slancio, si lanciò sul suo, facendole quasi prendere un collasso.
«BETH! Ma che combini?»
«Con chi ti messaggi? Eh?» domandò subito lei, tentando di sbirciare.
Niente da fare: Arianna si nascose il cellulare dietro la schiena con una mossa fulminea e allontanò la mora piantandole un piede nudo dritto in faccia.
«Che schifo!» fece Beth disgustata, arretrando di scatto e, di fronte a quella scena, non potei che scoppiare a ridere fragorosamente. Angie non si unì a me e rimase a fissarle in silenzio.
«Così impari» rispose Arianna, con un sorrisetto. «Comunque nulla di che, stavo solo parlando con Margaret» fece poi, scrollando le spalle. «…una mia amica di Edimburgo» si affrettò ad aggiungere, notando i nostri sguardi perplessi.
Fu in quel momento che mi ricordai improvvisamente della festa. Allungai una mano per afferrare il mio cellulare dal comodino, lo sbloccai e selezionai l’icona della rubrica.
«Beth» mormorai, e la mia amica si voltò di scatto nella mia direzione. «Hai già avvertito qualcuno dei ragazzi della festa?»
Lei scosse la testa ed io buttai lì: «Be’, visto che possiamo invitare due persone ciascuno, potremmo chiedere a Leo, George, Camila e…» deglutii. «…Luke.»
Tre paia d’occhi si voltarono di colpo a fissarmi.
«Ne sei sicura?»
«Ecco Kia, non mi sembra esattamente una buona idea… »
«Luke? È ancora vivo?»
«Grazie ragazze, siete sempre di supporto» borbottai, guardandole in cagnesco. «Comunque Beth, ci pensi tu o faccio io?»
Lei mi lanciò uno sguardo eloquente.  «Il mio telefono non ha più credito, per cui…»
«Non che il mio ne abbia parecchio» risposi, scorrendo la rubrica. Sicuramente non ne avevo abbastanza per chiamare, ma forse quel poco rimasto mi sarebbe bastato per un messaggio, ma indirizzato a chi?
Cami, Geo o Leo?
Leo rifiutava la tecnologia in blocco e, per tale motivo, non aveva mai il telefono a portata di mano; quanto a Camila, smarrirlo sei volte al giorno di media era la prassi. Incredibile a dirsi, ma probabilmente George, la persona meno seria che conoscessi, era il più affidabile dei tre, e con lui avrei avuto qualche speranza che l’invito arrivasse ai destinatari. Luke non lo presi neanche in considerazione, visto che probabilmente avrebbe ignorato il messaggio solo per farmi dispetto.
Cliccai sull’icona del bel ragazzo biondo, immortalato in una foto scattata da me, risalente a qualche anno prima, dove cercava di toccarsi il naso con la lingua. Inarrivabile, in tutti i sensi. Soffocando una risata, nel ricordare le dinamiche in cui era stata scattata quella foto, iniziai a scrivere il messaggio.
Beth, intanto, continuava a tormentare Arianna.
«Da quanto state insieme?» domandò, avvicinandosi, incurante della minaccia dei piedi dell’altra.
«Non stiamo insieme» replicò Ari, continuando a cliccare freneticamente sulla tastiera.
«Ah, e ti ha baciata perché non aveva nient’altro da fare?» La voce di Angie si levò dall’angolo della stanza in cui si era rintanata e dal quale non aveva ancora spiccicato parola.
Arianna alzò il capo e le piantò gli occhi in faccia, bloccandosi un attimo dallo scrivere.
«L’ho intesa come una dichiarazione» disse in tono glaciale.
Beth captò subito l’improvviso cambiamento d’aria e si voltò verso la ragazza bionda.
«Andiamo Angie, sono sicura che in fondo al tuo repertorio hai anche qualche complimento da fare» scherzò, vagamente a disagio, nel chiaro tentativo di stemperare l’atmosfera.
Arianna inarcò un sopracciglio. «Il copione qua prevede che tu sia felice per me.» Si bloccò, stringendo le labbra.  «O, almeno, che faccia finta di esserlo.»
«Poverina!» fece Angie, mettendo il broncio. «Fatti consolare da Margaret, allora. Lei sarà sicuramente felice per te!»
Arianna non proferì parola, limitandosi a sollevare il suo cellulare, sul cui schermo acceso continuavano ad apparire messaggi in rapida successione, mentre la suoneria pareva come impazzita.
«Mi sta mandando messaggi con scritto solamente WAAAAAA! da…» Diede una rapida scorsa all’orologio. «Mezz’ora.»
«Che deficiente» fu l’unico commento di Angie, prima di balzare in piedi e uscire dalla camera, sbattendosi la porta alle spalle.
«Com’è infantile» mormorò Arianna, distendendosi di nuovo sul letto. «Parte subito all’attacco e poi, non appena le cose si mettono male e capisce di aver torto marcio, scappa.»
Scosse la testa ed io fissai pensierosa la porta chiusa della nostra camera.
«Forse dovremmo andare a recuperarla» dissi, lanciando un’ultima occhiata allo schermo del mio cellulare, in attesa del responso di George.
«Secondo me dovremmo solo lasciarla sbollire» ribatté Arianna, stirandosi come un gatto.
«Non credo si sbollirà affatto, se finisce in camera di Night» intervenne Beth. «Magari otteniamo esattamente l’opposto.»
«Non è detto che vada da quel ragazzo perverso, ma forse hai ragione» rispose l’altra, socchiudendo gli occhi.
«Vado io a cercarla» annunciai dopo un po’, notando che la risposta di George tardava ad arrivare.
Riposi il cellulare nella tasca dell’uniforme ed uscii.
Dietro di me, Beth pregava per l’ennesima volta Arianna di raccontarle qualche dettaglio sul suo bacio con Lucas.
«E va bene…» disse lei con un sospiro di resa, mentre chiudevo la porta.
 
