Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Dadina91    22/12/2013    11 recensioni
"E' stata lei stessa a chiedermelo.
Forse perché anche lei, come me, si era accorta che quel pensiero costante, col passare del tempo, la stava logorando fino a farle perdere la lucidità delle sue azioni.
Non voleva perdere la sua umanità, non era da lei bramare vendetta, non ne era mai stata capace, mi disse.
Doveva trovare un modo per andare avanti. Doveva farlo per sé stessa, per preservare la sua integrità, sia mentale che spirituale.
Fu in quel momento che la sua mente partorì quell'unica, drastica, soluzione: "Ti prego, cancella tutto"."
Genere: Azione, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Nuovo personaggio, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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 …è stata lei?
Che diamine va blaterando?
Deve essere completamente sotto shock..
-“Kagome ma che assurdità stai dicendo?? Forza alzati, non c’è tempo da perdere, dobbiamo andarcene!”
Ma la ragazza sembra essere completamente sorda alle mie esortazioni, mentre continua a fissarsi sgomenta le mani, sporche di quello che presumo essere il sangue di Misa che fino a pochi minuti prima stringeva tra le braccia, nel vano tentativo di rianimarla..
Povera piccola..
Non meritava di fare questa fine..
Se solo non mi fossi allontanato..
Maledizione!
Irritato al pensiero di non essere stato presente quando ve ne era necessità e spazientito dall’ostinato silenzio di Kagome che non si è ancora mossa dalla posizione in cui l’avevo trovata, mi decido ad alzarla di peso e a trasportarla via di forza da quel luogo di morte, mentre lei mi lascia fare. Come se nulla le importasse del fatto che un quasi perfetto sconosciuto la stia portando chissà dove.
Corro per diversi chilometri verso valle, il più lontano possibile da quel forte odore di sangue che mi ha impregnato le narici, finché non scorgo in lontananza un’ampia distesa d’acqua cristallina, nella quale sfocia proprio il fiume in cui ho trovato una Kagome ferita a morte.
Qui dovremmo essere al sicuro..
Mi guardo intorno per cogliere anche il minimo segno di pericolo, prima di adagiare Kagome per terra, la quale ancora non dà segni di ripresa.
Si può sapere che le prende stavolta??
Posso capire che sia rimasta scioccata alla vista del demone che l’ha quasi uccisa, ma deve reagire! Non ho intenzione di portarmi dietro un peso morto, anche se il suo aiuto mi è indispensabile per compiere la mia vendetta.
-“Hey ragazzina, vedi di riprenderti. Capisco che rivedere Naraku a così breve distanza dalla tua convalescenza, non sia stato facile, ma vedi di reagire! Altrimenti ti lascio qui!”
Come se le mie parole avessero finalmente fatto breccia nel suo muro di silenzio, la ragazza si volta verso di me e mi fissa interrogativa. Anche se pur sempre contraddistinta da quello sguardo vacuo che mi sta facendo saltare i nervi.
Ma per lo meno sono riuscito a cavarle qualche parola..
-“Naraku? N-non è stato Naraku a uccidere gli abitanti del villaggio..s-sono stata io..n-non so come sia stato possibile..n-on ero in me..” mi risponde ricominciando a blaterare frasi senza senso e a osservarsi terrorizzata le mani.
Adesso basta!
Sono stufo di questo suo vittimismo e di questi discorsi sconnessi nei quali asserisce che la colpa sia sua: è fisicamente impossibile per una ragazzina della sua corporatura aver fatto fuori un intero villaggio a mani nude. Inoltre non mi viene in mente nessun motivo valido per il quale dovrebbe continuare a volersene accollare la responsabilità, ma la cosa mi ha oltremodo seccato!
Così, mosso da un impeto di rabbia, la afferro per le spalle costringendola a voltarsi e a guardarmi negli occhi, i quali finora sono rimasti ostinatamente puntati sul terreno umido, appannati dalle lacrime che probabilmente di lì a poco ne sgorgheranno.
..ma non appena la mia mano si posa sulla sua figura scossa dai brividi, il mio corpo viene folgorato da migliaia di potentissime scariche elettriche e la mia mente viene investita in pieno da un’ ondata di flash legati a ciò che era accaduto in quelle ore concitate, segnate dalla mia assenza..
E quello che vedo mi lascia sconvolto.
 
 
 
Vedo Kagome svegliarsi, tenendosi la testa tra le mani, in preda a dolori lancinanti.
Le sue iridi diventare una distesa nera, abbandonando ogni tipo di emozione.
 
La vedo, con uno sguardo allucinato, trafiggere il petto del monaco Gombei che si trova al suo capezzale, a mani nude, senza nemmeno dargli il tempo di reagire, di difendersi.
 
La vedo uscire dalla capanna, mossa dalla brama di sangue, facendo strage di chiunque si mettesse sulla sua strada..uomini, donne, bambini.
Nessuno viene risparmiato.
 
La vedo…uccidere Misa. Senza un attimo di esitazione, senza un minimo di…pietà.
 
E infine la vedo riacquistare improvvisamente lucidità e, vedendo ciò che aveva provocato, accasciarsi a terra lanciando un urlo disperato e straziante, piangendo tutte le sue lacrime..
 
Poi..il buio.
 
 
 
C-cos’ era? Cos’è ciò che ho appena visto?
No..c-ci deve essere un errore..questi ricordi non possono essere reali.
Quella non può essere Kagome..
Non può essere la stessa ragazzina che mi ha scaldato il cuore regalandomi un semplice sorriso..
No..quella non era lei, non può essere lei..
E’ IMPOSSIBILE DANNAZIONE!
Che cazzo sta succedendo?!
Ancora infestato da quelle immagini agghiaccianti, mi allontano di scatto, fissandola sconvolto, e il mio sguardo segnato da una smorfia di disgusto la fa scoppiare in un pianto disperato, che la scuote completamente da capo a piedi. Ma questa volta non ci saranno abbracci consolatori.
Non riesco a guardarla negli occhi.
In questo momento provo solo ribrezzo.
-“Hideki..s-sono stata io, è stata tutta colpa mia..ma i-io non volevo fare del male a nessuno..n-non so come sia stato possibile..io v-volevo solo smettere di provare di dolore..” tenta di spiegarmi tra un singhiozzo e l’altro, portandosi una mano tremante all’altezza del cuore e stringendo compulsivamente la stoffa della sua veste sgualcita.
 
A quel punto collego tutto.
 
Ma ho ancora bisogno di spiegazioni.
Delle sue spiegazioni.
 
-“Che cosa è successo su quel monte, Kagome?”
 
Il mio tono è duro, non ammette repliche o rigiri di parole.
Voglio una risposta e lei deve darmela, con le buone o con le cattive.
Devo sapere cos’ ha provocato in lei una reazione del genere, cos’ha acceso la miccia della follia.
Come se le mie parole fossero state una secchiata d’ acqua gelida, Kagome mi fissa interdetta e un po’ stupita. E a quel punto capisco di aver fatto centro.
Su quel monte è successo qualcosa.
Qualcosa che l’ha sconvolta, segnata e in un certo qual modo costretta a cambiare per non soccombere.
 
Titubante e con voce tremante, finalmente si appresta a rispondermi.
-“L-lui mi ha abbandonata…”
Pronuncia quelle parole tutte d’un fiato.
Come se soffermarsi su ognuna di esse consentisse ad una lama immaginaria di sprofondare nella ferita ancora fresca.
Come se proferirle le sbattesse in faccia una realtà troppo dura, che fino a quel momento si era ostinata a rinnegare, per paura che il dolore potesse essere troppo insostenibile.
-“Lui chi?”
 
Silenzio.
 
Riesco solo a scorgerla mordersi il labbro inferiore con forza, gli occhi celati sotto la frangetta corvina.
Sembra che le parole non ne vogliano sapere di uscire da quelle labbra rosate, non sono ancora pronte a questo passo.
Così decido di dar voce a quelle che finora erano state solo supposizioni.
-“Inuyasha?”
 
Una lacrima.
Solo una lacrima a confermare i miei dubbi, e nient’altro.
Solo una calda, consapevole lacrima, carica di dolore, delusione…e solitudine.
 
