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Autore: Kiki Daikiri    17/05/2008    5 recensioni
One Shot dalla lievissima impronta Yaoi.
Alessandro/Efestione... Ricordi?
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alessandro il Grande, Bagoa, Efestione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One Shot
Ricordi

Babilonia. Tamburi e danze… vorticoso soffocante ipnotico… è lì che Bagoas vive, è lì che Bagoas incanta.
Alexandros alza il calice senza staccare lo sguardo dal Corpo, una serva versa il vino. Lui non deve chiedere, non ce ne è bisogno.
L’incenso mi sta uccidendo, più di quanto già non faccia l’ossessione. Perché la mia non è gelosia nel possedere, ma pura follia dell’animo. Mi conosci ancora?
Mi lascio cadere sui cuscini porpora. Incenso e porpora e pantere e Bagoas. La testa vuole esplodere, ma neanche questo potrebbe distrarti dal più grande tesoro di Dario.
Ricordi Mieza, l’amore incondizionato. Ricordi i giochi, la scuola, la spada. Ricordi Aristotele e i suoi poeti. Ma i ricordi fanno male Alexandros… come non potrebbero? Proprio adesso, ora, in questo istante. Tutto quello che desideri è là, davanti a te.
Certo, se correrai a prenderlo solleverai molta terra con i piedi. È l’altra faccia della medaglia, quella che solo io vedo… la paura.

Gli arrivisti di cui ti sei circondato spingeranno te ad affrontare l’inaffrontabile. Ma io so. Quanta amorevole grazia nel porgerti il vino, quanti raggianti inviti, quanta dolcezza nell’espressione di chi ti incoraggia a continuare, ad andare avanti.

Solo io li guardo negli occhi.
Anche quando hai ormai bevuto troppo, quando tra pensiero e parola non c’è più distinzione.
Non rivelare troppo Alexandros. Non scoprire di te stesso più di quanto tu sappia, perché allora avresti risolto l’Enigma, quel interrogativo che ti rende Grande.

Danzatore. Fianchi e gambe e petto. Non distogli lo sguardo. Mi conosci ancora?

«Hai degli occhi strani…» disse Hephaistion quel giorno, a Pella, premendogli piano i polpastrelli sugli zigomi alti. L’erede aveva un occhio grigio e uno nocciola.
Alexandros lo guardò stupito. Non conosceva quel ragazzino. Non ci teneva più di tanto a conoscerlo.
«…mi piacciono moltissimo.» continuò lo strano bambino moro, sorridendo.
Nessuna risposta se non un vago accenno di curiosità nel figlio di Filippo.
«Oggi mi è caduto questo…tieni!» esclamò orgoglioso Hephaistion mettendo qualcosa nella mano di Alexandros «Mii hanno detto che ricrescerà… o almeno lo spero.» Spiegò, cercando di rassicurare s stesso e il nuovo compagno.
Il biondino guardò nel palmo della destra. Un oggettino piccolissimo, bianco fatta eccezione per un vago alone rosso in un punto. Sangue probabilmente. Era un dente da latte.
«g…grazie…»
Ancora un sorriso stupendo da parte sua poi, il piccolo che un giorno sarebbe stato generale, si voltò per seguire Aristotele nel giardino.
Alexandros si fermò un attimo soppesando le possibilità, poi gli corse dietro.
«Aspetta!» urlò «Aspettami!»
Il bimbo, serafico, si voltò a guardarlo.
«Dimmi, macedone ...»
Hephaistion era Ateniese… ma questo l’erede lo avrebbe scoperto solo più tardi.
Alexandros si mise due dita nella bocca, trovò quel dente che gli dondolava. Uno strappo. Dolore, la serenità di avere capito qualcosa di importante… più delle lezioni del vecchio pazzo, più degli abbracci di Olimpias, più di tutto… quel sorriso.
«Ecco… tieni… » disse porgendogli la causa del suo male, per quanto piccolo «…adesso siamo amici.»


Mi afferri il mento con una mano, rigirando il mio viso prima a destra e poi a sinistra. Ubriaco, non mi riconosci?. Ancora una volta hanno avuto ragione di te, mio Alexandros. Sempre al tuo fianco, uniti per la vita… forse per la morte.

«Speri davvero di trovare terre conquistabili, oltre?»
«Oltre… ma oltre che cosa poi? La terra non ha confini, Hephaistion, e io lo dimostrerò.»

«Tu sei piccolo.» scettica, infinita dolcezza… Alexandros.
«Anche tu lo sei… eppure non ti scambierei per nessun altro al mondo, Hephaistion.»


La tua vita si svuota, mio sovrano. Lo vedo, lo sento. Tua madre è stata infinitamente abile con te… ti ha donato un animo che percepisce le sensazioni amplificate alla massima potenza.

Le passioni ti corrodono, ti logorano dall’interno.
E anche tu, mio Alexandros, come ogni cosa che brucia, ti spegnerai.

 

   
 
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