Fanfic su attori > Robert Downey Jr
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Autore: Nihal_11    23/12/2013    7 recensioni
«Posso entrare?» Mi chiede dolcemente, poi mi mostra il sacchetto che ha in mano «Ho portato il gelato...al cioccolato come piace a te.» È vero, adoro il gelato al cioccolato, ma...
«Ci sono sette gradi sotto zero...» Sono le uniche parole che riesco a dire.
«Beh...in casa no però…»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Daydreamers' Carol – Maybe I fall in love

merryXmasRDJ


“...what have we founds? The same old fears...”
Stupida radio. La spengo prima che parta il ritornello e parcheggio la macchina in silenzio. Vorrei tanto conoscere i direttori delle stazioni radio per chiedergli se spiano i loro ascoltatori per decidere cosa mandare in onda, non è possibile che quando ti va storto qualcosa c'è sempre, puntuale, una canzone che te lo ricorda. Soprattutto quando c'è di mezzo un uomo.
Rientro in casa, poso le chiavi della macchina e afferro il guinzaglio.
«Tonyyyy, dai bello andiamo a fare una passeggiata.»
Meno di tre nanosecondi dopo il mio cagnolone, golden retriever di 7 anni, mi corre incontro riempiendomi di feste e baci.
«Buono bello, andiamo fuori.» lo incoraggio a stare tranquillo mentre gli allaccio il collare.
Poco dopo sono di nuovo a contatto con l'aria gelida con la quale si è presentato dicembre. Odio il freddo, mi entra dentro e prima che riesca a scaldarmi del tutto arrivo a piedi in Messico. Come se non bastasse non sopporto la gente che in questo periodo da letteralmente di matto; li vedi passare giornate intere a comprare regali su regali per tutti i negozi di New York e quando vedono un addobbo natalizio parte l'acuto «Guarda che carinooo! Sarebbe perfetto per il mio alberello!»
Per questo non sopporto il Natale. Eppure da piccola ne ero innamorata, come una qualsiasi dolcissima bambina; poi sono cresciuta. Più che altro collego al Natale la maggior parte delle mie...disgrazie?! Ma sì, facciamo le drammatiche!
Non vi faccio l'elenco perché vi annoierei, ma vi basti sapere che in questo periodo dell'anno ben quattro volte sono stata mollata dal ragazzo del momento; senza contare gli incidenti in macchina, le multe, la gamba rotta...
Insomma per me dicembre è diventato il mese tabù.
Anche se quest'anno i miei problemi sono cominciati prima...precisamente circa sette mesi fa, quando quella disgraziata di mia cugina mi ha portato con se ed il suo bello ad una di quelle feste piene di gente come loro: ricchissima e tiratissima.
In realtà devo ammettere che anche io dal punto di vista economico non sono messa male, ma loro sono attori e anche famosi...io me li sogno i loro soldi!
Dicevo di mia cugina. Alice. Lei adora il Natale e ogni anno cerca di coinvolgermi nelle sue feste dicendomi che è un'occasione per me di fare nuove conoscenze...in pratica cerca di trovarmi il fidanzato e, in un certo senso, c'è quasi riuscita quest'anno. Peccato che la questione fosse a senso unico e che il “lui” in questione si stesse solo divertendo, come sempre, come da abituè per certi tipi.
Che imbecille che sono stata. Non si perde la testa per un uomo così rapidamente, soprattutto per uno come lui; anche se...
No. Katherine non ricominciare. Capitolo chiuso. Stop. Fine. T-h-e e-n-d. Inoltre, non credo che una storia di quattro mesi si possa considerare “capitolo”, piuttosto sarebbe più corretto dire una parentesi. Sono io la scema che si è trascinata dietro il mese di maggio per tutto l'anno. Basta devo rassegnarmi che arriverò ai quaranta senza un uomo; a questo pensiero mi torna in mente Alice che mi brontola sempre quando lo dico «Tu non sei normale Kat. Hai solo trentacinque anni e ne hai ancora un bel po' prima dei quaranta!»
Non mi convince affatto anche perché ogni anno mi ripete la stessa cosa, eppure la cifra tonda si avvicina sempre più senza novità. Facile parlare per lei che ne ha ventinove...ah! Ma quest'anno arriva lei a cifra tonda e potrò prenderla in giro almeno un po'. Anche se alla fine l'unica che posso prendere in giro è me stessa. Alice ha trovato un uomo fantastico che la ama davvero e oltretutto è davvero un figaccione. Passatemi il termine, ma quando ci vuole ci vuole. Mica tutti possono vantare di essere fidanzati con Tom Hiddleston!
Sospiro sconsolata mentre rientro in casa e finalmente mi posso rilassare; anzi, non faccio in tempo a cambiarmi che squilla il telefono.
«Ciao Kat!»
«Alice! Ciao tesoro, come stai?»
«Benone! Te?»
«Bene, bene. Finalmente sono in casa al caldo.»
«Capito. Senti volevo informarti che il 25 sera sarai con noi e non hai scuse per scappare.»
«Cosa?»
«Esatto. Non starai da sola a Natale.»
«Sai quanto mi importa se sono da sola a Natale! No Alice, sai che non posso venire alle feste che fate voi...»
«Dai Kat! Non puoi continuare ad evitarlo...e poi sai come la penso io.» mi incoraggia, anche se sento benissimo che vacilla un po'.
«Lo so, ma tu sai altrettanto bene che non la penso come te.»
«Senti. Tu ci sarai e comunque domani sera io e te usciamo.»
«Ah sì?» mi ha colta di sorpresa. Dovrei smettere di stupirmi dato che sette volte su dieci ci vediamo senza programmare, ma improvvisando.
«Sì, l'ho deciso adesso. Dai...vado che Tom mi chiama, stasera facciamo i biscotti al forno insieme!»
«Ahah! Loki che fa i biscottini...gli hai anche messo il cappello di babbo Natale? »
«Scema. A domani, baci! »
«Baci!» sorrido al telefono mente chiudo la chiamata. Con mia cugina abbiamo sempre avuto uno splendido rapporto, nonostante i sei anni di differenza che, però, non ci hanno mai condizionate.


