Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Dynamis_    20/12/2013    1 recensioni
{Raccolta di fic JeanxMarco di rating variabile.
#1.
“Il biondo lo abbracciò e sorrise lievemente dopo aver udito quella domanda, stringendolo contro il suo petto, sentendo addosso a sé il suo calore.
Sì, era tutto quello che avevano desiderato [...] non avevano bisogno di nient'altro.”

#2
“Corpi pulsanti, braccia incrociate in un abbraccio che non lascia scampo, che mozza il fiato. Respirano un'aria nuova, pregna dei loro odori, si abbandonano allo sfinimento e all'appagamento, tracce scure sul candore delle lenzuola.”
#3
“Vivremo vicino al mare, svegliandoci la mattina - l'uno accanto all'altro - con il rumore delle onde che si infrangono con gli scogli, appena ci affacceremo alla finestra noteremo il riverbero del sole sull'acqua ogni giorno, senza timore che quanto c'è di più bello possa terminare; navigheremo in mari mai conosciuti, in abissi così profondi dai quali sarà difficile risalire, lo faremo insieme.”
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il moro mise il taglio della mano davanti gli occhi e li strabuzzò, la bocca spalancata per così tanto stupore, e si mise sulla punta dei piedi, come se in quella maniera potesse catturare con il suo sguardo in maniera minuziosa ogni singolo dettaglio.
La luce del sole brillava più intensamente quella giornata, era così forte che risultava quasi impossibile vedere; un sottile venticello muoveva timidamente i fili d'erba pregni di rugiada e le foglie degli alberi circostanti, i fiori ondeggiavano sui loro steli, riempiendo di mille colori quel verde così fresco e splendente che faceva da contrasto al cielo limpido e privo di nubi.
Era uno spettacolo, qualcosa che mai nessun occhio umano aveva ancora visto e rimirato, finalmente erano riusciti a realizzare le proprie ambizioni, ad apprezzare i colori della natura, l'odore dell'aria, la consistenza dei fiori, il cinguettio degli uccelli. Ogni singolo senso era coinvolto in quella contemplazione totalizzante, tanto che risultava persino difficile staccare gli occhi da tale immensità e bellezza.
Marco prese Jean per mano e iniziò a correre insieme a lui sul prato, sporcandosi di terra ed acqua i pantaloni. Sentiva il fruscio dell'erba sui suoi jeans, il sole battere sulla sua testa, e scorgeva vate distese incolte davanti ai suoi occhi stretti in un sorriso, distese che si estendevano fin dove l'occhio umano non era in grado di arrivare. Non aveva mai immaginato nulla di tutto quello.
Una risata affiorò spontanea sulle sue labbra e non tentò nemmeno di reprimerla, era troppo dirompente, troppo sincera e ingenua perché potesse porle un freno. Continuava a ridere come se non ci fissa nulla di più importante che continuare a correre e correre, fino a cadere stremato per terra e non interrompere nemmeno allora quella risata.
Si voltò a guardare Jean, la mano ancora intrecciata alla sua.
L'espressione del compagno era stralunata, quasi non riuscisse a credere a ciò che stava vedendo in quel momento e non si mosse nemmeno quando Marco strinse ancor di più le sue dita per farlo ridestare, nemmeno quando il moro gli schioccò un sonoro bacio sulle labbra.
«Senti, Jean? È il rumore dell'acqua!»
Tesero entrambi le orecchie in direzione del gorgoglìo e percorsero la sponda del fiume, giungendo a una piccola laguna.
Lo spettacolo che videro li terrorizzò e affascinò contemporaneamente: acqua, tantissima, che cadeva verso il basso in una pozza sottostante, acqua a tonnellate che continuava ad avanzare, senza che avesse un termine.
Avevano sentito parlare di quello solamente nei libri o avevano scorto talvolta qualche conversazione ma non credevano veramente che un simile spettacolo potesse essere presentato davanti a loro.
Era una... 'cascata'?
Marco non ricordava nemmeno bene se quello fosse il suo vero nome, ma non gli importava, se ne sarebbe accertato successivamente.
Stettero tantissimi minuti a fissare l'acqua che si infrangeva sulla superficie increspata della valle sottostante, a bearsi di ogni qual volta uno schizzo più intraprendente degli altri li raggiungeva.
«N-non è tutto quello che abbiamo desiderato fino ad adesso?»
Il biondo lo abbracciò e sorrise lievemente dopo aver udito quella domanda, stringendolo contro il suo petto, sentendo addosso a sé il suo calore.
Sì, era tutto quello che avevano desiderato, la libertà, la conoscenza, la spensieratezza. Ed erano insieme, erano riusciti entrambi a sopravvivere e si trovavano lì, un futuro ancora da decidere davanti, un'intera vita da trascorrere insieme.
Sarebbero invecchiati l'uno tra le braccia dell'altro, avrebbero esalato l'ultimo respiro insieme ma molti anni dopo, in un'umile e modesta casetta al confine di chissà quale paese, lontano dal caos. Avrebbero gioito insieme di ogni singolo attimo, non avrebbero più avuto il terrore di sentire l'altra parte del letto vuota, di essere lasciati soli nel dolore e nell'abbandono.
Niente mura, niente giganti, solo infinite possibilità davanti, tantissime incertezze e altrettante soddisfazioni.
«Sì, Marco, è tutto quello di cui ho bisogno.»
Gli diede un bacio sulla testa e gli spettinò i capelli, provocando quel sorriso che gli piaceva tanto. Il moro si strinse ancor di più a lui e sospirò.
No, non avevano bisogno di nient'altro.
«Ti amo, Jean.»
«Anche io, Marco.»

   
 
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