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Autore: LizzieCarter    23/12/2013    7 recensioni
"Si china a terra e raccoglie un libro che ha urtato col piede avvicinandosi al bagagliaio aperto.
 -Un ponte per Terabithia?- chiede, con una sfumatura indecifrabile nel tono divertito [...]; sorride, sembra stia per dire qualcosa, ma poi si limita ad avvicinarsi e a riporre con delicatezza il libro nello scatolone che tengo in mano..."

Un'appassionata di libri in fuga dal passato,
un ragazzo che non è solo un attore famoso,
un giardino sempre misteriosamente fradicio,
una coinquilina stalker,
dei chiassosi polletti,
la storia di un'intrepida panettiera,
una nuova Terabithia...
"- E' meglio...- si schiarisce la voce, lasciandomi le mani per infilarsi un paio di guanti di pelle chiara; - E' meglio se ti tieni bene-.
Annuisco contro la sua spalla, sobbalzo lievemente quando lui toglie il cavalletto e fa partire la moto con un rombo, e poi... poi c'è solo il vento sul mio viso.
Cosa estremamente poetica, non fosse che mi sono mangiata metà dei miei capelli!"

[con illustrazioni all'interno :)]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo ponte per Terabithia'
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Shopping1 Sto mugugnando in santa pace, chiusa a chiave nella camera di fianco alla mia, quando un delizioso odore di dolce appena sfornato si infiltra sotto la porta. Curiosa, sgattaiolo al piano di sotto per vedere "cosa bolle in pentola" e trovo la cucina ridotta ad un macello. Scie di farina ricoprono pressochè tutte le superfici, punteggiate di macchie di cioccolato, schizzi di uova e chissà che altro... Per non parlare del disastro di gocciole di cioccolato finite per terra!
Evitando le macchie di sporco più evidenti, mi avvicino ai muffin appena sfornati, appoggiati a raffreddare sul fornello, e mi impossesso del più vicino.
Per occultare ogni prova della mia presenza, poi, mi affretto a buttare la carta del muffin nel cestino. Quando apro la pattumiera, però, la scopro colma di dolcetti bruciacchiati. Devono essere almeno due infornate andate male, a giudicare dalla massa di materiale nero ammucchiato nel sacchetto. Chissà quanto impegno ci è voluto a  fare tutto... per tre volte! Sta forse per arrivare un ospite?
Di certo non ho intenzione di farmi sorprendere in cucina, in pigiama e tutta scarmigliata, da qualche amico di Josh. Il solo pensiero che l'amico in questione possa essere Avan o qualcuno che conosco di vista mi fa correre un brivido lungo la spina dorsale, così mi affretto a mangiare il muffin.
 
E' una delle cose più buone che abbia mai assaggiato. La crosta croccante dà la soddisfazione di sgranocchiare; al contrario, la parte inferiore è soffice e delicata. Per non parlare del cuore di cioccolato fuso che si nasconde all'interno!
- Mmmh - mormoro deliziata mentre chiudo lo sportellino della pattumiera, pronta a filarmela di sopra. Una voce alle mie spalle, però, mi fa sobbalzare.
- Passato il broncio? -. Josh, appoggiato allo stipite della porta, mi sorride con aria birbante; alle sue spalle, Kellie ridacchia.
- Puoi averne un altro, se vieni a fare un giro con noi - promette, quello sciagurato.
Ed è così che mi convincono ad uscire dalla tana.

