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Autore: Unhappy_Reader    23/12/2013    2 recensioni
Wiress Heybryle, Distretto 3. Arya Goldman, Distretto 6. Una combatte. L'altra ha combattuto. Quando i 63th Hunger Games incombono su di loro, una sarà un tributo e l'altra una mentore. E le loro menti saranno l'unica cosa a cui potranno aggrapparsi per sopravvivere.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Morfaminomani, Nuovo personaggio, Wiress
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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WIRESS
Mi sveglio dolorante. Ogni mio movimento comporta uno spasmo. Sento dei punti di sutura sul collo, sullo stomaco, sul dorso della mano, sulla gamba. Tutte queste ferite sono state bendate. Ho anche un pezzo di gesso sul naso per congiungere le due estremità di osso. Mi chiamo Wiress Heybryle. Ho diciotto anni. Ho vinto gli Hunger Games. Ma adesso morirò.
- Ehi, tu – mi apostrofa una donna in camice. – Stasera c’è l’intervista finale. –
- Co… come? – sussurro.
- Mi hai sentito. –
- Ma… ma io… non sono pronta… -
- Hai già riposato due giorni più del previsto. I capitolini soffrono per la tua assenza, pensano che tu sia morta. Stasera li faremo felici. –
- Perché… perché dovrei essere… morta? – chiedo; faccio molta fatica anche a parlare.
La donna non risponde, si limita a ridere.
- Sì, be’, ammetto che sei spiritosa. Ora è il momento della nanna. –
Un ago penetra nel mio collo e io sprofondo nel sonno chimico.

Quando riapro gli occhi, accanto al mio letto ci sono il mio staff di preparatori e Laya. 
- Sei pronta, uccellino? – trilla la mia stilista.
- No… - sussurro.
- Magnifico. Andiamo! –
Mi trascinano in piedi e io urlo di dolore. 
- Oh, cielo, Lekra, un po’ di delicatezza! – scatta Laya.
Camminare è una tortura, e sento che un paio di punti alla gamba si strappano. Non ricordo nemmeno di essermi procurata questa ferita. Non ricordo più quasi nulla dello scontro finale con la ragazza del 6. Ma il resto è vivido, nitido. Compreso lui. Compreso Mark.

Le mie fasciature vengono rimosse, il mio corpo viene lavato, i miei capelli ammorbiditi. E poi, ovviamente, mi truccano. È folle essere truccati dopo aver ucciso delle persone. Me le ricordo tutte e tre, nitidamente. I due ragazzi del 4. La ragazza del 6. I loro fantasmi mi inseguono, e credo che non smetteranno mai di farlo.
Crollo in uno stato di velata e temporanea depressione. So che scomparirà quando tornerò a casa, ma non sono ancora nel 3, sono a Capitol City e sto per rivedere i miei giochi, rivedere tutta quella morte. E dovrò sorridere, piangere, scherzare come vogliono loro, dovrò essere il loro animaletto da compagnia, come i miei preparatori, come Laya; Laya, che ancora non sa che sembra un insetto deforme con una pietra rossa in testa, non se ne rende conto. Non capisce che gli occhi sovrumanamente distanziati e le antenne non sono solo ridicoli, sono disgustosi.
Quando finiscono, sono Wiress Heybryle, la ragazza di zucchero che parlava all’intervista, troppi, troppi anni fa. 
- Ed ecco il vestito della mia cucciola fulminata! – esclama Laya. Non posso trattenermi.
- Non sono una cucciola. Non sono fulminata. Ma, soprattutto, non sono tua. Non sono di nessuno. –
Laya ride, pensa che sia una battuta. È anche stupida, oltre che irritante. Tira fuori un abito rosa come l’aurora, che poi diventa azzurro slavato verso il fondo come l’alba. Il tutto è attraversato da filamenti blu elettrico. Quando mi guardo allo specchio, mi rendo conto che Laya può essere sciocca e insensibile, ma ha di certo fatto un capolavoro. Ecco cosa sono ora.
Un fulmine a ciel sereno.

Avanzo a piccoli passi verso il palco. Il corpo mi fa male, troppo male. Non vedo l’ora di sedermi sulla poltrona accanto a Caesar. Altri due passi e sarò sul palco.
- Ci ha fatto soffrire! Ci ha fatto piangere! E, sì, ci ha fatto anche preoccupare! Personalmente, ho vissuto nell’ansia in questi quattro giorni. Ma ora è qui con noi, viva e vegeta! Signore  e signori, la vincitrice dei sessantatreesimi Hunger Games, Wiress Heybryle!–
Faccio quei due passi che mi separano dal palco. La luce mi inonda. La folla emette un boato. Urlano il mio nome, saltano, piangono. Non faccio in tempo a raggiungere la poltrona che un movimento generale si manifesta tra il pubblico.
Tutti, ogni singolo capitolino presente a teatro, si alza in piedi. I loro pugni si alzano e si abbassano ritmicamente. Un'unica frase, ripetuta all’infinito, urlata al cielo.
God saved the Queen.

