Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: _AppleJack_    22/12/2013    2 recensioni
Distretto 12.
17 anni dopo la fine della rivolta.
Capitol City ieri, Capitol City oggi, Capitol City domani.
Nuovi personaggi, nuova storia, ma soprattutto: Nuovi Hunger Games.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




 
CAPITOLO NOVE
 



Con tutte le medicine che mi hanno dato ieri sera sono riuscita a dormire. Mi hanno svegliata abbastanza presto, mi sono lavata e vestita aiutata da Eris. Dopodiché  mi hanno caricata su un’ hovercraft e portata nella stanzetta con il tubo di lancio. Con me poteva venire solo una persona, Douglas si è offerto per darmi gli ultimi suggerimenti, per così dire. Così adesso sono qui che combatto contro la morte. Ovvero gli abbracci stritola-ossa della mia stilista. Mi guarda con le lacrime agli occhi per l’ennesima volta e prima di lasciarmi mi dice “ Sii il lupo che hai sempre desiderato. Dimostragli che non ti possono cambiare così ok?” io annuisco e la saluto con un piccolo bacio sulla guancia. Douglas mi accompagna dentro la mia stanzetta. Abbiamo ancora un quarto d’ora. Ci sediamo sul divanetto e lui mi chiede “ Hai paura?” io ci rifletto un attimo “ No, mi hanno fatto di peggio nelle ultime due settimane”. “ Non illuderti che sia così facile Gio. Le hai viste le altre stagioni. Quello che ti hanno fatto non è niente in confronto a quello che puoi trovare la dentro. Ricordati quello che sai fare. Trova delle armi che sai usare bene e scappa il più veloce possibile dalla Cornucopia. Hai visto cosa hanno provato a farti, e non ha funzionato, ma su tutti gli altri tributi si, gli hanno trasformati in macchine da guerra senza sentimenti. Devi allontanarti il più velocemente possibile da lì ok?” mi sta guardando preoccupato. Io annuisco “ Fammi tornare a casa ti prego, voglio andarmene da qui.” Mi sta venendo da piangere ma caccio indietro le lacrime. Lui mi da un bacio in fronte e mi abbraccia. “Certo che ti faccio tornare indietro cosa pensi. Ricordati che il problema non è l’arena in se, sono i tributi. Solitamente scelgono un paesaggio normale, perché sanno già che bastano i tributi a fare spettacolo. Tu scappa il più lontano da loro. Anche il ragazzo del due farà così secondo me.” non sono d’accordo “ Non penso, l’hai visto alla mietitura.” Lui mi interrompe subito “ Si, era agguerrito, ma adesso che l’hanno torturato per due settimane, e ha visto quello che possono fare agli altri tributi, non penso sarà ancora così.” DIECI SECONDI AL LANCIO. Mi affretto ad andare nel tubo. Le porte trasparenti si chiudono. Poggio una mano sul vetro e Douglas fa lo stesso. Ci guardiamo negli occhi, prima che io salga a morire in un’arena, l’ultima cosa che sento è il suo urlo disperato che mi prega di tornare indietro. E poi mi fermo. Non riesco a vedere nulla. La luce è troppo forte, abbiamo sessanta secondi prima di poter scendere dalla nostra postazione. Sessanta secondi per progettare un piano di fuga, nel mio caso. Non riesco a vedere nulla. La luce è fortissima. Mi metto una mano davanti agli occhi e li faccio adattare alla luce. Mi guardo in giro. Un bosco fitto e completamente innevato. Voi potrete pensare ‘ O gli è andata bene’ ma non avete idea di quanto sia difficile nascondere le tracce sulla neve fresca e compatta. Mi abbasso e ne prendo un po’ sul dito. La metto in bocca e la sputo subito. È avvelenata. Ovvio. Ci avrebbero semplificato la vita no? Troppa acqua a portata di mano. Trenta secondi. Guardo i possibili zaini e armi che potrei prendere. Arco, coltelli, uno zaino abbastanza capiente e leggero. Ok ho un piano. Quindici secondi. Mi guardo in giro osservo gli altri tributi. Hanno tutti delle facce strane. Con delle smorfie in faccia che fanno paura. Cinque. Quattro. Tre. Due. Uno. Partiti. Corro come una disperata ringraziando mentalmente Douglas per le ore passate a correre. Arrivo per prima alla Cornucopia ma non ho il tempo di vantarmene. Devo scappare via. Afferro un kit di coltelli e l’arco. Passo di fianco allo zaino che avevo adocchiato prima e lo afferro dalla cinghia senza fermarmi. Gli altri sono appena arrivati e hanno già iniziato ad uccidersi tra loro. Io continuo a correre.  