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Autore: Gaia Sleepwalker 99    22/12/2013    2 recensioni
Niall è un ragazzo timido e introverso, con pochi amici. Quando la ditta dove lavora suo padre si trasferisce lontano da Mullingar, Niall è costretto ad abbandonare tutto ciò che gli è più caro. Insomma, varca la porta della nuova scuola, che al primo impatto non lo entusiasma per niente, fino a quando i suoi occhi azzurro cielo non incontrano quelli verde smeraldo di una persona davvero speciale.
June è una ragazza estremamente riservata e taciturna ... agli occhi dei suoi compagni di scuola appare come una sfigata asociale, ma la verità è un' altra ... June vede "cose" che nessun' altro può vedere, sente voci che nessuno oltre a lei riesce a percepire ... e ha paura. Tutta questa paura la porta a tenersi sempre lontana da tutto e da tutti, non ha mai nemmeno il coraggio di parlare, finchè, un giorno, un ragazzo si dimostra interessato a lei, tenta di capirla e di ascoltarla. June sta provando emozioni fortissime, e crede di non poter essere più felice di così, ma non sa che qualcuno si nasconde nell' ombra pronto a farle tutto il male possibile e inimmaginabile, a costo di ottenere ciò che brama da tempo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LOUIS’ TALKING

M: Niall Horan … sai, non ti facevo così eccitante – disse staccandosi dalle mie labbra. Ero letteralmente disgustato da me stesso e da quel che avevo appena fatto. Non dissi nulla, rimasi solo fermo con le mani sui suoi fianchi – finalmente hai deciso di scegliere una donna vera, al posto di quella verginella … - si abbassò cominciando a mordermi il collo, e una certa rabbia cominciò a ribollirmi nelle vene: stava parlando di June, stava parlando male di lei, della mia migliore amica. Pensai che fu sciocco dispiacersi per lei, visto che stavo per infliggerle il dolore più grande della sua vita. Quando sentii le sue mani che, impazienti, cercavano di raggiungere il cavallo dei miei pantaloni, decisi che poteva bastare. L’ allontanai per poi andarmene in tutta fretta, sotto il suo sguardo sbigottito. Mi osservai la mano, dove la mia carnagione olivastra stava lentamente prendendo il posto del bianco latte. Passando davanti alla vetrina di un negozio mi fermai a specchiarmi, notando che i capelli biondi si stavano scurendo: mi stavo trasformando. Corsi a più non posso dietro a un cespuglio, appena in tempo per terminare la metamorfosi: ero di nuovo Louis, non più Niall Horan. I sensi di colpa cominciarono a farsi sentire, ma decisi che dovevo finirla una volta per tutte. Presi dalla tasca della giacca la federa contenente la polvere e me la spalmai su tutto il corpo, per poi pronunciare la formula magica.
L: retro tempo - la testa cominciò a girarmi e le mani presero a tremare, resistetti fin quando la vista si stabilizzò di nuovo e potei vedere me stesso, nei panni di Niall Horan, mentre ero intento a baciare Clarissa Coleman. Presi la piccola macchina fotografica digitale che mi ero procurato e scattai un paio di foto immortalando quei pochi attimi che avevo passato in sua compagnia, i secondi peggiori della mia vita. Con la stessa velocità pronunciai un’ altra formula. Mi ritrovai di nuovo al presente … e tornarono anche i sensi di colpa.

AUTHOR’S TALKING

La scuola era ricominciata da due settimane. June si alzava ogni mattina felice, perché sapeva che avrebbe passato almeno la metà del suo tempo con Niall. Da quella notte che avevano passato insieme al cottage, il loro rapporto era cambiato in meglio. Si sentivano entrambi più liberi, più rilassati, più complici, June sentiva che avrebbe potuto parlargli di qualsiasi cosa, certa che lui avrebbe capito. Si … avrebbe potuto dirgli tutto … escluso quel piccolo segreto che teneva nascosto da qualche giorno. Non era ancora sicura di niente, ma la probabilità che la sua preoccupazione fosse effettivamente ben fondata la faceva stare in ansia. Solo suo fratello sapeva tutto …