Come se quell’ unica goccia salata avesse lavato via tutti gli orrori dei quali ero stato testimone pochi minuti prima, cancellando persino il disprezzo che ne era scaturito, le prendo il viso tra le mani, ancora protetto dalla massa corvina, e, con delicatezza, lo porto all’altezza del mio..
 
…Incatenando i miei occhi ai suoi.
 
-“Non hai bisogno di dire nient’altro, troverò da solo le risposte.”
 
E così dicendo mi insinuo nei meandri della sua memoria, inoltrandomi fino al momento che ha segnato la rottura del suo fragile equilibrio, delle sue certezze.
 
 
 
 
 
 
Eccolo.
Riconosco la nebbia sinistra che circondava l’ Hakurei.
Ma questa volta non sono ai piedi del monte..questa è la cima.
A mano a mano le figure diventano sempre più nitide e definite, consentendomi di individuare immediatamente Kagome, circondata da quelli che immagino essere i suoi compagni di viaggio.
Li osservo attentamente uno a uno, soffermandomi a pensare a quanto quel gruppo sia inusuale in quanto composto da una sterminatrice, un monaco, un cucciolo di demone volpe e un mezzo demone cane vestito di rosso.
Anche se sono solo uno spettatore esterno, capisco subito che è quest’ultimo a rispondere al nome di Inuyasha.
 
…mi è bastato osservare quella luce che brilla negli occhi di Kagome ogni volta che essi si posano su di lui. Uno sguardo ricolmo di un amore talmente puro ed innocente, che raramente mi era capitato di incontrare.
Solo un cieco non se ne sarebbe accorto.
 
Anche lui a suo modo sembra ricambiare, cercando però di celare malamente, il chiaro istinto protettivo nei confronti della fanciulla che gli sta accanto, attraverso rapide ma frequenti occhiate.
Improvvisamente però, l’atmosfera si fa visibilmente più tesa quando dalla nebbia fa la sua apparizione Naraku…
 
E’ la prima volta che vedo l’aspetto di quel bastardo. E se non sapessi che quello è solo il riflesso di un’ ombra del passato, i miei artigli lo avrebbero già trapassato da parte a parte, godendo di ogni suo singolo spasmo.
 
Tuttavia quell’ essere non è da solo..c’è qualcun altro con lui.
Preso com’ero dal mio desiderio di vendetta, ci metto un po’ a focalizzare l’intera scena, realizzando che uno dei suoi tentacoli è puntato all’altezza del petto di una malridotta miko, che ricorda in modo impressionante Kagome.
La donna ha tutti e quattro gli arti immobilizzati da delle radici incantate, mentre una di loro è stretta intorno alla sua gola, rendendole difficoltoso respirare.
Il gruppo di compagni sembra piuttosto preoccupato per le sorti della sacerdotessa, ma colui sul quale sembra gravare più di tutti l’ angoscia per la sua vita, e che non fa niente per nasconderlo, è proprio Inuyasha.
….E io non posso fare a meno di notare che per un attimo, gli occhi di Kagome, sono attraversati da un lampo di malinconia, provocato chiaramente dalla reazione del mezzo demone, sebbene anche lei sia sinceramente in apprensione per le condizioni in cui versa la miko.
 
Senza un attimo di esitazione Inuyasha si scaglia contro Naraku con la spada sguainata, con l’intento di trarre in salvo la donna…ma è proprio in quel momento che quel bastardo complica la situazione, rendendola ancora più delicata di quanto già non fosse.
 
Approfittando del momento concitato, uno dei tentacoli di quel maledetto era riuscito ad afferrare Kagome, senza nemmeno darle il tempo di gridare.
Ponendola nella stessa posizione critica della sacerdotessa.
 
Adesso si trovano una al lato opposto dell’altra, separate da un Naraku divertito che si staglia nel mezzo. Entrambe sospese sull’orlo del precipizio.
 
La sua voce arriva sprezzante alle orecchie dei compagni, i quali sono rimasti pietrificati dalla piega che ha assunto la situazione.
-“Allora Inuyasha, direi che è giunta l’ora di fare una scelta. Salverai la donna che cinquant’anni fa diede la vita per te…o la sua reincarnazione? Ti conviene decidere in fretta se non vuoi vederle entrambe trafitte dai miei tentacoli velenosi e i loro corpi precipitare giù dal monte, privi di vita.
Hai dieci secondi, insulso mezzo demone.
Dieci.
 
Nove.
 
Otto..”
 
Nonostante quel bastardo abbia già dato inizio al suo sadico conto alla rovescia, il mezzo demone non ha ancora mosso un muscolo, forse troppo impegnato a combattere una muta quanto dolorosa battaglia interiore tra sentimenti contrastanti.
La donna che gli aveva dato tutto o colei che aveva ancora tutto da donargli?
Il suo attaccamento ad entrambe le fanciulle è fin troppo evidente, e questo ha permesso a Naraku di sfruttarlo a suo vantaggio.
Facendone la sua arma vincente.
Il mezzo demone sa perfettamente che sceglierne una equivarrebbe a condannare a morte certa l’altra.
E anche quel bastardo di Naraku lo sa, ed è proprio quello che vuole.
Spingerlo a una scelta.
Marchiare il suo cuore col segno indelebile della colpa.
 
Mai avevo assistito a tortura più atroce.
Aveva messo nelle sue mani il potere di salvare una vita, a scapito di un’altra.
 
Maledetto sadico bastardo..
 
Credo che ormai anche Inuyasha abbia già valutato la possibilità di salvarle entrambe, rendendosi però conto di come la cosa risultasse impossibile a causa della distanza che divideva le due: anche se fosse riuscito ad afferrarne una, non avrebbe fatto in tempo a raggiungere l’altra.
Quel bastardo aveva calcolato tutto..
Era tutto inutile…doveva stare allo sporco gioco di quel Naraku.
 
L’unico modo per uscire da quella situazione era decidere chi fosse l’una e chi l’altra.
 
-“Cinque
 
Vedo Inuyasha alzare lo sguardo e osservare prima una, poi l’altra
…e soffermarsi proprio su quest’ultima.
 
Credo che inconsciamente avesse fatto la sua scelta già molto tempo prima….anche se non avrebbe mai immaginato che sarebbe finita così.
 
I suoi occhi sembrano implorare perdono per il dolore che quella scelta comporterà a lei, che vedrà la sua vita spegnersi, e a lui, che dovrà convivere con la consapevolezza di aver involontariamente mosso la mano del suo assassino.
Ma non c’è altra soluzione..
 
-“Due.”
 
Ormai ha preso la sua decisione. Glielo leggo negli occhi.
Non può più tirarsi indietro.
Se indugerà ancora le perderà entrambe, e questo non lo potrebbe sopportare.
Stringe i pugni e abbassa lo sguardo un’ultima volta, probabilmente per cercare di reprimere quel dolore lancinante all’altezza del petto che potrebbe nuovamente paralizzarlo..
…e quando lo rialza, sul suo viso vi è dipinta un’espressione risoluta.
 
Ma proprio in quel momento, accade tutto in pochissimi istanti.
 
Un grido proviene dall’altra.
 
Naraku, nel tentativo di sollecitare una reazione nel mezzo demone, aveva allentato la presa delle radici che la sostenevano, rischiando di farla precipitare.
Guidando quella che doveva essere una scelta volontaria.
 
Un riflesso involontario.
Uno scatto istintivo nella direzione dalla quale quel suono è provenuto.
….e la scelta è fatta.
 
A niente vale la consapevolezza immediata del proprio errore. Il delicato odore del suo sangue colpisce in pieno le sue narici.
 
Per lei non ci sarebbe stato più niente da fare.
 
Fa solo in tempo a voltarsi per vederla cadere, trafitta a morte dal tentacolo di quel bastardo.
Fa solo in tempo a vederla rivolgergli quell’ultimo sguardo sconvolto e ferito che non avrebbe mai più dimenticato finché viveva.
 
….Di Kagome non vi era più alcuna traccia.
 
 
 
 
 
Straziato, interrompo il contatto tra le nostre menti.
Allora è questo che hai dovuto sopportare?
L’abbandono.
L’abbandono da parte della persona di cui più ti fidavi al mondo.
Della persona che in segreto amavi.
 
