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Autore: Reagan_    21/12/2013    0 recensioni
C'è un uomo distrutto dal dolore, completamente assorbito dal lavoro e dalle sue ambizioni.
C'è una donna capace nella sua professione, simpatica e corrosa dai sensi di colpa.
Sono due persone con cicatrici, passati tristi, scelte difficili, ma ancora in grado di amare ancora.
Storia che partecipa alla "Challenge in Love" di Marlene.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Audrey, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Titolo: Histoire d'Amour
Autore: Reagan_
Prompt: 11 - Amore fra persone con scarto d'età
Fandom: Harry Potter
Rating: Verde
Avvertimenti: -
Eventuali note dell’autore: "Anche per chi ha passato tutta la vita in mare c'è un'età in cui si sbarca." cit. di Italo Calvino




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14 febbraio 1999



James Tallouse alzò il braccio non appena vide i capelli biondi di Audrey, le si avvicinò e la strinse in un forte abbraccio. Fu per lui un toccasana risentire di nuovo quel delicato profumo di agrumi che usava spesso. Le sorrise indicando la porta del piccolo ristorante che aveva scelto per rivederla ancora.
Si sedettero a un tavolino in un angolo tranquillo, senza nessuno intorno.
Audrey sembrava troppo assorta nel guardarlo e notare come gli anni non solo non lo toccassero quasi per nulla, ma lo migliorassero.
Le piccole rughe intorno agli occhi aveva un qualcosa di affascinante, così come la leggera abbronzatura tipica di chi vive all'aria aperta, il sorriso sicuro e l'aria di un uomo fatto e finito.
Quando le loro bevande arrivarono, James decise di parlare, d'interrompere quello strano silenzio.
-Come stai?- le chiese banalmente.
Audrey socchiuse gli occhi e respirò rumorosamente. -Come al solito, Jamie. Bene. -
-Sbrigativa come al solito, eh?-
Audrey spezzò con un colpo secco il grissino che teneva in mano. -Sbagli o non eri tu quello che se andava in giro dicendo che non mi avresti dati due mesi?-
James si passò una mano sul collo. -Ancora mi rimproveri per un paio di battute, se non erro eri tu che non volevi che si sapesse in ufficio.-
-Certo, coglione, a mia madre sarebbe venuto un infarto. Abbiamo quasi due decenni di differenza ed allora eri sposato!- sibilò piccata Audrey.
L'uomo alzò le mani in segno di resa. -Ho divorziato, poi.-
-Sì, poi.-
-Poteva funzionare, sai. Se solo tu non avessi … -
Audrey sbatté la mano contro il tavolo facendo girare le teste di molti delle persone presenti.
-Io cosa, Tallouse? Avessi accettato di fare la piccola fidanzatina trofeo ed interrotto gli studi solo per seguirti in capo al mondo?-
James abbassò le mani e la fissò serio. Involontariamente aveva toccato il nervo scoperto di quella che aveva pensato a lungo fosse l'unica donna che avesse mai amato, nonostante la sua vigliaccheria.
La prima volta che vide Audrey nel quartier generale degli Auror a Mosca ne rimase affascinato. Era una ragazzina che non aveva nulla di abbozzato. Era sicura e competente nel suo lavoro quanto nella sua vita privata. Si erano sedotti a suon di battute e risate e poco tempo dopo si è trovato a far saltare in aria un matrimonio quieto e sicuro per lei.
Ma come al solito non aveva grattato in fondo alla questione e si era ritrovato prossimo ai quarant'anni, single e disperatamente innamorato di una ragazza giovane con altre priorità e peccò di presunzione.
Arrabbiati si erano divisi e dopo anni nulla sembrava essere cambiato.
-Mi dispiace Audrey. Mi dispiace.- sussurrò James afflitto da tanta scontrosità.
Audrey strinse le dita in un fremente pugno.
Chiuse gli occhi e si rivide ingenua e innamorata in attesa che quel principe azzurro con qualche ruga in più del previsto andasse oltre alla battuta e al sesso facile e sicuro. Le sarebbe bastato un disegno semplice di una vita insieme. Una casa da comprare, la lista da cose da scegliere insieme, un pranzo con le rispettive famiglie.
Qualunque cosa sarebbe bastata per farla cedere e accettare di vivere con lui una vita vagabonda per i diversi centri urbani magici insieme a James.
Ma da lui non arrivò nessun segnale, nessuna vera intenzione se non quella di continuare una relazione blanda e nascosta.
-Ho sbagliato anch'io. Adesso mangiamo.- disse la ragazza accennando ai diversi antipesti che un cameriere intimorito aveva portato qualche minuto prima.


Camminarono per un po', senza una vera meta, per le vie poco trafficate intorno al blindato Ministero della Magia.
James si fermò e si sedette su una panchina all'entrata di un piccolo parchetto.
-Credi di poter … Poter cambiare idea su di noi, un giorno?- domandò James fissandola.  Audrey infilò le mani nelle tasche e distese la schiena per poter fissare il cielo scuro di Londra.
-James … So di amarti ancora, ma non credo in un … Noi.- disse scandendo le parole lentamente. Una folata di vento le scosse i capelli.
Per un attimo si chiese come sarebbe diventata la sua vita se avesse dato a sé stessa una pallida speranza a quel “noi”.
Lo avrebbe amato o si sarebbe ritrovata in una gabbia dorata, annoiata e stanca?
-Mi dispiace.- disse di nuovo alzandosi e incamminandosi verso l'uscita, lasciando James solo, intento a fissare il cancello del parco.
-Anche per chi ha passato tutta la vita in mare c'è un'età in cui si sbarca.- gridò improvvisamente l'uomo guardandola con un debole sorriso.
Audrey si fermò e preferì voltargli le spalle. -Ma io non sono ancora pronta a sbarcare.- commentò seccamente.
-Lo so e non fa niente. E' andata così. Buona festa degli innamorati.- augurò James preparandosi a smaterializzarsi.
Audrey riprese a camminare e lo salutò con un cenno della e non appena sentì il familiare rumore dell'incantesimo si permise di sorridere e sussurrare a sé stessa.
-Buon San Valentino, Jamie.-





   
 
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