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Autore: meliloto    22/12/2013    4 recensioni
[Liam P.O.V.]
«Hai fatto la tua scelta, sei sposato. Non voglio essere anche 'quello con cui hai tradito Perrie'.»
Posò le sue mani calde sulle mie. «Al mio anulare non c’è nessuna fede, questa sera sono io, sono il tuo Zayn. Nient’altro.»
***
Liam e Zayn hanno rotto da due anni, Zayn è sposato con Perrie e Liam non ha mai superato la loro storia.
[Ziam] [Accenni Larry] [Liam e Zayn P.O.V.] [:3 una faccina altrimenti sembro acida]
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Zayn P.O.V.
 
Mi spezzò il fiato. Lui voleva vivere e io glielo stavo impedendo. Come diavolo avrei potuto dirgli, a quel punto della mia rottura con Perrie? Sarebbe stato a dir poco patetico.
Così non dissi nulla, mi limitai a stare in silenzio e ascoltare le sue parole che taglienti come coltelli si infilavano all’interno del mio cuore, straziandolo.
Stava scaricando il dolore su di me, ad ogni frase lui sembrava risollevarsi, rinascere, mentre io morivo un poco.
Concluse il suo bel discorso e rimase muto a fissarmi, in attesa di una risposta. Una risposta che io non avevo.
Avevo impiegato anni a scegliere tra lui e Perrie, come potevo ora fare un’altra scelta così importante, così affrettata? E poi era chiaro, se dovevo scegliere tra il suo bene e il mio, avrei scelto il suo. E così feci.
Non dissi più nulla finché entrambi non ci addormentammo abbracciati, in quella che fu per davvero la nostra ultima notte.
Quando mi svegliai provai una sensazione di terribile vuoto. Non avevo più nulla e me ne rendevo conto, sì, ma non fino infondo.
Gli baciai delicatamente la fronte e mi alzai piano senza fare rumore. Fissai la sua immagine addormentata, innocente, dolce, devastante per un’ultima volta, prima di andarmene.

Sparii letteralmente dalla faccia della terra per un mese. Avevo avvisato solo Perrie, e lei l’aveva accettato.
Se solo avessi aspettato, a quel punto avrei avuto ancora uno dei due, o entrambi. Ma avevo capito che la colpa era tutta mia, perché avevo tirato troppo la corda.
Erano passati ventisette giorni da quando avevo interrotto ogni contatto con il resto del mondo, uscii fuori di casa di buon ora, come ogni mattina da quasi una settimana.
Stavo lentamente ritornando alla vita. I raggi flebili del sole mi scaldarono il viso, distorcendo le mie pupille. Presi un grosso fiato e iniziai a correre lungo la spiaggia.
Correvo e riuscivo a non pensare. Il mare limpido rincorreva i miei passi cercando di carpirli, ma io ero più veloce, io ce la stavo facendo. Nonostante stessi scappando, dalle onde e dalla mia vita, stavo cercando di riprendere in mano la mia esistenza. Aumentai il passo, ignorando i piedi infossati nella sabbia bagnata e il sudore che impregnava la canotta bianca rendendola appiccicosa.
Correvo e tutto mi sembrava più leggero, più facile da affrontare. Il fiato prese a spezzarsi e il sale mi seccò la gola. Mi fermai, poggiando le mani sulle ginocchia per riprendere una parvenza di regolarità nel respiro. Ma il fiatone non si calmava. Sentivo la gola chiudersi e il petto distruggersi sotto al peso delle boccate d’aria che cercavo di prendere.
Le braccia tremavano e crollarono dopo qualche secondo. Caddi a terra, con la schiena sulla sabbia e gli occhi sbarrati verso il cielo.
Non sono certo di quello che successe, in quel momento. Probabilmente persi i sensi, perché i ricordi sono fin troppo confusi. Scivolai in un vortice di pensieri ed immagini che il mio cervello, da lucido, si rifiutava di affrontare, ma che l’inconscio aveva elaborato alla perfezione. Erano immagini spezzate, sfocate, con pochi nitidi particolari. Erano desideri, sogni. Ascoltavo la sua voce, lo vedevo sul palco e poi accanto a Perrie, con in braccio nostra figlia. Nonostante l’aria pungente e salmastra mi parse di sentire perfino il suo odore.
Credevo che un mese bastasse, per recuperare almeno la forza di fingere. Ma era evidente che anche scappando dall’altra parte del mondo non mi sarei liberato tanto facilmente di quei fantasmi che mi tormentavano da tempo.
E comunque, non sarei potuto rimanere a Malibu, a fare niente ancora per molto. Avevo i miei doveri, di padre e di lavoro. Tuttavia restai ancora coricato sulla sabbia, con l’acqua che mi accarezzava la pelle e solleticava la schiena, trascinando via, con la forza delle onde, i granelli di finissima sabbia sotto di me.
Aprii gli occhi e smisi di farmi cullare dall’universo. Era ora di smetterla di nascondersi e affrontare le conseguenze dei miei gesti. Ero disposto a soffrire per sempre, se era per lui.
E poi stavo per diventare padre, dovevo essere forte, perché quella bambina sarebbe diventata in ogni caso la persona più importante della mia vita.

Mi alzai, pronto a tornare, a correre, a vivere, i muscoli che servirono per stendermi in piedi facevano male, per la corsa e per tutto il resto. Faticai non poco a sollevarmi e non appena fui eretto un’onda si abbatté su di me, sbattendomi nuovamente a terra.
***
 
E ora eccomi qui. Tengo Rose tra le braccia, sta dormendo aggrappata al mio petto e sento il suo respiro farsi sempre più regolare, quando si avvicina al mio cuore.
Le accarezzo i capelli castani, morbidi. È l’essere che più adoro al mondo, non potrei vivere un giorno senza di lei. Perrie ci guarda, dall’altro lato del divanetto.
«Come fa a dormire con tutto questo rumore?» Mi chiede a bassa voce, come se la sua potesse svegliarla.
Sorrido. «Perché è esattamente come me.» Rispondo stringendola più forte.
Bussano alla porta e gli altri ci raggiungono, entrando piano, per non disturbare il mio piccolo cucciolo che dorme.
Liam stringe la mano della sua nuova fidanzata. È felice.
E io guardo mia figlia, e l’unica cosa a cui penso è una canzone.

 
Never mind, I'll find someone like you
I wish nothing but the best for you, too
Don't forget me, I beg, I remember you said
Sometimes it lasts in love, but sometimes it hurts instead.


 
***
*cough cough* non odiatemi vi prego! 
Se siete arrivate a leggere fino qui vi ringrazio infinitamente e spero tanto che la storia vi sia piaciuta, come è piaciuto a me scriverla. Ci ho messo l'anima, dico davvero. E sono felice per tutti gli apprezzamenti che ho ricevuto, quindi GRAZIE GRAZIE.
E se volete tirarmi dei pomodori marci fate pure, perché li merito davvero!

A parte tutto, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate di questo ultimo capitolo. :3

Un bacio

Meliloto

***

 
  
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