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Autore: Fidia    18/05/2008    1 recensioni
Cosa succederebbe se Luna, ormai quasi trentenne, ricevesse una lettera anonima nella quale un mittente misterioso la invita a recarsi a Manchester? Come reagirebbe se diventasse la pedina inconsapevole di un piano efferato?
Centinaia di engimi si accavallano, dando vita ad un intreccio astruso. Omicidi, amori, ritrovamenti, segreti svelati, strani oggetti preziosi, realtà che si ribaltano.
Per Luna, i Ricciocorni Schiattosi non esistono più. Ben presto l'eterna sognatrice si troverà costretta ad aprire gli occhi sul mondo, ad abbandonare la sua connaturata ingenuità e a guardarsi intorno con ragionevolezza.
La mia prima Fan Fiction, spero che vi piaccia... Accetto tutti i tipi di commenti, naturalmente!
-Un omaggio alla regina del giallo, Agatha Christie...
Genere: Malinconico, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Grazie a tutti. Water, moon, se non fosse per i vostri commenti sospenderei il lavoro.



CAPITOLO XV
Tre missive


I colori dell’alba chiazzavano già la volta pallida quando il terzetto, di ritorno dalla serata alla Hornedowl, mise nuovamente piede in casa.
Nonostante i buoni propositi, Caroline non riuscì ad evitare di provocare uno sconquasso insoffribile. Le travi della cucina scricchiolarono pericolosamente al suo passo e il rumore del vivo dinamismo ripristinato inondò il corridoio. Inutile dire che Dubois si svegliò. Stando ai suoi resoconti della nottata, non era ancora riuscito a prendere sonno. Luna non lo riteneva probabile, visto che il buon vecchio sembrava in uno stato di perfetto relax.
<< Ho atteso il vostro ritorno perché tre civette, poco dopo la mezzanotte, hanno recapitato a Luna delle missive che naturalmente non ho osato leggere. >>
Trasse da un cassetto di quercia tre lettere accuratamente sigillate con della ceralacca. Luna si avvicinò cautamente e le prese tra le mani.
<< Preferisco dargli un’occhiata fuori nel gazebo, se non vi dispiace! >>
<< Fai pure, cara, io ne approfitto per una doccia >> sorrise Rolf.
Caroline gli lanciò uno sguardo incomprensibile.
Uscita nel padiglione, Luna calpestò l’erba bassa e raggiunse il bersò coi pilastri avvolti nell’edera. Si accomodò sospirando e diede uno sguardo alle missive.
La prima era di Terence. Avrebbe riconosciuto quella grafia a miglia e miglia. La svolse pigramente e prese a leggere con attenzione.

Mia cara Luna, mi dispiace che tu sia lontana. Questi sono giorni d’inferno. La faccenda della Luna di Vetro mi ha sconvolto e ho sentito alla radio che il Ragno è sulle tue tracce. Non provare a fermarmi. So che ti trovi nel Chubut, e ho intenzione di raggiungerti ad ogni costo. Non avere paura che mi succeda qualcosa, so badare a me stesso. Comunicami il luogo in cui possiamo incontrarci, l’orario e le modalità.
Ti lascio con la speranza che tu risponda al più presto.

Terence


Luna corrugò la fronte, reprimendo le emozioni contrastanti che erano sorte in lei. Ovviamente aveva già considerato l’idea che Terence venisse a trovarla, nonostante quello che era successo. Il matrimonio tra lei e Rolf era ormai imminente e non poteva certo mancare l’ospite d’onore. Si ripromise dunque di rispondere al più presto alla missiva e dedicò la propria attenzione ad una strana epistola azzurra, la seconda che le era stata recapitata quella notte.
Con un sussulto, Luna capì che la scrittura le era stranamente familiare. Ma a chi poteva appartenere? Forse ad un ospite dell’High Magic Hotel? Altamente improbabile. C’era qualcosa, in quegli orpelli e in quelle decorazioni, che la riportava ad una conoscenza molto radicata in lei, come un ricordo d’infanzia. Tutto sembrava alludere ad un sapere perduto. La lettera non recava nessuna firma, salvo una sigla di cui Luna stentava a riconoscere i contorni.

Perdonami se non ti rivelo il mio nome. Ci andrebbe di mezzo la nostra incolumità, Luly, ed io non amo il rischio, purtroppo. Il caso Scott, ad un occhio non addestrato, apparirà alquanto strano. Ma è tutto maledettamente semplice, e spero d’essere arrivata ad una conclusione certa. Ti prego di non rispondere a questa mia lettera, onde evitare intercettazione o guai seri. Abbi fiducia in me. Incontriamoci alla stazione rupestre di Cormon Village, non lontano dal luogo in cui ti trovi, domani sera alle sette. Diffida dei tuoi conoscenti, vieni qui completamente sola. Brucia questa lettera, Luly. La polizia non capirebbe. Sono io la donna di cui parlava la radio. Ho rubato io i documenti del Ragno Nero alla Centrale di Polizia di Manchester. Ma non faccio parte dell’associazione criminale. Sono dalla tua.