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La sera dopo Alice è a cena da me. Il mal tempo ci ha tolto la voglia di uscire fuori, ma non quella di stare insieme.
«Speriamo non piova anche a Natale...» dice Alice, mentre speranzosa guarda fuori dalla finestra appena finito di rigovernare.
«Speriamo passi veloce il Natale.»
«Kat non fare la guastafeste, dai.»
«Alice. Io vi voglio tanto bene, anche a Tom mi sono affezionata tanto. Però devi capirmi...guarda cos'è successo all'ultima festa che avete organizzato...»
«Oh, ma se ti sei divertita, invece.»
«Sì, certo. Guarda com'è andata a finire poi.»
«Secondo me stai solo scappando, Kat. Hai paura di affrontarlo.»
«Forse hai ragione. Anzi hai proprio ragione, ma devi capire che io ho fatto un errore immenso: ho perso la testa. Per lui, invece, ero solo un passatempo.»
Mi siedo sul divano accendendomi una sigaretta. Parlarne mi innervosisce perché mi fa sentire...scoperta.
«Senti.» Alice si siede accanto a me nonostante non sopporti il fumo e mi guarda decisa «Adesso tu mi ascolti, mi lasci dire come vedo io la situazione. Anche se dovessi dire cose che non ti piacciono, non mi interrompere. Quando avrò finito mi dirai se mi sono sbagliata in tutto o meno. Ok?»
La guardo poco convinta, ma poi acconsento girandomi verso di lei per darle più attenzione.
«Allora. Prima di quella festa vi eravate già incontrati altre tre o quattro occasioni, giusto?»
Annuisco con la testa, sospirando, ma senza dire niente come promesso.
«Probabilmente già in quei primi incontri era scattato l'interesse...almeno per quanto riguarda te ne sono sempre stata convinta.»
Quanto vorrei poter ribattere adesso...
«Poi c'è stata la festa a maggio e lì probabilmente siete stati aiutati dai tanti bicchierini, ma questo non è rilevante. Comunque. Finalmente avete cominciato a sentirvi, a uscire...insomma a frequentarvi un po'. Giusto fin qui?»
«Più o meno...»
«Ok. Quindi ecco la mia teoria, che è la parte fondamentale. Come hai detto tu stessa, tu hai perso la testa per lui-»
«No. Io ho detto che “ho perso la testa”, non che “ho perso la testa per lui”...» intervengo, rompendo la promessa.
«Fammi finire...tu hai perso la testa. Per lui. Secondo me anche lui si è reso conto che si stava facendo coinvolgere molto, che stava provando davvero qualcosa per te e questo lo ha fatto vacillare. Poi gli hai chiesto di aprirsi con te e lui si è spaventato.»
Soffio fuori il fumo con uno sbuffo, ma non la interrompo.
«Kat, lui ha divorziato quattro anni fa...e Tom mi ha raccontato che è stato tanto male in quel periodo. È normale che si sia creato uno scudo verso certi sentimenti. E siccome tu ti sei innamorata di lui...» alza subito la mano per impedirmi di interromperla «...lui se ne è accorto e quando hai provato a fargli esternare i suoi pensieri e i suoi sentimenti ha fatto lo scemo, su questo non c'è dubbio. Ma sono convinta che lui provi veramente qualcosa per te.»
La guardo poco convinta. In realtà il mio cuore vorrebbe che le sue parole fossero vere, tutte, ma purtroppo non riesco a crederci.
«Posso parlare io, ora?» le chiedo mentre spengo il mozzicone rimasto.
«Via libera.» mi risponde, sistemandosi come chi si prepara a sentire un sacco di cavolate. Faccio finta di nulla e prendo un bel respiro.
«Primo: non mi sono innamorata.» Alice ha già gli occhi al cielo «Secondo: non credo più che lui provasse veramente qualcosa per me. Terzo: se anche fosse, per paura del proprio passato e dei propri sentimenti non si va a letto con una stronza qualsiasi.» ok, la parte finale della frase mi è uscita alquanto nervosa e con un tono leggermente isterico...ma provate a darmi torto!
Infatti anche mia cugina si abbatte un po', rendendosi conto che, almeno su quest'ultima cosa, ho ragione. Che diamine, quando c'è un problema se ne parla, specie se coinvolge una persona alla quale vuoi un minimo di bene. Lui invece no, è andato a letto con la prima stronza sgualdrina che gli è passata davanti col cartello “free” attaccato alle mutande.
Sento la rabbia ribollirmi dentro. Non vorrei ammetterlo, ma ci sto male davvero.
Il mio cane si avvicina a noi per ricevere coccole e darci in cambio qualche bacio. Lo accarezzo beandomi del suo pelo morbido.
«Certo che gli hai dato proprio un bel nome a questo cane.» ironizza Alice facendo una carezza a Tony.
«Già. Chi l'avrebbe mai detto.»
«Kat...non puoi mancare mercoledì.» mi dice facendomi gli occhi dolci.
«Lo sai già che, nonostante tutto, verrò.»
«Grazie.» risponde slanciandosi in un abbraccio, che ricambio poco convinta.
«Vengo solo per te e Tom. MA...quando arriverà lui, sempre che arrivi, se avrò voglia di venire via non potrai impedirmelo. Ok?»
«Ok...però questo patto ti costa un'altra domanda.»
«Spara.»
«Se non ne sei innamorata...perché tutta questa paura di vederlo?» mi guarda con un sorriso a metà tra il malizioso e il comprensivo.