****
 
Angie inspirò a fondo, per poi lasciarsi sfuggire un verso a metà fra un grugnito, un gemito e un sospiro.
Avanzò di qualche passo nel corridoio deserto, riflettendo sul magico potere che aveva Arianna di provocarle l’urticaria. Non che fosse mai andata particolarmente d’accordo con lei, ma quando faceva la finta indifferente con i ragazzi, quasi meravigliandosi che, con il suo atteggiamento da nobildonna, tutti le andassero dietro e la considerassero la più popolare, la faceva infuriare.
Anche quando andavano a scuola insieme ed erano fortemente in competizione, Angie si era sempre dovuta accontentare di essere la numero due, nonostante facesse la miglior musica rock in circolazione e vantasse le migliori conoscenze dell’istituto. Ma ad Arianna bastava sbattere le lunghe ciglia e tutto ciò che desiderava pioveva magicamente dal cielo.
L’ho intesa come una dichiarazione… Dio, ma si ascolta?
Si bloccò davanti alla stanza numero diciotto, come un magnete attratto da una calamita, e scrutò attentamente la porta.
Dall’altra parte, solo silenzio.
Sorrise fra sé e sé. In effetti, tutta quell’irritazione le aveva messo una gran voglia di pestare qualcuno. E, nel caso in cui quell’idiota di Night fosse stato a farsi la doccia, avrebbe potuto scambiare quattro chiacchiere con Shadow.
Sì, magari c’era Shadow.
Magari.
«Shaddy?» cinguettò Angie, bussando.
La porta si aprì di scatto, rivelando un Night che la fissava orripilato.
«Chi… chi diavolo hai chiamato Shaddy?» domandò disgustato, con una nota stridula nella voce.
«Di certo non tu» replicò lei, approfittando dello spiraglio creatosi per sgattaiolare all’interno della camera, disastrata come al solito.
«Ciao Shadow!» aggiunse, notando il ragazzo moro seduto sul letto, che ricambiò il saluto con un cenno.
«Shaddy…» borbottò Night tra sé e sé. «…cioè, capiti proprio al momento giusto, Gonnellina al Vento» esordì, chiudendo la porta.
Angie non aspettava altro. Prese un grosso respiro e, dopo essersi rapidamente scrocchiata le nocche, fece per avventarsi sul ragazzo.
«Dobbiamo parlare.»
La ragazza si bloccò ad un passo dall’aggredirlo, non del tutto certa di aver capito bene.
«Scusa?»
«Hai capito benissimo.»
Night le indicò con decisione il letto dov’era seduto Shadow, che si fece da parte per farle posto. Angie obbedì come un automa, ancora troppo esterrefatta per ribattere.
Quando la ragazza ebbe preso posto, nel più completo silenzio, Night si parò davanti ai due.
«Riguarda la festa» iniziò lui.
Angie annuì meccanicamente. Era ancora piuttosto perplessa dall’atteggiamento di Night ma, a dire il vero, era emozionatissima all’idea di partecipare al ballo d’inverno dell’istituto: adorava le feste e, anzi, era solita organizzarle lei, ad Edimburgo. Aveva anche pensato di invitare uno dei suoi fratelli, se non avevano altri impegni, ma sarebbe stato arduo decidere chi dei tre.
«Di solito ci si va in coppia… giusto?»
Night le stava parlando con lo stesso tono con cui si sarebbe rivolto ad un decerebrato ed Angie annuì nuovamente.
«Bene» concluse sbrigativamente lui, vedendo che aveva afferrato il concetto basilare. «Ci devi venire con me.»
Lei fece per annuire di nuovo, ma si bloccò a metà. «CHEEEEE?!»
Di fronte alla sua reazione scomposta, Shadow le poggiò una mano sulla spalla con fare solidale.
«Sta’ calma, Angie» mormorò, serafico.
«Tutta la scuola crede che noi stiamo insieme! Non te ne puoi andare alla festa con un altro, così, come se niente fosse!» spiegò Night, spazientito.
«Possiamo sempre dire che ci siamo lasciati» ribatté Angie, incrociando le braccia al petto.
«Gérard non se la berrà mai» borbottò cupamente il ragazzo.
«Ma perché? Mi spieghi perché dobbiamo fare tutto questo per un custode decrepito? Chi cazzo se ne importa!»
«Che finezza, Angie» commentò Shadow, ridacchiando.
La ragazza a quel punto li avrebbe volentieri strangolati entrambi.
«Tu non capisci…» tentò di spiegare Night, ma Angie lo interruppe subito.
«Preferirei persino andarci con Shadow!»
«Grazie, eh!» borbottò il diretto interessato.
Dopo aver visto che riusciva a battibeccare pure con il suo migliore amico, Night diede in escandescenza.
«Fa’ come ti pare, allora!» gridò. «Lo sai che sei veramente insopportabile? Te lo dicono mai le tue amichette?»
«A proposito di amichette…» intervenne Shadow, dando di gomito ad Angie che, dopo le parole di Night, stava ribollendo. «Arianna e Lucas sono stati davvero memorabili, oggi!»
«Quel figlio di puttana! La più gnocca si doveva pomiciar…»
Per Angie quello era davvero troppo.
Scattò in piedi e, avventandosi su Night, lo schiaffeggiò più forte che poté, stampandogli le cinque dita della mano sulla guancia.
 
