Videogiochi > Tekken
Ricorda la storia  |      
Autore: ManuFury    22/12/2013    3 recensioni
Dal testo: "(...) Superò la sua camicia bianca con i bottoni tutti strappati tanto forte gli era stata tolta e girò al largo di un paio di jeans blu scuro. Dal grande letto matrimoniale alle sue spalle, a soli pochi passi da lui, ancora niente.
Fantastico. (...)"
Se siete curiosi... date una sbirciatina! ;)
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sergei Dragunov, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ESCAPE FROM THE BED
 
 
A LunAngel, con affetto…
 
 
Quando Sergei Dragunov aprì lentamente gli occhi, la prima cosa che mise a fuoco fu il soffitto, leggermente rischiarato da qualche debole raggio di luce che filtravano come lame dalle tende mal tirate.
Tentò di muovere il corpo, i muscoli freddi e irrigiditi gemettero, obbligandolo a trattenere un sospiro di stanchezza e dolore. Cercò di essere il più silenzioso possibile, mordendosi addirittura le labbra martoriate pur di non svegliare la figura che ancora dormiva al suo fianco. Abbassò gli occhi, dal soffitto al suo petto scoperto, pieno di graffi che iniziavano a procurargli un lieve prurito, che si manifestava soprattutto quando respirava con un ritmo ora calmo e regolare; così diverso da quello della sera precedente, quando la sua pelle era madida di sudore e il suo respiro era piuttosto l’ansimare disperato di chi, al limite delle forze, si ritrova a non avere più aria nei polmoni.
Scosse la testa a scacciare quei pensieri che era meglio dimenticare e scivolò lentamente a lato, di soli pochi centimetri, per essere certo di non farsi scoprire, non volendo farsi scoprire; se avesse pensato al caos che ne sarebbe nato se l’avesse scoperto a tentare quella fuga dal loro letto, senza nemmeno salutare… senza nemmeno un bis.
Rabbrividì involontariamente. No, non voleva immaginare che sarebbe successo se avesse svegliato la figura al suo fianco.
E mentre i dapprima deboli raggi del sole penetravano nella stanza da quelle tende mal chiuse con intensità sempre maggiore, così il russo, centimetro dopo centimetro, si ritrovò quasi al bordo del letto matrimoniale. A sua detta ci aveva messo un secolo, se non qualcosa di più; forse perché si era ritrovato a irrigidirsi completamente ogni volta che sentiva il fagotto di coperte alla sua sinistra muoversi o sospirare piano nel sonno.
Non si era mai voltato, temendo di ritrovarsi quegli occhi profondi proprio di fronte a lui.
Sospirò, questa volta con sollievo quando raggiunse il tanto agognato bordo del letto, come un maratoneta che dopo ore di corsa vede il traguardo.
Scostò delicatamente le coperte e scivolò a terra, la pancia sul freddo pavimento di legno che donava sollievo ai suoi pettorali in fiamme per i graffi. Gli occhi di ghiaccio, invece, erano fissi al suo nuovo obiettivo: la porta, se riusciva a uscire da lì senza farsi scoprire, poteva sparire nel giro di un secondo. Reputava di essere in grado di compiere quell’impresa con una certa facilità, in fondo era uno Spetsnaz addestrato a entrare nei più sorvegliati campi militari del mondo, uccidere e uscire di nuovo senza destare alcun sospetto. Uscire da quella stanza senza farsi scoprire sarebbe stato un giochetto da ragazzi.
Confortato da quei pensieri, si mosse furtivo, iniziando a strisciare sul pavimento con il passo del giaguaro, quello che usava alle volte per passare davanti ai nemici sconfitti. Si ritrovò a fare una sorta di slalom tra i vestiti buttati malamente a terra nell’impeto della passione che li aveva assaliti la sera precedente, o meglio, che aveva assalito uno solo di loro due… e non di certo il russo!
Superò la sua camicia bianca con i bottoni tutti strappati tanto forte gli era stata tolta e girò al largo di un paio di jeans blu scuro. Dal grande letto matrimoniale alle sue spalle, a soli pochi passi da lui, ancora niente.
Fantastico.
Proseguì nel suo strisciare, sfiorando con una gamba un fucile abbandonato a terra.
Era quasi giunto a un quarto del suo percorso e già esultava per la sua imminente vittoria, quando si sentì afferrare con forza a una caviglia.
Sussultò per la sorpresa, ma non fece molto altro, non sarebbe servito e si lasciò trascinare docilmente sul letto.
“Dove credi di andartene, Ser?” Domando la voce della figura che aveva occupato con lui il letto, ora alzata a sedere sul materasso, mentre i suoi sadici occhi grigi lo squadravano dalla testa ai piedi, quasi a volerlo spogliare ancora più di quanto già non fosse.
Sergei non rispose, di nuovo non serviva. Avrebbe dovuto saperlo che non poteva scappare dal quel letto, ma soprattutto da quell’uomo!
E lontano, nella sua testa, sentì una voce profonda ridacchiare:
 
BRYAN FURY WINS!
 
 
 
***
 
HOLA! ^_^
 
Sorpresi, eh? Ammettetelo che non ve lo aspettavate! *Risata diabolica rubata a Bryan!*
Confesso che questo sclero stupendo è nato dalla mente geniale della mia carissima
LunAngel (I love you so much! :*) e diciamo che io mi sono trasformata del braccio che l’ha reso realtà e spero di averlo fatto abbastanza bene!
In fondo… da yaoiste (che non è una strana religione, sappiatelo… u_u) quali siamo, qualcosa del genere doveva pur venire fuori, no?
E sappiate che, visto che adoro questa coppia, ce ne saranno altre, moooooooooooolte altre!
Bryan: oh, fatastico… -.-‘’
Ma ti che ti lamenti tu? >.<
Bryan: finché sto sopra, di nulla… u_u
Allora vai tranquillo, che Ser sta sotto a vita (se come no! XD).
Dovremo esserci, anzi, ultima cosa… questa storia partecipa alla fantastica Challenge “La sfida dei duecento prompt” indetta da msp17 con il prompt 4) Letto (e beh! XD).
Con questo chiudo… sappiate che di storie su questo stile o anche un po’ più dettagliate potrebbero arrivare presto! ;)
Ci si sente gente,
ByeBye
 
ManuFury! ^_^
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Tekken / Vai alla pagina dell'autore: ManuFury