La perdita di una persona amata provoca dolore, sì..
Ma la consapevolezza di essere stati abbandonati, lascia segni molto più profondi.
E quel che è peggio, dà vita all’odio.
Mai è esistito sentimento più pericoloso e imprevedibile dell’odio.
 
Mi osserva senza capire il perché del mio sguardo compassionevole.
Infondo non può sapere che ho appena visto ciò che fino ad ora ha cercato di nascondermi..
 
Ma almeno adesso la situazione mi è chiara.
La aiuterò, fosse l’ultima cosa che faccio.
 
-“Hideki..che c’è? Perché mi guardi così?” mi chiede intimorita dal silenzio che è calato.
-“Kagome, ho bisogno di spiegarti alcune cose e dovrai prestare assoluta attenzione a ciò che sto per dirti, d’accordo?”
-“O-ok..ti ascolto”
 
Probabilmente non sarà facile da accettare…ma ha il diritto di sapere cosa le è accaduto.
 
-“Per caso ricordi a cosa stavi pensando, cosa stavi provando, prima di perdere il controllo?”
-“I-io..no..non me lo ricordo..” e di nuovo cela lo sguardo dietro la chioma corvina, cercando in tutti i modi di seppellire quella realtà troppo dolorosa per poter essere pronunciata.
-“Bene, allora te lo dirò io.”
-“C-cosa?”
-“In quel momento tu provavi rabbia, la tua mente era satura d’odio, dolore, sofferenza. Sentivi la testa esploderti sotto il peso di quei sentimenti che fino ad allora ti sono stati estranei. E tutto questo perché la tua mente non riusciva a discostarsi dal costante pensiero che quel mezzo demone ti avesse abbandonata per quella sacerdotessa.”
 
Con uno scatto repentino si volta verso di me, sconvolta dalla precisione con la quale ho descritto un momento al quale non avevo mai presenziato, gli occhi velati dalle lacrime per aver fatto riaffiorare quel ricordo doloroso.
-“Ma tu chi sei? Come fai a sapere queste cose?”
Nel suo tono posso leggere una nota di stizza, ma infondo è comprensibile.
-“Io sono Hideki, del clan degli Seishin no Youkai, i demoni dello spirito e della mente, e in quanto tali possiamo avere libero accesso ai pensieri e ai ricordi di qualunque essere vivente.”
Non risponde.
Non si aspettava una risposta del genere, lo leggo chiaramente nei suoi occhi anche senza bisogno di spiarne i pensieri. Probabilmente avrà pensato che potessi essere in qualche modo legato a Naraku.
Così decido di proseguire il mio discorso come se niente fosse.
-“Forse non lo sai, ma ogni essere vivente possiede un lato puro e uno oscuro. Essi coesistono in egual misura in ogni forma di vita, servono a bilanciarlo come una sorta di yin e yang naturale. Il compito di ogni individuo è proprio quello di cercare di far sì che nessuno dei due prevalga sull’altro, soprattutto per quanto riguarda quello oscuro, il cui caso comporterebbe conseguenze disastrose per il soggetto in sé e per coloro che lo circondano.”- mi soffermo un attimo ad osservarla per capire se sta intuendo il significato delle mie parole….e direi che dalla sua faccia posso chiaramente dedurne una risposta affermativa, così riprendo a parlare -“Se quest’ultimo dovesse prendere il sopravvento, gli effetti varierebbero a seconda dell’individuo.
Se per esempio questo accadesse ad un normale essere umano, i danni sarebbero contenuti dato che a risentire dell’influenza malvagia sarebbe solo il suo fisico che col passare del tempo finirebbe col debilitarsi e consumarsi. Se, invece, questo accadesse ad un demone o a un mezzo demone, il risultato sarebbe quello di trasformarsi in una macchina da guerra, e a quel punto allora il pericolo si estenderebbe a qualsiasi essere vivente che incroci il suo cammino, finché qualcuno non intervenga ponendo fine alla sua vita…”
 
Mi fermo di nuovo.
Non ha ancora aperto bocca, mentre continua ad osservarmi con un’espressione indecifrabile.
 
-“Infine, ci sono individui in cui non vi è la minima traccia di oscurità, in cui il lato oscuro è completamente assente, soffocato dalla purezza. Credo che anche tu sappia a chi mi sto riferendo…
Queste persone sono i monaci e le sacerdotesse, solo essi sono in grado di mantenere completamente puro il loro spirito, capaci di non lasciarsi sopraffare dall’odio e dalla rabbia.
Tuttavia, se ciò dovesse disgraziatamente accadere, sarebbe un disastro. Il lato oscuro latente esploderebbe in una volta sola divorando a mano a mano mente e spirito, e a quel punto nemmeno i loro poteri servirebbero a sigillare una forza tanto devastante. Non c’è niente di più pericoloso di un essere puro corrotto dall’oscurità. Sono mossi solo dal desiderio di morte, ma, a differenza dei demoni che riescono comunque a mantenere un briciolo di razionalità, in quanto creature oscure dalla nascita, un essere umano dotato di poteri magici…non è altrettanto facile da contrastare.
Egli non si fermerà finché chiunque intorno a lui, amici o nemici, non sia stato privato del soffio vitale. Non vi è traccia di razionalità…solo la voglia irrefrenabile di causare la stessa sofferenza che hanno dovuto subire loro…”
 
Pronuncio le ultime parole in un soffio.
Ormai l’avrà capito.
Quello che ho appena finito di descrivere è esattamente ciò che è accaduto a lei qualche ora prima..
 
Poi lo sento.
 
L’odore delle lacrime. Le sue lacrime.
E quando alzo lo sguardo il suo viso è una distesa di paura, solcato da migliaia di gocce salate.
 
-“I-io..c-cosa sono…cosa sono diventata?” mi chiede scoppiando in un pianto disperato, scossa da forti spasmi.
 
In silenzio, senza aggiungere altro, la avvicino al mio petto stringendola forte, nel tentativo di lenire la sua sofferenza.
-“I-io ho ucciso degli innocenti..i-io…ho ucciso una bambina…e tutto solo perché sono debole..perchè mi sono lasciata dominare dalla rabbia..s-sono un mostro. Finirò per uccidere tutti quelli che amo. N-non voglio..non voglio più causare morte e sofferenza..
I-io non voglio essere così.. Ho paura Hideki..” - e così dicendo si aggrappa con maggior forza alla mia veste puntando i suoi occhi supplichevoli dritti nei miei – “T-ti prego..ti scongiuro…aiutami.
 
Ormai non posso più tirarmi indietro…il mio destino è legato a doppio filo a quello di questa ragazzina.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono trascorse due settimane da quando, per mano mia, Kagome è venuta a conoscenza degli effetti devastanti che il continuo cedere alla corruzione del suo lato oscuro avrebbe comportato alla sua mente e al suo spirito, a lungo andare. Le ho promesso che l’avrei aiutata, e non ho intenzione di venir meno alla mia parola.
 
Dopo l’impatto iniziale dovuto a quelle rivelazioni, le ho spiegato che il miglior modo per evitare che l’oscurità prendesse di nuovo il sopravvento sul suo spirito, era quello di allenare il suo fisico, di renderlo più forte.
Un corpo allenato sarebbe stato sicuramente più ostico da controllare per la malvagità e lei avrebbe avuto la forza di contrastarla. O almeno spero.
Confido nel fatto che questo stratagemma possa servire a renderne meno devastanti gli effetti..e a difenderla da sé stessa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A due mesi di distanza dal nostro incontro, Kagome sembra rispondere molto bene all’allenamento. Le ho persino insegnato a maneggiare la spada….e devo dire che, nonostante mi abbia detto di non averne mai impugnata una prima d’ora, è molto portata!
Anche per quanto riguarda il controllo del suo lato oscuro ha fatto parecchi progressi..
….tuttavia i momenti in cui l’oscurità della sua anima emerge, sono ancora troppo frequenti.
 
Spesso nella notte si sveglia in preda agli incubi e la sento correre fuori all’aria aperta nel tentativo di calmarsi.
 
