Videogiochi > Elsword
Segui la storia  |       
Autore: AlezzyaChan    23/12/2013    1 recensioni
Urlavo, urlavo con tutto il fiato che avevo nei polmoni, ma nessuno poteva sentirmi.
Il calore delle fiamme mi ustionava le guance, la maglietta ed i pantaloni che indossavo si stavano pian piano distruggendo. Ero stanco, sentivo i polmoni pieni di fumo e cominciai a tossire.
La mia visione cominciò a diventare sfocata ed ingrigita, ogni cosa stava perdendo colore e forma.
Caddi in ginocchio sfinito e cominciai a piangere. Ormai era finita, mamma e papà non c'erano più, la città in cui vivevo si era trasformata in un inferno e nessuno avrebbe potuto salvarmi.
Ero solo.
Gli edifici continuarono a crollare, e sentii il terreno sotto le mie ginocchia scricchiolare e cedere, e dopo una frazione di secondo venni risucchiato dal vuoto che si trovava sotto di me.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quanto tempo era passato da quando ero finito in quel posto? Mesi? Anni? Ormai avevo perso il conto, e passavo le mie giornate a leggere e rileggere tutti i libri presenti in quella biblioteca. Riuscivo a ricordare ogni riga, ogni paragrafo ed ogni capitolo di ogni volume. Ogni volta che andavo in bagno guardavo il mio aspetto cambiare, davanti allo specchio. Il mio viso, da tondo e paffuto come era ,con il tempo diventava più diverso: cominciarono ad apparire brufoli, peluria, il naso stava pian piano cambiando forma, il mento diventava più sporgente e appuntito e le mie guance perdevano morbidezza, insieme alla forma del viso. Ma gli occhi erano gli stessi, grandi e sporgenti, carichi di tensione. Vivevo così gli ultimi anni della mia infanzia e quelli della mia adolescenza: da solo, senza qualcuno che mi aiutasse o che semplicemente mi facesse compagnia. O che mi spiegasse con cura e dolcezza come andava avanti il mondo, ed invece dovevo scoprirlo io, da solo e con vergogna. Stavo cominciando anche a lavorare su una mia invenzione che avevo chiamato “Nado Dynamo”, che doveva essere in grado di proteggermi e di farmi uscire da quel luogo. La notte non avevo scampo: i ricordi mi perseguitavano come fantasmi, con i loro lamenti, i loro dolori ed i loro visi sfigurati. Spesso finivo per piangere e rimpiangendo di non essere morto insieme alla mia famiglia. Presto la mia voglia di sapere si trasformò in una vera e propria ossessione, i pianti divennero risate e mentre io divoravo i libri, i libri divoravano me. Mi svegliai sdraiato per terra. Rimasi in quella posizione e ripensai all'incubo che avevo fatto quella notte, come ogni notte passata lì dentro, d'altronde. Rielaborai le immagini rendendole più dolorose ed inquietanti, ormai quella notte viveva in me: le fiamme le sentivo proprio qui, scorrere nelle mie vene, il mio cuore palpitava in unisono con i crolli e le esplosioni, la mia mente era trivellata da urla e lamenti, e sopra vi erano sparpagliati pensieri, maledizioni ed immagini. Scoppiai a ridere. -Sono solo, solo, solo... e nessuno può sentirmi ridere. Non importa se piango, non importa se rido, ma questo non interessa nemmeno a me.