Per ora delle tracce non mi importa molto. Devo pensare a scappare. Nella mia testa continuo a ripetermi di non voltarmi. Corro per circa venti minuti andando a zig zag per deviare le piste che sto lasciando. Mi fermo dietro un masso. Da qui ho una buona visuale. Controllo il mio bottino. Dieci coltelli di varie misure. Ottimo. Arco molto all’avanguardia e sessanta frecce. Ottimo. Zaino impermeabile con dentro un piccolo saccopelo, pietra focaia, bottiglia vuota e un piccolo contenitore con il coperchio, vuoto. Non male dai. Non ho nulla da mangiare, quindi inizio a guardarmi in giro per eventuali prede. Noto qualche lepre bianca e delle piccole orme di scoiattolo. Sento il rumore di rami che si spezzano in lontananza, mi carico lo zaino in spalla e riparto con la mia corsa. Stando ben attenta a non far rumore e a camminare sui piccoli sassi che emergono dalla neve bianca. Sono troppo concentrata dalla mia corsa da andare a sbattere contro un tributo che, presumo, stesse scappando anche lui dato che arriva correndo e con il fiatone. Lo scontro risulta violento dato che entrambi andavamo veloci. Ci guardiamo in faccia terrorizzati e noto così che è il ragazzo del due. Come mai sta correndo via, e mi guarda impaurito. No non sta guardando me, ma dietro di me. Mi volto appena in tempo prima di veder sfrecciare un coltello diretto verso Kelan, il ragazzo di fianco a me. Senza pensarci mi butto su di lui e gli urlo di abbassarsi. Il coltello passa sopra la mia testa. Perché l’ho fatto? Avrei avuto un avversario in meno. Ma ora non ho tempo perché l’altro tributo, forse del 3 o del 7 ha tirato fuori un altro coltello. Afferro il mio e lo lancio. Come avevo sperato fa a piantarsi dritto nella sua coscia. Mi alzo e prima di ricominciare a correre guardo il ragazzo del due, ha i capelli più o meno del mio stesso colore.. alla televisione sembravano più tendente al rosso ambrato. “ Non l’ho fermato, questo lo rallenterà e basta, ti conviene scappare prima che si riprenda.” Lo metto in guarda prima di voltarmi e continuare a correre. Quando mi sento abbastanza sicura mi concentro sul cibo e sull’acqua. Riesco a prendere una piccola lepre, ma niente acqua. Accendo un piccolo fuoco che mi permetta di cucinare la mia cena. Sto ben attenta a non far fumo e ad usare legna più secca e asciutta possibile in modo da far prima. Trovo un albero e mi ci arrampico. Non sono brava come Katniss, lei è la migliore in questo. Ma me la cavo grazie alla mia statura e agilità. Una volta però mi ruppi una caviglia nello scendere. Haymitch si arrabbiò un sacco, a me dispiaceva più per non poter andare a caccia e quindi portare da mangiare alle famiglie del Giacimento. Ero molto triste perché non uscii di casa per un bel po’, odiavo stare sempre al chiuso e non sapere quello che succedeva fuori. Ogni tanto Peeta veniva da me e mi diceva delle esecuzioni che c’erano state. Un giorno avevo scoperto che un pacificatore aveva beccato un ragazzo con in mano un piccolo coltello, che stava cercando di prendere un fagiano oltre la rete. Era morto dissanguato dai troppi tagli provocati dalla frusta. Non era mio amico ma lo conoscevo, e conoscevo il suo bisogno di cibo. Suo padre era morto e lui aveva 3 fratelli piccoli da sfamare. Mi ripresi velocemente anche per loro e per 2 anni non feci altro che portargli più cibo possibile tutti i giorni. Insegnai anche al fratello più grande a cacciare e a riconoscere le piante commestibili. Così salvai una famiglia. Pian piano ritorno con la mente nell’arena e mi concentro cercando di ampliare i miei sensi per vedere se riesco a sentire qualcosa. Vedo vari uccelli sugli alberi e sento dei passi pesanti di una persona. Questo mi fa allarmare. Mi metto il più vicino possibile al tronco e nascondo i miei capelli nel cappuccio. Vedo passare Austin con in mano una spada che trascina rumorosamente per terra. Faccio per chiamarlo ma mi fermo quando la ragazza del cinque sbuca fuori dal cespuglio e prova prenderlo alle spalle. Sto per urlare, non ce la farà mai. Ma lui si gira e con gli occhi fuori dalle orbite e un ghigno sghembo in faccia le taglia testa. Mi metto una mano davanti alla bocca. Sia per non vomitare che per non urlare. Non sembra soddisfatto perché inizia a tagliuzzare tutto il corpo della sua vittima ridendo e intonando