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Autore: zellnh    21/12/2013    8 recensioni
"« Sarebbe una cazzata » disse Ambra.
« Grandissima » convenne Cathryn.
« Enorme »
« Sarà il più grosso errore della tua vita » annuì Cathryn.
« Il più enorme! »
« Vai »
« Corro ».
E lo fece. Quella notte corse come non ebbe corso mai nella sua vita. Sentiva che ogni passo che faceva, le donava un piccolo frammento di felicità."
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecciao! Puntuale come sempre - modesty mode on -, e ho calcolato che tra una settimana questa storia finisce. Cioè, è già finita, ma... vabbè, avete capito (sennò mi dispiace).

So, vi avevo detto che sarebbe stato uno spasso? E infatti, leggete un po' c:

 

 

Risate. Erano quelle che si sentivano nell’aria, rimbombavano per tutto il cortile.

« Etta, non mi prendi! »

« Mi sembri un coniglio, ma dove scappi? » ansimò Ambra, buttandosi nell’erba. Sentì la mano della sorella che le toccava una guancia, e ne approfittò per acchiapparla.

« Adesso non mi scappi » rise facendole il solletico. Gioia cominciò a dimenarsi, finché diventò seria e la guardò: « Chi sei tu per me? ».

Glielo chiese piano, ma decisa. Le ricordava tanto lei da piccola; stessa decisione, stessa pretesa della verità.

Ambra la guardò, e sospirò piano. Poi le prese il viso tra le mani e le schioccò un bacio in fronte.

« Tua sorella » disse sorridendo, « per sempre ».

« Me lo prometti? ». Gioia tese un mignolino.

Perse un battito. Glielo strinse. « Giuro ».

« Ambra! ».

Barbara avanzò verso di lei. « Che è successo con Harry? ».

Ambra esitò. « Vai a mettere quel vestitino carino, andiamo a mangiare un gelato » disse a Gioia.

Quando si fu allontanata, si voltò verso la madre: « Ci siamo lasciati. Non voglio parlarne, davvero » aggiunse, quando vide che stava per apri bocca. « Non c’è nulla da dire. Lui e la sua stupida gelosia… » mormorò.

In quel momento Gioia uscì di nuovo, perciò lei si alzò e le prese la mano.

« Noi andiamo, ci vediamo dopo ».

« Ehi cogliona, aprimi il cancello! ».

Ambra sentì una voce familiare dietro di sé, e quando vide da chi proveniva, aprì la bocca.

Cathryn non aveva mai avuto un’aria così frustrata. Era spettinata, con il trucco colato e una valigia in mano.

Aveva stampata in faccia un’espressione tra lo scocciato e l’incazzato, un mix che secondo Ambra non era l’ideale.

« E tu che ci fai qui? » chiese, mentre abbassava la maniglia.

« Oh, non so! ». Cathryn entrò come una furia. « Te ne vai all’improvviso e lasci un fottuto biglietto a Louis dicendo che te ne vai! Ma sei pazza? » le urlò contro.

« Prima di tutto abbiamo dei vicini, quindi non urli » disse Ambra, « e poi sarei tornata tra poco… Thom che dice? » chiese poi, ansiosa.

« Oh, lui non è arrabbiato, ha capito tutto e l’ha presa bene ».

Tirò dritta verso Barbara, e le strinse la mano. « Salve, lei è la mamma di Ambra, giusto? ». Poi, senza aspettare risposta proseguì: « Io sono Cathryn, la fidanzata della causa del litigio tra Harry e questa qui… »

« Ho un nome, tranquilla! » protestò Ambra.

« … e » continuò a voce più alta, « se non le dispiace resto qui finché sua figlia non decide di muovere le sue chiappe d’oro e tornare a Londra. Non disturbo, sono un angioletto. Sono felice che abbiate fatto pace,  davvero. Ehi pupa » disse a Gioia, « tu sei la sorella eh? Mi auguro per te che tu non abbia il carattere suo » bofonchiò, e si avviò in casa.