Non rispondo. Anche se Alice è più piccola di me, devo ammettere che in queste cose è sempre stata più abile a capire certe situazioni, soprattutto se c'ero di mezzo io. A quanto pare vado in giro col prosciutto sugli occhi, o semplicemente non mi guardo allo specchio, come dice lei.
Perché ho paura di vederlo? In realtà la risposta è facile, ma al tempo stesso la evito da mesi; purtroppo non posso più negare la realtà, soprattutto ad Alice. È vero, sono innamorata.
Ammetterlo anche a me stessa fa male, perché quale donna sana di mente andrebbe ad innamorarsi, sul serio, di una star come Robert Downey Jr?!
Eccomi. La vedete la mia manina alzata? Sì, sono proprio io. La scema di turno.
Già vi sento: «Brava scema, non ci si innamora mai degli attori.» e «Credevi davvero di poter avere una relazione vera con lui?!»
Beh, sì. Quanto meno ci ho sperato, mi sono illusa da sola, ho fantasticato ed è stato un sogno bellissimo.
Ci siamo conosciuti circa quattro anni fa, poco dopo che Alice si era messa con Tom; proprio lei mi aveva trascinata alla prima festa piena di attori e devo dire che apprezzai molto. Ebbi l'occasione di conoscere veri e propri idoli di quando avevo vent'anni e oltre.
Quella sera lui fece il suo ingresso da star, nonostante non ci fosse la folla di fans ad acclamarlo, attirò su di sé l'attenzione di tutti. Fino a quel momento era nella mia personale lista di “attori molto, molto apprezzati”, ma da quella sera, conquistò il ruolo da solista in cima alle mie preferenze, anche se non lo realizzai subito. Poco dopo quella festa i giornali di gossip misero a nudo la sua privacy sparlando ai quattro venti del suo divorzio; fui molto dispiaciuta per lui, ma non potevo fare niente per aiutarlo o confortarlo...
Lui stesso non si fece vedere per più di un anno e mezzo, poi è riapparso, come se nulla fosse, col solito carisma e il solito carattere strafottente, ma al tempo stesso estremamente divertente; apparentemente sembrava tornato come nuovo, eppure anche dalla tv il suo sguardo mi sembrava spento, illuminato di una luce artificiale, non sua. Recitava la parte di sé stesso.
Negli ultimi due anni ci sono state altre feste alle quali ho partecipato, non nego che l'ho fatto con la speranza, non vana, di incontrarlo. Contrariamente alla prima volta, dove a malapena ci avevano presentati, abbiamo cominciato a parlare, raccontandoci qualcosa del nostro passato, condividendo qualche drink. Niente di veramente speciale, ma per me cominciava ad avere un peso, un valore che superava l'ammirazione che si può avere per un attore. Tant'è che anche lui cominciò a flirtare, giocando con le parole e i suoi occhi mi apparvero nuovi, avevano riacquistato il proprio colore, la propria luce, anche se portavano con sé una profonda cicatrice. Ripensandoci, ero già partita di testa allora. Ma la vera svolta è arrivata a maggio di quest'anno, quando in occasione della festa organizzata da Alice e Tom, abbiamo passato insieme tutta la serata, ridendo, flirtando, scherzando e bevendo. Non vi sorprenderete se vi dico che sono finita nel suo letto. Il giorno dopo credevo di volare dalla felicità per quanto accaduto, soprattutto perché non è stata la sbandata di una sera, ma abbiamo cominciato a frequentarci davvero. Ci chiamavamo al telefono durante il giorno e siamo stati a cena fuori in ristoranti privati, mi ha riservato parole dolci che credevo tutte mie e abbiamo fatto l'amore ripetute volte. Lui è arrivato a dirmi «Non mi sentivo così da tanto tempo.» ed io ci ho creduto davvero. Mi sono illusa che io stavo diventando importante per lui, ho creduto che dopo tutto quel che aveva passato si stava rifacendo una vita con me.
Finché lui stesso mi ha riportato alla cruda realtà. Quella settimana abbiamo avuto una piccola discussione, perché io sono un tipo curioso, che vuole sapere tutto delle persone con cui ha un rapporto molto stretto e inevitabilmente abbiamo finito col parlare delle nostre rispettive ultime relazioni. Lui non ne voleva sapere di parlarne e ho provato ad insistere un po'. Al terzo “no” mi sono arresa. Non credevo di averlo turbato a tal punto. Nonostante le mie scuse si è chiuso in sé stesso e non si è fatto sentire per i due giorni consecutivi, perciò sono andata io sotto casa sua per cercare di risolvere il problema. Non mi spiegavo la sua reazione, ma ero convinta che avremmo risolto in breve tempo. Falso. Dopo mezz'ora di attesa sotto il suo cancello, finalmente lo vedo arrivare: era ubriaco, non riusciva nemmeno a camminare dritto e al suo fianco c'era una biondina, ventenne, che rideva con quella stupida vocina acuta, lo teneva per un braccio venerandolo e facendo la leccaculo. Lui le cingeva i fianchi con la mano che finiva sul suo culo rifatto. È sembrato anche sorpreso e quasi dispiaciuto di vedermi lì.
Non ho fatto scenate, né ho aspettato che qualcuno proferisse parola. Gli ho dato le spalle e son scappata in macchina tornando a casa con un fiume in piena che fuoriusciva dai miei occhi. Illusa. Sono stati quattro mesi fantastici...troppo belli per essere veri.