l’inno di Panem. Cosa gli hanno fatto. Cosa hanno fatto al povero bambino di dodici anni con una paura per qualsiasi cosa. Ha ragione Douglas. Sono loro il vero problema dell’arena. E qui siamo solo io e Kelan gli unici sani in una gabbia di matti. Austin se ne va sempre trascinando la sua arma. Il corpo della ragazza è ancora lì. Il coniglio che ho mangiato minaccia di uscire. In cielo vengono proiettati  i video delle varie morti. Si è così, adesso non ci sono più solo le foto dei tributi morti, adesso ci fanno vedere i vari filmati per metterci ancora più ansia nel vedere che macchine da guerra siano diventati. In totale ci sono 13 morti. Praticamente la metà. Cerco di non guardarle. Ma la curiosità ha la meglio. Sembrano tutti pazzi. Anzi sono tutti pazzi. Facce da incubo, sorrisini vuoti, occhi persi, menti contorte che sviscerano le budella delle loro vittime e le mettono sopra la testa come segno di trionfo.  Sono rimasti per la maggior parte i ragazzi. Tranne me e la ragazza dell’uno. Domani devo darmi da fare, trovare acqua potabile e cacciare. Hanno avuto una bella trovata con la neve avvelenata. Chissà cosa ci hanno messo dentro. Riesco a prendere sonno poche ore dopo. Vengo svegliata di soprassalto da un ululato. Eppure sono convinta di non aver sognato. Mi fingo terrorizzata, dopo tutto io sono la ragazza che ha una fifa incredibile dei lupi no? Devo continuare con questa farsa anche se mentalmente sto sperando che ci siano veramente dei lupi. Sono brava a farmi amici come loro. Mi assicuro che la zona sia libera e pian piano scendo dal mio rifugio. Inizio a camminare e a seguire varie piste di conigli e scoiattoli. Sto ben attenta a non lasciare tracce. Ululato. Adesso sono sicura di averlo sentito, non è un lupo adulto è ancora un cucciolo. Ormai ho imparato a distinguerli. Inizio a correre nella direzione da dove proveniva il richiamo di aiuto.  Sbuco su un piccolo prato con un lupacchiotto ferito a una zampa che prova a scappare e il ragazzo del 4 con in mano un arco scoccare la freccia per uccidere il cucciolo. Sono più veloce di lui perché raccolgo un sasso abbastanza grande e lo lancio vicino al lupo che si abbassa spaventato riuscendo a schivare la freccia. Il tributo mi sta guardando con una smorfia di pura rabbia.  Si prepara con un’altra freccia solo che non mira a me, ma all’animale.. non capisco perché ma prima che possa fare qualsiasi cosa io l’ho già colpito al cuore con un coltello. Il cannone suona. Recupero le frecce mie e del ragazzo più il mio coltello e corro dal lupo. Devo andarmene di qui, tra poco arriveranno tutti gli altri in cerca di sangue. Afferro il cucciolo e lo prendo in braccio. Corro come una disperata sempre più veloce. Mi fermo con il fiato corto. Annuso l’aria, destra. Ne sta arrivando uno da destra. Continuo a correre nella direzione opposta fino a quando non trovo una piccola tana di non so che animale. Allargo l’entrata con le mani e mi ci tuffo dentro tirandomi dietro il piccolo animale. Dopo circa venti minuti che non sento rumori mi tranquillizzo e cerco di sistemare la piccola zampa ferita del mio nuovo amico. Fortunatamente non è nulla di grave. Mangio un po’ del mio coniglio e lascio a lui buona parte di quello che avevo appena preso. Così non devo cucinarlo. Sento l’inno di Panem ma non riesco a guardare chi sia morto. Non ho tenuto il conto dei cannoni. Forse due o tre. Uno sicuramente, e sono stata io ad ucciderlo. Non volevo. Ma penso di aver fatto un favore a quel ragazzo. Non era più se stesso. E poi voleva uccidere per puro divertimento questo piccolo lupacchiotto. Mi sistemo per dormire e vedo pian piano il cucciolo avvicinarsi a me, fino a trovarmelo con il muso sopra la mia pancia. Si, ho decisamente trovato un piccolo alleato.









Mi scuso tantissimo per il ritardo :(
Come promesso i nostri tributi sono entrati nell'arena!!
Fatemi sapere cosa ne pensate ed eventuali suggerimenti!
Ringrazio per le recensioni e per chi ha messo la mia storia tra le seguite! Penso di non riuscire ad aggiornare prima di Natale dato che andrò a sciare e non credo di portarmi il computer. Spero di non farvi aspettare troppo e che mi possiate perdonare :3
Un bacio G.

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: _AppleJack_