Okay, è una vita e mezza che non aggiorno questa fic e non so nemmeno se qualcuno se ne ricordi. Comunque, dopo mesi e mesi di mancata ispirazione - con conseguente depressione ;___; - sbang!, eccomi qui con un nuovo capitolo, che in teoria doveva essere una drabble, ma mi sono fatta prendere la mano ho scritto il doppio delle parole, nonostante rimanga breve. Spero che vi piaccia, comunque - doh, magari nessuno leggerà. tristesa. çwç mi starebbe anche bene.
In ogni caso, questo capitoletto è un po' diverso dagli altri. Tornate indietro di qualche anno, a quando Kurt andava alla Dalton. Fate finta che non sia tornato al McKinley e che condivida una stanza con Blaine. E che non stiano insieme ancora.
Enjoy! :D
sweet dreams
“Mh..non
ne posso più. Non vedo l’ora che arrivino le vacanze.” Brontolò Blaine,
lasciando distrattamente la giacca della divisa sullo schienale della
sedia
alla sua scrivania e allentando la cravatta mentre percorreva la stanza
trascinandosi fino al letto, sul quale si lasciò andare a peso morto
con un
sospiro affaticato.
Kurt
l’avrebbe preso in giro per la sua mancata delicatezza, normalmente, ma
era
così stanco che non aveva le forze di farlo. Imitando l’amico lasciò la
propria
tracolla sul suo tavolino, riponendo la giacca ordinatamente
all’appendi abiti
attaccato al pomello dell’armadio, per poi crollare seduto sul suo
materasso.
“A
chi lo dici.” Disse in risposta, sfilandosi le scarpe e grugnendo per
il
sollievo poco dopo.
Sentiva
non solo le gambe indolenzite per tutte le prove con gli Usignoli, ma
tutto il
resto della schiena e del collo; se non stava imparando le coreografie
per le
Nazionali – per la prima volta non era felice di essere arrivato così
in là
nella competizione corale – era chino sui libri in una posizione di
certo non
salutare, nel disperato tentativo di riuscire a imparare qualcosa e
prendere
voti perlomeno decenti, il tutto ad un ritmo a dir poco massacrante.
Erano
state due settimane distruttive per lui e un po’ per tutti i suoi
compagni del
coro, specialmente per Blaine che non solo si faceva il mazzo per
mantenere la
media alta e tentare di essere il perfetto solista del gruppo, ma
doveva
sorbirsi pure le crisi isteriche del Consiglio. Wes gli faceva così
tante
paternali che Kurt era sinceramente colpito dal fatto che Blaine non
l’avesse
ancora strozzato, o qualcosa di simile. Insomma, capiva la tensione,
dopotutto
gli Usignoli non arrivavano alle Nazionali da anni, ma certe volte
Wesley era
così logorroico e paranoico che Kurt stesso, nonostante non stesse
parlando con
lui, si sentiva in dovere di ficcargli in gola un paio di calzini.
Magari
quelli del football di Finn.
"Vado
a farmi una doccia." annunciò, ricevendo in risposta solo un vago
grugnito
da Blaine, ancora stravaccato sul divano con la camicia stropicciata
fuori dai
pantaloni, la cravatta slacciata e i riccioli che cominciavano a
ribellarsi
alla morsa del gel.
Kurt
lo osservò per qualche istante, prima di dirigersi effettivamente in
bagno con
l'intimo che raccattò velocemente dal suo cassetto del comodino.
Si
concesse di rimanere sotto il getto caldo dell'acqua più a lungo del
normale,
lasciando che gli rilassasse i muscoli doloranti e tesi e lavasse via
la
stanchezza, tanto che quando uscì dal box doccia ritrovò lo specchio
completamente appannato dal vapore. Si asciugò velocemente e indossò
l'intimo,
sistemò la divisa nei panni da lavare e passò la salvietta in terra per
asciugare dove aveva bagnato, nonostante sapesse che non appena Blaine
ci
avrebbe messo piede il bagno si sarebbe trasformato in un vero e
proprio lago.
Fortunatamente era distrutto, perché se fosse stato minimamente in sé,
probabilmente si sarebbe messo a scrivere cavolate sul vetro appannato,
Kurt ne
era sicuro.
"Il
bagno è libero." annunciò, rientrando in stanza e andando dritto al
proprio letto per prendere da sotto il cuscino il suo pigiama.
Quando
Blaine non rispose nulla né si mosse, Kurt si voltò verso il suo letto,
trovandolo completamente addormentato; sorrise tra sé, intenerito.
Si
vestì velocemente col pigiama, per poi recuperare quello di Blaine dal
ripiano
della sua scrivania. Lo posò sul materasso accanto a Blaine, mentre,
gentilmente e tentando di non svegliarlo, cominciava a togliergli la
divisa di
dosso. Non batté ciglio e Kurt lo vestì in tempo relativamente breve;
l’ultima
volta che l’aveva aiutato, Blaine aveva il sonno agitato e gli aveva
dato
qualche problema muovendosi e scalciando mentre Kurt tentava di
mettergli il
pigiama.
Quello
di spogliarsi non era un gesto che li metteva in imbarazzo, non più
almeno. Era
uno di quelle cose spontanee e gentili che si facevano l’un l’altro
senza
pensarci troppo, come condividere i dolci o portare il caffè all’altro
quando c’erano
esami importanti. O rimboccarsi le coperte, o infilarsi nel letto
dell’altro
quando aveva gli incubi o il sonno agitato.
Ad occhi
esterni poteva sembrare un comportamento ambiguo, non per niente
all’inizio
della scuola molti dei loro amici avevano supposto che si fossero messi
insieme. Ma la realtà è che dopo aver passato un’estate praticamente in
simbiosi, il loro rapporto aveva raggiunto uno stadio che andava ben
oltre la
classica amicizia e che con la condivisione della stanza alla Dalton si
stava
solo solidificando. Ovviamente dando sempre più motivo agli altri di
supporre
un altro tipo di relazione. David diceva sempre che avevano la
complicità di
due amanti, sebbene il loro rapporto fosse prettamente platonico e tale
sarebbe
sempre rimasto. Kurt aveva obbligato se stesso a farsi passare quella
cotta
micidiale che aveva per Blaine, perché non poteva davvero permettersi
di
rovinare ciò che avevano. Era qualcosa di
davvero troppo speciale: era sicuro che Blaine fosse l’altra metà della
sua
anima – non in un modo necessariamente romantico - ed
era meglio di qualsiasi fidanzato potesse desiderare.
Quindi il loro rapporto andava bene così, poco contava l’indignazione e
la
frustrazione dei loro amici che li volevano insieme.
“..Mh..Kurt..”
Kurt
sentì il cuore sciogliersi letteralmente nel suo petto, quando sollevò
lo
sguardo su Blaine e scorse il sorrisetto beato che era comparso sulle
labbra di
Blaine. Era la cosa più adorabile che potesse esistere. Non sapeva
seriamente
se squagliarsi per la tenerezza che gli incuteva Blaine mentre dormiva
così
serenamente o per il fatto che lo stesse sognando.
Blaine
sospirò e si raggomitolò su se stesso, come se cercasse un po’ di
calore. Così,
Kurt decise di sfilargli da sotto le coperte: fu nel farlo che si trovò
inspiegabilmente braccato dalle braccia di Blaine e semi-disteso nel
letto con
lui. Con qualche difficoltà – consapevole del fatto che Blaine non lo
avrebbe
lasciato andare – riuscì a coprire entrambi con le lenzuola, per poi
spegnere
la luce e rannicchiarsi contro il suo corpo caldo.
“Buonanotte,
Blaine.”