Fortunatamente, dopo avermi fatto ammettere quel che preferivo tenere nascosto, Alice vira su altri discorsi meno dolorosi e più divertenti; così finiamo la serata col sorriso sulle labbra.


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È già vigilia. Quest'ultima settimana è volata via come una foglia al vento, è sempre così quando desideri il contrario. Ho passato almeno tre ore al giorno a provarmi vestiti che potrei mettermi domani, ma ancora non mi sono decisa. Sono nervosa. Troppo. Vorrei essere indifferente, eppure la consapevolezza che anche solo per un istante lo incontrerò di nuovo, mi mette in agitazione e mi sono imposta di trovare un vestito che sia elegante e sexy, ma non troppo aperto. Non capisco bene perché, ma riflettendoci a mente leggermente più fresca, probabilmente voglio ingelosirlo o qualcosa di simile.
Tento di consolarmi con un'enorme tazza di caffè, avvolta nella mia coperta preferita scorro la casella di posta al pc. Scorrendo indietro l'occhio mi cade su una mail diversa dallo spam di tutti i giorni, tra le mail ricevute nel mese di novembre ce n'è una che contiene una sola parola, ma non ho mai avuto il coraggio di cancellarla. Eppure ricordo bene quanto mi sono arrabbiata nel leggerla la prima volta. La riapro e fisso la casella bianca con solo quei dieci caratteri neri:

Mi dispiace.

A rileggerla torna un po' di rabbia...che senso ha inviare una mail del genere due mesi dopo essersi fatto beccare con una troia? Nei giorni seguenti a quell'ultimo incontro non mi ha mai cercata, mai chiamata, non ha mai nemmeno scritto niente...e dopo due mesi manda una mail del genere?!
Okey. È ufficiale. Non capisco più il genere maschile. Non che prima ne capissi chissà quanto, ma quel poco che potevo intuire è bruciato via all'arrivo di questa mail.

