Melinda May non ha rinunciato in modo consapevole alla propria femminilità. Come raccontava a Natasha, nei giorni in cui l’addestrava (la sua prediletta, la migliore), la guerra è femmina e ha unghie lunghe, per questo te ne ritrovi invasa prima di riuscire a rendertene conto.
La guerra è egoista, gelosa e vendicativa: di virile ha solo i fucili, ridicola stampella per i cuori impotenti.
“Che ne dici di questo?” chiede Phil, schiacciandosi contro il torace un babydoll dalle finiture piumate.
“Che mi auguro sia davvero un regalo per la tua violoncellista, perché il Capitano non ce lo vedo: gli dona più l’azzurro.”