Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: MiSentoUnDisastro    24/12/2013    3 recensioni
- “Ti odio, ti odio, ti odio
- Non è vero piccola, tu mi ami.”

Un ragazzo, Justin. Una ragazza, Meredith. L'amore visto come una trappola mortale, trappola in cui è difficile non cascare. Lei, stronza con tutti eccetto i suoi migliori amici. Lui, idiota, stupido, dolce come pochi. Come si può vivere senza amore? Si può odiare un sentimento così tanto da finire per odiare la persona che te lo fa provare?
“Ho fatto un casino, mi sono innamorata.”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5 Ero stata portata via dal luogo che mi ha sempre 'salvato'.
Ero stata trascinata via dall'unica cosa che riusciva a rendermi veramente viva.
Ero stata portata a casa di una persona che a malapena conosco e con cui non ho alcuna intenzione di intensificare i rapporti,
Di bene in meglio insomma.
Mentre elaboro questi pensieri mi sento trascinare dentro casa.
Odio essere trascinata.
Odio che qualcuno mi tocchi.
Odio che qualcuno mi imponga le cose.
Non sono una bambina, posso decidere con la mia testa se fare o meno ciò che mi viene chiesto.
Mi libero dalla sua presa e cerco di andarmene ma è troppo tardi, ad accoglierci alla porta c'è una signora che avrà circa quarant'anni, molto bella, esteticamente parlando.
Bionda, di media altezza, indossa vestiti non giovanili ma che le risaltano le forme, ha un'aria gentile e simpatica che quasi ti 'impone' di rimanere lì e parlare con lei.

'Justin' dice abbracciando quello che suppongo sia suo figlio, 'oh che bella ragazza che mi hai portato' continua guardandomi quasi ammirata

Va bene che non sono brutta ma nemmeno bellissima, sono bassa di statura, ho i capelli castani che mi ricadono sulle spalle fino a poco sopra il sedere, gli occhi verdi e le lentiggini che risaltano ogni qual volta ci sia sole, sono un po' in carne, anche se non sono grassa, non è che sia una modella, ma lei mi guardava come se lo fossi.

'Salve signora...' mi interrompo rendendomi conto di non conoscere ancora il suo nome 'Patricia, Patricia Malette, o meglio Bieber' continua lei la mia frase sorridendomi; le sorrido di rimando anche se non sono abituata e sono più che sicura che ne esca poco più di una smorfia tanto che Justin si lascia scappare un risolino sotto i baffi anche se la donna di fronte a me sembra accontentarsi e continua con le sue domande:

'tu saresti la sua ragazza?'

'Oh no è solo... ehmm...' vedendo Justin in difficoltà decisi di aiutarlo

'Sono un'amica' le dissi imitando un sorriso

'Oh allora scusatemi, ma come mai siete tutti bagnati?' chiese rivolgendosi a Justin

Oh bene, adesso dirà che sono una messa matta che si voleva suicidare in mezzo al parco

'Stavamo camminando quando d'un tratto ha incominciato a piovere, la macchina era distante e per arrivarci abbiamo dovuto correre sotto la pioggia e ci siamo bagnati'

Mi stupii che non disse niente di compromettente su di me, la scusa era pietosa ma la donna ci credette subito, probabilmente aveva un bel rapporto di fiducia con il figlio, così, dopo qualche altra domande, ci lasciò andare al piano superiore, anche se non ne avevo la minima intenzione, fui costretta a seguirlo per evitare di fare una figuraccia di fronte a sua madre.
Appena entrata nella sua camera chiuse la porta a chiave, teoricamente adesso dovrei chiedere spiegazioni o almeno essere un minimo spaventata, dato che un ragazzo, che a malapena conosco, mi ha trascinato in camera sua chiudendo a chiave e, a quanto noto, la camera è pure insonorizzata, avrebbe potuto fare qualunque cosa, ma non avevo paura, tutto il contrario, mi sedetti sul suo letto e mi misi ad osservare la camera; una stanza molto bella, semplice, con molti oggetti ma che non la rendono troppo sfarzosa, una scrivania con sopra un computer e poco più, le pareti blu come del resto anche il letto, e appesa, insieme ad altre foto e poster, vedo una foto che mi ha colpito in particolare, mi alzo per andarla a vedere meglio e osservandola noto che raffigura un bambino, di poco più di otto anni, con in mano una chitarra e un sorriso stampato sulle labbra, era forse la foto più bella che avessi mai visto, ne rimasi completamente folgorata, non so perchè, non era nulla di 'speciale' ma era proprio la sua semplicità a renderla unica.