Barbara la seguì con lo sguardo: « Ma che mangia a colazione? » chiese, incerta.

Ambra scrollò le spalle. « Vado un attimo dentro eh! ».

Cathryn era già di nuovo all’ingresso. « Ho lasciato la valigia in camera tua ».

« Come fai a sapere di Austin? »

« Me lo ha detto lui, Ambra. Perché io parlo »

« Ti giuro, io e Aust non abb… »

« So anche quello » la interruppe, « sennò a quest’ora avrei già ammazzato te e lui. Non che a lui sia servita io… » mormorò.

Ambra la vide diventare viola. « Che è successo? » chiese.

« Harry ha provato a picchiarlo » bisbigliò.

Ambra rimase scioccata: « Che cosa? ».

« Ci ha provato » chiarì Cathryn, « perché gli ho mollato un cazzotto. Ho dovuto, o me lo avrebbe sciupato » disse, a mo’ di scusa.

« Diossantissimo… »

« Senti, ora andiamo a mangiare il gelato, va bene? Va bene ». Andò da Gioia e le prese la mano.

« Credo che impazzirò » mormorò Ambra. « Decisamente, impazzirò ».

 

« Ti abbiamo chiamata  un sacco di volte, perché non hai risposto? »

« Ho abbandonato il cellulare, da ieri ».

Era la verità; si era dedicata talmente tanto a sua sorella che aveva dimenticato di riaccendere il cellulare dopo esser scesa dall’aereo.

« Beh, credo che troverai una settantina di chiamate. Louis era un po’ preoccupato » fece Cathryn noncurante, dando un morso al gelato.

« Un po’? » ripeté Ambra. Gioia le saltò in braccio.

« Ti somiglia molto » notò Cathryn.

« Si, credo che… »

« Scusami, posso? ».

Un gruppo di ragazze la fissava, agitato. Ambra notò la maglietta: « Crazy Mofos » lesse. « Mi dispiace, ma i ragazzi sono a Londra ».

« Oh no… volevamo sapere se è vero che Harry si è rimesso con Taylor ».

Ambra sentì una stretta allo stomaco, e Cathryn parve accorgersene, perché rispose con aria infastidita.

« Senti ragazza, noi stiamo mangiando un gelato, quindi ora ti levi dai cogl… »

« La bambina » sibilò Ambra.

« Giusto » convenne Cathryn. « Andiamo via di qui, dai » disse alzandosi.

Ambra si girò verso il gruppo: « Non so se si è rimesso con Taylor » disse gelida, « ma una cosa è certa; non sta con me » poi girò i tacchi e si allontanò.

« Dobbiamo tornare a Londra » disse Cathryn.

« Lo so » mugugnò Ambra.

« Non vuoi tornare? »

« Si che voglio… ma mi dispiace lasciare mamma e lei » disse stringendo forte la mano di Gioia.

« Non ha pensato di trasferirsi a Londra? »

« Non mi va di chiederglielo ».

« Comunque, devi decidere ».

 

E difatti Ambra decise. Dopo qualche giorno di totale solitudine (Cathryn a parte), sentì la mancanza di quella città, e aveva un gran bisogno di rivedere tutti, specialmente Louis.

La partenza fu un po’ difficile; Gioia non smetteva di piangere, e quando ci si mise anche Ambra fu un disastro.

« Ci rivedremo prestissimo » disse Barbara, consolando un po’ tutt’e due.

« Dai » sussurrò Cahtryn, « dobbiamo andare ».

 

Il telefono squillava. Louis rispose, un po’ assonnato.

« Pronto? »

« Lou… »

« Ambra! ». Louis scattò in piedi, completamente sveglio. Eleanor si rigirò nel letto, borbottando.

« Scusa, ti ho svegliato? »

« No » disse lui in fretta. « Come stai? »

« Bene ma… parliamo dopo, sono in aeroporto »

« Ah occhei, sei… dove sei? » esclamò senza fiato.

