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Autore: jake84    17/05/2008    1 recensioni
Da quando si è svegliato improvvisamente dal coma, per Scott sono cambiate molte cose.. cosa sono le voci che sente nella testa? e perchè tutti sembrano sapere qualcosa che lui non ricorda? Presto scoprirà verità che non poteva conoscere, troverà amici che non sapeva di avere... e nemici che non immaginava di affrontare..
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In infermeria

Le teorie di Helen

 

 

La squadra di supporto li aveva portati alla base in poco meno di due ore. Era stato il loro unico intervento in quella missione. Iago li vide parlare con il capo, più che altro per assentire ad ogni sua parola.

“ Voglio un rapporto dettagliato sulla mia scrivania entro un ora.” Disse il capo e se ne andò. Iago guardò la squadra. Erano quattro agenti semplici, due di loro li conosceva bene. Erano molto professionali, ma non molto potenti da soli… eppure non avevano un graffio. Cosa diavolo era successo?

Individuò l’agente medico e si fece indicare la stanza in cui erano stati portati Ian e Linus. Subito gli dissero che non avrebbe potuto vedere Ian. Era in sala operatoria, nessuno poteva entrare. L’agente si mise davanti a lui, come aspettandosi che Iago usasse la forza per passare. Il ragazzo invece non disse niente, fece un semplice cenno con la testa e tornò sui suoi passi.

Era inutile perdere il controllo in una situazione come quella. Non c’era niente che potesse fare e vedere il suo amico nel letto non l’avrebbe aiutato a pensare lucidamente. Avrebbe atteso e avrebbe sperato.

E poi c’era Linus. Decise di andare da lui.

 

“ Iago! Puoi dire a questi babbei che non ho bisogno di nessun riposo! Io sto bene!” gli urlò contro Linus, quando lo vide entrare. Iago non riuscì a fare a meno di sorridere.

“ Lasciali stare, Linus. Stanno facendo solo il loro dovere.”

“ E non lo possono fare da un’altra parte?! Voglio andare da Ian.” Sbottò Linus.

Iago vide che stava bene davvero. Qualche graffio, qualche livido. Una benda sulla nuca, ma niente di preoccupante.

“ Cos’è successo là fuori?” chiese, andando verso la finestra.

“ Non lo so!” rispose Linus, brusco. “È quello che voglio chiedere a Ian. L’ho già detto pure al capo. Abbiamo aperto il blindato, stavamo per prendere la refurtiva e poi è diventato tutto bianco. Dopo, mi sono svegliato qui” ci pensò un attimo e aggiunse: “ Pensavo di essere morto, sai? Poi ho pensato che in paradiso non ti attaccano alle flebo. Soprattutto se stai bene!” lo disse alzando la voce, in modo che gli infermieri sentissero.

“ Comunque non potresti andare da Ian. È in prognosi riservata.” Disse Iago, senza staccare gli occhi dalla finestra.

“ Hey, non ti metterai a piangere, vero, omone? Ian starà bene. deve stare bene per forza, perché deve spiegarmi che diavolo è successo là fuori.” Disse Linus. “ Il piano sembrava perfetto.”

Iago sorrise, ma non rispose. Ian sapeva che non esistevano piani perfetti, lo diceva sempre. Si ingegnava solamente a limitare i danni. E a riportare la squadra a casa, sana e salva.

“ Sai che sono riuscito a bloccare un’auto in corsa?” gli chiese Linus. Anche senza usare il suo poteva di leggere la mente, sapeva a cosa stava pensando Iago. E sapeva che erano pensieri inutili.

Iago si voltò e si avvicinò al letto. Linus stava per lanciarsi in un’accurata e compiaciuta analisi delle sue abilità. Per una volta, non se ne dispiacque.

 

Helen si trovava a casa di un’amica quando suonò il cercapersone camuffato da orologio. Gli diede appena un’occhiata e continuò ad ascoltare l’amica. Frequentavano entrambe la facoltà di medicina e stavano preparando l’esame di farmacologia insieme.

