Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: AriannaDepp    17/05/2008    2 recensioni
Ambientato ai tempi in cui Hogwarts era frequentata da Sirius, James e tutti gli altri genitori, si scopre una sconcertante verità...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mentre il sole filtrava fra le spesse tende del baldacchino, Sirius aprì controvoglia gli occhi.

Nel letto accanto al suo, James si agitava nel dormiveglia.

Non aveva voglia di alzarsi, non aveva voglia di trovarsi faccia a faccia con quella che era la realtà.

Aveva combinato un guaio, ed ora non sapeva come risolverlo.

Molly sembrava spaventata quanto lui.

Che cosa avrebbero fatto?

La madre di Sirius non avrebbe mai accettato Molly come nuora.

Non avrebbe mai permesso che una Mezzosangue entrasse a far parte della nobile casata dei Black, e tantomeno se fosse già stata incinta prima del matrimonio.

Entrava poi in gioco anche il fatto che Sirius aveva lasciato la casa dei suoi genitori al numero dodici di Grimmauld Place l'anno precedente, andando a vivere dai Potter.

Conoscendo sua madre era certo che avesse rimosso il ricordo di avere un figlio così indegno subito dopo la sua partenza, quindi decise di lasciar perdere.

Dai Black non avrebbe mai ricevuto appoggio.

Mise giù i piedi dal letto, e il contatto con il freddo marmo del pavimento del dormitorio maschile lo fece rabbrividire.

Sentiva il bisogno di sfogarsi con qualcuno, ma non era sicuro fosse il caso di raccontare tutto a Remus, James e Peter.

Proprio in quell'istante si rese conto di che giorno fosse.

Era Natale!

Il fondo del letto del ragazzo era carico di pacchetti, ma probabilmente qualcuno si era dimenticato di posare in anticipo il suo, perchè proprio in quel momento entrò Arthur, suo cugino, porgendogli un grosso pacchetto dalla forma strana.

Colpiti dalla flebile luce del sole i suoi capelli rossi sembravano un falò ardente, mentre il viso coperto di lentiggini era aperto in un grande sorriso.

Come un pugno nello stomaco queste sue caratteristiche fisiche gli ricordavano Molly.

Cercando di scacciare il pensiero dalla testa, tornò a concentarsi sui regali.

Prese il pacchetto che gli porgeva il cugino e lo aprì con molta più cautela del normale.

Non sapeva mai cosa ci si poteva aspettare in regalo da Arthur.

In realtà quella volta si trattò di cose decisamente innoque: una borsa dell'acqua calda rosa e pelosa, delle biglie colorate (<< I bambini babbani ci giocano spesso! >> esclamò Arthur con entusiasmo) e una piccola sfera di vetro che, se rovesciata, iniziava ad emettere una musichetta natalizia, mentre al suo interno cadeva neve finta e due piccoli bambini (finti anch'essi, ovviamente) costruivano un pupazzo di neve.

Sirius ringraziò calorosamente il cugino, porgendogli anche lui il suo regalo.

Quando lo scartò emise un urlo di giubilo, infilandosela subito sopra alla giacca del pigiama in flanella a quadri gialli e blu.

Sirius gli aveva regalato una maglietta del Manchester United, una squadra inglese di calcio, e anche se Arthur non aveva la più vaga idea di cosa fosse il calcio, lo ringraziò dicendogli che era il regalo più bello che avesse ricevuto in tutta la sua vita.

Corse fuori, diretto, ancora in pantofole, verso la Sala Grande a fare colazione.

Proprio in quel momento anche James stava scendendo dal letto, e, indossate le pantofole, corse ad aprire i suoi pacchetti.

Per primo apì quello di Sirius: un tessuto argenteo cadde sul letto, soffice come la seta ma impalpabile come niente che avesse sentito prima.

Alzò lo sguardo verso l'amico che lo guardava sorridendo con quel suo sorriso sghembo ed affascinante che faceva impazzire decine di ragazze.

<< Un Mantello dell'Invisibilità? >>

Il suo tono era allo stesso tempo un misto fra incredulità ed euforismo.

<< Ho pensato che potesse tornarti utile >>

Gli fece l'occhiolino e si voltò, lasciandolo a godersi il regalo in tutta libertà.

Si cambiò velocemente e poi, affamato, si diresse verso la Signora Grassa, pregustando la colazione che lo aspettava, con un gran senso di colpa che gravava sul cuore.

La Sala Grande imbombava, i ragazzi schiamazzanti intenti a fare colazione.

I professori, seduti al grande tavolo infondo alla stanza, parlottavano fra loro, più sereni e sorridendo di più rispetto agli altri giorni, forse per via delle vacanze iniziate anche per loro.

Un improvviso fruscìo segnò che la posta era in arrivo.

Come tutte le mattine, centinaia di gufi entrarono planando dalle grandi finestre aperte, atterrando sui tavoli, rovesciando numerosi calici di succo di zucca e finendo nelle ciotole dei fiocchi d'avena.