Anche se ormai riesce a controllare molto bene la rabbia che ne scaturisce, tenere a bada un’oscurità tale, la prosciuga di tutte le sue forze.
So che non potrà andare avanti così in eterno…ma non mi viene in mente nessun altro modo per cercare di non rendere il ricordo dell’abbandono una costante delle sue giornate. Per quanto cerchi di tenerla occupata durante il giorno, con allenamenti che l’aiutino a rafforzare anima e corpo, la notte sono impotente.
In quei momenti la sua mente è libera di vagare….e irrimediabilmente si sofferma sul ricordo legato a quel mezzo demone Inuyasha e alla sua sacerdotessa Kikyo.
Sì, poco tempo fa, Kagome si è decisa a raccontarmi la sua storia. Forse perché comincia a fidarsi di me…o forse solo per paura che prima o poi mi sarei intrufolato nei suoi ricordi per scoprirlo da solo.
Mi ha raccontato dell’eterna indecisione di lui nei loro confronti, di come la miko fosse tornata in vita grazie ad una parte della sua anima, di come quei due fossero amanti cinquant’anni prima e Naraku li avesse separati, di come Inuyasha si sentisse responsabile per la sua morte e spesso corresse a cercarla dimenticandosi completamente di lei e, soprattutto, di come ciò le provocasse dolore.
 
So che ce la sta mettendo tutta, ma a quanto pare, nonostante si ostini a negarlo, la voglia di rivedere Inuyasha è più forte di quanto lei voglia ammettere.
Ma di questo passo, il suo spirito finirà inesorabilmente per consumarsi.
 
Verrà consumata dal suo stesso amore.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Stanotte Kagome ci è andata davvero vicino.
Ha rischiato di cedere alla malvagità per la prima volta dopo i fatti legati al villaggio di Gombei-sama…e per poco non ci rimettevo le penne.
Come ogni notte, sono stato svegliato dai suoi continui lamenti nel sonno: si agitava e dimenava, chiaramente preda dei soliti incubi. Ma appena mi sono avvicinato per svegliarla ed evitare che la situazione degenerasse, non ho fatto in tempo a reagire.
Ad una velocità disumana, ho sentito il suo braccio trapassarmi la spalla e la veste impregnarsi di sangue….qualche centimetro più a destra e mi sarebbe stato fatale.
Non mi ci è voluto molto per comprendere che fosse al limite, ancora qualche secondo e si sarebbe trasformata in un mostro assetato di sangue. I suoi occhi avevano già abbandonato la loro umanità, per far posto alla scintilla di follia.
Nonostante la ferita, in pochi attimi le sono addosso, afferrandole con decisione i polsi e bloccandola sotto il mio peso, mentre lei continua a dimenarsi in preda alle allucinazioni.
 
-“KAGOME SVEGLIATI! E’ SOLO UN INCUBO, TORNA IN TE!”
 
Per fortuna sembra che le mie parole riescano a sortire l’effetto sperato, perché poco dopo mi specchio di nuovo in quegli occhi nocciola che ormai conosco bene, tirando un sospiro di sollievo, mentre lei mi osserva confusa e spaventata…arrossendo visibilmente quando si rende conto della posizione in cui ci troviamo.
-“Hide…Hideki…c-cosa….?” ma non riesce nemmeno a terminare la domanda che subito si accorge della mia ferita alla spalla e della sua mano sporca sangue…e, ovviamente, le basta poco per collegare tutto.
-“Sono stata io a farti questo…?” mi chiede nascondendosi, colpevole, dietro la frangetta.
Per poi riprendere rivolgendomi un mezzo sorriso demoralizzato.
-“Che domanda stupida…è talmente evidente…ho finito per ferire anche te, ti chiedo scusa…è meglio se non mi stai più vicino…non sopporterei di farti del male…”
E senza nemmeno darmi il tempo di rispondere, si libera dalla mia presa, correndo via, verso la foresta.
 
Maledizione!
Dove crede di andare quella stupida in questo stato?? Devo trovarla in fretta.
 
Fortunatamente, grazie al mio olfatto, non ci metto molto a ritrovarla.
E’ poggiata a un albero, rannicchiata con la testa tra le gambe, scossa dai singhiozzi.
Sospiro sconsolato..odio vedere una donna piangere e non poter far niente per lenire le sue pene.
Vorrei poter fare di più, molto di più…ma mi limito a sederle accanto, poggiandole una mano sulla testa e intrecciando le dita in quella setosa massa corvina che sono i suoi capelli.
Quando finalmente smette di tremare, mi decido a rompere il silenzio..
-“Kagome, posso sapere cos’hai sognato? Questa volta ci è mancato davvero poco. Finora sei sempre riuscita a controllarti, anche se con fatica, mentre questa volta..” lascio in sospeso la frase. Non c’è bisogno di dirti cosa sarebbe successo, chi meglio di te lo sa?
La vedo abbozzare un sorriso triste.
-“Perché me lo chiedi? Ti basterebbe leggermi nella mente per scoprirlo..”
Leggermente offeso dalle sue insinuazioni, le rispondo piccato.
-“Non voglio dover ricorrere ai miei poteri per conoscere quello che ti passa per la testa. Voglio che sia tu a sentirti libera di confidarmi ciò che ti tormenta, che ti rende triste..voglio che tu abbia fiducia in me, che tu sappia di poter contare su di me e che ci sarò sempre quando avrai bisogno di una spalla su cui piangere……quindi……cerca di non mettermele k.o. entrambe, d’accordo?”
-“Baka..” mi risponde tirandomi un buffetto sulla fronte, riuscendo persino a strapparle un sorriso, il primo dopo tempo immemore.
-“Allora..dimmi cos’è successo? Si trattava di nuovo di Inuyasha?”
-“No..questa volta ho sognato Misa..” – mi confessa abbassando lo sguardo -“L’ho vista, ricoperta di sangue, straziata dalle ferite che le avevo inferto, chiedermi perché l’avessi fatto, se la colpa fosse sua, se avesse fatto qualcosa di sbagliato..
Io..io non ce la faccio Hideki..i-io non riesco ancora a credere di aver permesso a me stessa di trasformarsi in un essere del genere..di aver ceduto alla rabbia senza curarmi delle conseguenze.
Mi è già difficile combattere ogni singolo giorno contro il pensiero costante di essere stata abbandonata da Inuyasha, contro la sofferenza che mi provoca la consapevolezza di essere l’eterna seconda e che la mia vita per lui valesse meno di zero, ma…non posso sopportare anche il senso di colpa per aver tolto la vita a delle persone innocenti. E’ troppo…come posso convivere con me stessa sapendo di quali atrocità sono stata capace? Anche se col tempo riuscissi a placare il mio lato oscuro, sono sicura che una parte di me non dimenticherebbe mai ciò che ho fatto..
Quelle persone non c’entravano niente, eppure sono cadute vittima della mia follia omicida…e io non riesco a perdonarmelo…” - sospiri abbattuta, consapevole del fatto che non potrei  dire niente per alleviare le tue pene -“E quel che è peggio è che quando il dolore si fa insopportabile, mi ritrovo a pregare con tutto il cuore che l’oscurità si sbrighi ad inghiottirmi completamente, almeno non sentirei più niente….”
 
Non ce la faccio più a vederla così..
Con uno scatto improvviso la attiro verso di me, facendola cadere dritta tra le mie braccia e stringendola possessivamente, mentre una mano va a posarsi protettiva sulla sua nuca per approfondire quel contatto.
-“Kagome mi dispiace per tutto quello che stai passando..davvero..non sai cosa darei perché tu non debba più soffrire, farei qualunque cosa per far tornare a splendere il sorriso sul tuo viso.”
Hai ricominciato a piangere, questa volta in silenzio, riesco a percepire chiaramente l’odore salato delle tue lacrime pungermi le narici, e sospiro affranto al pensiero che la sola persona che in questo momento potrebbe ridonarti il sorriso è proprio colui che te ne ha privato.
 
Dopo interminabili minuti in quella posizione mi accorgo che finalmente ha smesso di piangere, decido così di allentare un po’ la presa, rendendomi conto solo ora di quanto il mio abbraccio fosse soffocante.
Riacquistata la calma, la osservo liberarsi con delicatezza dalla mia stretta e fissare un punto imprecisato del terreno, completamente assorta nei suoi pensieri, come se, durante quel muto abbraccio, avesse maturato un’idea….come se avesse preso una decisione definitiva. Ma la conferma ai miei dubbi arriva pochi istanti dopo, quando si volta verso di me con  uno sguardo risoluto che non le avevo mai visto prima…e io mi ritrovo ad avere quasi timore di sapere cosa le stia passando per la testa.
 
