Primula
simbolo
di spensieratezza, del primo amore.
L’alba.
L’alba di un nuovo giorno. Per ricominciare. Per dimenticare.
Ricordi stupendi.
Perché, se sono stupendi, si vuole dimenticarli?
Perché non ci sono più momenti come quelli,
perché sono passati, sono immagini che riecheggiano nella
nostra memoria, come quando vediamo un filmato che ci ritrae da bambini
e non ci riconosciamo nelle nostre azioni, nei nostri pensieri. Il
passato è passato, come si suol dire. Ma non è
finito. Perché ancora fa male. Fa tanto, tanto male
riviverlo con la mente, perché si è soli, non si
ha più quella cieca sicurezza. Non riesco più a
combattere contro i ricordi. Mi ci abbandono dentro, come se andassi
alla deriva in un oceano immenso…
“Posso
togliermi la benda, Carlo?”
“Aspetta
ancora un po’, dai”
“D’accordo”
Il ragazzo
la stava guidando da qualche parte, per farle una sorpresa da quando
aveva detto.
“Spero
per te che si una bellissima sorpresa! Ho marinato per la prima volta
la scuola, a causa tua”
Lui si
limitò a sorridere.
“Vedrai”
Era sempre
più curiosa.
“Siamo
quasi arrivati”
“Stai
attenta… Brava!”
“Perché
camminiamo in questo sentiero pieno di massi?”
“Ne
vale la pena, vedrai.”
Finalmente
arrivarono in una zona piana.
Lui la
guidò un po’ più avanti, la fece sedere
ed le tolse la benda.
La ragazza
rimase senza parole.
“Che
ne dici, Anna?”
Dinanzi a
lei, seduta sull’erba fresca di una radura, c’era
un campo incontaminato di fiori rosa.
Respirò
il profumo, sparso nell’aria.
“Sono
primule?”
“Si”
“Questa
sorpresa è la migliore che potessi farmi.”
“Ti
amo, Anna”
“Ti
amo anch’io”
Sono
proprio strani i casi della vita. Quando hai 15 anni, tutto ti sembra
stupendo. Ti sembra che durerà per sempre. E quando scopri
l’amara verità, non ci credi. Rimani interdetta.
Poi, quando realizza che è la realtà, cadi
nell’incertezza. Non sai se ti è concesso
più sognare. Hai paura di illuderti. Pensi al passato. Vuoi
rivivere i momenti felici che hai passato, ma non vuoi rivivere quelli
tristi. E pensare che credevi potesse durare per sempre…
La
stazione. Erano l’uno vicino all’altra, con gli
occhi lucidi.
“Non
tornerai più?”
“Non
lo so…”
“Non
dipende da me.”
Lei lo
guardava, con le lacrime agli occhi.
“Non
ti dimenticherò mai”
“Non
lo farò neanche io”
La
sofferenza più profonda era l’unico sentimento che
si leggeva nei loro occhi.
“Tieni
questa”
Le porse
una primula, appena colta.
“Conservala
con la stessa cura con la quale io ti serberò per sempre nel
mio cuore”
Lei
annuì, con il cuore infranto.
Tutto era
terminato. Tutto si era concluso. Non c’era più
spensieratezza nel suo sorriso, serenità nel suo cuore.
Tutto per quel primo, unico amore.
Eppure non
poteva arrendersi. Non era nel suo carattere. Non era da lei. Si
alzò e cominciò a correre. Voleva rivedere il suo
posto. Voleva sognare di nuovo. Voleva volare, con le ali della
fantasia. Perché primula significa primavera. E nella
primavera c’è la pioggia, ma subito dopo
c’è anche il sole.