“ Qualche impegno?” chiese Clara.

“ No, no. Era solo la sveglia. Continua pure.” E Clara continuò ad elencare tutte le tipologie di farmaci che stavano studiando.

La mente di Helen era già altrove. Iago l’aveva chiamata con il codice giallo. Nessuna emergenza… ma la informava che era successo qualcosa ad un membro della squadra. Qualcosa era andato storto nella missione di Ian e Linus? O forse le condizioni di Scott erano peggiorate? O si trattata di Karen?

La mente la portava lontano da lì, lontano dal libro di farmacologia che aveva davanti, ma si impose di rimanere calma e distaccata. Anche nelle situazioni di emergenze la regola era mantenere la copertura. E la sua copertura adesso era quel maledetto esame di cui già sapeva tutto!

 

La mattina seguente lasciò perdere l’università e corse alla base. Aveva parlato con Iago e non perse tempo in convenevoli: andò a cercare il medico che aveva visitato Ian e pretese la cartella medica. Dopodichè corse nella stanza del ragazzo.

Un’ora dopo lasciò la sala per andare da Linus.

 

Lo trovò a letto, intento a seguire un film d’azione in tv.

“ Helen!” la salutò il ragazzo. “ Toglimi una curiosità: tu puoi vedere sotto i vestiti della gente, vero?”

Helen era ancora sulla soglia. Sorrise, suo malgrado. “ Sì, se volessi, potrei.”

“ E puoi farlo anche con gli attori in tv?”

“ Solo se li vedessi dal vivo. Se li guardassi in tv vedrei solo il tubo catodico. Ma questo lo sai già.”

“ Uff…” sbuffò Linus, abbassando il volume alla tele.

Helen si sedette accanto al letto. Notò che non c’era niente sul comodino, evidentemente Linus stava più che bene.

“ Vabbè. Sai qualcosa di Ian?” le chiese.

“ Sono stata da lui prima. Ho dato un’occhiata alla cartella e alle cure che hanno predisposto. Stanno facendo il possibile, ma è ancora incosciente” spiegò Helen, senza mezzi termini, come suo solito.

Linus tentennò un po’ prima di fare la domanda successiva. Di fronte a Iago non avrebbe mostrato la minima preoccupazione, ma adesso c’era Helen e lei era l’unica con cui si sentiva libero di esprimere quello che sentiva.

“ Ha qualcosa di grave, vero?”

Helen conosceva quello sguardo e quello che stava pensando. “ No, niente di grave. È come se avesse consumato fino all’ultima goccia di energia che aveva in corpo. Ora ha bisogno di riprendersi.” Si fermò un attimo e poi disse quello che pensava davvero: “ Tu lo conosci, Ian. È capace di correre per ore senza il minimo affanno. Non so proprio cosa abbia fatto per finire in quello stato…”

Linus guardò altrove. “ Penso che mi abbia salvato la vita. Lo dovrei ringraziare quando si riprende.”

 

Continuarono a parlare di altro e Linus ritrovò in parte il suo buonumore. Sembrava essersi convinto che Ian fosse solo “maledettamente stanco”. Dal canto suo, poteva lasciare l’infermeria già da qualche ora, ma con Ian e Scott fuori combattimento, non sapeva con chi allenarsi.

“ Per la verità… volevo parlare con te di una cosa…”

“ Ti sei trovata un ragazzo!” esclamò Linus, spalancando gli occhi.

“ Linus! Cosa ti fa pensare che lo verrei a raccontare a te, se trovassi un ragazzo!” disse Helen ridendo.

“ È così che tratti gli amici! Con tutto quello che faccio per te…” disse Linus, strofinandosi gli occhi platealmente.

“ Lasciamo perdere, Linus. Ho una cosa da chiederti.” Fece Helen, con un’espressione seria.

“ Ogni tua parola è un ordine, principessa Helen dei ghiacci.” rispose Linus.

“ Riguarda Scott” esordì Helen.

“ Ok” fece Linus. Non era più il momento di scherzare.