Appena la sveglia suona il buongiorno della mattina di Natale la prima cosa che penso è “Che diamine mi metto stasera?!”. Mi preparo il caffè, anche se non avrei bisogno di caffeina visto come sono già sveglia e agitata, ma non si può rinunciare al caffè. Passo praticamente mezza giornata in camera davanti all'armadio a fissare i miei vestiti, aspettando che qualcuno di loro si alzi da solo e mi dica «Sono io quello giusto, indossami!» ma restano tutti immobili. Così decido di chiamare Alice, nella speranza che riesca a darmi qualche consiglio.
«Alice ti prego aiutami col vestito! Non so che cavolo mettermi stasera!» esclamo appena la sento rispondere al telefono.
«Ciao cugina. È un piacere sentirti, io sto bene grazie...i preparativi per stasera vanno alla grande ed è già quasi tutto pronto» attimo di pausa «Sul serio non hai ancora deciso cosa metterti? Ma tu non eri quella che sceglieva cosa indossare alle occasioni la settimana prima?!»
«Lo ero...»
«Senti, smetti di perdere la testa su quale vestito piacerà di più a Robert. Mettiti il vestito rosso che ti ho regalato io due anni fa, ti sta d'incanto. E le scarpe mettiti le Manolo Blahnik che ti ha regalato Tom per il tuo compleanno. Sarà contento.» il tono è imperativo, non posso contestare e ne sono contenta.
«Ti adoro!»
«Non c'è di ché.»
«Senti...ma allora viene anche lui, sicura?»
«Kat devo andare, ho da finire i preparativi! Ciao tesoro a stasera, non fare tardi! Baci baci.» e riattacca senza nemmeno darmi tempo di salutarla a mia volta.
«Lo prendo per un sì...» dico, ormai soltanto al telefono.
Faccio un respiro profondo e mi metto il cuore in pace. Ho paura di rivederlo perché so che potrei essere investita dai miei stessi sentimenti nel ritrovarlo dopo tanto tempo. Coraggio Kat, è soltanto una sera...ne uscirai viva...inoltre c'è sempre il piano B di riserva: fuga. Alice mi ucciderebbe nonostante il nostro patto, ma potrei davvero metterlo in atto.