****
 
Mi avventurai nel corridoio deserto e silenzioso, senza intravedere alcuna traccia di Angie.
Forse era da Night a litigare, pensai, facendo per bussare alla porta della sua camera, quando il mio cellulare vibrò nella tasca.
Tempismo perfetto, Geo!
Dovunque fosse Angie e qualsiasi cosa stesse combinando, avrebbe dovuto aspettare.
Mi allontanai dalla porta e mi appoggiai contro la parete di fronte, piazzandomi a sedere nel bel mezzo del corridoio. Dopo essermi sfilata il cellulare di tasca, diedi un’occhiata alle notifiche: era proprio George! Aveva risposto al mio messaggio di convenevoli e, mentre leggevo il suo, mi ritrovai a pensare proprio ad Angie e a quanto fosse stata fastidiosa con Arianna quel pomeriggio.
Le due, fin dai tempi di Edimburgo, erano sempre state in competizione, ma Angie era semplicemente troppo orgogliosa per ammettere che Arianna era non solo più popolare, ma ci sapeva anche fare con i ragazzi molto meglio di lei. Dopotutto, non potei fare a meno di pensare, Arianna li corteggiava, non li riempiva di botte.
«Il venti dicembre organizzano un ballo nella mia scuola» scrissi, realizzando che, con il botta-e-risposta, mi sarei bruciata in un attimo il poco credito che mi era rimasto.
Pazienza.
«Davvero? Ma è fantastico! Comunque ti salutano anche Cami e Leo, siamo tutti insieme» mi rispose lui poco dopo e fui travolta da un’ondata di nostalgia.
«Già! Ma il bello è che possiamo invitare due amici ciascuno. Io e Beth vorremmo invitare voi, che ne dite?»
Sentii un tafferuglio proveniente dalla camera di Night e Shadow e alzai gli occhi verso la porta. Le urla si mescolarono ad imprecazioni piuttosto colorite e colsi chiaramente la voce isterica di Angie in mezzo al trambusto. Provai un po’ di pena per i due ragazzi chiusi in camera con lei e, sospirando, lessi la risposta di George.
«Sarebbe fantastico! Ti faccio sapere se per quel giorno siamo liberi.»
«Perfetto. Ah, Geo… contatti anche lui?»
«Quel lui?»
«Quel lui.»
«Ok. Dubito che verrà, ma farò un tentativo.»
La porta della camera di Night e Shadow venne aperta e poi sbattuta con violenza. Colsi indistintamente dei movimenti davanti a me, seguiti un rumore di passi che facevano su e giù per il corridoio ma, concentrata com’ero a rispondere a Geo, non ci feci troppo caso e non alzai neanche lo sguardo.
«Grazie George! Ti abbracciamo.»
«Perché ti abbracciamo? Io neanche lo conosco.»
Lanciai un urlo. Ma che diavolo… Night, seduto accanto a me, stava fissando pensieroso lo schermo illuminato del mio cellulare. Ma come diamine avevo fatto a non accorgermene?
«E tu che ci fai qui?» esclamai, ancora spaventata.
«Sono uscito dalla camera da un pezzo, ma tu non ti sei accorta di niente» spiegò, scrollando le spalle.
Realizzai in un attimo a chi appartenesse il rumore di passi che avevo udito poco prima.
«Eri troppo impegnata a parlare con Geo… chi è, a proposito?»
Lo guardai seccata. «Non iniziare a fare come Shadow. È un amico» risposi, calcando bene sull’ultima parola. Ero stanca di incappare in fraintendimenti con ragazzi che conoscevo da quand’eravamo entrambi in fasce.
«Ah, capisco» fece Night con un tono inafferrabile, adagiandosi ancora di più contro la parete. Mentre si muoveva, un particolare sospetto attirò la mia attenzione.
«Che hai fatto al volto?» domandai, preoccupata, indicandogli quello che aveva tutta l’aria di essere il segno di una mano a palmo aperto.
«Gonnellina al Ven…gie.» rispose lui, laconico, e non ci fu bisogno di ulteriori spiegazioni.
Avevo capito benissimo cosa doveva essere successo nella loro camera: decisamente, l’umore di Angie non era migliorato andando lì.
«Non ha alcuna intenzione di venire al ballo con me» disse lui all’improvviso, facendo una risata amara, e lo fissai sorpresa.
Non era proprio da lui raccontare i fatti suoi con così tanta leggerezza ed ipotizzai fosse davvero sfinito. Mi ricordai che aveva obbligato Angie a fingere di essere la sua ragazza per la questione di Gérard e che Arianna aveva promesso loro di non farne parola con nessuno.
