Dopo cinque giorni Kerry era indaffarata a preparare le valige. La mamma entrò in camera e disse: “Così domani parti…”
“Si. Sei triste.”
“sarà dura tre mesi senza te. Ma è giusto che tu vada e poi… è il sogno della tua vita no?”
“Si.”
“Ti porterai tutte le tue cose?”
“In che senso?”
“Beh i suoi cd, i suoi album. I suoi poster?”
“Mamma… avrò lui in carne e ossa, che senso avrebbe?”
“Bene. Allora li guarderò quando mi mancherai.”
Kerry strinse la mamma anche a lei dispiaceva andarsene, ma là c’era Michael e lei voleva andare.
“Porterai con te anche Thriller?”
“Michael a detto che se voglio posso portarlo.”
“E cosa farai?”
“Sarei un egoista a lasciarlo a casa.”
“Sono già le dieci. È meglio che tu vada a letto, domani dovrai essere in piedi alle 4.”
“Va bene mamma. Quando finisco vengo a salutarvi e poi vado a dormire.”
Kerry diede un’ultima scorsa alla lista; aveva preso tutto! Il papà le avrebbe voluto dare mille dollari, ma Michael si era offerto di pagare qualsiasi tipo di spesa che Kerry facesse. Si infilò il pigiama, guardò fuori… il cielo era stellato e le stelle sembravano brillare più intensamente. Andò a salutare i suoi genitori. Il papà e la mamma non volevano più staccarsi, nonostante l’avessero vista la mattina dopo prima di partire.
Kerry non riuscì subito a dormire: era troppo emozionata! Salì sul tetto con la coperta a guardare le stelle fantasticando su come avrebbe trascorso i mesi seguenti.
Dopo un’ ora si prese qualche goccia di tranquillante e cercò di prendere sonno… si addormentò.
Alle tre suonò la sveglia, Kerry si fece una doccia veloce, si truccò e si vestì. Prese i bagagli e scese in cucina, la mamma e il papà la salutarono. La mamma non voleva più staccarsi e disse: “Ti chiamerò tutti i giorni.”
Kerry li salutò uscendo fuori dalla porta. Fuori dal cancelletto c’era una Limousine nera che l’aspettava, l’autista di Michael uscì, la aiutò a caricare i bagagli, poi le aprì la porta e Kerry entrò tenendo in braccio Thriller.
Kerry si accoccolò per dormire e Michael le disse: “Appoggiati pure sulla mia spalla se vuoi.”
Kerry si appoggiò sulla spalla di Michael: ”Grazie Michael.”
“Figurati cucciolotta.” Disse Michael baciandola sulla fronte. Il suo profumo, il suo respiro, com’era felice Kerry! Fuori era tutto buio, ma nella Limousine c’erano delle luci soffuse molto piacevoli.
Dopo un’ora arrivarono all’aeroporto. Il jet privato di Michael li attendeva al Gate 21, dopo che Michael ebbe radunato tutta la classe di Kerry; si imbarcarono e in men che non si dica stavano sorvolando l’oceano atlantico.