Arrivo con un leggero ritardo, ma non sono l'ultima. Entro nell'immenso salone addobbato a festa per l'occasione, sul lato sinistro c'è un palco dove i musicisti già suonano classiche canzoni di Natale; nella sala sono disposti vari tavoli circolari, mentre sul lato destro vi sono disposti i tavoli con vasti vassoi di cibarie varie. Il leggero brontolio della mia pancia a quella visione mi ricorda che ho veramente fame...a pranzo ho mangiato pochissimo e non ho fatto nemmeno uno spuntino nel pomeriggio. Molti invitati, di cui ignoro l'identità di molti anche se riconosco qualche attore di minor fama, sono già seduti ai loro tavoli rotondi a mangiare i primi crostini e altri antipasti.
«Kat! Sei venuta davvero.» la sua voce gentile mi coglie leggermente di sorpresa. Lo guardo sorridendogli entusiasta, ovviamente lui è elegantissimo nel suo completo nero, camicia bianca e cravatta rossa.
«Tom! Ciao...sì, sono veramente qui.» ammetto mentre mi lascio abbracciare.
«Sei bellissima! E quelle scarpe ti stanno divinamente.»
«Beh, le scarpe sono fantastiche...è facile apparire belli con queste scarpe e con questo vestito...chi me li ha regalati ha davvero buon gusto.»
Lui mi risponde con un enorme sorriso, poi si guarda intorno strofinandosi le mani...per un attimo ho la sensazione che stia pensando “che ci facciamo con lei?!” e il pensiero mi fa sorridere. Prima che possa continuare a farmi strane idee lui mi accompagna ad un tavolo dove trovo Alice in compagnia di Emma, la sorella minore di Tom che finora ho incontrato solo due o tre volte, ma appena mi vede anche lei mi saluta calorosamente.
Mi siedo accanto ad Emma e solo in quel momento mi rendo conto che tra me ed Alice c'è ancora un posto libero, l'idea che una certa persona possa sedersi lì mi rende nervosa, ma provo a non pensarci e mi tuffo sui crostini davanti a noi. Fortunatamente passano quindici minuti senza che nessuno si unisca a noi perciò comincio a rilassarmi e a godermi il cibo e le conversazioni, almeno finché non vedo Tom sorridere, con meno convinzione rispetto ai suoi standard, oltre le mie spalle e Alice che si scusa allontanandosi temporaneamente. Nessuno dice nulla ma ho capito benissimo che il momento che temevo è arrivato. Rivedrò Robert dopo tre mesi. Sento il tamburo aumentare il ritmo nel mio petto ma cerco di impormi calma e indifferenza, continuando a parlare con Emma come se niente fosse, facendo finta di non accorgermi del tono insicuro che ha assunto la mia voce. Improvvisamente il mio piatto è stracolmo di cibo dandomi una scusa per parlare il meno possibile, quando poi vedo ricomparire Alice da sola credo di essermi allarmata per nulla e proprio mentre sto sospirando sollevata vedo una mano afferrare la sedia accanto a me. Quella mano la conosco. È incredibile come riesca a riconoscere così bene quei dettagli così piccoli...
Mi forzo a distogliere lo sguardo dalle sue dita e punto gli occhi contro Alice, in questo momento vorrei strozzarla. Lo so, mi aveva avvertita ci sarebbe stato...anche se non direttamente, ma lo sapevo; eppure una parte di me sperava di sfuggire a questo momento e quanto vorrei adesso alzarmi e andare via! Ma i piedi e le gambe si sono fatti di piombo e mi sento incollata alla sedia.
«Buonasera e buon Natale!»
È la sua voce. Fresca, allegra, calda. Ma riesco a cogliere anche un po' di incertezza.
Alice ricambia il mio sguardo e sembra volermi incoraggiare al dialogo, per tutta risposta riporto gli occhi sul mio piatto e riprendo a mangiare, senza sentire più né i sapori né gli odori, ormai mangio per non parlare, per tenermi occupata. Tom mi viene incontro cominciando lui un discorso con Robert, ma non riesco nemmeno a cogliere l'argomento tanto sono concentrata su questi crostini e poi anche le lasagne e tutto il resto della cena è talmente interessante che non alzo mai gli occhi dal piatto, eccetto che per prendere un po' di vino.
Quando cercano di coinvolgermi nel discorso annuisco o balbetto qualche rapida risposta, magari guardando Emma anche se non è stata lei a pormi la domanda, ma almeno mi volto dalla parte opposta a lui. Mi sto comportando peggio di una bambina.
Sì, penso proprio che appena arriveremo a fine cena coglierò l'occasione per scappare da qui. Non ce la posso fare, una parte di me vorrebbe finalmente incontrare di nuovo quegli occhi scuri dove tante volte mi sono persa in dolci pensieri, o rivedere quelle labbra che tanto ho desiderato. L'altra parte, però, vorrebbe sfogare su di lui tutta la rabbia, la frustrazione, la delusione che ho provato in questi mesi. Il risultato di questi sentimenti contrastanti è una grande ferita al petto, invisibile agli occhi, ma così profonda che non c'è attimo in cui non mi ricordi della sua presenza.
Mentre ci vengono portati via i piatti dei secondi, con le pance già piene ma ancora in attesa della parte migliore della serata, i dolci, accade una cosa che non mi sarei mai aspettata; non so se si sono messi d'accordo o meno, fatto sta che Alice e Tom si alzano per andare a parlare con altri invitati che li richiamavano da un po', d'altronde sono loro che hanno organizzato quasi tutto. Quasi subito dopo Emma mi guarda come per scusarsi, ma deve assentarsi per andare al bagno.
Rimango sola. Con Robert.
Nella sala addobbata a festa con tanto di musiche natalizie nessuno sembra accorgersi del silenzio freddo calato al nostro tavolo, eppure a me sembra assordante.
Lo sento alla mia destra schiarirsi la voce, lo vedo girarsi il bicchiere tra le mani.
«Come va' il lavoro?» lo sta chiedendo a me. Certo siamo rimasti solo io e lui. Tre mesi che non ci vediamo e veramente vuole parlare di lavoro?!
«Bene.» rispondo secca.
«Bene...sai hanno aperto un nuovo bar vicino casa mia, mi hanno detto fanno degli ottimi aperitivi, potremmo-»
«Non starai dicendo sul serio.» Finalmente mi sono voltata verso di lui, adesso i miei occhi sono sulla stessa traiettoria dei suoi e mi rendo conto che mi sbagliavo. Mi sono mancati molto, molto più di quanto pensassi. I suoi capelli, il suo naso, le sue labbra, la sua barba. Maledizione.
Mi alzo di scatto prendendo giacca e borsa «Vado a fumare.» Così mi dirigo fuori e accolgo il freddo pungente della sera di Natale sul mio viso, faccio anche fatica ad accendermi la sigaretta tanto mi tremano le mani. Come può far finta di niente così?! Allora veramente sono stata soltanto un passatempo...
Mentre mi convinco di ciò vengo affiancata da Alice.
«Temevo di non trovarti, che tu fossi già tornata a casa.»
«È quello che farò adesso.»
«Kat, dai...»
«No Alice.» Adesso anche la mia voce trema. «Mi dispiace per Emma e Tom...ma avevi ragione tu. Io sono...sono...» Cosa voglio dire?! No, non voglio ammetterlo, non ora, non adesso che ho avuto la conferma che è stata solo una mia fantastica fantasia. «...sono una stupida.»
«Scusami.» Sussurro mentre abbraccio mia cugina, le stampo un bacio sulla guancia e finalmente mi allontano verso casa, al riparo non dal freddo, ma da tutta questa allegria che c'è per le strade stasera e che stona totalmente con quello che provo.