 
-“Hideki, ho una richiesta da farti..”
 
 
 
 
 
"E' stata lei stessa a chiedermelo.
Forse perché anche lei, come me, si era accorta che quel pensiero costante, col passare del tempo, la stava logorando fino a farle perdere la lucidità delle sue azioni.
Non voleva perdere la sua umanità, non era da lei bramare vendetta, non ne era mai stata capace, mi disse.
DOVEVA trovare un modo per andare avanti. Doveva farlo per sé stessa, per preservare la sua integrità, sia mentale che spirituale.
Fu in quel momento che la sua mente partorì quell'unica, drastica, soluzione:
"Ti prego, cancella tutto"."
 
 
 
 
 
-“COSA?!?! Sei impazzita? Che diavolo ti dice il cervello?? Non posso farlo, è contro i principi del mio clan, oltre ad essere una pratica troppo pericolosa”
-“Hai detto che avresti fatto qualunque cosa per aiutarmi a non soffrire più. Non ti ho mai chiesto niente, hai sempre fatto tutto di tua iniziativa…ti prego…esaudisci la mia richiesta…
Cancella tutti i ricordi legati ad Inuyasha e a ciò che ho fatto al villaggio di Gombei-sama..
Ti prego..non te lo chiederei se non ci fosse un’altra soluzione. Io…non posso andare avanti così..oltre che consumare la mia anima, potrei fare del male a qualche altro povero innocente, o magari a te..e non potrei sopportarlo.
E l’unico modo per non permettere alla malvagità di prendere il sopravvento è quello di eliminarne la causa scatenante..
Inuyasha.
Mi conosco..per quanto mi sforzi a cercare di dimenticarlo, a seppellire il ricordo di ciò che mi ha fatto….so perfettamente che il mio stupido cuore non cesserà mai di pensare a lui…di bramare il suo viso…di amarlo disperatamente.” si sofferma, impossibilitata a continuare da un nodo in gola.
Le sue ultime parole mi provocano una leggera fitta al cuore, che però ignoro volutamente.
-“Lui ha fatto la sua scelta….e non comprende me…..è ora che anch’io faccia la mia. Ho bisogno di andare avanti, con o senza di lui.”
 
Ha già deciso. Glielo posso chiaramente leggere negli occhi.
 
La decisione adesso è mia.
E infondo non c’è niente che mi impedisca di esaudire la sua richiesta. Nessun saggio potrà accusarmi di aver violato i principi sacri del nostro clan..
…perché non c’è più nessun clan.
Probabilmente niente di ciò che potrei dirle, le farebbe cambiare idea.
Ma ha comunque il diritto di sapere a cosa sta andando incontro, scegliendo questa strada.
Sospiro.
-“So che sicuramente sarà tutto fiato sprecato, tuttavia ho il dovere di informarti che questo processo è irreversibile, una volta innescato non si torna più indietro, e soprattutto non è “selettivo”: non posso eliminare SOLO il ricordo di Inuyasha o di un episodio in particolare…se lo metterò in pratica, cancellerà tutto. Perderai tutto.
Ogni singolo momento felice e doloroso della tua vita da quando sei nata, ogni persona che tu abbia mai incontrato, dimenticherai i tuoi amici, me,  i tuoi familiari e persino il tuo nome.
Sarai come una pagina bianca da riscrivere dall’inizio.
……sei proprio sicura della tua decisione?”
 
Un silenzio teso cade su di noi..
..A farci compagnia solo il sottofondo della natura e l’insistente frinire delle cicale.
 
Poi finalmente decidi di prendere la parola e ciò che dici, mi dà la conferma del fatto che non ci sarà modo di dissuaderti.
 
-“Immaginavo che non fosse concesso disporre della memoria a proprio piacimento, quindi in un certo senso ero preparata a questa eventualità. Ma..vedi Hideki..ti posso assicurare che sono giunta a questa decisione con cognizione di causa, ed è stato tutt’altro che semplice. Sono conscia del fatto che se deciderò di procedere, nessun ricordo verrà risparmiato, che per ogni momento doloroso ne verranno spazzati via altrettanti felici, che dimenticherò la mia famiglia..e questo mi spezza il cuore.
Ma…dimmi…che altra scelta ho?
Ora come ora, non vorrei mai che mia madre, il mio fratellino o mio nonno mi vedessero in queste condizioni, che venissero a conoscenza di ciò che sono stata capace di provocare con queste stesse mani…per non parlare del fatto che tornare a casa, inevitabilmente, riaprirebbe la ferita legata ad Inuyasha, dato che mi troverei a dover spiegare il perché del mio ritorno..rischiando, così, che il suo ricordo possa nuovamente riaccendere la miccia della follia. E questo non posso assolutamente permetterlo.
Se lo faccio è anche per la loro incolumità. Non voglio più ferire nessuno, Hideki.
L’idea di diventare una pagina bianca da riscrivere in un certo senso mi spaventa..ma allo stesso tempo mi alletta. Infondo adesso sono come un racconto interrotto. Non posso andare avanti, ma nemmeno tornare indietro..è come essere in un limbo.
Hai detto che perderò tutto…..ma io ho già perso tutto.”
 
E così dicendo una lacrima sfugge al suo controllo, andando a rigarle la guancia, che prontamente asciuga col dorso della mano.
 
Posso solo immaginare quanto sia dura per lei questa decisione, quanta sofferenza le stia provocando.
Ma d’altro canto non mi sento in diritto di darle torto: le abbiamo provate tutte, e se questo è l’unico modo per farle tornare il sorriso, allora lo farò.
Con cautela mi avvicino e le sollevo delicatamente il viso, allacciando i nostri sguardi. Senza proferir parola, ma semplicemente limitandomi ad osservarla.
Ha capito che l’aiuterò. E per questo mi rivolge un sorriso sincero, ricolmo di gratitudine, ma anche di determinazione.
Non vi è traccia di esitazione nei suoi occhi, solo la convinzione di stare facendo la cosa giusta.
 
-“Ti prego, fallo.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-“Prima che le cancellassi la memoria, però, Kagome mi chiese di raccontarle di Naraku non appena si fosse svegliata, perché, nonostante tutto, aveva intenzione di continuare la ricerca dei frammenti, dal momento che la responsabilità della distruzione del gioiello faceva parte dei suoi doveri di sacerdotessa. Per questo motivo, del suo passato, Kagome ricorda solo il vostro acerrimo nemico. Ovviamente dovevo darle una motivazione valida per spingerla ad odiare quell’essere, per questo le ho raccontato che Naraku aveva sterminato senza pietà la sua famiglia, inserendo nella sua memoria i volti di una madre e un padre a lei sconosciuti, e che collezionare quelle schegge era l’unico modo per trovarlo e compiere la sua vendetta.”
 
Un silenzio innaturale è calato su me e i miei compagni.
Nessuno riesce ad emettere una sola parola, troppo sconvolti da ciò che quel demone ci ha mostrato.
 
Odio..vendetta..morte..
 
Parole che mai avrei creduto di sentir pronunciare accanto al nome di Kagome..
I-io non..non..
Sento la testa girarmi, il respiro farsi affannoso, il petto dolere in modo acuto e…
..una goccia solitaria bagnarmi la guancia.
 
C-cosa….cosa le avevo fatto?..
 
Ho bisogno..ho bisogno di sedermi..
Mi appoggio all’ albero che si trova alle mie spalle, cercando di regolarizzare il battito del mio cuore che sembra voler uscire dal petto e gridare il suo dolore per la consapevolezza di essere stato io l’artefice di tutto ciò.
 
E’ tutta colpa mia.
 
L-lei…lei ha dovuto soffrire tutto questo a causa mia..della mia perenne indecisione..ha creduto che io avessi scelto Kikyo, mentre in realtà, su quel monte, l’ultimo sguardo che le ho rivolto  non chiedeva altro che il suo perdono…perdono per una scelta che il mio cuore aveva già fatto da tempo, senza che nemmeno me ne rendessi conto, e della quale mi sono accorto solo quando sono stato messo alle strette…
 
……una scelta che non prevedeva più lei.
 
