Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Dynamis_    23/12/2013    1 recensioni
{Raccolta di fic JeanxMarco di rating variabile.
#1.
“Il biondo lo abbracciò e sorrise lievemente dopo aver udito quella domanda, stringendolo contro il suo petto, sentendo addosso a sé il suo calore.
Sì, era tutto quello che avevano desiderato [...] non avevano bisogno di nient'altro.”

#2
“Corpi pulsanti, braccia incrociate in un abbraccio che non lascia scampo, che mozza il fiato. Respirano un'aria nuova, pregna dei loro odori, si abbandonano allo sfinimento e all'appagamento, tracce scure sul candore delle lenzuola.”
#3
“Vivremo vicino al mare, svegliandoci la mattina - l'uno accanto all'altro - con il rumore delle onde che si infrangono con gli scogli, appena ci affacceremo alla finestra noteremo il riverbero del sole sull'acqua ogni giorno, senza timore che quanto c'è di più bello possa terminare; navigheremo in mari mai conosciuti, in abissi così profondi dai quali sarà difficile risalire, lo faremo insieme.”
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Colorando l'aria della sfumatura della morte




Credo di non poter desiderare nulla più di questo. Il sole splende e ci sovrasta, ridendo quasi per la nostra felicità, facendo da spettatore per una così immensa beatitudine.
Niente mura a contenerci, né titani a minacciarci, siamo io e lui, stretti in questo abbraccio da mozzare il fiato, poiché ne abbiamo estremo bisogno.
Adesso che non ci sono limiti, che il dolore, la disperazione è passata, abbiamo tempo anche per i sentimenti, per vivere alla luce del sole e bearci dei suoi raggi, giocare con le nostre ombre. Non è più la notte a renderci vivi e umani, non ci stringiamo più tra le lenzuola per sostenerci a vicenda, poiché entrambi sappiamo che in un giorno le nostre vite potrebbero spezzarsi, preda del fato e di una sorte che non siamo in grado di cambiare.
Siamo qui, fino a che la vita ce lo consentirà, fino a che il riflesso del cielo non abbandonerà i nostri occhi una volta per tutte, ci lasceremo passare il tempo addosso, ci terremo per mano di fronte alle avversità, sostenendoci a vicenda.
Adesso respiriamo la freschezza dei fiori e ci distendiamo su di essi, come mai abbiamo fatto durante la nostra esistenza. Un solo tocco, un bacio così dolce che non riesco a sentir ragione, così bello che vorrei che il tempo arrestasse la sua corsa. È un gioco di respiri, di dita che si intrecciano, di sorrisi e parole non dette, ma troveremo il tempo anche per quelle. Vivremo vicino al mare, svegliandoci la mattina - l'uno accanto all'altro - con il rumore delle onde che si infrangono con gli scogli, appena ci affacceremo alla finestra noteremo il riverbero del sole sull'acqua ogni giorno, senza timore che quanto c'è di più bello possa terminare; navigheremo in mari mai conosciuti, in abissi così profondi dai quali sarà difficile risalire, lo faremo insieme.
Il suo viso è così vicino, riesco a distinguere lentiggine da lentiggine, riesco quasi a contargli le ciglia, anelo un altro bacio, ma egli mi sorride fissandomi dall'alto, vedo le sue labbra muoversi ma non capisco. Urlo che non sento le sue parole, ma è tardi: una nebbia sottile ci avvolge, non riesco a trovarlo perché qualcosa fa da schermo ai miei occhi, mi rende cieco. Non sento più il suo peso su di me, né la sua presa, solo vuoto e buio...

Mi sveglio di soprassalto: non era nebbia quella a coprire la mia visuale, ma lacrime a rigare il mio viso. Ansante, affondo le unghie tra le lenzuola, desiderando il calore di un altro corpo accanto al mio, un corpo che adesso giace freddo sotto la terra, preda dei vermi e della decomposizione. Non riesco a respirare, tanto questo dolore al petto mi distrugge. Quale onore nel morire così, dimenticato da tutti, quasi il mondo volesse schernirci per i nostri vani tentativi di contrattacco? Non c'è nessuna virtù, nessun valore nel giacere come polvere tra il vento, colorando l'aria della sfumatura della morte. Asciugo le mie lacrime sul braccio con fare deciso e una cocente rabbia che ottenebra i miei pensieri e non mi fa sentir ragione. Resta una sola cosa da fare, affinché lui non sia morto invano, affinché io possa tramandare il suo ricordo un giorno: sopravvivere, vincere questa dannata guerra, desiderare vendetta ogni giorno di più, bearsi della loro morte come loro fanno con le nostre. Solo così Marco troverà veramente pace e mi attenderà, ne sono certo, ci incontreremo di nuovo alla fine di tutto questo.
Chiudo per un attimo gli occhi e immagino di nuovo le sue labbra, quelle labbra che hanno pronunciato poche parole, le quali adesso mi vorticano in testa, quasi volessero una risposta. Nel buio della notte, quando nessuno mi può sentire, sperando che egli sia al mio fianco, pronuncio quattro parole:

« Ti amo anche io »

Sarà la mia immaginazione, il dolore così forte, ma sento una folata di vento carezzarmi il viso. Sorrido appena, con gli occhi ancora socchiusi perché lui non mi ha mai abbandonato, è stato qui, vicino a me, notte dopo notte, sogno dopo sogno, ad amarmi ancora, al di là della vita e della morte, senza limiti di tempo e spazio.


   
 
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