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Autore: finnicksahero    23/12/2013    2 recensioni
Mi sono sempre chiesta come si sono conosciuti Finnick e Annie, e durante l'ora di Chimica è nata questa storia. Dal testo:
-Piacere Finnick- dico porgendogli una mano, lei si volta verso di me ancora con il broncio sulle labbra e tende una mano -Annie Cresta-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm in love with you ...'
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Capitolo nove:
Annie.

La televisione è accesa, accanto a me mio padre mi tiene una mano mentre stiamo per guardare I giochi.

Inquadrano diversi ragazzi poi eccolo li, lo inquadrano per un po' e riesco a leggere l'ansia nel suo volto, fissa la cornucopia con insistenza, il petto gli si alza e gli si abbassa il viso bello come il sole contratto in una smorfia.

-Annie- inizia mio padre mi giro verso di lui, trattenendo le lacrime per un soffio, lego I capelli in una coda alta e scuoto la testa -No, lui ha promesso- gli dico di rimando, la voce spezzata dalle emozioni, lui sospira e annuisce -Ma devi- riparte giro la testa e guardo la televisione, fissando l'arena di quell'anno.

Siamo come in una savana, l'erba giallastra, secca e morta, vedo un monte alle spalle di Finnick con lo scintillio tipico di una cascata, poi alberi alti sui toni dal verde chiaro al giallo secco, la cornucopia è nera, opaca ed ammassata in un angolo, inquadrano Finn di nuovo, fissa l'orologio con aria insistente.

Mi copro gli occhi un attimo per respirare e quando sento il suono come di due lame mi rendo conto che devo guardare, mi costringo ad aprire gli occhi, vedo correre più persone ma non lui, è fermo vicino alla pedana, si guarda in torno confuso poi punta lo sguardo poco lontano e corre.

Lo inquadrano tutto il tempo, raccoglie lo zaino, piccolo e nero, quando una freccia gli prende la coscia, sento l'uro ma si morde il labbro e corre via, proprio mentre una freccia atterra dove prima c'era il suo busto, sento l'aria farsi pesante mi prendo la testa fra le man abbassando lo sguardo sento mio padre mettermi un braccio sopra le spalle e stringermi, singhiozzo per un po', mentre I rumori della battaglia riempiono I momenti in cui la mia voce non c'è.

-E' ferito- mormorai tremando, mio padre mi accarezza la guancia -Starà bene tesoro- mi dice io scuoto la testa -Ho paura che non torni da me- gli confido, lui mi sorride -Sei proprio cotta eh?- chiede, io faccio cenno di no -Siamo solo amici, lo sai- sto per continuare quando un colpo di cannone mi fa cadere la tazza di thè alla mente per terra mandandola in frantumi.

Il campo giallo è sovrastato di sangue, corpi senza vita giacciono fra le brezza che muove appena l'erba, un'altro colpo, poi tre quattro e cinque fino ad arrivare a tredici, mi si gela il sangue, tutto è stranamente calmo, immobile, il mio respiro si fa pesante, distolgono l'inquadratura dall'arena e si vedono I due presentatori.

Iniziano con le foto, vedo I due del tre e poi la ragazza del cinque, I tributi del sei e del sette la ragazza dell'otto I due del dieci e infine il tributo dell'undici ed entrambi quelli del dodici.

Quante vite spezzate -I giochi saranno particolarmente veloci quest'anno, non credi?- domanda il primo presentatore all'altro -Oh si- risponde ridendo, io non ascolto più, lui sta bene nonostante tutto sorrido, inquadrano I favoriti che ridacchiano, ci sono quelli dell'uno del due e la ragazza del nostro distretto, Finn no, lui non c'è, faccio per aprire bocca ma mio padre mi blocca -Meglio- dice solo accigliato, poi inquadrano una mini battaglia fra il ragazzo del cinque e il ragazzo dell'otto, si girano intorno ringhiando, uno ha una lancia e sembra illeso, l'altro ha uno zaino e la spada ma sembra che perda sangue dal braccio.