Niente avrebbe riportato Kikyo in vita..per lei ormai non c’era più speranza..
..ma Kagome..per lei sì..lei aveva tutta la vita davanti, una vita della quale avrei voluto far parte.
Nonostante abbia sempre creduto di occupare un posto secondario nel mio cuore rispetto alla sacerdotessa che un tempo avevo amato, lei mi era sempre stata vicina, aveva curato la mia anima ferita, mi aveva insegnato tutto…a sorridere, a credere negli altri, a mostrare la mia parte vulnerabile …ma soprattutto mi aveva insegnato ad amare.
E io invece l’ho ripagata confermando le sue paure..
 
….Dannazione! Sono un coglione..un emerito coglione senza speranza!
 
Chiunque mi stia vicino finisce per soffrire..e io non volevo che accadesse anche a lei.
Tutto ciò che desideravo era proteggerla, bearmi ogni giorno del suo sorriso…e invece…sono solo riuscito ad allontanarla da me, a darla in pasto all’ oscurità che giaceva nel suo cuore..
 
…A farmi odiare.
 
Sì..Kagome mi odia..mi odia a tal punto da preferire di convivere col ricordo di Naraku, piuttosto che col mio. Ha preferito far finta che non fossi mai esistito, che non mi avesse mai incontrato..come un errore al quale dover rimediare.
E quel che è peggio è che..nonostante il dolore incommensurabile che provo all’idea di essere la persona che più disprezza sulla faccia della terra..so che la sofferenza che sto provando in questo momento, non è niente rispetto a ciò che ha dovuto sopportare lei.
 
Alla fine, sono riuscito a farle più male io di Naraku..
 
Kagome…potrai mai perdonarmi?
 
 
 
 
Finalmente a rompere il silenzio assordante che si era venuto a creare è Miroku, rivolgendosi al demone dai capelli rossi.
 
-“..posso sapere perché hai deciso di raccontarci tutto questo?”
 
Hideki sembra esitare per qualche secondo, come a domandarsi se quella sia, o meno, la scelta giusta da fare. 
...Poi finalmente si decide a parlare.
 
-“Perché oggi pomeriggio, dopo che il cagnolino ha rivelato la sua identità, pur non avendolo mai visto prima, qualcosa è scattato nella mente di Kagome.”
 
Le sue parole hanno il potere di ridestarmi dallo stato di trance in cui sono caduto.
 
L-lei..lei si ricorda di me?
 
Poi vedo il demone voltarsi e rivolgersi direttamente a me.
-“Pare che il solo udire il tuo nome l’abbia scombussolata a livello emotivo.
…Infondo dovevi essere piuttosto importante per lei.” mi rinfaccia, pronunciando le ultime parole con una nota di stizza, che mi fa istintivamente digrignare i denti.
Anche se i suoi ricordi avevano avuto il solo scopo di mostrarci ciò che era accaduto a Kagome, non ho potuto fare a meno di notare come quel bellimbusto la guardasse, la toccasse e persino la abbracciasse. Vederla tra le braccia di un altro uomo mi ha fatto salire il sangue al cervello, e se non fossi stato troppo sconvolto per ciò che Kagome aveva dovuto sopportare, l’avrei già infilzato con Tessaiga.
 
Anche per questo motivo, non ho intenzione di lasciarla nelle sue mani.
 
Lei è mia. E non ho intenzione di dividerla con un damerino che crede di conoscerla meglio di me.
 
Distogliendo lo sguardo dal mio, riprende a parlare.
-“E’ la prima volta che uso questa tecnica, quindi in parte è un mistero anche per me…ma credo che i suoi ricordi non siano stati proprio cancellati, piuttosto credo che siano latenti.
…..Tuttavia fossi in voi non festeggerei. Se Kagome dovesse riacquistare la memoria tutta in una volta sola, non reggerebbe al peso del dolore che quei ricordi porterebbero con sé, rischiando nuovamente di cedere all’oscurità.
E’ per questo che sono qui, per avvertirvi: continuate a comportarvi come avete fatto in questi tre anni, continuate a credere che sia morta, e quando le nostre strade si rincroceranno fate finta che per voi sia un’estra...”
 
Ma le parole gli muoiono in gola, mentre viene scaraventato lontano da un pugno in pieno viso che proprio non sono riuscito a trattenere.
 
-“Ti è andato di volta il cervello, razza di botolo?!” mi ringhia contro non appena si rialza, pronto ad attaccarmi. Ma io lo precedo afferrandolo per la veste e spingendolo contro un albero alle sue spalle. Il mio volto è una maschera di rabbia.
-“Come osi?! Come osi chiederci di far finta di niente e andare avanti con la nostra vita, come se potessimo ignorare il fatto che lei è ancora viva?! Credi davvero che lasceremo la situazione immutata?! Credi davvero che lascerò Kagome a te?! Non ti conosco e non mi piaci. Odio il modo in cui la guardi e le stai vicino, perché quello dovrebbe essere il mio posto! Non me la lascerò scivolare tra le dita ancora una volta, adesso che l’ho ritrovata ho intenzione di riaverla accanto a me, per sempre.” gli urlo in faccia la mia rabbia, sottolineando quelle ultime parole.
-“Beh forse dovevi pensarci prima di buttarti a salvare la tua cara sacerdotessa morta e abbandonare Kagome al suo destino!” - mi urla lui in risposta, irato, prima di liberarsi dalla mia presa – “Ho visto quello che è successo. Ho visto come Naraku ti ha tratto in inganno spingendoti a scegliere lei, ma in ogni caso ciò non ti giustifica! Se fossi stato realmente convinto della tua decisione, avresti dovuto rimanere fermo dov’eri, perché sapevi che lanciarti in direzione della miko senza un attimo di esitazione avrebbe significato compiere una scelta.”
 
Le sue accuse mi colpiscono come uno schiaffo in pieno viso, riaccendendo in me quel senso di colpa che per tre anni, fino ad oggi, ha accompagnato la mia misera esistenza senza lei.
 
-“Forse non hai capito quello che ho detto finora, botolo: se Kagome dovesse riacquistare la memoria in una volta sola, sarebbe un problema per tutti noi, perché questo le provocherebbe uno shock tale da farle di nuovo perdere il controllo. E a quel punto nessuno di noi sarebbe in grado di fermarla.”
 
Il mio cuore perde un battito al solo pensiero dell’eventualità di usare la forza contro Kagome.
N-no, mi rifiuto di crederci.
Ci deve essere un altro modo..
Un modo per farle tornare la memoria senza che il suo lato oscuro prenda il sopravvento..
DEVE esserci, maledizione!
 
 
 
-“E se Kagome ricordasse poco per volta? Credo che in questo modo per lei risulterebbe più facile gestire la sofferenza e il dolore che ne scaturirebbero.....o-ovviamente la mia è solo un'ipotesi!” si affretta a precisare Sango che, timidamente, ha rotto il silenzio, lasciando interdetto il demone che sembra prendere in considerazione le parole della sterminatrice.
 
Dopo alcuni minuti di totale silenzio immerso nei propri pensieri, Hideki finalmente risponde... 
...e ciò che dice mi dà la forza di sperare che non tutto sia perduto.
 
-“Si potrebbe provare..infondo oggi ha reagito bene, anche se credo che cominci a nutrire qualche sospetto. ....Ma vi avverto, se col passare del tempo cominciasse a dare qualche segno di squilibrio, spariremo così come siamo comparsi.”
 
E con queste ultime parole, lo osservo alzarsi ed indossare il mantello scuro, mentre si incammina verso il luogo dal quale era venuto. Ma prima di inoltrarsi nella vegetazione della foresta, si ferma e si volta per un’ultima volta, sprezzante, in mia direzione.
-“Botolo, direi che il tuo astio nei miei confronti è abbastanza evidente, ma posso assicurarti che l’avversione è reciproca, se non di gran lunga superiore. Se solo mi soffermo a pensare a quanto hai fatto soffrire Kagome...a stento riesco a trattenere il prurito alle mani!
….tuttavia sembra che tu rappresenti ancora una parte essenziale nella vita di quella ragazza, quindi se non ti ho ucciso, ringrazia lei.”
 
E voltandosi nell’ altra direzione riprende a camminare, lasciandomi senza la forza di ribattere, consapevole della veridicità delle sue parole e di aver inconsapevolmente provocato dolore alla persona alla quale tengo di più al mondo.
 