Anniento con facilità le domande di convenzione di Caesar. Come sto, chi mi aspetta a casa, cosa si prova a diventare una vincitrice.
- E… Wiress… cosa vuoi dirci riguardo a Mark? –
No, non voglio rispondere. È una cosa mia, non possono toccarla, non voglio che lo facciano.
- Io… io non… lui era… - non voglio, non voglio che mi portino via anche questo. I miei occhi diventano lucidi. 
- Era come? – chiede Caesar con finta dolcezza.
- …perfetto – sussurro. Ed è la verità. Il pubblico sospira; siè calmato da poco.
- Certo, certo. Wiress. Ti senti pronta per il riassunto? –
No. La risposta è no.
- Sì. –
Cominciano le tre ore più strazianti della mia vita.
Enkra appare sul palco, estrae il mio nome, poi quello di Mark. Tutte le altre mietiture vengono riprodotte molto velocemente, con vari tagli.
Io e Mark siamo su un carro, avvolti dai fulmini. Come allora, il pubblico esulta. Prendo otto e cominciano le interviste. Le guardo tutte, e la prima ora passa. Mi guardo sorridere e arrossire in quell’involucro falso. E sono nell’arena.
Vedo le morti di ogni tributo, morti atroci di persone che non conosco. Io, Elysa e Mark ci nascondiamo. Elysa… mi ero quasi dimenticata di lei. I fratelli del 7 precipitano dalla montagna, mano nella mano prima di affrontare la morte.
Il video prosegue con la morte della ragazza del 2, dilaniata dagli ibridi. Io e Mark fuggiamo, dimenticandoci della nostra alleata. Mi si stringe il cuore quando la vedo straziata dai pipistrelli.
Il film si incentra a questo punto sul mio dilemma psicologico, ormai futile ai miei occhi. Raccolgo le mie cose e me  vado. La notte cala su di noi.
Combatto contro li ibridi, Mark mi ritrova. Mostrano il nostro bacio. Perché, perché dovevano riprodurlo? Era necessario togliermi anche questo, l’unico mio momento felice nell’arena?
Il pubblico sospira. Li odio. Non possono invadere anche questo, non possono.
Gli sbalzi di temperatura uccidono la ragazza dell’1 e traumatizzano quella del 9. Il giorno dopo, infatti, l’intelligente ragazza viene impalata dalla lancia del ragazzo del 4. Il rimorso per averlo ucciso si affievolisce impercettibilmente.
La ragazza del 6, sempre sugli alberi e silenziosissima, pianta un coltello nella schiena del ragazzo del 10. Io e Mark raccogliamo fiori e bacche. È il momento.
I due ragazzi del 4 incombono sul mio alleato, gli lacerano il petto coi coltelli; in lontananza si sente la mia voce che chiama il suo nome. Poco dopo arrivo nella radura. Uccido i due favoriti come una macchina.
Riproducono tutto il mio accompagnamento alla morte, e io distolgo lo sguardo. Non voglio vedere. Non voglio riviverlo.
La ragazza del 6 approfitta della confusione del ragazzo dell’1 per avvelenare la sua coscetta d’ibrido. Ci ritroviamo sulla spiaggia. 
Il nostro scontro dura quarantacinque interminabili minuti. C’è sangue, tantissimo, ci sono urla, colpi, coltelli. Sono io questa? Questo automa assassino?
Quando estraggo un pezzo di cartilagine dal suo ginocchio mi sento male, ma non lo do a vedere. Non voglio che mi trattengano qui, voglio tornare a casa mia. Uccido Adrienne, uccido l’ultimo tributo, e vinco gli Hunger Games. È finita.

- Sai, Wiress, forse hanno detto una cosa giusta – mi dice Beetee mentre scende dal treno che porta nel 12, prima tappa del Tour della Vittoria.
- E cioè? – chiedo.
Lui mi guarda attraverso le lenti e sorride.
- God saved the Queen – ripete. 

Angolo Autore
Ed eccoci giunti al penultimo capitolo, la conclusione della storia (conclusione perché l’ultimo sarà ambientato più avanti). Allora, lo so che la frase “God saved the Queen” stona in un testo in italiano, ma a parer mio dava molto più pathos.
Che ne pensate? Fatemi sapere! Ah, ricordo che Beetee e Wiress non si metteranno assieme/sposeranno, nel caso fi foste fatti strane illusioni.
A presto!
Silente996
  
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