***

Ricordando improvvisamente il modo meschino con cui mi hanno corrotto, lancio un'occhiataccia a Kellie e Josh, che canticchiano a ritmo di una canzone dei Lumineers dai sedili anteriori dell'auto.
Siamo diretti verso uno dei più grandi centri commerciali della città. Kellie ha detto che lì c'è un negozio che non si trova praticamente da nessun'altra parte e che, fatalità, è il suo preferito.
Mi vengono i brividi al solo pensarci: scommetto che sarà immenso, pieno di luci, colori e prezzi assurdi.
Cerco di distrarmi pensando ad altro; osservo il paesaggio che ci scorre sotto gli occhi e mi auguro che il centro commerciale più grande di L.A. disponga almeno di una libreria.
Tutto d'un tratto, mi torna in mente una cosa.
- Kellie, cos'è successo tra te e Dimitri ieri sera? - domando, sporgendomi tra i due sedili della macchina.
- Oh, giusto, a te non l'ho raccontato! - si anima lei. Si affretta a spegnere la radio, ignorando le proteste di Josh ("Hey, mi piaceva quella canzone!"), e si gira verso di me.
- Stavo ballando con quegli amici biondi di Josh - oh, giusto, la passione di Kellie per i biondi - e mi stavo davvero divertendo... - come se ci fosse bisogno di specificarlo - quando, all'improvviso, è arrivato questo gigante biondo e ha lanciato un'occhiataccia ai due tipi. Quelli se la sono squagliata senza fare domande (alla faccia dei galantuomini: poteva essere un pazzo!) e io ho riconosciuto Dimitri. Ho iniziato ad urlargli contro che non aveva il diritto di fare il geloso, se lui poi andava a farsela con le sue clienti, ma c'era così casino... e lui è così alto... - sospiro sognante - che non ha sentito niente di quello che gli ho detto. Mi ha chiesto di accompagnarlo fuori e mi ha giurato che non aveva mai nemmeno pensato di tradirmi, che non avevo motivo di essere gelosa. Tantopiù che lui si è imposto come regola di non avere mai relazioni con le sue clienti. Insomma, abbiamo fatto pace - potevo solo immaginare cosa sottintendessero queste parole - e sono stata fuori con lui (era in servizio... Ti rendi conto? Si è allontanato dalla sua posizione di sorveglianza per venire a parlare con me... poteva perdere il lavoro!) - trillo emozionato da parte di Kellie - per il resto della serata. Ed è stato così carino da darmi la sua giacca per ripararmi dal freddo! Comunque, dicevo, - sbuffa seccata per aver perso il filo - sono rimasta fuori con lui finchè non è uscito Josh a cercarmi per chiedermi se potevo dargli una mano e recuperarti dal bagno -.
Mi rimpicciolisco al pensiero di aver interrotto un momento romantico tra Kellie e Dimitri, anche se di certo non era mia intenzione.
- Mi... mi dispiace che vi siate dovuti interrompere per colpa mia - biascico, scontenta.
Kellie, però, scrolla le spalle. - Avevamo già chiarito tutto.Anzi, stavo iniziando ad annoiarmi, a vedere che faceva entrare tutti. Speravo avrebbe buttato fuori qualcuno! - sorride - E poi, volevo davvero vedere com'eri da ubriaca -.
Per tutta risposta, incrocio le braccia al petto e la fulmino con lo sguardo. - Io non ero ubriaca! -.
Kellie agita una mano, come a far volare via le mie proteste, poi salta sul sedile. - Un momento! Ora che ci penso, Josh, come hai fatto a capire che ero fuori con Dimitri? -.
Josh scrolla le spalle, ma dallo specchietto retrovisore posso vedere gli angoli della sua bocca vagamente arricciati in un sorriso. Poi si gira e risponde - Ho semplicemente dedotto che, visto che non eri dentro, fossi fuori -.
Kellie annuisce, convinta, e Josh mi fa un occhiolino.
Ho come l'impressione che lui c'entri qualcosa con questa coincidenza. Insomma, noi che andiamo nello stesso locale in cui lavora Dimitri... Dimitri che lavora nello stesso locale in cui Josh ha un amico...
Poi mi viene in mente una cosa: - Josh non distrarti dalla strada! - urlo, lanciandomi in avanti.


Lui scoppia a ridere.
- Siamo fermi da almeno cinque minuti. Siamo arrivati, ma non volevo interrompere il discorso -.
Si abbandona ad una quieta risata, appoggiato contro il sedile, le mani che ancora stringono il volante.
Io mi lascio ricadere contro lo schienale, imbarazzata. In effetti, di fronte a noi c'è l'imponente figura in vetro e cemento grigio di quella che mi sembra un'enorme crociera arenata. Sulla superficie laterale della costruzione si incastra una scala dalle pareti di vetro azzurro che arriva fino ai piani più alti. Accidenti, questo mostro deve avere almeno sei piani! La vista dall'alto di quella scala non dev'essere molto dissimile da quella che si vede dai grattacieli!
Chissà se Josh, con il suo problema di vertigini, ha mai usato questa scala per arrivare fino all'ultimo piano?
Sto pensando di sfidarlo a farlo, per ripagarlo dello scherzo dell'auto, ma Kellie sta già saltando sul sedile con gli occhi accesi come se avesse appena preso una droga molto forte, trillando:
- Entriamo? Oh, vi prego, entriamo!! -