Appena entro in casa lascio cadere la borsa dove capita e mi faccio una doccia. Sotto l'acqua non resisto più e lascio che calde lacrime salate scorrano sulle mie guance, nella mia testa c'è il suo volto, i suoi occhi, che non riesco proprio a togliermeli di torno, occhi aperti, chiusi, non c'è verso.
«Stronzo.»
Mi sfogo così, piangendo sotto l'acqua. Piango perché mi sono innamorata della persona sbagliata e non riesco proprio a togliermelo dalla testa. Lo desidero quanto non ho mai desiderato nessuno. Ricordo che quando ero bambina sognavo di diventare grande, mi ero già progettata il futuro nei minimi dettagli: a ventisette anni mi sarei sposata, a ventinove il primo figlio, a trentatré il secondo e sarei stata felice con la mia famiglia.
La realtà mi appare così triste se confrontata con i miei sogni da bambina. Trentacinque anni e sono ancora sola. Ho fatto tante le scelte sbagliate, troppe. Alcune, però, inconsciamente...come lui...
Quando finalmente finisco di asciugarmi i capelli mi vesto con una calda e comoda tuta, di quelle prettamente casalinghe e mi metto a fare zapping alla tv. Non c'è niente di particolarmente interessante e non ho nemmeno voglia di seguire qualcosa in particolare, così salto da un canale all'altro, passando dai film stupidi tipici del periodo natalizio, ai cartoni per bambini, ai documentari, ai tg, a qualche telefilm sconosciuto, film d'epoca, film recenti, film visti e rivisti, altri cartoni, altri documentari. Senza accorgermene mi ritrovo a fissare lo schermo nero, ripenso inevitabilmente alla serata trascorsa e mi sento ridicola per come mi sono comportata, neanche avessi vent'anni meno...che figura! Davanti a Tom ed Emma, oltretutto.
Trascorre un tempo indefinito, resto ferma a fissare il niente; mi sento umiliata dal mio stesso comportamento ed è soltanto il suono del campanello che mi desta dalla mia trance. Inizialmente guardo la porta sorpresa, aspettando che si apra da sola; poi mi alzo, guardo l'orologio che segna venti a mezzanotte e mi chiedo chi possa essere a quest'ora...la cena di Alice e Tom ancora non sarà finita, tuttavia l'ipotesi che sia mia cugina mi sembra la più plausibile, perciò apro direttamente la porta.
«Alice non ho voglia di parlarne-» La voce mi rimane strozzata in gola, nemmeno per un secondo ho pensato potesse essere lui. Lo fisso per un istante e anche lui mi guarda in silenzio. Senza dire niente faccio un passo indietro e richiudo la porta.
«Kat aspetta.» Mette il piede e la mano sulla porta impedendomi di chiuderlo fuori.
«Vale anche per te, non ho voglia di parlarne.» Sussurro fissando la sua mano stringere la mia porta.
«Non parlare allora, ma ascoltami...per favore.»
Perché la sua voce è così maledettamente dolce e sexy anche quando è serio e soprattutto quando non vorrei sentirla? Resto in silenzio, incapace di rispondere e neanche di chiudere la porta del tutto, dato che Robert me lo impedisce fisicamente.
«Non ero pronto a parlare di Susan» Esordisce cogliendomi impreparata a sentire il nome della sua ex moglie. Mai, mai, lo aveva nominato prima «ma non è una scusa al mio comportamento. Sono sempre stato immaturo in queste cose, Susan me lo ripeteva spesso, ma non l'ascoltavo.»
Senza pensarci smetto di far forza sulla porta e lascio che lui la apra di nuovo, sento il freddo pungente penetrare sotto i miei pochi strati, ma non reagisco.
«Posso entrare?» Mi chiede dolcemente, poi mi mostra il sacchetto che ha in mano «Ho portato il gelato...al cioccolato come piace a te.» È vero, adoro il gelato al cioccolato, ma...
«Ci sono sette gradi sotto zero...» Sono le uniche parole che riesco a dire.
«Beh...in casa no però...» Tenta di giustificarsi, ma lo vedo sorridere ugualmente. Faccio un passo indietro lasciandolo entrare.
Lo osservo appoggiare il sacchetto sul tavolo e togliersi la giacca. Solo quando mi perdo ad apprezzare il suo completo nero, con camicia bianca sbottonata sotto, mi ricordo della mia mise casalinga.
«Ehm...vado a cambiarmi, torno subito.» Dico a voce bassa dirigendomi verso la mia stanza.
«Perché ti cambi? Quella tuta ti sta così bene...se sei a disagio perché sono ancora vestito così mi spoglio...»
«Non importa, grazie Robert. Apprezzo il pensiero.» Rispondo sarcastica ma inevitabilmente con le guance in fiamme. Resto quindi ferma letteralmente con le mani in mano, in attesa di non so cosa mi mordicchio l'interno della guancia.
«Devo farmi perdonare molte cose Kat.» Robert mi guarda e a piccoli passi si dirige verso di me, non abbassa mai lo sguardo al contrario di me che, mentre parla, vengo investita da ondate di sentimenti contrastanti uno dopo l'altro. Rabbia, passione, timore, desiderio, paura e...
«Non solo per non esser riuscito a parlarti di Susan e per come ho reagito. Ho quarant'anni e ancora mi comporto da ragazzino, anche la mail che ti ho inviato il mese scorso...credimi volevo scrivere tante cose. In realtà volevo dirtele, ma non sapevo come fare. Mi sono pentito appena ho cliccato invia. Anche stasera sono stato un cretino, scusami. Ma in tutto questo tempo ho capito che non devo aver paura di quello che provo per te, perché soffro molto di più se tu non ci sei. Ho bisogno di te dolcezza, perché tu mi hai dato una nuova ragione di vita ed io mi sono innamorato di te. Ti amo Katherine.»
Bum. Silenzio. Bum. Questo suono lento ma assordante è veramente il mio cuore? È davvero capace di fare tutto questo casino e di andare così piano?
Robert è già davanti a me, così vicino come l'ho sognato tante volte e come temevo non sarebbe più stato. Le onde si infrangono sul mio cuore una dietro l'altra...
Perdo un battito quando mi sfiora per aggiustarmi una ciocca di capelli e la sua mano si posa sulla mia spalla. È allora che riprendo coraggio.
«Tu...tu non hai quarant'anni Robert. Tu ne hai quarantotto.» Cosa dico?!
Eppure lui, dopo un attimo di perplessità iniziale, alza gli occhi al cielo sorridendo e quando torna a guardarmi annulla le distanze e mi bacia.
Finalmente sento il suo sapore, mi inebrio del suo profumo e affondo le mie dita nei suoi capelli corti; sento ancora la rabbia, la delusione e la paura che quello che è successo mi ha regalato, ma il desiderio di lui, il bisogno di lui, è più forte di qualsiasi altra cosa.
Nessuno dei due dice niente e lasciamo che a parlare siano i nostri corpi, basta poco per raggiungere il mio letto, toglierci i vestiti senza sentire più freddo, lasciandoci trasportare dalla passione. Ascolto il suo respiro, la sua pelle sulla mia, le sue mani che mi stringono a sé. Non mi sono mai sentita così.