Bugia.
Rimanemmo in silenzio per un po’, perché non mi veniva niente di confortante da dirgli, poi mormorai: «Oggi dev’essere una brutta giornata per Angie, comunque. Prima ha trattato male pure noi.»
Night mi osservò con la coda dell’occhio. «A quanto pare, ho il piacere di incontrarla solo nelle sue brutte giornate» disse e ridacchiai sommessamente.
«Ti rendi conto? Ha detto che preferirebbe persino andarci con Shadow, alla festa!» borbottò poi e, mio malgrado, sentii una morsa attanagliarmi lo stomaco.
«Ah» mi limitai a dire, abbassando lo sguardo.
Non mi faceva piacere parlare di lui e Night dovette accorgersi del mio repentino cambiamento d’umore, perché si affrettò a glissare.
«Tu ci andrai con uno dei tuoi amici?» domandò, inclinando la testa da un lato.
«Spero di sì» risposi, pensando istintivamente a Luke, ma poi scacciai il pensiero in fretta com’era arrivato.
Probabilmente mi sarei fatta accompagnare da Leo; dopotutto Camila e George si erano messi insieme l’anno prima e ipotizzai che, se fossero stati liberi, sarebbero venuti come coppia.
Le mie riflessioni furono violentemente interrotte dallo sbattere della porta numero diciotto, dalla quale uscì Angie, a prima vista più tranquilla di quand’era uscita come una furia dalla nostra stanza, seguita da Shadow. I nostri sguardi si incrociarono per una frazione di secondo, ma entrambi girammo di scatto la testa come se avessimo preso la scossa.
«L’ho fatta ragionare» esclamò poi il moro con aria scherzosa, rivolto a Night.
«Non credo alle mie orecchie» si limitò a dire lui e la ragazza lo incenerì con lo sguardo.
«Hai deciso, Angie?» domandai di getto, in uno dei rari casi in cui la bocca si aziona prima del cervello.
Mi pentii immediatamente di quell’intervento: non c’entravo assolutamente niente in quella storia, che diritto avevo di metterci bocca?
Difatti arrossii quando tutti e tre si voltarono a fissarmi, perplessi, in particolar modo Angie, il cui sguardo però poi si posò su Night, rendendosi conto che doveva essere stato lui a mettermi al corrente del loro bisticcio.
«Cioè, con chi andare alla festa» spiegai, anche se non ce n’era alcun bisogno, nel tentativo di rimediare alla mia uscita fuori luogo.
Quindi mi alzai in piedi, riponendo il cellulare in tasca, pronta ad andarmene nel caso in cui la conversazione avesse preso una brutta piega.
«Ci andrò con…»
«Ma no, lei vuole andarci con Shadow» la interruppe Night, alzandosi in piedi a sua volta, e notai che Shadow, cinereo, in quella situazione era a proprio agio più o meno quanto me.
Angie lo fissò senza scomporsi. «Bene, visto che sei d’accordo, ci andrò con lui.»
Detto ciò, girò sui tacchi e sparì in camera nostra, senza che nessuno dei tre avesse il tempo di aprire bocca. Se ne avessi avuta l’occasione, probabilmente avrei commentato con un altro Ah, che in quel momento mi venivano tanto spontanei quando nella conversazione veniva nominato Shadow. Il mio vocabolario doveva aver subito un qualche tipo di trauma, ultimamente.
Night non disse nulla ma, a giudicare dal pugno che assestò alla parete, dandomi i brividi, doveva essere a dir poco infuriato.
«No, no!» esclamò Shadow, in preda al panico, e provai un po’ di compassione per lui. Poi si fece serio d’un colpo. «Lei deve andarci con te. Vado a parlarle.»
Rivolse a Night uno sguardo di scuse e fece per bussare alla porta della nostra camera, ma l’altro lo interruppe.
«Lascia stare, credo sia impossibile farle cambiare idea» disse. Non c’erano note di tristezza nella sua voce, solo una cupa consapevolezza.
In quel momento capii più che mai di essere davvero di troppo e mi avvicinai alla porta, evitando accuratamente il contatto con Shadow, ancora immobile lì davanti.
«Dopotutto oggi è una brutta giornata, per Angie» fece poi Night sorridendo debolmente, scambiandomi uno sguardo d’intesa.
Scossi la testa, vagamente divertita, ed entrai in camera, dubitando per un attimo della sanità mentale della mia amica.


