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Autore: Artemis97    22/12/2013    1 recensioni
Allora, questo è il continuo di ‘Are you happy Bocchan?’ vi avverto già da adesso: ci saranno tantissimi colpi di scena!
Troviamo un Sebastian preoccupato e che cerca disperatamente il suo padroncino, forse per mangiarlo, forse per sbaciucchiarlo … boh, chi sa, a parte me ovviamente XD
Ci sarà un Ciel che verrà liberato dalla sua momentanea prigione e ritornerà diverso, non diverso caratterialmente, ne fisicamente perché, ma diverso in quanto la sua natura umana non sarà più così tanto umana e poi aggiungo per concludere che ci sarà un pazzo Alois e cinque personaggi nuovi nuovi, appena sfornati!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

Claudia Phantomhive, la storia (parte 1)

Claudia Phantomhive era nata una fredda notte di dicembre, fiocchi di neve cadevano fuori dalla finestra mentre la madre la stringeva al petto appena dopo averla data alla luce.
Sorrideva stanca la donna, ma era anche fiera di esser riuscita a far nascere la splendida creatura tra le sue braccia. Eppure il sorriso della lady era anche triste, sapeva che la piccola era condannata ad una vita dura, sarebbe divenuta il cane da guardia della regina, e poi sarebbe morta perché la regina non aveva mai permesso ai suoi cani di sapere troppo. Ad un certo punto avrebbe ucciso anche lei, lo sapeva la lady e lo accettava, ma non era il destino che avrebbe voluto per la sua piccola creatura.

Per questo, giorni dopo, quando si riprese cercò di portare via sua figlia, voleva salvarla da quel crudele destino. Con Claudia stretta al petto corse per le stradine, non si arrischiò con le carrozze poiché i cocchieri potevano essere facilmente comprati da suo marito e lei non sapeva guidarle da sola. 
Suo marito, Lord Phantomhive, la scoprì e la uccise decidendo superficialmente che doveva essere impazzita: l’onore della famiglia doveva venire prima di tutto! Claudia doveva divenire assolutamente il prossimo cane della regina, il prestigio dei Phantomhive non doveva mai perdersi.

Claudia divenne una bellissima bambina dai capelli di un insolito blu, occhi sempre blu eppure molto più sfavillanti. La pelle era nivea ed era piuttosto bassina per la sua età, ma a suo padre non importava perché Claudia era splendente nel suo essere, perché Claudia era anche intelligente e già degna di apprendere i segreti oscuri della famiglia.

Uccise a soli sette anni, la pistola ancora troppo grande per stare nel palmo della sua mano.
Pianse quando vide il corpo del nemico cadere a terra, Lord Phantomhive la schiaffeggiò violentemente ‘era un traditore della corona, non sprecare le tue lacrime per lui. Anzi non piangere, i Phantomhive non piangono, i Phantomhive non si chinano se non di fronte alla regina, tieni alto l’onore della famiglia!’

A dieci anni era una bambina senza cuore.

Fu il giorno del suo undicesimo compleanno che lo conobbe: Undertaker.
Aveva appena ucciso per conto di sua maestà in un vicolo malfamato, aveva il fiatone per aver dovuto rincorrere per condurre in trappola il nemico e nuvolette di fumo si condensavano davanti a lei per poi svanire velocemente.
Si udì la risata di qualcuno, piuttosto sinistra a dir la verità, se non lugubre. 
“Ihihih … e dunque saresti tu il terrore dei ‘cattivi’, sei il cane della regina. Sono curioso, scodinzoli per lei?” dall’oscurità era emerso un uomo dai capelli lunghi bianchi e una cicatrice sul viso coperta da una lunga francetta. 
Lei lo aveva guardato freddamente mentre le parole di suo padre gli ritornavano alla mente ‘nessun testimone’ e così sparò al tipo strano. 
Quando lo vide cadere a terra non provò nulla, pensò soltanto che avrebbe dovuto avvisare il padre dell’ospite indesiderato sulla scena del ‘crimine’.
Forse avrebbe dovuto provare disgusto verso se stessa, ma come gli disse suo padre:
‘Tutto per la nostra amata regina!’ e cancellare i testimoni era anche per la regina, no?