Due ore dopo, siamo ancora al centro commerciale.
Stranamente, però, non mi sono ancora trovata ad invocare l'arrivo di un uragano o di un terribile terremoto che mi salvi dal supplizio. Anzi, devo ammettere che mi sto divertendo.
Anche Kellie sembra divertirsi: ha già almeno cinque borse appese al braccio visto che, a quanto pare, Josh diceva sul serio quando aveva promesso di pagare tutto lui! Dopo il primo centinaio di dollari spesi, però, potevo vederlo chiedersi se non si stava giusto distruggendo con le sue mani. Io ho ficcato al sicuro in borsa i due libri che ho comprato (rifiutando con decisione di farmeli pagare da Josh) e tengo le mani libere per aiutare Kellie ogni volta che prova l'improvviso impulso di correre in camerino e provarsi una decina di vestiti.
Mentre lei è occupata a depredare i negozi (e a fare foto di tutti gli outfit che prova), Josh e io abbiamo occasione di parlare. Scherziamo un po'; riprendiamo la confidenza che, dopo ieri sera, temevo di aver perso per sempre. Alla fine, riesco anche a farlo confessare di aver organizzato lui il "casuale" incontro tra Dimitri e Kellie.
- Non potevo lasciare che una coppia così si sciogliesse solo per della gelosia immotivata - spiega a bassa voce, scrollando le spalle.
Al momento, siamo seduti sul divanetto di un negozio di accessori, che dispone di un catalogo che va dalle parrucche da clown ai collier di diamanti.
Kellie sta provando nello stesso momento una parrucca nera con la frangetta, che la fa assomigliare in modo incredibile a Kathy Perry, e degli orecchini di diamanti.
- Ah, ho sempre desiderato degli orecchini di diamanti veri - sospira, cercando di incrociare, nel riflesso dello specchio, lo sguardo di Josh. Lui, però, scuote la testa. Le ha appena imposto un budget perchè, a quanto pare, c'è un limite persino alla sua generosità. Per tutta risposta, Kellie si scatta una foto e poi inizia a digitare velocemente sul cellulare.
- J, fammi un favore: la prossima volta, se vuoi sentirti generoso, dona quei soldi ai bambini africani - mormoro, colpendo la sua spalla con la mia. - Kellie davvero non ha bisogno di tutte quelle cose. Non ci stanno neanche, nell'armadio che abbiamo a casa! -.
Lui sorride. - Lo farò -, promette.
Gli lancio una lunga occhiata, mentre lui si distrae a sbirciare cosa sta scrivendo Kellie nel cellulare. Porta un papillon colorato che gira quando si preme il nodo in mezzo e una parrucca di capelli biondi  a boccoli... e probabilmente adesso sta gongolando, convinto che Kellie sia tornata a scambiare messaggi sdolcinati con Dimitri.

