Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Dynamis_    24/12/2013    1 recensioni
{Raccolta di fic JeanxMarco di rating variabile.
#1.
“Il biondo lo abbracciò e sorrise lievemente dopo aver udito quella domanda, stringendolo contro il suo petto, sentendo addosso a sé il suo calore.
Sì, era tutto quello che avevano desiderato [...] non avevano bisogno di nient'altro.”

#2
“Corpi pulsanti, braccia incrociate in un abbraccio che non lascia scampo, che mozza il fiato. Respirano un'aria nuova, pregna dei loro odori, si abbandonano allo sfinimento e all'appagamento, tracce scure sul candore delle lenzuola.”
#3
“Vivremo vicino al mare, svegliandoci la mattina - l'uno accanto all'altro - con il rumore delle onde che si infrangono con gli scogli, appena ci affacceremo alla finestra noteremo il riverbero del sole sull'acqua ogni giorno, senza timore che quanto c'è di più bello possa terminare; navigheremo in mari mai conosciuti, in abissi così profondi dai quali sarà difficile risalire, lo faremo insieme.”
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rincontrami al varco tra la vita e la morte

Si svegliò lentamente, sentendo il calore di un altro corpo vicino al suo, un altro profumo così bello e forte da fargli desiderare di rimanere ancora lì, in quel letto, stretti in un abbraccio per il resto del giorno. Il sole sorgeva lentamente, senza troppa fretta, per dare loro il tempo di ricordare quale fosse il loro compito anche quella giornata, per ricordare cosa so erano lasciati alle spalle e cosa avrebbero potuto perdere da un momento all'altro.
Chiuse gli occhi e sospirò, ricordando la sera precedente.
Avrebbe voluto fermare il tempo, sentire i loro odori mischiati sulle lenzuola, stringerlo a se e non lasciarlo andare, senza la paura di non poterlo abbracciare nuovamente, con la consapevolezza che ci sarebbero state altre notti come quella.
Ma la realtà si ergeva vivida sopra di loro, li tormentava e faceva loro rimpiangere persino una carezza mancata, un bacio non dato.
Addosso aveva ancora il suo odore, davanti al viso i suoi occhi e i suoi capelli così luminosi, la sua pelle così liscia. Poteva sentire ancora i suoi gemiti vicino le orecchie, il suo nome sussurrato attraverso quelle labbra tra le quali si era perso troppe volte fino ad allora e altrettante ce ne sarebbero state - o almeno così sperava.
Tutto ciò sarebbe svanito nel giro di poche ore, ma una cosa sarebbe per sempre rimasta: si appartenevano l'un l'altro.
Si protese verso lui e spinse le proprie labbra sulle sue in un bacio consapevole, privo di piacere e colmo invece di desiderio e passione e lussuria.
Strinse i suoi capelli e solo dopo alcuni secondi sciolse il bacio, continuando a fissarlo a fior di labbra, con l'amarezza dipinta sul volto. Forse non ci sarebbe stato un domani, non ci sarebbe stato un luogo chiamato 'casa' né il fruscio delle coperte sopra i loro corpi ansimanti. Non ci sarebbero stati più sentimenti ma solo due contenitori esanimi e strappati a fissare il cielo senza vederlo, a decomporsi nel fango sotto un'incessante pioggia che non avrebbe accennato a diminuire ma si sarebbe protratta a lungo, piangendo la distruzione della stirpe umana.
Marco si riscosse appena, socchiudendo gli occhi ma si addormentò nuovamente, stringendosi di più a Jean quasi volesse trovare conforto tra le sue braccia, in una tacita richiesta di non essere abbandonato.
Fissò il suo volto ancora per quale secondo, così innocente e puro ma costretto a patire il dolore e a irrigidirsi pian piano, a causa delle perdite che tutti quanti subivano, squassati da un fato sin troppo severo.
Ancora pochi attimi...
Non riusciva ad abbandonare i suoi lineamenti, non se poi il rischio era quello di non poterli più rimirare, di non poter distinguere quello stesso corpo - il suo corpo - tra la cenere che si alzava dal falò funebre quando giungeva la sera. Un addio, ecco cosa era stato quel bacio.
Un addio che avrebbe tanto voluto fosse un 'a presto'.
Cominciò a vestirsi, il sole stava già sorgendo, e lo lasciò lì a dormire, poiché solo nel mondo dei sogni poteva aver pace, solo tra le illusorie e accoglienti braccia di Morfeo si sarebbero rincontrati.

Nessuno dei due aveva idea che quello sarebbe stato l'ultimo momento passato insieme, che la Morte avrebbe colto uno di loro poche ore dopo, avvolgendolo tra le sue spire inarrestabili.

   
 
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