Voltò le spalle ai due corpi a terra e mosse qualche passo.
“Auch! Ma lo sai che fanno male i proiettili?” a quella voce si voltò di scatto sorpresa e lo vide, l’uomo dai capelli bianchi si era rialzato e si stava spolverando i vestiti da granelli praticamente inesistenti di polvere.
“Sei vivo” borbottò contrariata procurandogli un sorriso enigmatico e irritante, gli sparò di nuovo senza esitazione prendendolo in pieno petto. Ma l’uomo non si scompose minimamente questa volta, aveva ancora l’irritante sorriso però.
“Perché non muori e mi fai un favore?” chiese lei piegando leggermente la testa di lato, l’altro ridacchiò in quel suo modo perverso.
“Ihihihi io non faccio favori a nessuno”

Continuarono a incontrarsi in quel modo così strano, lei uccideva e lui era sulla scena che la prendeva in giro.
All’inizio Claudia trovava un insulto quel modo di fare del bianco che non voleva rivelarle neanche il suo nome! E poi il suo modo di ridere la irritava.
Battibeccavano, si punzecchiavano e poi … pian piano le cose mutarono. Lui l’accompagnava a casa non facendosi vedere da occhi indiscreti e parlavano di politica, di idee, di piani e di quello che stava succedendo.

Arrivò a quindici anni per avere la possibilità di riuscire a scoprire il suo nome e la sfruttò.
Lo incontrò in modo diverso quel giorno.

Camminava con la pistola nascosta sotto l’ampia manica del vestito, legato intorno a una caviglia aveva un pugnale nascosto dalla gonna blu scuro con le rifiniture nere. Era notte e stava per portare a termine un altro compito affidatale dalla stessa famiglia reale di persona.
Non le era piaciuto per niente incontrarli, nonostante erano vestiti tutti bene e fossero gentili nei loro modi di fare era presente una minaccia non molto velata. 
Era stato piuttosto scioccante scoprire che i reali si comportavano come la sua famiglia, o erano i Phantomhive a comportarsi come loro?
Comunque i reali le avevano ordinato (sarebbe meglio dire commissionato, pensò con disgusto) di uccidere un uomo, John Mandrake, perché aveva commesso gravi reati nei confronti della corona. Quali che fossero non le era dato sapere, infondo lei era soltanto il loro cane. Loro ordinavano, lei eseguiva. Non doveva contestare, non doveva ribellarsi.

Individuò Mandrake, camminava traballante, probabilmente ubriaco. Si domandò di sfuggita quali reati potesse aver mai commesso quell’uomo. Aveva indagato su di lui nonostante l’ordine secco ricevuto, non era riuscita a farne a meno. Doveva essere il suo lato umano che aveva preso il sopravvento sul suo gelido cuore.
Aveva scoperto che Mandrake era un benefattore, aiutava i poveri e i bambini abbandonati. Era un uomo buono, l’unica pecca era, forse, che aveva lavorato a fianco della corona per un po’ di conseguenza, ragionò, poteva essersi immischiato in qualcosa di più grande di lui.
Il giorno prima gli era morta la figlia, doveva essere per questo che aveva bevuto.

Qualcosa in lei le fece tremare la mano con la pistola quando la puntò contro l’uomo.
Non voglio, pensò sconvolta, non voglio ucciderlo.

‘Nessuna esitazione’ la voce burbera di suo padre le rimbombò nella mente ‘chi esita è destinato a morire’

“Chi esita è destinato a morire” sussurrò premendo il grilletto, il suo lavoro a volte le faceva schifo.

Una mano pallida si posizionò sulla sua e la spostò deviando così la mira poco prima di fare fuoco, la pallottola prese un vaso in porcellana su un davanzale. Mandrake, troppo ubriaco, non reagì in alcun modo al suono e continuò per la sua strada sparendo dietro ad un vicolo.