E' incredibile come, a volte, sia convinta di aver capito tutto di lui e come, in altri momenti, Josh sia per me del tutto imperscrutabile.
In questo momento, non posso fare a meno di pensare a lui come ad un supereroe. Come Spiderman, che diceva che "a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità", Josh è riuscito grazie alle sue conoscenze a far riappacificare Dimitri e Kellie.
E ancora non riesco a capire la sua fissazione di avere un grande debito nei confronti dei suoi fan e il modo in cui si sente obbligato ogni volta a firmare autografi o a fare foto con loro, anche se è impegnato o di malumore.
O se è ancora scioccato dall'assalto della pazza all'aeroporto.
Ripercorro nella mente una scena di poco fa, quando una ragazza ci è corsa incontro e gli ha chiesto di fare una foto con lei. Mi ricordo come lui si è irrigidito quando l'ha vista correrci incontro agitando una macchina fotografica tra le mani, come gli si è incrinato il sorriso quando lei gli ha dato un bacio a sorpresa sulla guancia mentre scattavo loro la foto.
Sono sicura di averlo sentito sospirare di sollievo quando la ragazza si è allontanata; poi ha continuato a guardarsi attorno con aria inquieta per almeno mezz'ora, durante il nostro giro.
Devo trovare un modo di fargli passare questa fissa da supereroe-delle-fan almeno finchè non si riprende, o i suoi nervi finiranno per logorarsi talmente che tra qualche anno urlerà dietro a chiunque lo avvicini.
Josh si gira verso di me e, notando la mia aria preoccupata, fa una smorfia. - Tutto ok? - chiede, porgendomi un paio di occhiali giganteschi con disegnati sulle lenti degli occhi strabici. La montatura arancione chiaro fa a pugni con la mia parrucca verde da punk, e la cosa mi fa sorridere.
- Tutto ok - rispondo - però credo che Kellie stia mandando messaggi minatori a Dimitri per farsi comprare da lui quegli orecchini -.
Quasi ci avesse sentiti, Kellie si precipita da noi e ficca in testa a Josh un cappello da diva color rosa caramella, cercando di convincerlo che sta benissimo anche a lui e che potrebbero comprarlo assieme e poi usarlo una settimana per ciascuno. Non riuscendo nella sua opera di convincimento, si limita a sedersi in mezzo a noi e a scattare una foto al nostro strambo terzetto. Proprio in quel momento, un cappannello di ragazze chiacchierine passa davanti all'entrata del negozio. Hanno tutte la maglietta colorata con un nero sfumato di rosso e un'immagine sul davanti: sono sicuramente una comitiva. Strizzo gli occhi, curiosa, cercando di capire cosa ci sia scritto sulla loro maglia, ma sono davvero troppo lontane.
- Psst - chiamo Josh e Kellie. -Secondo voi di che paese sono? Sono una comitiva turistica? -.
 Probabilmente sono qui a fare shopping, o si sono perse e cercano qualcuno che dia loro informazioni. Ce ne sono parecchie che controllano il cellulare ogni pochi minuti e poi si guardano attorno, come se cercassero di orientarsi. Certo che ce ne vuole a perdersi dentro ad un centro commerciale! Strano, però: sono tutte ragazze.
 - Dove? -. Josh concentra lo sguardo nella direzione che gli indico. Gli ci vuole qualche secondo per individuare il gruppo di ragazze, ma, quando le vede, la sua faccia assume un'espressione infelice.
 - Non per sembrare megalomane, ma... è possibile che ci sia
stampata la mia faccia sulle loro magliette? -.
Non so cosa rispondere; tutta concentrata a strizzare gli occhi in loro direzione, quando giunge il commento di Kellie. - E' sicuramente la tua faccia, quella. Stanno indossando la maglietta ufficiale del film di Hunger Games -.
 Le scappa un piccolo, impercettibile sorriso. - Credo ti stiano cercando. Probabilmente hanno avuto una soffiata e sanno che sei qui -.
Distolgo lo sguardo dalle fan e le lancio un'occhiata. Non posso fare a meno di chiedermi come si senta a stare "da questa parte", adesso: a nascondersi dalle fan assieme a Josh, quando solo qualche mese fa era lei a dargli la caccia.
Istintivamente, mi alzo in piedi e tiro Josh con me dietro un ad espositore di occhiali per nasconderlo alla vista dall'esterno del negozio. Kellie, invece, rimane dov'è, ben decisa a provarsi tutto il resto del negozio.
- Cosa fai? Devo andare da loro - si sorprende Josh. Lancia un'occhiata al gruppo che vaga nel salone centrale dell'enorme centro commerciale, al di là di una fontana illuminata da luci multicolori, e si toglie parrucca, cappello e papillon. Nonostante quello che ha appena detto, non sembra davvero desideroso di buttarsi nella mischia.
- Devi? - domando. 
- Sì, devo - risponde, deciso. - E' grazie a loro che posso fare quello che amo di più. Se sono venute fino a qui solo per incontrarmi, è giusto che vada da loro -.