-“Aspetta demone, ho un’ultima cosa da chiederti”
Questa volta a parlare era stata Kikyo, che era stata in silenzio finora.
Alle sue parole, Hideki si arresta senza nemmeno voltarsi, in attesa che la sacerdotessa gli ponesse la domanda.
-“Che motivo hai tu, invece, di dare la caccia a Naraku? Hai accennato qualcosa riguardo al tuo villaggio, posso sapere cos’è successo?”
Continuando a mantenere la sua posizione, Hideki esita qualche istante, prima di cominciare a parlare con tono fermo, ma nel quale percepisco una nota di rabbia mal celata.
-“Naraku si presentò nel mio villaggio qualche tempo fa, celato sotto un mantello di pelle di babbuino, richiedendo i servigi del mio clan. Egli chiese ai membri anziani di esercitare una pratica proibita su un essere umano che aveva la capacità di individuare i frammenti della Sfera, una sacerdotessa.
Il rito consisteva nel forzare la mente di questa persona attraverso i loro poteri psichici, in modo da consentirgli di vedere attraverso i suoi occhi. E’ una tecnica incredibilmente potente e pericolosa, in quanto i membri anziani violano contemporaneamente la mente del soggetto e, più il tempo passa, più aumentano le possibilità che ciò danneggi irrimediabilmente il suo spirito e la sua psiche, al punto tale da renderlo un fantoccio privo di coscienza. Inutile dire che gli anziani si opposero e Naraku sterminò tutti col suo miasma velenoso.” – si ferma qualche secondo, stringendo i pugni, nel tentativo di mantenere la calma – “Quel giorno, purtroppo, io non ero al villaggio e quando tornai trovai i miei cari e il resto degli abitanti morti. E ovviamente quell’ acre tanfo di miasma.”
 
Boccheggio nell'udire tali parole. 
Un nodo in gola mi impedisce di parlare, senza lasciarmi la possibilità di fugare quell' unico atroce dubbio che il suo racconto mi ha provocato, attanagliandomi lo stomaco in una morsa. 
L-la..la sacerdotessa alla quale si riferisce Hideki non sarà…?
 
-“Sì mezzo demone, hai indovinato...
..la sacerdotessa che Naraku intendeva violare era proprio Kagome.
Tuttavia non ho mai avuto il coraggio di dirglielo proprio perché, conoscendola, temevo che se ne sarebbe assunta la colpa..dandole così un altro motivo per cedere all'oscurità del suo cuore”
 
I miei compagni sono sbalorditi quanto me. Se non fosse stato per il coraggio degli abitanti del villaggio di Hideki, la mente di Kagome sarebbe stata violata senza che nessuno di noi potesse fare niente per fermarlo, lasciandola un involucro privo di emozioni.
Tremo all’idea del pericolo che aveva corso senza che nemmeno ne fossi a conoscenza.
Maledetto Naraku..
-“Ma perché Naraku avrebbe dovuto voler forzare proprio la mente di Kagome…voglio dire…anche Kikyo può vedere i frammenti della Sfera” azzarda Shippo, nella sua innocenza fanciullesca, ma ponendo comunque una domanda lecita.
A rispondergli è proprio la sacerdotessa chiamata in causa.
-“Naraku non può ancora avvicinarsi a me a causa del cuore umano di Onigumo, e lo stesso vale per Kagome a causa della costante protezione di Inuyasha. Quindi deve aver pensato che attraverso questo stratagemma avrebbe potuto aggirare l’ostacolo e che la mente di Kagome potesse essere più facile da penetrare rispetto alla mia. Tuttavia essendo comunque una sacerdotessa aveva bisogno dell’aiuto di demoni specializzati nell’ambito della psiche, e questo spiega perché si sia rivolto al tuo clan.
Nonostante ciò c’è un’altra cosa che non mi spiego: come fai invece tu a entrare con facilità nella mente di Kagome? Anche se non è molto potente, è pur sempre una sacerdotessa, e se per mettere in pratica quella tecnica proibita era necessaria la partecipazione di tutti i membri anziani, perché tu riesci a farlo da solo?”
 
Silenzio.
 
-“Allora? Vuoi rispondere?!” sbraito all’ improvviso, coi nervi a fior di pelle.
Non voglio più attendere nemmeno un secondo di più, sono stato tenuto all'oscuro della verità troppo a lungo.
 
Con la sua solita calma snervante, mi osserva con superiorità e finalmente risponde.
 
-“Il giorno in cui trovai Kagome fu lei a stabilire un contatto mentale con me. Probabilmente a causa dell’istinto di sopravvivenza che anima ogni essere umano, o forse perché in seguito tra noi si stabilì un rapporto di fiducia, non saprei..
…ma da quel giorno le nostre menti sono collegate in modo indissolubile.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono passati quindici giorni dal nostro ultimo incontro con Hideki, e di lui e Kagome ancora nessuna traccia.
Sembrano essersi dissolti nel nulla..
Maledizione!
Ogni giorno sempre di più cresce in me il timore che Naraku possa aver scoperto che Kagome è ancora viva e che quindi possa farsi vivo per portare a termine ciò che non era riuscito a fare l’ultima volta, senza che quel demone buono a nulla sia in grado di proteggerla.
Non riesco a dormire sonni tranquilli sapendola sotto la custodia di quell’ Hideki, non mi piace la confidenza che si prende nei suoi confronti, non mi piace che goda della sua compagnia, che si sazi della sua vista, che si bei del suo profumo…
Lei è mia!
E solo io posso guardarla in quel modo.
 
Sono irrimediabilmente geloso di quel demone pel di carota.
 
In questi giorni non abbiamo fatto altro che seguire le tracce di qualunque frammento venisse percepito da Kikyo, senza un attimo di tregua. Ne abbiamo recuperati altri due, ma poco mi importa…perché nessuno dei due mi ha permesso di rincontrare Kagome.
Sì, la verità è che ormai li colleziono solo nella speranza di poterla rivedere.
Anche i miei amici se ne sono accorti, vista la mia chiara delusione ogni volta che entriamo in possesso di un nuovo frammento che non sia legato a lei.
 
Ho bisogno di rivederla, ho bisogno di assicurarmi che stia bene.
 
Intanto Kikyo e Sango sono andate in perlustrazione con Kirara, alla ricerca di qualche informazione utile per procedere alla ricerca dei frammenti della Sfera, dato che ormai è qualche giorno che giriamo a vuoto perché Kikyo non ne percepisce la presenza.
Osservando in lontananza l’orizzonte, finalmente, le vedo tornare indietro.
Spero che almeno abbiano qualche buona notizia..
 
Una volta poggiato piede a terra, noto che Sango si avvicina a noi con un sorriso smagliante, mentre Kikyo ha una strana espressione cupa in volto.
 
Mi chiedo che diavolo le prenda..
 
-“Ragazzi abbiamo buone notizie! Poco fa, mentre eravamo in perlustrazione, abbiamo incontrato sulla nostra strada due viandanti, coi quali ci siamo soffermate per chiedere informazioni che potessero essere riconducibili alla presenza dei frammenti..e, incredibilmente, abbiamo avuto fortuna!”
Ascolto annoiato le sue parole, convinto che il suo giubilo sia dovuto solo al fatto di aver avuto qualche notizia sull’ubicazione di un'altra gemma, ma poco dopo sono costretto a ricredermi, drizzando le orecchie per non lasciarmi sfuggire nemmeno una parola della sterminatrice.
-“Uno dei due uomini ci ha detto che gli sono giunte voci di un villaggio di nome Okayama, a qualche chilometro di distanza da qui, che sorge sulle rive di un fiume che termina in un' imponente cascata, nelle cui acque dimora un demone serpente, che negli ultimi tempi è cresciuto in maniera spropositata, seminando il panico tra gli abitanti che adesso sono costretti a rifugiarsi all’interno della foresta per non rischiare di essere attaccati e divorati dal demone. Pensiamo che l’accresciuta forza del demone sia la conseguenza di un frammento della Sfera…..e non siamo gli unici a crederlo.”
-“..cosa vorresti dire?”
La ragazza, alla mia domanda, mi rivolge un sorrisino vittorioso, prima di apprestarsi a vuotare il sacco.
-“I due uomini ci hanno confessato che non eravamo le prime ad avergli chiesto informazioni sui frammenti, ma che altri due individui incappucciati gli hanno domandato la stessa cosa poche ore fa…” - il mio cuore perde un battito quando comprendo il significato delle parole della mia amica - “….e che hanno indirizzato anche loro nella nostra stessa direzione!”
 