Il ragazzo dell'otto si lancia contro quello del cinque che però riesce ad infilzarlo, lui si fissa il petto incredulo e cade a terra in una pozza di sangue, mi alzo e corro in bagno a vomitare, dopo poco torno ancora verdastra e subito sto meglio, Finn è su un'albero e sta legato fissando il cielo, il sole lo illumina e lo vedo tremare, sorride tristemente e poi appoggia la testa al tronco e la scuote, si muove e geme, si tocca la gamba e vedo del sangue sulla sua coscia, prende la maglietta e la strappa infondo mostrando I suoi addominali mi sento arrossire e distolgo lo sguardo. Ok si l'ho visto milioni di volte a petto nudo ma stavolta è diverso accanto a me c'è mio padre.

-E' vivo- sussurro, appoggio una mano allo schermo come per poterlo toccare, poi sorrido -Papà è vivo!- salto dalla gioia, esco fuori di casa prima che qualcuno obbietti e vado in piazza, tutti fissano lo schermo mentre I presentatori commentano I giochi e la scelta dell'arena -E' vivo- urlo a squarciagola, abbraccio tutti e piango di felicità perché il mio Finnick è vivo, potrebbe tornare da me.

Tutti sussultano e io mi giro verso lo schermo come molti altri, vedo I favoriti sotto l'albero di Finnick, lui cerca di nascondersi mentre loro si accampano li, tutto sembra andare liscio, non lo notano ma poi per sfortuna, loro notano un movimento sull'albero e lo vedono, mi sento sorreggere, due ragazzi della mia età mi hanno preso prima che cadessi a terra, -Grazie- sussurro e torno a guardare lo schermo, vedo che cercano di arrivare da lui, ma non riescono, uno dopo l'altro falliscono -Perché uccidermi ora? Aspettate domani o quando sarò meno in forma- urla Finnick.

La sua voce delicata e virile mi fa rabbrividire, -Si, hai ragione- urla un ragazzone con la pelle olivastra, fissa gli altri che si mettono a terra, la scena cambia facendo vedere il ragazzo del cinque che si accampa fra due cespugli, I due del nove hanno stretto un'alleanza e quello del dieci cerca di accendere un fuoco disperatamente, il sole alto nel nostro cielo inizia a calare come nel loro mondo, mentre torno a casa sento un colpo di cannone mi giro e vedo il ragazzo del cinque andare in cielo con un raggio azzurro che abbraccia il suo corpo senza vita.

Quindici morti in un solo giorno, Finn è vivo.

Entro a casa, mio padre è in cucina io vado in salotto e vedo l'arena dall'alto è un quadrato regolare, c'è un monte con una cascata altissima e una pianura immensa senza nascondigli, la cornucopia è dall'altra parte del monte, spengo la televisione mi prendo la testa fra le mani, ridacchio nervosamente -An, viena cena, dopo guardiamo la serata- mi sussurra mio padre mi alzo e lo seguo in cucina, c'è un pesce per metà -Giornata no?- chiedo, lu sospira e annuisce, gli prendo una mano e inizio a mangiare.

Il crepuscolo illumina la mia cena, -Ti manca?- chiede papà io lo guardo -La mamma?- gli chiedo lui fa cenno di no -Lo so che lei ti manca, intendo il ragazzo- io annuisco abbassando lo sguardo -E' stato l'unico che non ha guardato chi eri tu, chi era la mamma- sussurro, finisco di mangiare e lavo I piatti, mentre mio padre si rinchiude in camera, io torno in salotto e guardo la replica dei giochi, mancavano otto tributi da uccidere per avere un vincitore, ma ora non ci pensai, andai a letto perché volevo stare sola al buio e abbracciare la felpa che Finn mi aveva prestato.

Avevo bisogno di sentire il suo odore, sentirlo vicino anche a quella distanza.

  
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