FLASHBACK

Lei era seduta per terra in bagno, indecisa sul da farsi. Si mordicchiava nervosamente il labbro, mentre continuava a rigirarsi fra le mani quella scatola. Sospirò lasciandola cadere per terra e prendendosi la testa fra le mani: aveva terribilmente paura. Sentì dei passi sulle scale e, un secondo dopo, vide la figura alta e muscolosa di Drake stagliarsi davanti alla porta aperta.
D: ehi puffa … ma … che stai facendo? – non fece nemmeno in tempo ad alzarsi che lui aveva già afferrato la scatola.
D: cosa?! – esclamò leggendo il nome del prodotto.
J: no Drake aspetta …
D: un test di gravidanza?! – sputò Drake guardandola con rabbia. Lei non disse niente, non riuscendo a sostenere il suo sguardo. Annuì. – dannazione June! Ti avevo detto di stare attenta!
J: ma noi siamo stati attenti! – si difese lei.
D: cosa avete usato? – lei arrossì violentemente.
J: Drake …
D: June, sto cercando di aiutarti. Avanti, dimmelo – la sua voce si addolcì e i lineamenti del suo viso si rilassarono.
J: bhe … lui ha usato un … un preservativo … - Drake sbuffò passandosi una mano nei capelli.
D: cazzo June … non basta … lo capisci? Avresti dovuto prendere la pillola!
J: Drake, io e Niall non facciamo sesso! È successo solo una volta, non avevamo programmato niente … - lui scosse la testa.
D: hai già fatto il test?
J: no …
D: fallo, subito
J: voglio aspettare ancora qualche giorno, magari è solo un ritardo … - lui la guardò a lungo, prima di annuire.
D: va bene …
J: ho paura … - lui si avvicinò e l’ abbracciò.
D: non devi averne … stai tranquilla …

FINE FLASHBACK

Chiuse con forza il suo armadietto espirando profondamente; aveva preso una decisione: avrebbe fatto il test.
N: piccola … - due labbra si posarono sulla sua guancia e una mano le accarezzò dolcemente il fianco, riconobbe subito il suo profumo. Si girò regalandogli un debole sorriso – va tutto bene? – le chiese confuso. Lei annuì, più per convincere se stessa che lui, e gli lasciò un lieve bacio sulle labbra, eliminando quell’ espressione corrucciata che addobbava il suo viso. Lui piegò leggermente le labbra in un sorriso e le prese la mano, facendo intrecciare le loro dita.
N: ti accompagno in classe – e lei lo seguì, camminando lentamente appoggiata al suo braccio, mentre con il pollice gli accarezzava il dorso della mano. Non le interessava quello che sarebbe successo … non le interessava il risultato del test … Niall le sarebbe stato accanto sempre e comunque, lei lo sapeva.
 

D: sei sicura? – le chiese Drake
J: si, voglio farlo – lui sospirò e annuì.
D: va bene … ti aspetto fuori – June entrò in bagno con la scatola in mano, decisa ad andare fino in fondo. Estrasse tutto il contenuto e lesse le istruzioni mentre la sua ansia continuava a crescere; passò direttamente alla parte finale, per comprendere il nocciolo del concetto: una tacca, negativo, due tacche, positivo. Uscì dal bagno qualche minuto più tardi, con il test in fase di lavorazione in mano.
D: allora? – chiese Drake, impaziente.
J: ci vogliono cinque minuti – lui respirò pesantemente, mentre lei continuava a torturarsi le mani.
D: qualsiasi cosa succeda, devi stare tranquilla, io sono qui, d’ accordo? – le disse guardandola in modo apprensivo, mettendole una mano sulla spalla. Lei annuì riconoscente, non riuscendo a reagire sufficientemente a causa della paura. Drake si fissò l’ orologio.
D: credo sia ora che controlli – June si portò la mano destra tremolante sotto il viso, facendo entrare il test nel suo campo visivo. Diede una rapida occhiata e lasciò cadere la mano, alzando lo sguardo. Il test sfuggì dalla sua presa quando si portò le mani sul viso, emettendo qualche singhiozzo. Drake raccolse lo strumento da terra e controllò: positivo.
D: June … - lei si appoggiò al suo petto e lui la strinse con dolcezza – non piangere … su … - non aveva idea di come confortarla.
J: non sono pronta … - sussurrò lei.
D: lo so piccola … - le accarezzò i capelli – devi farti forza – lei si aggrappò alla sua maglietta, stringendosela sul volto – va’ a parlare con Niall … - le consigliò.
J: ho paura …
D: senti, mi costa ammetterlo ma … è davvero un bravo ragazzo … e ti ama sul serio. Abbi fiducia, deve saperlo … - le sollevò il mento e la guardò negli occhi, rivolgendole un sorriso rassicurante. Lei annuì debolmente.
J: che ore sono?
D: quasi le quattro …
J: lo chiamo adesso  – dichiarò lei – gli chiedo di venire qui.
 