 

Ciao a tutti!

Eccomi di ritorno con un nuovo aggiornamento :) Questo capitolo è più breve degli altri e fondamentalmente piuttosto inutile, visto che, insomma, non succede niente, però rileggerlo mi diverte un sacco, perché Angie e Night (e Shaddy!) mi fanno troppo ridere. Sono di gran lunga la mia coppia preferita, seguiti da Lucas e Ari.

Tornano alla luce vecchi dissapori tra Angie e Arianna, diverse come il giorno e la notte, Night (a proposito di notte) cerca invano di perorare la sua causa (ma come mai insisterà così tanto?) e Kia contatta Geo <3 Mi dispiace non dare molto rilievo a questo personaggio che, nell'immaginario prequel di Love School, è uno dei protagonisti, ma tant'è :C 

Ah, e non dimentichiamoci dell'apparizione di "Draco"! ;)

Piccola precisazione: i nostri amici si contattano via SMS (non ho aggiunto emoticon et similia, che sicuramente sarebbero state verosimili, perché altrimenti i miei occhi avrebbero pianto sangue) perché la storia è ambientata nei primi anni duemila. Quindi... niente whatsapp per le nostre protagoniste!

Ciao, ci vediamo nel prossimo capitolo (spoiler: è il preferito della vera Angie. Guess why!)

  
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