Un’angoscia indescrivibile si impadronì della povera Luna, combattuta tra due diverse prospettive: gettarsi letteralmente nelle mani del pericolo o mostrare quella lettera ai funzionari della legge. Una decisione troppo complessa per essere fatta senza ponderazioni. Dalle righe, però, traspariva una sincerità coinvolgente.
“Se davvero l’autrice di questa lettera fosse una donna del Ragno, non avrebbe liberamente asserito di essere la stessa persona che è stata fermata dalla Polizia Babbana nell’aeroporto. C’è del vero, nelle sue parole. Probabilmente non sarà un’eroina senza macchia, ma per scoprirlo devo raggiungere la stazione di Cormon Village. O è un gesto avventato?” si disse.
Prima di scegliere, lesse l’ultima lettera. Proveniva direttamente da Manchester. La informavano che doveva fare molta attenzione, perché una donna del Ragno era lì, in agguato. E, cosa ancora più shockante, era stato ritrovato il cadavere di una donna identificata come Jane Event. Salvo imprevisti, avrebbe dovuto partecipare ad una riunione, quindici giorni dopo, direttamente in Inghilterra, per discutere i fatti e prendere provvedimenti definitivi. Niente di interessante.
Luna sollevò lo sguardo verso la porta di legno della casa di Caroline. All’improvviso vide sbucare un Dubois al colmo dell’apprensione, che si avvicinava con sguardo circospetto e abbattuto insieme.
<< Non ne posso più, miss Lovegood! >> disse con serietà spiazzante. << Ho visto troppe cose, adesso… >>
Luna sbarrò gli occhi, perplessa.

* * *

L’ampia stanza era sontuosamente arredata con stendardi di broccato e soprammobili di taglio artigianale. I divani con le federe azzurre rilucevano sotto i raggi fiochi del sole sorgente. Elvira sedeva dispnoica su una poltrona, le spalle protese in avanti, gli occhi coperti di lacrime e le labbra che si muovevano aritmiche. Dinnanzi a lei, il commissario Mercury tirava boccate da una sigaretta che gli era stata offerta. Camminava sul lungo tappeto con fare cogitabondo. Aveva messo da parte la faccenda di Jane Event, ed ecco che si trovava di fronte ad un altro avvenimento spiazzante.
<< Quando l’ha visto per l’ultima volta? >> esclamò d’un tratto.
<< Ieri sera >> singhiozzò Elvira. << E’ terribile, terribile! >>
<< Non è possibile che si sia Smaterializzato semplicemente? >>
<< Ma non è da lui! >> sbottò Elvira, scattando in piedi. << Perché siete così ostinatamente formali? Attenetevi anche a quello che vi dico. Mio marito non sarebbe mai scappato senza dirmi niente. Io lo so. Lo conosco da anni… >>
<< Cosa vuole che le dica, signora Follin! >> rispose Mercury stringendosi nelle spalle. << La realtà è amara, purtroppo, questo bisogna ammetterlo. Io le credo. Sono convinto che si tratti di un’anomalia. Ma la scomparsa di un uomo è qualcosa di estremamente importante, e noi della polizia dobbiamo prestare attenzione ai fatti. Vuole che scriva nel rapporto quello che pensa lei? Mi spiace, non è possibile >>
<< Allora le ricerche si areneranno. >>
<< Sia fiduciosa, signora Follin. Vado a parlare con l’ispettore, torno più tardi >>
Elvira annuì mestamente.

L’ispettore Hottersby osservava il cadavere di Anthony Follin con un po’ di ribrezzo. L’uomo aveva il cranio completamente spezzato, le braccia spalancate e i vestiti coperti da grumi di sangue denso. Il cervello spappolato era fuoriuscito completamente.
La squadra aveva rinvenuto il corpo alla base di una scarpata. Almeno apparentemente, Follin si era suicidato. Sul petto dell’uomo si trovava un pezzo di carta macchiato e appena leggibile, appiccicato malamente con lo scotch. Hottersby non si era preoccupato di asportarlo. I cadaveri lo inorridivano.
All’arrivo di Mercury, la squadra si riunì. Vennero prese le precauzioni contro la Stampa Magica. Il commissario scuoteva la testa, chiedendosi come avrebbe reagito Elvira.
<< Tutto questo non ha senso… Prima scopriamo che una donna ha preso il posto di Jane Event. E adesso questo… Fortman, cerca in tutti i modi di trovare l’impostora che si spacciava per la proprietaria dell’hotel, e conducila con la forza alla Centrale di Manchester. Contatta anche gli Auror della Patagonia per sapere se è successo dell’altro. Lippincott, ripulisci la scritta che Follin ha sul petto e trascrivila, poi fammela leggere. >>
<< Sissignore. >>
Agli occhi del commissario si presentò un messaggio sconcertante.

Imploro perdono. La mia vita non ha più senso. Mi pento d’essere entrato nell’associazione del Ragno Nero. Sono un criminale. Avreste scoperto la verità. Preferisco la morte ad una fama denigratoria.

Anthony Follin


* * *

Dubois sedette all’ombra del bersò, accanto a Luna, che aveva messo da parte le tre missive. Il suo viso era ancora contratto da una smorfia.
<< Io non avrei voluto che accadesse. Ma Rolf è così volubile e… >>
Luna sbiancò. << Rolf? Vai al sodo, ti prego. Che cosa è successo? >>
<< Ieri ho notato alcuni sguardi. Ho lasciato correre la cosa. Sembravate una coppia così tranquilla e felice. Mi sono detto che delle volte capitano fraintendimenti. Oggi, poco dopo la doccia, Rolf ha baciato Caroline. Ti ha tradita… >>
Un sorriso smorto affiorò all’improvviso sulle labbra di Luna. << Questo non è possibile! >>
<< Mi dispiace, io… >> Dubois si voltò e corse via. Luna sentì una confusione troppo grande per riuscire a capire la circostanza fino in fondo. Erano passati pochi istanti e la sua esistenza era cambiata. Ma non aveva voglia di parlare con nessuno. Avrebbe imboccato la strada del rischio, abbandonato Rolf, Caroline e Dubois e raggiunto la stazione di Cormon Village, per incontrare la mittente della seconda lettera e, forse, scoprire finalmente la verità sul mistero della Luna di Vetro.

  
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