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Autore: Scation_98    24/12/2013    1 recensioni
Ciao, mi chiamo Sam e ho 15. La mia vita è strana molto strana , questa volta vi racconto la mia storia, quella vera. Qualcosa ha mandato tutti i miei sogni in frantumi, li ha resi assurdi e irrealizzabili e così, a causa di tutto questo , sono caduta in un baratro dal quale non riesco ad uscire e la luce dell’uscita si allontana sempre di più. Ho molto amici al mio fianco: Masia, Andie , Fred e Marc. Loro sono gli unici che non se ne sono mai andati e spero che non lo faccino mai! Tutti i nomi, compreso il mio, sono un modo per nascondere il mio vero nome ma tutto quello che racconto è successo davvero a me , Sam, nonché l’autrice di questa autobiografia. Spero che vi piaccia, buona lettura ;)
-Sam
Genere: Commedia, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Continuammo a fissarci intensamente.
Nessuno dei due parlò.
Non so se era la mia impressione ma vedevo i suoi occhi color cielo avvicinarsi sempre di più ai miei ma ebbi la conferma quando le punte dei nostri nasi si sfiorarono, il mio completamente ghiacciato, il suo caldo e confortante. Delle lacrime iniziarono a scorrere sulle mie guance, lui con la sua mano le scacciava per poi unire le sue labbra carnose alle mie fredde e screpolate. Continuò a baciarmi ed io misi la mia parte, in quel momento non sentivo nulla, i miei sensi erano completamente assorbiti da Chad.

*ehm ehm*

Alle nostre spalle qualcuno aveva fatto dei colpi di tosse ma a me e Chad sembrava non importare, continuammo a baciarci, nessuno poteva intromettersi in tutto quello.

*EHM EHM*

Stavolta furono più forti e così fummo costretti a staccarci. Difronte a me c’era Fred.

“Scusate se ho interrotto questo momento di effusioni amorose ma dovrei parlare un attimo con Sam, tranquillo te la riporto subito” disse Fred soffocando una risata

Credo che ora avevo assunto un colorito molto tendente al rosso fuoco.

“Cos’hai al braccio?” Chiese lui toccandolo

“Nulla.” Dissi io coprendolo per istinto con l’altro braccio.

Fred non mi credette, prese la mia manica e me la tirò su. Il mio braccio non era più color carne, era rosso, pieno di tagli, pieno di ferite aperte e cicatrici. Il mio amico rimase così a fissarmi senza dire una parola. Mi riabbassò la manica e mi accarezzò il braccio.

“Sam, ti rendi conto che i segni ti rimarranno per sempre?”

“Si.”

“E allora non farlo!”

“Hai presente un tossicodipendente?”

“Cosa centra?”

“Rispondi..”

“Mmmh si.”

“È la stessa cosa.”

“In che senso?”

“Tu credi che a creare dipendenza siano solo delle sostanze, ma no. Anche dei comportamenti, anche il dolore. Per me i tagli sono una dipendenza e non posso farne a meno. Non da una giorno all’altro, non ora.”

“E quando?”

“Quando starò bene.”

“Di cosa hai bisogno per stare bene.”

“Di te, di Masia, di Andie, di Marc, di Chad.”

“Ma lo conosci da poco.”

“Non servono anni o mesi per capire quando vuoi una persona.”

“E allora vai lì e prendila, io ti copro le spalle, come sempre.”

Il sorriso di Fred mi fece sentire bene, sapere che lui era dalla mia parte era una cosa bellissima ma soprattutto vedere il sorriso di Chad mentre tornavo a sedermi vicino a lui era una cosa indescrivibile.

Mentre mi sedevo mi mise la mani sui fianchi e mi fece sedere sulla sue gambe,  mi accomodai tra il suo collo e la sua spalla e rimasi lì mentre lui mi accarezzava dolcemente i capelli.
Quando fu il momento di scendere mi infilò un bigliettino nella tasca e una volta all’aperto mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò.

Era un tipo tenebroso, di poche parole ma più cose concrete, era quel genere di ragazzo che ti attira, che ti fa venire voglia di entrare nel suo mondo. Tu fai la parte del filo di ferro e lui della calamita, appena ti è vicino ne sei attratta. Quando tornai a casa erano tutti a tavola ad aspettarmi, io corsi in camera, mi lavai le mani e mi aggiunsi a loro.

“Come mai questo sorriso oggi?” chiese mia mamma

“Nulla. “ dissi io senza dire altro ma mio fratello non se l’era bevuta.

Dopo pranzo andai in camera per vedere il bigliettino di Chad.

“ Sei il mio angelo tentatore.
348 7654321
Quando vuoi, io ci sono.
-Chad”

Quando lessi il numero non esitai neanche un secondo a prendere il mio telefono e a comporre quel numero.

“ Passeggiata?
-Sam”

Non aggiunsi altro nel messaggio, eravamo entrambi di poche parole quindi sicuro avrebbe capito. Infatti dopo pochi minuti il mio telefono vibrò:

“Alle 4
-Chad”

Era sottinteso che ci saremmo visti alla fermata, è l’unico posto in cui ci siamo sempre visti e se non ha specificato altri luoghi era ovvio.

Cavolo ma erano già le 4 meno un quarto.

Decisi di non mettermi nulla di particolare, mi cambiai solo la felpa sporca di sangue e misi un filo di crema colorata per coprire le occhiaie.

“Mamma, io esco.” Urlai mentre uscivo di casa

“ COSA? DAVVERO??” chiese lei stupita e con un sorriso smagliante

Roteai gli occhi al cielo e non le risposi. Mi avviai lentamente verso la fermata, girai l’angolo e lui era già lì.
Quanto cazzo era bello.

Mi fermai a pochi centimetri da lui. I suoi occhi inondarono i miei, come una piena, un’alta marea.
 
*Mente di Chad
Se solo sapesse da quanto la osservo, quanti mesi che la guardo aspettare il pullman dalla mia finestra. Non è vero che mi sono trasferito da poco, non è vero che sono nuovo. Ma questo non importa, ora ce l’ho qui, davanti a me. È così bella, quei occhi verdi/azzurri, quei capelli, quel corpo. È perfetta. È così fragile che ho paura di farle male e distruggerla anche con un solo abbraccio. Mi prenderò cura di te Sam, non sarai mai sola finché ci sarò io al tuo fianco.*
 
  
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