June stava in piedi appoggiata al cancellino di casa sua, aspettando Niall con ansia. batteva impazientemente un piede sull’ asfalto, sbuffando di tanto in tanto. Posò lo sguardo sulle sue scarpe e nascose la mani nelle tasche della felpa, nel tentativo di proteggerle dal freddo. Sentì dei passi avvicinarsi e sollevò di scatto la testa, convinta che avrebbe visto Niall. Si sbagliava.
J: Louis … - lui la salutò con un lieve cenno del capo – che ci fai qui?
L: devo dirti una cosa
J: Louis, non è proprio il momento …
L: va bene, se non vuoi ascoltarmi, almeno, prendi questa, ti chiarirà un po’ le idee – le porse una busta. Lei la osservò curiosa, rigirandosela tra le mani.
J: ma cosa … - quando sollevò di nuovo lo sguardo, Louis era sparito. Si guardò intorno, più confusa che mai. Alla fine tornò a fissare la busta, che, con riluttanza, aprì. Estrasse il contenuto: erano delle foto. Sbarrò gli occhi quando vide le immagini ritratte, e sentì il cuore rompersi in mille pezzi: Niall e Clarissa Coleman, una delle ragazze più corteggiate della scuola, appoggiati a un muro che si baciavano. Gli occhi cominciarono a pizzicarle e si portò una mano alla bocca, respirando a fatica, mentre tentava di lottare contro il dolore dilaniante che le attanagliava il petto. Ad un tratto sentì il rombo di una moto in lontananza farsi sempre più vicino, e l’ ansia aumentò ancora di più. Dopo pochi secondi vide Niall sul suo motorino svoltare l’ angolo e accostare a qualche metro da lei. Si tolse il casco e si avvicinò camminando veloce, preoccupandosi sempre di più man mano vedeva il suo viso rigato di lacrime. Giunse a meno di un metro da lei.
N: piccola … che … che succede? – portò una mano sulla sua guancia, cercando di asciugarle quelle umide scie salate, ma lei si ritrasse, portando una mano sul suo petto per spingerlo lontano – che ti prende? – chiese di nuovo, sempre più confuso. Lei si passò una mano sul viso e gli porse la busta. Lui l’ aprì senza esitazione ed estrasse le foto: i suoi occhi si assottigliarono in due fessure e le sue labbra si dischiusero. Tornò a fissare la ragazza.
N: no no no June … queste foto non … non sono vere! Io non ho mai fatto niente del genere! – lei scosse la testa mentre le lacrime continuavano a scendere.
J: stai negando l’ evidenza …
N: ti dico che è tutto falso! Ti prego, credimi … - si avvicinò al suo viso cercando di sfiorarla, ma, anche quella volta, lei si scostò.
J: come faccio a crederti?
N: chi ti ha dato questa roba?
J: non ha importanza …
N: si invece! – disse lui, alzando la voce – chi è stato?!
J: Louis! Va bene?! – Niall si passò una mano nei capelli ridendo amaramente.
N: ah certo, Louis! – disse ironico.
J: che vuoi dire?
N: voglio dire che lo dicevo che quel tizio non mi andava a genio! June: vuole rovinarci, non sono io quello che mente!
J: ora smettila …
N: no, non voglio farlo, ti sto dicendo la verità
J: finiamola … qui, subito … - concluse lei. Lui impallidì all’ istante e gli si gelò il sangue nelle vene. Deglutì a fatica e si avvicinò nuovamente, prendendole il viso tra le mani e guardandola negli occhi, cercando di trattenere una lacrima che combatteva per uscire.