Si sentì sollevata per un attimo, ma quello seguente si rimproverò mentalmente. Non doveva sentirsi così! Doveva inseguire il suo obbiettivo ed ucciderlo, ma un’altra volta forse, il colpo doveva star attirando curiosi. 
Si voltò verso chi le stava ancora tenendo la mano con gli occhi che ardevano di insolita ira, verso di se che DOVEVA uccidere Mandrake e verso il pazzo che si era messo in mezzo.
Così scoprì che era l’uomo dai capelli bianchi.

“Non deve intromettersi negli affari dei Phantomhive!” lo riprese con rabbia, l’altro la guardò con il viso stranamente privo di sorriso, e senza neanche risponderle la prese in braccio.
“Cosa fate?!” cercò di allontanarsi, ma le era impossibile.
“Sta arrivando qualcuno -fece un salto a dir poco incredibile finendo su una casa- e con le sue gambine non c’e l’avremmo fatta ad allontanarci in fretta” e saltò su un’altra casa. Continuò anche quando le case non finirono ma correndo ad una velocità impressionante.

Claudia aveva gli occhi sgranati e si chiedeva chi fosse veramente l’altro.

Arrivarono fin fuori città, in uno spazio erboso e pieno di alberi.
Con ancora gli occhi sgranati, Claudia cercò di scendere e di allontanarsi da lui, cosa che l’altro gli lasciò fare.

Percorse soltanto pochi passi su gambe malferme, si appoggiò schiena contro il muro cercando di riprendere la sua aria glaciale, ma le era impossibile.
“T-tu” cercò di parlare abbandonando il lei, ma non trovava le parole.
“Sì?” la incitò l’altro aspettandosi una domanda del genere ‘che razza di mostro sei?!’ ma la Phantomhive lo sconvolse ricomponendosi alla bene e meglio e quasi urlandogli: “ma sei pazzo?! Prima devi il mio colpo, poi praticamente mi rapisci e corri ad una velocità sovraumana, e ti comporti come se nulla fosse??? MA CI SEI O CI FAI?!?”

Quello che disse sconvolse la stessa ragazza che, poverina, rischiava un collasso. Lei si stava preoccupando non perché aveva fatto qualcosa di incredibile, ma perché poteva essere pazzo? Forse lo stava diventando lei, considerò.
“Perché lo hai fatto? Perché hai deviato il colpo?” gli chiese più calma.
“Non lo merita, no? Lo hai già scoperto da te”
“Che ne sai tu?”
“So che hai indagato, io so quasi tutto. Hai dimostrato di essere diversa da tutti gli altri cani reali, loro eseguivano e basta. Dimostrati ancora più diversa e lascialo stare”
“Sei uno sciocco se credi che qualcun altro non lo ucciderà se io non lo facessi” lo avvertì lei che, stranamente, sentì di star prendendo la richiesta dell’altro in considerazione. 
“Dimostrami che sei diversa Claudia!” quasi la pregò lui stupendola. 

L’uomo con i capelli bianchi aveva una smorfia di … dolore? … in viso, le si strinse il cuore.
Sentiva che tutte le barriere che aveva eretto intorno a quell’organo sensibile aprirsi soltanto per l’altro, soltanto per l’uomo dai capelli bianchi. E l’altro non se ne rendeva conto.

“Il tuo nome” chiese in un sussurro quasi dolce, l’altro la guardò sorpreso.
“Cosa?” 
“Il tuo nome, dimmelo e io non lo ucciderò” propose sempre in un sussurro, non le piaceva quello che l’altro la stava inducendo a fare. Dove erano gli insegnamenti di suo padre, l’uomo che pur di seguirli aveva ucciso la donna che amava? Doveva fare lo stesso! Lo esigeva il suo cognome! Doveva … doveva …

“Undertaker, è quello il mio nome” sorrise l’uomo spostando i capelli da davanti gli occhi rivelando due gemme dai colori verdi-gialli. Erano bellissimi e penetranti.
Improvvisamente la figura del becchino assunse un fascino quasi peccaminoso, senza quei capelli a coprirli la maggior parte del viso lui assumeva una forma definita e rivelava tutto il suo reale essere.