« In aeroporto. Sto tornando… mi mancate troppo… » sussurrò lei.

Louis provò un motto d’affetto. « Anche a noi manchi… ehm senti, puoi passarmi Cath? »

« Certo. Tutto bene? » chiese Ambra stranita.

« Si si, ma veloce, devo parlarle »

« Occhei, a dopo. Tieni » sussurrò a Cathryn porgendole il telefono.

« Che vuole? Oh, ciao Louis »

« Cathryn, ora non fare una faccia stupida, contieniti » cominciò lui.

« Va bene » disse lei, calma.

« Cath, qui si mette male ».

 

« Louis ha detto che ci manda la limousine » la informò Cathryn, mentre prendevano posto in aereo.

« E non poteva dirlo anche a me? »

Cathryn tremò. « Ma che ne so, magari ha pensato che non fossi d’accordo » disse, cercando di non guardarla negli occhi.

« Sarà » alzò le spalle, indifferente.

« Cerca di dormire un po’ » le consigliò Cathryn, « credo che ne avrai bisogno. Molto bisogno » borbottò a bassa voce.

 

Louis saltava, teso.

« Tesoro, mi stai facendo venire nausea » disse Eleanor.

« Non voglio nemmeno immaginare come ci rimarrà » esclamò lui senza ascoltarla.

Si sentì un rumore di portiera, e se la fece quasi addosso. « Merda » sussurrò, guardando dalla finestra, « oh cazzo cazzo cazzo ».

Scese le scale velocemente, e uscì fuori, andandole incontro correndo a braccia aperte. Ambra mollò le valigie e gli saltò addosso, baciandolo ovunque.

« Dio, credevo non volessi nemmeno più vedermi » gridò. « Eleanor! ».

« Ci hai fatto prendere un colpo » esclamò lei abbracciandola.

« Scusatemi… gli altri son dentro? » chiese.

« Oh si ». Qualcosa nel tono di Eleanor non la convinse.

Quando mise i piedi in casa, Louis la fermò: « Mi dispiace » disse.

Lei continuò a camminare. « Ti dispiace? » ripeté.

« Si, mi dispiace ».

« Ti dispiace cosa? ».

Ma prima che Louis potesse spiegarle qualunque cosa, la risposta le arrivò dritta in faccia. Nel divano, esattamente. Perché fu lì che vide Harry seduto, che imboccava con molta dolcezza Taylor.

« Ciao, Ambra ».

 

 

Note d'autore: Vi avevo detto che era uno spasso, non divertente. E infatti è stato uno spasso scriverlo, davvero. Posso assicurarvi che il prossimo è SERIAMENTE uno spasso, nel senso che farà morire dal ridere. O meglio, ho cercato di renderlo tale. Lo scopo principale era quello, ma dato il mio umorismo, è possibile che voi ridiate quanto Lana Del Rey ad una festa di compleanno (?). 

Vabbuò, ho fiducia in voi e nel vostro buon cuore.

Ho novità; come Ronniestaystrong mi aveva chiesto (poi dimmi se non ti amo), la prossima storia che pubblicherò sarà una Narry. Ho deciso di chiamarla Love Is Equal, poi vi spiegherò il perché e tante altre cose. 

Credo che comincerò a postarla da dopo Capodanno, un po' come augurio di nuovo anno c:

Il capitolo precedente ha avuto ben sette recensioni, che è record. Non so come ringraziarvi, davvero. 

Io ora vi lascio, love ya all bebis x

 

Nel prossimo capitolo:

"Louis si avvicinò per abbracciarla, e la strinse a sé.

« Non piangere, su… si risolverà tutto ». Ma nel dirlo, si rese conto di cosa succedeva. Un disgusto profondo gli invase la mente, e si ritrovò a pensare ciò che aveva progettato quella sera stessa nell’angolo più remoto della sua testa: piano sabotamento mode on."

 

   
 
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