E quello che dice è giusto... più o meno. Ma il modo in cui lo dice, più come se fosse diretto al suo martirio che ad un incontro con fan adoranti, mi spinge a prendere in mano la situazione.
Josh esce dal nostro nascondiglio e si avvia in direzione dell'uscita a passo fermo. Tiene la mandibola serrata, e posso leggergli negli occhi che si sta preparando ad un nuovo assalto come quello della pazza all'aeroporto.
Il gruppo è fermo in mezzo all'atrio, e parecchie ragazze occhieggiano verso di noi. I loro occhi vanno dal cellulare all'insegna del negozio più e più volte, come a confrontare due immagini, ed è questione di secondi prima che si accorgano del tappetto che va in loro direzione.
Se Josh si ributta nella mischia adesso, senza aver superato quel ricordo, tutte le sue fan finiranno per sembragli delle potenziali assassine; tutti gli incontri con loro saranno uno sforzo; ogni firma di autografi un supplizio. Non può finire così: deve avere tempo per superarlo.
Seguo Josh, che ormai ha quasi raggiunto la porta, e gli afferro una mano. 
- Vieni - dico, tirandolo dietro lo scaffale che separa la vetrina dal resto del negozio. Il suo petto si scontra col mio e rischiamo tutti e due di finire contro un espositore; poi lui si scosta per guardarmi negli occhi, con una chiara domanda dipinta in viso. Qualcosa di molto simile a "Ma che cavolo?!".
Senza rispondere, sbircio oltre gli scaffali, verso l'esterno, e vedo chiaramente delle ragazze indicare il negozio. Impreco mentalmente, poi poso le mani sui suoi avambracci e lo faccio spostare in modo da trovarmi tra lui e la possibile visuale delle fan. Afferro un sombrero, che giace su uno scaffale lì vicino, e me lo calco in testa per essere sicura che dall'esterno del negozio il suo viso sia assolutamente invisibile.
- Grace, cosa fai? - Josh sbircia dietro alle mie spalle, sembrando spazientito e divertito  allo stesso tempo.
- Copro la visuale. Ti camuffo -.
Circospetta, gli ficco in testa un cappello conico con una treccina attaccata, poi lascio scivolare le mie mani lungo il suo viso.
- Tutti hanno diritto a prendersi qualche giorno di ferie, anche gli attori - lo istruisco, avvicinando il mio viso al suo.
- Temo di non aver ancora capito cosa stai facendo - sussurra lui in risposta.
- Faccio finta di baciarti, stupidotto - sibilo. Mi alzo in punta di piedi per essere sicura di essere più alta di lui e inclino la testa in modo che i miei capelli gli scivolino attorno e fungano da tenda tra noi ed il mondo esterno.
I nostri volti, adesso, sono incredibilmente vicini; i miei occhi si incrociano quando cerco di guardare i suoi.
Sento le sue mani scivolarmi sul viso. La pelle ruvida dei suoi palmi mi preme alcune ciocche di capelli sul viso.
- Fai... finta - il suo tono sembra costernato.
- Posso far finta anche io? - domanda poi, con voce roca.
Il suo naso si avvicina al mio -alla mia mascherina di plastica, a dir la verità- e sfiora quel poco di pelle sulla punta che non è ricoperta da garze una, due, tre volte, con deliberata lentezza. La mia pelle sensibile pizzica piacevolmente in risposta; le nostre fronti quasi si toccano, il suo ciuffo mi solletica il viso.
Mi sfugge un'incontrollabile quasi-sorriso. - E questo cosa dovrebbe essere? - mormoro, imbarazzata, trovandomi mio malgrado a strofinare la punta del naso contro la sua. - Il bacio canino? -.
Le mie mani scivolano lungo il suo collo, giù giù fino a rimanere incastrate tra i nostri cuori. Sento il mio tremare contro la gabbia toracica, come fosse l'ipocentro di un terremoto.
Ho paura di quello che leggo negli occhi di Josh.
Ho paura di quello che lui potrebbe leggere nei miei, quindi li chiudo e li tengo serrati.
Percepisco Josh sorridere; sento i muscoli del suo collo rilassarsi. - In realtà, lo chiamano "bacio eschimese" -.
La punta del suo naso è fredda, quando sfiora la mia. Al contrario, il suo pollice è caldo, quando percorre lentamente la forma del mio labbro inferiore.
Josh trattiene il fiato, come per prepararsi ad un tuffo in acqua. Mi sorprendo a socchiudere le labbra, ma ancora non oso aprire gli occhi, terrorizzata dalla possibilità di interrompere qualsiasi cosa stia ... finalmente succedendo.
L'attesa mi uccide. Il cuore mi schizza in petto come se avessi appena corso una maratona.
Josh trattiene il respiro con un suono soffocato, come se gli fosse andato di traverso qualcosa. - Che ne dici di una gara di apnea? - propone, all'improvviso. E io vorrei allo stesso tempo svenirgli tra le braccia per il sollievo... e picchiarlo.