“Undertaker” pronunciò Claudia assaporando quel nome sul palato “mi piace” annuì guardandolo negli occhi. Quelli blu di lei si scontrarono in quelle dell’uomo e tutto si fermò in quell’attimo concedendo ai due di condividere un attimo speciale.

Poi tutto finì, lei si guardò intorno e chiese “come ci torno a casa adesso Undertaker?” l’altro sorrise sinceramente e si avvicinò a lei silenziosamente, Claudia indietreggiò per la prima volta nella sua vita, avvertiva che stava per succedere qualcosa di grosso.
Infatti Undertaker la bloccò tra le sue braccia “ti riaccompagno io, come sempre” sussurrò sulle sue labbra prima di baciarla.

Quell’incontrarsi di labbra fu un evento isolato, le altre volte che si incontrarono sempre per lavoro di lei, non accadde nulla, quasi non parlarono.

Poi lord Phantomhive organizzò il fidanzamento di Claudia e non volle sentire le lamentele di quest’ultima. Era della ferma convinzione che quel matrimonio avrebbe giovato alla loro famiglia.

Claudia divenne ancora più fredda e distaccata rinchiudendo il suo dolore e la sua stanchezza per quel mondo dentro di se, in un angolo oscuro del suo cuore.
Quella vita la stava distruggendo pezzo dopo pezzo ed era ancora così giovane!

Mandrake era scomparso misteriosamente e nessuno, neanche i Phantomhive, era riuscito a trovarlo. Lo si dava per morto, probabilmente si era tolto la vita seguendo sua figlia nell’oltretomba, Claudia pensava che qualcuno (meglio conosciuto come Undertaker) lo avesse fatto fuggire. 

Non incontrò l’uomo dai capelli bianchi per molto tempo, era arrivata a credere che quel bacio per lui non contasse mentre per lei era il ricordo più bello che avesse. Si era sentita così viva …

Si tenne impegnata con lo studio e con gli impegni della società e con gli incontri con il promesso.

Poi, finalmente, arrivò un compito da parte della regina. Indagò e individuò i due assassini che davano molto fastidio ai reali in quei giorni e li uccise, proprio mentre si stava allontanando due braccia l’avvolsero.
Lottò per liberarsi prima di rendersi conto che quello era Undertaker, fece per parlare, ma l’uomo la fissava con sguardo di ghiaccio, i capelli spostati dal viso per permettere a quelle gemme di analizzarla. Portava anche un paio di occhiali che non gli aveva mai visto in viso, era come se lui volesse studiarla per bene.

Dei passi in lontananza, riscuotendosi lei lo afferrò ma lui si allontanò da lei. Claudia sgranò gli occhi e si arrese all’evidenza che doveva lasciarlo lì, se la sarebbe cavata visto la sua velocità, lo sapeva. Per questo si girò e corse, attraversò vicoli e stradine per poi arrivare alla sua carrozza. Una volta dentro si affacciò fuori e fece segno al cocchiere di partire. Una volta che la carrozza fu in moto sospirò rilassandosi e chiudendo gli occhi.

“Vuoi davvero sposare quel Wein?” le chiese una voce facendola scattare dritta e aprire gli occhi. Non sapeva come aveva fatto, ma Undertaker era lì davanti a lei.

“No” rispose cauta sotto lo sguardo duro dell’altro, avvertiva pericolo nell’aria.
“Non sai cosa sono i matrimoni combinati? -fece ironica- io non lo voglio, mio padre sì. Questo è tutto”    
“Sottraiti al suo volere” ordinò duro
“Così lo disonorerei!” ribettè per nulla felice del tono dell’altro.
“E tu così sposerai quello spocchioso!” sibilò furioso l’altro sporgendosi velocemente verso di lei
“Mark non è uno spocchioso!” 
“Mark? Adesso sei passata ad usare il suo nome?” 
“È il mio futuro sposo! Non posso chiamarlo per sempre per cognome” ribattè con rabbia, Undertaker era venuto lì solo per litigare e non per vederla. 
Probabilmente, ragionò addolorata, lui ha avuto una pessima giornata e vuole sfogarsi su di me.