'Non mi chiedi nemmeno perchè ti ho portata qui?'

'Non mi interessa' era una risposta acida ma almeno era la verità

'Ah no? Questa camera è insonorizzata, potrei farti di tutto' no, ma dai? Non ci ero arrivata

'Lo so' risposi semplicemente

'Perchè non hai paura? Perchè ti sei rivolta in modo gentile a mia madre? Perchè stavi sotto la pioggia? Perchè...' lo fermai prima che potesse fare altre domande

'E' inutile che sprechi fiato, non risponderò a nessuna delle tue domande'

'Facciamo così' iniziò lui vedendo che ero ferma e decisa in ciò che dicevo 'io ti faccio cinque domande e tu dovrai rispondere a tutte, se lo farai ti lascerò andare'

'Okay' risposi semplicemente, avrei potuto chiedere cosa sarebbe successo se gli avessi detto di no, ma come tutto il resto, non mi importava, avrei risposto a tutte le domande, mentendo ovviamente, e sarei tornata a casa, semplice no?

'Prima domanda: Perchè non mi hai chiesto niente? Quando ti ho preso, portato in macchina, a casa mia, nella mia stanza... perchè non hai chiesto cosa stessi facendo?'

'Non sono una tipa che fa molte domande' scrollai le spalle rispondendo

Annuì col capo e continuò 'Perchè ti sei rivolta in modo gentile a mia madre?'

'Perchè so che agli adulti va portato rispetto' risposi con una convinzione di cui mi stupii perfino io, cazzo avrei potuto fare l'attrice

'Perchè non hai paura di me? Eppure non mi conosci...'

'C'è tua madre al piano di sotto, non mi faresti nulla'

'Come ti chiami?' mentre fece quella domanda, ricordai che non gli avevo detto ancora il mio nome, quando lui si era presentato gli avevo risposto acidamente, avrei potuto dirgli la verità ma era meglio mentire, come sempre, così non avrebbe potuto rintracciarmi

'Caroline, Caroline Source'

Annuì nuovamente e fece l'ultima domanda 'Come stai?' quella domanda mi colpì come un fulmine a ciel sereno, non ero abituata a riceverla... come stavo? Non lo sapevo nemmeno io, stavo bene? No. Stavo male? Nemmeno, e allora come stavo? Ad ogni modo avrei risposto nel modo più banale possibile, come fanno tutti del resto

'Tutto bene grazie, posso andare adesso?' chiesi con il tono più normale possibile

'Oh certo, hai risposto a tutto sinceramente no?' annuii con la testa 'bene, allora puoi andare' sorrise

Mi incamminai verso la porta soddisfatta, avevo mentito, ancora, mi ero nascosta dietro a mille bugie, ancora, non sapevo più chi ero e sono riuscita a non farlo capire, per l'ennesima volta, mi sentivo assolutamente fiera di me; aprii la porta e stavo per uscire quando una frase mi lasciò pietrificata

'Quando decidi di essere sincera, su almeno una di queste domande fammi un fischio, cara Meredith'

Oh merda, lui sa tutto.




Ed eccomi qua con un nuovissimo capitolo lol
Mi dispiace se in questi giorni non ho caricato ma sono stata fuori città e oggi finalmente sono riuscita a mettere il seguito
Spero che vi piaccia e, come sempre, mi piacerebbe ricevere i vostri pareri/critiche sulla storia :)
  
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