N: no … ti prego … non puoi farmi questo … non lasciarmi … - lei cercò di evitare il suo sguardo mentre i suoi occhi s’ inumidivano sempre di più – guardami – la supplicò Niall. Le diede un bacio, poi un altro, veloci, a raffica, come per svegliarla dall’ incubo che stava vivendo lui stesso. June gli prese i polsi e lo fermò, mentre il suo cuore continuava a lacerarsi lentamente – pensa … pensa a tutto quello che abbiamo passato … - continuò con la voce che tremava – pensa a quando ci siamo conosciuti … a lezione di musica … pensa a quando mi hai confessato il tuo segreto e … e ci siamo baciati per la prima volta, sotto quell’ albero … mentre pioveva …
J: smettila … - sussurrò lei.
N: pensa a quando ti ho detto “ti amo” … alla vigilia di Natale … ti amo tuttora, June … molto di più … - continuò imperterrito lui, prendendo fiato – pensa a quando abbiamo fatto l’ amore … e mi dissi che ti fidavi di me … ora sembra che non lo pensi più
J: non me ne stai dando alcun motivo
N: si, invece! Ti sto dicendo che non ho idea di cosa siano quelle foto … che ti amo e che non potrei mai vivere senza di te …
J: non posso crederti, Niall. Mi dispiace – si sottrasse dalle sue braccia e corse verso la porta di casa; Niall la seguì, afferrandola per un polso.
N: aspetta! – June si divincolò ed entrò in casa con uno scatto fulmineo, chiudendo la porta con forza. Niall batté il pugno sul legno, chiamandola.
N: June! June ti prego! – non ricevette alcuna risposta, ma, senza perdere la speranza, continuò a bussare con insistenza. Nel frattempo, in casa, Drake stava facendo il terzo grado a sua sorella.
D: si può sapere cos’ è successo?! Perché continua a gridare come un ossesso?! – lei piangeva, piangeva e respirava affannosamente. Gli porse la busta. Drake guardò le foto e un’ espressione di rabbia si dipinse sul suo volto. Serrò la mascella e si catapultò sulla porta, trovandosi davanti un Niall più disperato che mai. Lo spintonò facendolo finire nel vialetto davanti al cancello.
D: che hai combinato?! Eh?! – urlò
N: è tutto un fottutissimo malinteso! Non ho la più pallida idea da dove arrivino quelle foto! – Drake gli si avvicinò e lo afferrò per il colletto della camicia.
D: abbi almeno le palle di dire la verità. June non se lo merita
N: oh Cristo … - Niall fece roteare gli occhi – siete tutti sordi?! Io non c’ entro un cazzo! Non ho mai fatto niente del genere! – Drake lo rimise a terra, continuando però a trattenerlo.
D: sai ti facevo più in gamba … l’ hai appena messa incinta e già la tradisci, ti faccio i  miei complimenti – sputò lui con disprezzo, lasciandolo andare e voltandosi. Niall sembrava aver subito uno shock … se ne stava in piedi impalato con le labbra dischiuse e una totale confusione in testa. Si riscosse e riuscì a fermare Drake.
N: aspetta! Come incinta?!
D: si, hai capito bene. Le hai rovinato la vita in tutti i sensi … ora, se non vuoi che ti tiri un cazzotto in quelle che tu chiami “palle”, ti conviene andartene, e lasciare in pace June – entrò in casa sbattendo la porta. Niall deglutì a fatica e non riuscì più a muoversi per dieci minuti buoni, mentre in testa gli rimbombavano sempre le stesse parole:  finiamola … le hai rovinato la vita … incinta.
 
MY SPACE
buongiorno lettrici! Scusate se questo capitolo è arrivato MOLTO in ritardo, e se magari è un pò confuso. La storia sta volgendo al termine, mancano solo pochissimi episodi, e poi sarà finita. è davvero troppo chiedere qualche recensione in più? Evidentemente si, perchè lo ripeto puntualmente ogni volta che pubblico qualcosa e il risultato è sempre lo stesso, ovvero solo un paio di commenti. Lascio a voi il giudizio: se avete intenzione di dimostrarmi che tenente alla mia storia scivete qualcosa! 
xx Sleepwalker Buon Natale a tutti <3
 
  
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