- Una gara di apnea? - domando, incredula. Lui urta il mio naso col suo ancora una volta, poi sorride impacciato. - Non possiamo davvero passare ore a baciarci: non è realistico. Dobbiamo fare una prova di apnea per vedere quanto dureremmo in realtà -.
Non ho mai sentito un'idea tanto intelligente e tanto stupida assieme. Se proprio dobbiamo constatare quanto tempo resisteremmo senza fiato, non potremmo baciarci  basta?!
Mio malgrado, accetto la proposta.
Sia io che Josh serriamo le labbra. Lui si tappa il naso; io cerco di fare lo stesso, nonostante la mascherina. Ci fissiamo tutti e due, così vicini, così... rossi in volto. sento che sto per esplodere, ma non voglio dargliela vinta. Chiudo di nuovo gli occhi, cercando di concentrarmi e resistere, e improvvisamente sento le mani di Josh sul mio viso. Apro gli occhi di scatto: lui si sta avvicinando... di nuovo. Forse, forse è questa la volta buona? Mi mordo il labbro per trattenere un sorriso e, prima che lui possa cambiare idea di nuovo, gli cingo il collo con le braccia e mi avvicino a mia volta.
Prima ancora delle sue labbra, è il suo respiro ad accarezzarmi il viso. Lo sguardo nei suoi occhi è morbido e caldo, il tocco dei suoi polpastrelli sulla mia guancia è bollente...
Poi i bordi dei nostri cappelli si urtano e cadono tutti e due.
In quel momento, lo strillo di una fan: - Ragazze eccolo! E' JOSH! -.
- Corri! - esclamo. Il mio cuore batte all'impazzata, non so se per quello che stava per succedere, o per l'imbarazzo di essere stata vista da un sacco di ragazze pazze per Josh e, sicuramente, con molta più esperienza di me nel campo, in un momento tanto intimo.
Afferro la mano di Josh e me lo tiro dietro. Passando di fianco a Kellie, mi tiro dietro anche lei, che finisce per correre molto più veloce di me nonostante i suoi tacchi alti. Cavolo, se sono fuori forma!
Ad un certo punto, però, Kellie rimane indietro. E' solo dopo qualche secondo che mi accorgo che, ad accompagnare il mio respiro affannoso, c'è il rumore dei passi di una
persona sola.
- Kellie? - mi volto per vedere se è caduta, se si è imboscata con qualche biondo di passaggio, o se è stata presa in ostaggio dal gruppo di fans. Josh si ferma di fianco a me, la sua mano che ancora stringe forte la mia.
Kellie è a qualche metro di distanza da noi; ci metto qualche istante prima di capire cosa abbia in mente.
Saltella e si sbraccia in direzione delle ragazze, urlando "Svelte, sono andati di qua! Presto, Josh è qui!".
 - KELLIE! - urlo, inviperita. Josh è semplicemente incredulo. - Cosa accidenti stai facendo?! -.
Lei si gira, scrolla le spalle ed urla di rimando: - Le aiuto! Non posso fare a meno di immedesimarmi, sorry! -.
Razza di...!
Impreco a gran voce. Stavolta è Josh a tirarmi verso una svolta in quel labirinto di centro commerciale.
Dopo qualche minuto di corsa forsennata scoviamo un buon posto in cui nasconderci: il retro di un ristorantino cinese. Dal cassonetto viene un puzzo così terribile di pesce andato a male che nessuno penserebbe mai che un essere umano possa ficcarsi nei paraggi
di sua spontanea volontà.
- Dunque, - esordisce Josh, ancora un po' ansimante, dopo che ci siamo accucciati nell'interstizio tra il cassonetto e il muro del ristorante.
Mi sfiora giocosamente
il naso con le dita, come a pizzicarlo per evitarmi di sentire la puzza (purtroppo la mascherina impedisce questo tipo di soluzione, però), poi spara la bomba.
- Questa idea del far finta di baciare... come ti è venuta in mente? -
- Oh, la fanno spesso nei film. Di solito funziona, quindi...- commento, scrollando le spalle.
Josh sorride. Abbassa lo sguardo, sovrappensiero, ma il sorriso continua ad aleggiargli sulle labbra. La sua mano si impossessa della mia e, distrattamente, prende a tracciarci dei disegni con le dita.
Il suo tocco leggero mi fa il solletico e, mio malgrado, inizio a ridacchiare e contorcermi, cercando di ritirare la mano. Imbarazzato, Josh alza lo sguardo. La sua mano abbandona la mia e si protende fino a toccare il mio viso. Improvvisamente, il mio cuore sembra ricordarsi dell'incredibile corsa di prima e ricomincia a pompare più veloce di quello di un colibrì, mozzandomi il fiato in gola.
- Oddio, adesso non prenderti troppe confidenze - mormoro, arrossendo. I suoi occhi si illuminano, poi si limita a darmi un lento, leggero bacio sulla guancia.
- Grazie, Gracey -.
 Mentre sul suo viso si apre, a poco a poco, un vero sorriso dei suoi, un po' storto e meraviglioso, io mi chiedo cosa cavolo stia succedendo.




Buon Quasi Natale :D!
Mi limiterò ad augurarvi buone feste e a dire che mi rifiuto di lasciarmi intimidire da qualsivoglia minaccia di morte V_V

Liz
   
 
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