Sirius era così perso nei suoi pensieri che non aveva praticamente notato le bellissime decorazioni che adornavano la Sala Grande: dal soffitto incantato cadevano candidi fiocchi di neve, i quattro tavoli delle Case erano ricoperti da tovaglie rosse e verdi, dagli orli dorati che riflettevano, creando un uncredibile gioco di colori, la luce del sole proveniente dalle ampie vetrate.

L'atmosfera generale era di grande allegria, ma Sirius aveva un incredibile peso sullo stomaco che neanche con lunghe sorsate di succo di zucca riusciva a mandare giù.

Ben presto si trovò circondato dagli altri ragazzi di Grifondoro, chiassosi ed esuberanti.

Ma in quel momento lui non si sentiva così in vena di festeggiare, e soprattutto non voleva che i suoi amici, vedendo il suo volto tetro, lo interrogassero su ciò che gli era successo.

Avrebbe tanto voluto starsene da solo, a riflettere.

Si alzò dal tavolo, lasciando a metà la sua ciotola di porridge (oramai aveva perso l'appetito), biascicando qualche scusa e dirigendosi verso la Sala d'Ingresso.

Anche il tempo esterno rifeltteva quello del soffitto della Sala Grande,e, mentre fuori il prato era già ricoperto da uno spesso strato di neve, Sirius salì per l'imponente scalinata.

In realtà non aveva idea di dove stava andando, ma sapeva solo che voleva starsene da solo con in suoi pensieri, e così, camminando con la testa piena di sensi di colpa e rimorsi, si ritrovò al settimo piano, accanto al quadro di Barnaba il Babbeo che insegna danza classica ai troll.

All'improvviso davanti a lui comparve una porta che, dello stesso colore della parete, si mimetizzava perfettamente.

Sirius ci si fermò davanti, incuriosito.

Il senso della prudenza gli suggeriva di proseguire diritto, ma il suo spirito d'avventura, invece, come una vocina nell'orecchio, lo incitava ad avvicinarsi e a dare un occhiata.

E infatti quest'ultima prevalse.

Si guardò attorno, e poi si avvicinò alla porta, da sotto la quale proveniva una tenue luce.

La spinse con cautela, tirando fuori la bacchetta dalla tasca.

Tredici pollici, legno di acero e capello di elfo, Sirius ricordava ancora quando si era recato da Olivander, sette anni prima, per acquistarla.

Tutte le volte che si recava a Diagon Alley con sua madre, diretta a Nocturn Alley, si fermava estasiato davanti alla vetrina del costruttore di bacchette, immaginando il giorno in cui sarebbe andato lì per comprarene una.

<< Ottima scelta >> gli aveva detto Olivander, quandonla bacchetta che stringeva nella mano aveva emesso sbuffi dorati e scintille purpuree.

<< Il capello dell'elfo contenuto in questa bacchetta proviene dal grande principe Ruthur, principe della tribù degli elfi delle Grandi Foreste e signore delle Sorgenti della Salvezza. Sono sicuro, signorino Sirius, che questa bacchetta la renderà capae di compiere grandi cose. E sono oltremodo sicuro che è proprio ciò che si aspetta la sua famiglia da lei >>.

Detto questo si girò sorridendo verso la donna, che, nascosat nella penombra, osservava la scena senzaproferire parola.

Lei non rispose al sorriso, anzi, parve rabbuiarsi ancora di più.

Indossava un lungo mantello nero, dello stesso colore dei capelli e degli occhi.

La pelle pallidissima rifletteva spettrale alla flebile luce delle candele, le labbra sottili incurvate in un espressione torva ed impassibile.

<< Ha perfettamente ragione, signor Olivander >>.

La sua voce era bassa e roca, in contrasto con la corporatura sottile come un giunco e non molto alta.

I lunghi capelli, corvini e boccoluti, le cadevano soffici sulla schiena, incorniciandole il viso.

Gli occhi scurissimi sembravano lanciare lampi, e a tratti si potevano cogliere sguardi carichi di disprezzo verso chi non era ritenuto un suo pari.

Nonostante l'incredibile bellezza dei suoi lineamenti, in quegli occhi c'era un fugace barlume di follia che incuteva terrore.

Mentre Sirius tornava ad abbassare gli occhi sulla sua bacchetta, la madre si avvicinò al bancone.

Pagò il conto ed uscì dal negozio.

Improvvisamente destato dai suoi pensieri, il ragazzino la seguì, prendendo la scatola polverosa, il suo prezioso contenuto e lanciando un ultimo saluto ad Olivander.

Quando la porta fu chiusa dietro di lui, l'anziano mago tirò un sospiro di sollievo e si lasciò cadere sulla vecchia sedia dietro al bancone, improvvisamente esausto.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: AriannaDepp