“E allora non te lo sposare! -l’afferrò per un braccio tirandola sulle sue gambe con uno scatto veloce- io non voglio più sentire il suo nome uscire dalle tue labbra!” ringhiò prima di baciarla. Inutile fu la sua opposizione, l’altro le circondò la vita con le braccia imprigionandole anche le mani. Era forte, più forte di qualsiasi persona avesse mai incontrato.

Forzò la sua bocca entrando a forza, Claudia si sentì violata.
Come poteva Undertaker farle così tanto male? Proprio lui, la persona che possedeva il suo cuore? 
E allora pianse lacrime silenziose che scivolavano sulle sue guance senza freni, l’altro se ne accorse troppo tardi. 

“Siamo arrivati signorina Phantomhive!” la richiamò il cocchiere da fuori, Undertaker si allontanò di scatto e vide le lacrime dell’altra che se le asciugò velocemente e si ricompose.
“Si, un attimo Klain!” urlò al cocchiere mentre riprendeva la sua aria gelida e composta, ridiventò una bambola di porcellana. Era quello che doveva essere Claudia Phantomhive davanti alla famiglia e alla società, una bambola implacabile che poteva divenire un’assassina spietata soltanto perché ordinato. 

“Claudia io-” cercò di parlare Undertaker, ma l’altra sollevò una mano a zittirlo.
“No, basta Undertaker. Non farti più vedere, sono stanca di essere usata” la ragazza voltò la testa di lato e sentì soltanto un fruscio segno che l’altro se ne era andato.

Claudia Phantomhive era soltanto una bambola di porcellana, bella, perfetta, vuota. La sua anima era stata oppressa così tanto da essere annientata, le sue idee erano state tutte modellate a piacimento del padre. Era un cane che doveva fedeltà e obbedienza al padre e alla famiglia reale, mentre suo fratello era libero da questi doveri e doveva soltanto occuparsi dell’azienda di famiglia.
Claudia aveva però sviluppato idee proprie e stava sfuggendo al controllo che avevano su di lei. 
Aveva capito che era stata scelta per essere un cane della regina perché la sua aspettativa di vita era inferiore a quella degli altri, le era stata infatti diagnosticata una rara malattia ereditata da sua madre quando era nata. 
Lei soffre d’asma, si stanca facilmente e se sta fuori quando fa troppo freddo si ammala. E nonostante ciò l’hanno addestrata come cane della regina, per questo è giunta a quella conclusione.
Presto, pensò, tutti i Phantomhive saranno uccisi perché sanno troppo. Forse mio fratello e sua moglie si salveranno, loro non sono coinvolti in questi affari. Almeno lo spero.

Lei era un guscio vuoto, un cane pronto a scoprire i denti in un ringhio e a mordere se ordinato però le cose sarebbero cambiate. Se lo promise mentre scendeva dalla carrozza con uno sguardo determinato negli occhi e il corpo che fremeva per le azioni che avrebbe compiuto.
Lei sarebbe caduta, lo sapeva, ma si sarebbe portata dietro un bel po’ di persone. 
Infondo bisogna sfoltire un po’ l’umanità, no? Soprattutto se questi umani sono della famiglia reale, sorrise cattiva.


Angolo dell’autrice

Bene, inizio a spiegare un po’ cosa ha condotto Claudia ad essere Black Rose. Dopo il prossimo capitolo la storia riprenderà il suo corso con un demone che riavrà il suo bocchan ^_-

MILLE E MILLE SCUSE PER IL RITARDO!!!
P.s. per chi segue quando tutto cambia sappia che presto pubblicherò il nuovo capitolo!

bilo99 sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!!! voglio dedicarti questo capitolo e dirti che è stata proprio la tua recensione al capitolo scorso non farmi dimenticare di questa storia! Anche se con un pò di ritardo ho pubblicato yeeh! XD 
 
  
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