“ Ho analizzato la sua cartella e le sue condizioni peggiorano gradualmente, senza alcun motivo concreto. I medici non ci capiscono niente, ma a me è venuta un’idea. Ma… be’… non penso che il capo approverebbe.” Spiegò Helen con calma. Non amava infrangere le regole e Linus lo sapeva bene.

“ Una missione da Squadra beta?”

“ No” rispose Helen. “ Niente di ufficiale. Dobbiamo solo svegliare un amico.”

 

Entrarono nella stanza riservata a Scott. Helen spiegò brevemente che tutti quei macchinari servivano a monitorare le condizioni di Scott, ma non c’erano novità da più di ventiquattro ore. In più, diventata sempre più debole. Se ne stava andando… lentamente.

In quel momento, il viso di Scott sembrava ancora più pallido, e non era solo colpa della luce. Ora che aveva gli occhi chiusi, aveva un viso fatto per passare inosservato. Un fantasma.

“ Allora, vogliamo cominciare?” disse Linus. Non gli piaceva stare lì. C’era qualcosa in quella stanza, aveva la sensazione che non ci fosse solo Scott lì. Occhi che guardavano, voci che sussurravano.

“ Lo senti anche tu vero?” chiese Helen.

“ Mi fa venire i brividi. Ma è lui che lo fa?”

“ Penso di sì. Ora concentrati. So che i tuoi poteri non hanno effetto su di noi. Cioè, non puoi leggerci nella mente e in più, noi avvertiamo chiaramente i tuoi tentativi. Ma non abbiamo mai provato in condizioni del genere. C’è una grande attività celebrale, ma è come se fosse… be’… da un’altra parte.”

“ Vuoi che gli legga la mente?”

“ Sì, se ci riesci. Voglio sapere che sta succedendo lì dentro. Prova a parlargli. Forse in questo modo, potremo avere un indizio e trovare una cura.”

Linus ci pensò un po’ su. Non c’era niente di male in quello che stavano per fare, ma Helen dimenticava una cosa fondamentale.

“ Helen, non posso leggere la mente di Scott. Ci ho già provato una volta. Anche se non conosce i suoi poteri e non riesce a percepirmi, io non posso entrare nella sua testa.”

“ Ma non so se adesso… be’, se adesso è lui dentro la sua testa.”

Linus la guardò con gli occhi sgranati. Poi guardò il volto di Scott. “Che cavolo vuoi dire?”

 

“ Ho osservato le sue mosse, i suoi poteri. E mi sono fatta l’idea che la sua mente lavora in modo diverso dalla nostra. E hai visto anche tu i fantasmi. Per controllare entità di tale portata deve avere delle… non so come chiamarle… delle forme mentali in grado di agire su vari livelli. Controlla il suo corpo, i suoi pensieri… e poi ci sono i fantasmi.” Helen si fermò scuotendo la testa. “ Non lo so, Linus. Sono solo ipotesi. Ne ho parlato anche con Karen e mi ha consigliato di continuare su questa linea e tu sai che osservatrice è Karen.” Finì Helen, quasi come a volersi giustificare.

“ Ok. Quindi tirando le conclusioni, potrebbe essersi perso in questi… livelli… e aver perso il controllo del corpo. In fondo, è molto inesperto.”

Linus si avvicinò a Scott, ancora un po’ titubante, ma stavolta era pronto ad andare fino in fondo.

 

Provò ad entrare nella sua mente. Sentì subito quella resistenza che avvertiva sempre quando era con Helen e gli altri… solo che questa volta era molto più debole. Poteva facilmente forzarla: era la prima prova a favore di Helen.

Chiamò a raccolta le sue forze e si concentrò per spingere. E in quel momento, accadde una cosa che non credeva possibile.

 

Nel momento stesso in cui spinse con tutte le sue forze, la mente di Scott si spalancò come una porta. Linus fu risucchiato dentro e in un istante si trovò nel buio più completo. Per un attimo si lasciò prendere dal panico, si guardò intorno, senza vedere niente. Non c’era niente.