Non appena Sango termina la frase, scatto in piedi.
Non c’è tempo da perdere, dobbiamo dirigerci verso quel villaggio.
Kagome si trova lì e io ho l’impellente bisogno di vederla e di accertarmi che stia bene.
 
 
 
 
 
 
 
 
Arrivati nei pressi del villaggio, notiamo subito che le case che si trovano in prossimità del fiume sono disabitate, proprio come i due viandanti avevano detto a Kikyo e Sango.
Tuttavia, dai meandri della foresta sentiamo giungere un gran vociare, segno che gli abitanti si sono trasferiti a qualche metro di distanza dal fiume per paura del demone che vi infesta le acque.
Una volta inoltrati nella vegetazione, in lontananza scorgiamo una chiassosa folla di uomini e donne attorno a qualcuno che non riesco ancora ad intravedere, ma della quale posso percepire il delicato profumo…..accostato al fetore di quel dannato demone rompiscatole.
A fatica mi faccio spazio tra la folla, fino a giungere al centro di quel cerchio di persone che si era formato, dove finalmente i miei occhi trovano la conferma di ciò che il mio olfatto aveva percepito..
 
-“Kagome..”
 
L’ho solo sussurrato, ma mi è parso come se lo avessi urlato. Tanto che persino Kagome e Hideki, nonostante il rumore provocato dalla folla sovreccitata, si voltano nella mia direzione visibilmente sorpresi dalla nostra presenza.
-“E voi cosa ci fate qui? Certo che è proprio una strana coincidenza rincontrarci anche da queste parti…non è che per caso ci state seguendo?” a parlare è stata proprio colei che ho desiderato disperatamente rivedere sana e salva da quando avevamo lasciato il villaggio di Genzo-san.
 
Se è possibile è ancora più bella di quanto già non fosse la prima volta che l’ho rivista.
Ma non riesco a godere della sua figura per più di qualche secondo che la voce di uno sconosciuto mi costringe a distogliere lo sguardo.
 
-“Voi siete amici dei nostri salvatori??” mi domanda improvvisamente un uomo di mezz’età, basso e grassoccio, dal viso gioviale, che si trova a fianco a me.
-“Ecco..a dire il vero..”
Ma l’uomo non sembra prestarmi minimamente ascolto.
-“Noto che avete delle armi..quindi siete anche voi dei valorosi combattenti! Ma bene! Più siete, meglio è! Sono sicuro che unendo le forze ucciderete quell’essere in pochi secondi!
Ah, a proposito, che sbadato, non mi sono nemmeno presentato! Io sono Hyobe, il capo villaggio di Okayama, e sono onorato di accogliervi nel nostro umile villaggio!”
E senza nemmeno attendere la nostra risposta, richiama l’attenzione dei suoi concittadini.
Il modo di fare di quest’uomo sta cominciando a farmi saltare i nervi.
-“AMICI MIEI! Sembra che quest’oggi la buona sorte sia dalla nostra parte! Due gruppi di imbattibili guerrieri uniranno le proprie forze per sconfiggere il demone che infesta le acque del nostro fiume, impedendoci di tornare ad abitare le nostre case. Facciamo un applauso per i nostri eroi”
E così, acclamati dalla folla animata da Hyobe-sama, veniamo spinti verso i confini della foresta, col compito di uccidere il demone.
 
 
 
 
-“Come diavolo siamo finiti in questa situazione?" - sento borbottare Hideki tra sé e sé, mentre ci incamminiamo verso le rive del fiume - "Io non combatto al fianco di quel botolo pulcioso” asserisce con tono sprezzante, incrociando le braccia al petto con fare offeso e sottolineando le ultime parole, con il preciso intento di farmi saltare i nervi.
Reazione che, naturalmente, non tarda ad arrivare, concretizzandosi in un nervo pulsante che compare immediatamente sulla mia tempia.
-“Stai pur certo che il sentimento è reciproco, pel di carota!” rispondo istintivamente, piccato dal suo atteggiamento da essere superiore.
Chi diavolo crede di essere questo fenomeno da baraccone?!
So che dovrei essergli grato per aver salvato la vita a Kagome, quando io non ne sono stato capace...
Ma adesso può anche togliersi di torno, il suo aiuto non è più necessario!
Sarò io a proteggere Kagome!

Il flusso dei miei pensieri, tuttavia, viene interrotto dalla sua voce.

-“Su su, non ha senso mettere il broncio! Piuttosto, invece, io credo che la cosa potrebbe rivelarsi più interessante se la trasformassimo in una sorta di gara” - propone, improvvisamente, una Kagome entusiasta - “voi che ne dite?” chiede, lasciandoci tutti spiazzati dall'inusuale proposta, per rivolgersi poi direttamente a me, cogliendomi impreparato e trovandomi ad arrossire come un idiota al pensiero che questa sia la nostra prima vera “conversazione” dopo tre anni.
-“Credo che prenderò il tuo silenzio per un sì!”  - risponde sorridente, prendendo in mano le redini della situazione e ignorando volutamente il mio insensato imbarazzo – “Però la sfida sarà solo tra me e te, mezzo demone Inuyasha. Sono proprio curiosa di vedere di cosa sei capace!
Il primo che riesce ad abbattere il demone, si tiene il frammento, ok?”
 
Un po’ titubante al pensiero di esporre Kagome al pericolo di una battaglia, resto in silenzio, cercando di prendere tempo per trovare una soluzione che non coinvolga anche lei nello scontro…
Ma purtroppo, anche quell’ Hideki sembra essere particolarmente esaltato all’ idea di questa gara.
-“Perché no? Vediamo come se la cava il cagnolino contro di te…sono proprio curioso!” ci esorta con quel solito sorrisino beffardo, al quale rispondo con un' occhiata omicida.
 
Adesso non posso più tirarmi indietro..
Messo alle strette, annuisco, andando a posizionarmi con Kagome lungo le rive del fiume, in attesa che il demone faccia la sua apparizione.
Nonostante l’ambito non sia esattamente quello che avevo sperato, in un certo senso sono felice di poter approfittare di questo momento per starle accanto, anche se per poco.
Non riesco a fare a meno di continuare a lanciarle delle rapide occhiate, come a volermi assicurare che lei sia realmente a pochi centimetri da me..
 
-“Appena hai finito di fissarmi, direi di metterci in guardia.” mi riprende, senza mai staccare lo sguardo dalla superficie calma del fiume.
Visibilmente imbarazzato per essere stato scoperto in flagrante, mi affretto a sguainare Tessaiga, mentre Kagome fa lo stesso con le due lame che porta sul dorso, osservando entrambi con attenzione il punto in cui la superficie dell’acqua ha iniziato a vibrare impercettibilmente e dal quale stanno cominciando ad emergere alcune bolle d’aria.
 
Sospiro, palesemente in difficoltà per la presenza di Kagome che mi sta mandando in confusione, distraendomi da quello che in questo momento è il mio obiettivo.
 
 
 
 
 
Credo che questo scontro si rivelerà più arduo di quanto pensassi..
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino dell’autrice:
Incredibile ma vero, nonostante l’ora spropositata sono riuscita a terminare questo capitolo che sembrava non finire più! O.O
Vorrei potermi soffermare di più, ma credo che se indugiassi ulteriormente davanti al pc mio papà mi verrebbe a prendere per le orecchie, dal momento che siamo in partenza >.<
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento ^^ se vi va fatemi sapere cosa ne pensate!^^
Tuttavia vi anticipo già che presto i nostri piccioncini avranno modo di restare da soli per un bel po’ :P  
Con quest'ultima news vi saluto e vi auguro BUONE FESTE! E mi raccomando.......MANGIATE UN SACCO DI DOLCI xD (tanto la prova-costume è lontana anni luce :P) Al prossimo capitolo che si intitolerà “Waterfall”.
Bacioni <3

Dadina91
  
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