- Ricominciai a ridere, immaginando cose ancora più orribili, che nemmeno un pazzo sarebbe riuscito ad inventarsi. Soffrire in questo modo era una vera e propria droga, e non era mai abbastanza. Mi diressi in bagno e mi guardai allo specchio: di brufoli non ne avevo più, ma la barba stava ricominciando a crescere, così presi un coltello storto e rotto e cominciai a tagliarmela. Il mio viso, il mio corpo non erano più quelli di un bambino, ma di un nuovo uomo. I miei occhi da bambino erano rimasti grandi e sporgenti, ma mentre prima erano colmi di innocenza adesso erano quelli di uno psicopatico. Mi diressi sul ripiano che avevo creato da poco, poco più distante dalla scrivania che c'era sempre stata fin da quando ero arrivato lì, e cominciai ad osservare la mia creazione. Rimanevo così, con gli occhi spalancati e puntati su quelle lastre di metallo, con un sorriso insano sul viso, finché non mi decisi ad attivarle: mi avvicinai una mano al viso, mi concentrai e le sei lastre si librarono in aria e mi coprirono le spalle. Mi incamminai verso la scrivania, i Nasod Dynamo mi seguivano alla perfezione, fissai il vuoto. Sorrisi ancora di più, fino a scoprire i denti. Di colpo cominciai a dare calci e pugni a tutto ciò che trovavo davanti: scrivania, sedie, libri, documenti, cominciai a distruggere tutto e le mie creature seguivano e supportavano i miei movimenti, anch'esse iniziarono a colpire con la precisione, la direzione e la velocità che desideravo. Scoppiai in una risata rumorosa, quasi isterica: avevo creato qualcosa di perfetto, che mi avrebbe accompagnato in ogni mia pazzia. Sentivo salire l'adrenalina e continuai distruggere qualunque cosa io avevo dinanzi a me, sentivo divampare fuoco e fiamme dentro il mio corpo, volevo distruggere, distruggere, distruggere tutto. E fare tutto ciò che volevo. Senza neppure pensarci mi strappai i vestiti di dosso e cominciai a scorrazzare fra le macerie nudo, urlando e sghignazzando come un pazzo. Anzi, lo ero, ne ero consapevole e la cosa mi piaceva. -IO SONO DIO! KHAHAHAHAH! POSSO CREARE E DISTRUGGERE CIO' CHE VOGLIO!- Ero solo, e l'unica entità che mi faceva compagnia era lei: la Pazzia. Mi aveva detto di fidarmi, di consegnarmi a lei, ed io, privo di alcuna speranza lo abbracciata, ma lei non sa che è lei ad essere diventata mia. E così iniziai a ballare da solo un valzer senza musica, tenendo un corpo immaginario stretto a me. Poi corsi vero lo stanzino e tirai fuori tutte quelle scatole che contenevano nuclei nasod e cominciai ad abbracciarli ed a baciarli. -Io sono dio... ahah... e so tutto, so proprio tutto! E nessuno riuscirà a sconfiggermi: dovranno temermi tutti, devono temermi tutti quanti!- Raccolsi il libro che era caduto a terra dopo alcuni colpi e lo sfogliai di fretta, fino ad arrivare alla pagina virtuale che trattava della Regina dei Nasod e continuai a contemplare quell'immagine. Allungai un dito verso il nucleo che aveva sulla fronte. -S-Sì, sarai mio anche tu.- Poi mi alzai in piedi di scatto e salii in cima alle rovine in mezzo alla stanza principale. -Questo momento segna la mia salita al trono come nuovo dio di questo mondo! No... anzi, il primo dio di questo mondo! Tutte le regole della fisica saranno cancellate e riscritte da me!- Ricominciai a ridere istericamente con le lacrime agli occhi, alzando la testa all'insù, con gli occhi spalancati nel vuoto. Non riuscivo a smettere di ridere, quasi soffocavo, mi facevano male stomaco, esofago, la lingua, la bocca e la mascella, e per un momento pensai che la vescica mi sarebbe esplosa. -Le regole di questo mondo... le deciderò io!- Continuai a sbraitare isterico, finii per accasciarmi a terra, con il corpo pervaso e contratto, teso per via del dolore. Le lastre giacevano accanto al mio corpo e ne strinsi una al petto, abbracciandola. Ormai quelle non erano più risate, ma risucchi convulsi, che mano mano si trasformarono in lacrime e sospiri.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Elsword / Vai alla pagina dell'autore: AlezzyaChan