Un attimo dopo, capì che si sbagliava. C’era qualcuno che si muoveva lì vicino. O qualcosa. Lo avvertiva chiaramente come avvertiva l’aria fredda sulla faccia. Non ebbe il tempo di chiedersi come fosse possibile avere quelle sensazioni, se il suo corpo era rimasto nella stanza con Helen. Adesso si concentrò su quello che sentiva e si preparò per difendersi.

“ Chi sei?” gli chiese una voce gracchiante. Sembrava provenire da molto lontano.

“ Dov’è Scott?” chiese Linus di rimando.

“ Scott non è qui. Non più. Ha lasciato questo posto molto tempo fa. Chi sei tu che giungi vivo tra i morti?”

“ Scott deve essere qui, bastardo! Dimmi dov’è?” gridò Linus, meravigliandosi dell’eco provocato dalla sua voce. Le sue percezioni adesso erano tutte sballate. Se si fosse mosse, avrebbe perso facilmente l’orientamento.

Colui che aveva parlato non rispose, ma cominciò a muoversi. “Sei venuto a far compagnia al nostro jushi?”

“ Che vuoi dire?”

Qualcosa sfrecciò verso di lui. Sentì il sibilo dell’aria e istintivamente si tirò indietro. Sentì qualcosa di affilato passargli accanto alla guancia e perdersi dietro di lui.

Calmo. Doveva stare calmo. Era addestrato per quello. Così Linus ritrovò la calma e ricordò una cosa fondamentale. Era al buio, vero, ma lui era il Signore delle Ombre! Chiuse gli occhi, congiunse le mani ed evocò un clone d’ombra. I suoi cloni erano ciechi alla luce… ma vedevano benissimo al buio. Linus poteva vedere con i suoi occhi.

Vide davanti a lui uno spettro. Galleggiava nell’aria, luminescente, terribile. Stringeva nelle mani due sciabole fantasma, come un grande guerriero di altri tempi. Un attimo dopo vide dietro di lui apparire alti spettri. Non poteva restare lì a lungo.

“ Nessuno giunge immune nelle stanze dei morti, sonen!” gridò lo spettro, poi si lanciò contro di lui, urlando.

Linus lanciò il suo clone contro di loro, mentre con tute le sue forze cercò di tornare indietro. Sentì di nuovo quella resistenza, ma stavolta non ebbe esitazione. Si scaraventò contro la parete e tornò indietro, mentre il suo clone veniva massacrato dagli spettri.

 

Linus tornò in sé. All’improvviso, venne come spinto all’indietro, inciampò nella sedia e si trovò a terra.

“ Santo cazzo che storia!” esclamò, ansimando.

“ Linus! Mi hai fatto prendere un colpo! Cos’è successo?” disse Helen.

“ Ho fatto come hai detto! Sono entrato nella…”

“ Sei ferito.” Lo interruppe Helen. Gli passò un dito sulla guancia e gli mostrò il sangue.

“ Cavolo allora è possibile! Mi hanno colpito quando ero… be’… nella mente di Scott…”

 

Linus raccontò tutto quello che era successo. Non ci mise molto, ma fu quando più preciso possibile.

“ È stata un’idea stupida” concluse Helen.

“ No! Sono entrato nella sua testa come dicevi tu. Avevi ragione, è possibile!”

“ Ma è troppo pericoloso! Sei stato fortunato… non possiamo provare di nuovo.” Disse Helen. Era sconvolta al pensiero di aver messo la vita di Linus in pericolo.

“ Ma io ce la posso fare!” insistette Linus.

“ No, Linus. Troveremo qualcos’altro.”

Linus si voltò, risentito. Sapeva di potercela fare, gli serviva solo un po’ di tempo. Ma Helen sembrava così decisa…

 

“ Helen… ma come è possibile che nella mente di Scott ci fossero così tante… presenze?” chiese Linus ad un tratto.

“ Non era la mente di Scott. Penso che ci sia un’altra spiegazione.” Rispose Helen, quasi soprappensiero.

“ Che tipo complicato eh?” disse Linus, sorridendo.

  
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