I nostri volti sono ancora vicini, il piumone ci copre fino alle orecchie e restiamo lì, fermi, a guardarci, a farci qualche carezza.
«Ti odio.» Sussurro mentre gli accarezzo il contorno delle labbra.
«Non è vero.» Sorride e mi bacia le dita.
«Sì, invece. Perché non riesco a resisterti. Sono arrabbiata con te, non basta del buon sesso per espiare le proprie colpe, ricordatelo.»
«Mi stai dicendo...che definisci quello che abbiamo appena fatto solo “buono”?!» Mentre lo dice fa la faccia seria.
«Al massimo “molto buono”...»
«Impossibile...con me il sesso è sempre sopra l'eccellenza, tesoro.»
«Ah sì? Allora dovrai fare di meglio...»
«È un invito?»
Sorrido perché non mi dispiacerebbe affatto. «No. Non oggi almeno, hai già avuto troppo.»
«Ma io lo faccio per te, per pagare il mio debito.» Mi guarda con occhi dolci, continuando a fare il serio. Non riesco a non ridere e lo bacio.
«No, grazie.»
Mi giro pensando di trovare il coraggio per alzarmi ed affrontare il freddo che mi investirà appena fuori dal piumone.
«Aspetta.»
La sua voce ha cambiato tono ed è diventata seria davvero, anche se allo stesso tempo è terribilmente sexy, forse anche di più di quando lo fa apposta. Mi volto di nuovo verso di lui.
«Prima non l'ho detto tanto per dire...ti amo davvero Katherine. Riconquisterò la tua fiducia giorno dopo giorno, voglio farti innamorare completamente di me.»
Lo guardo intensamente, godendomi il suo volto, i suoi occhi e le sue parole che mi riscaldano il cuore.
«Un po' mi dispiace ammetterlo...ma lo hai già fatto.»
Le sue labbra si distendono. «Davvero?»
«Sì. Ti amo Robert.»
Finalmente l'ho detto. Finalmente lo dico a lui. Finalmente avverto quella pace e quella felicità che non avrei mai pensato di trovare.








Oh-oh-oh! Buon Natale! xD
Incredibile...era tantissimo che non scrivevo qualcosa! L'università mi ha fagocitata letteralmente, ma adesso ne sono uscita vittoriosa e finalmente torno anche al piacere di scrivere! Quale occasione migliore del "Daydreamer's Carol"?! Ebbene sì, il nostro gruppo colpisce ancora! (vedi ps! =D )
Che dire...sono molto contenta, indipendentemente dalla buona riuscita delle shot -oltretutto è la mia prima oneshot!- era tanto che volevo scrivere e pubblicare...qualcosa di più lungo in cantiere c'è, ma intanto vi propongo questa shot natalizia sperando sia di vostro gradimento!

Special Thanks:
- A tutte le Daydreamer, senza voi tutto ciò non ci sarebbe (perciò picchiate loro se non vi piace come scrivo!!! xD )
- Cocchi, un ringraziamento a te ci vuole sempre...(lei picchiatela più di tutti in caso...se scrivo è proprio colpa sua! <3 )
- Al mio ragazzo che incredibilmente si è offerto volontario per rileggere e segnalare errori (se ce ne sono ancora picchiate lui! xD )

Bon...quindi avete tanta gente da picchiare se non vi piace, perciò a me solo regalini ^_^
xD

Buon Natale e felice anno nuovo a tutti!!!!
Nihal

Ps. Girate per la sezione attori alla ricerca di ff con la sigla “Daydreamer’s Carol” nel titolo. Vi aspetteranno ff meravigliose su tanti talentuosi attori, quali:
Simon Baker
Sam Claflin
Chris Evans
Jared Leto
Neil Patrick Harris
Liam Hemsworth
Chris Hemsworth
Christian Bale
Josh Hutcherson
Orlando Bloom
Matthew Fox
  
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