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Autore: Hidalgo_Aragorn    24/12/2013    3 recensioni
Correvo, correvo per correre, solo per il gusto di farlo o forse per dimenticare ciò che era accaduto; la mia natura me lo permetteva, ma proprio per questo l’odiavo, solo il branco sapeva veramente tutto, ma non gli avrei detto quello che era successo che era anche il motivo per cui correvo.
La natura radiosa mi accompagnava nel mio viaggio, nella mia corsa, dovevo pensare, riflettere, altrimenti non sarei arrivata a una conclusione sensata, non poteva essere successo davvero, doveva esistere un motivo per tutto questo.
Ma più ci pensavo più la risposta mi sfuggiva, come poteva essere successo?
In così poco tempo, avevo sofferto, ringhiato, pianto, amato, lottato e alla fine mi ero abbandonata al sentimento che provavo.
Credevo che la mia vita sarebbe stata normale, forse anche sciocca, ma ora che ci pensavo, a me non sembrava sciocca, anzi, mi terrorizzava la mia stessa vita, soprattutto mi terrorizzava lo sguardo avvilito di mio fratello, perché lo avevo deluso.
I segreti non mi erano mai piaciuti e neanche a Ethan e finche non ero entrata nel branco l’aveva tenuto anche nei miei confronti, quel terribile segreto che ci aveva diviso per sempre.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si dice che l’amore non si comanda, ma avrei desiderato poterlo comandare, per evitare di far soffrire così tanto tutte le persone che mi sono intorno o intorno a  lui.
Non volevo un lieto fine, non l’ho mai desiderato, però con lui non posso che vederlo dopo il tunnel oscuro che mi circonda da un vita e che continuerà a circondarmi, finche questa storia non sarà finita, ma magari un lato buono ci sarà.
ΞΞΞ
Mi sono svegliata di soprassalto questa mattina, forse un po’ prima o un po’ dopo del solito.
Oggi è lunedì e in teoria dovrei andare a scuola, ma sono ormai due settimane che la salto, non che la cosa mi faccia piacere.
Io sono la “piccola” di casa, ho diciassette anni, anche se l’aggettivo “piccola” tra poche settimane non sarà più necessario o appropriato riferendolo a me; mia madre sta per darmi un fratellino o una sorellina, non l’hanno voluto sapere quale delle due fosse, perché tanto sono già preparati in entrambi i casi.
Scendo in cucina e noto che Ethan è in piedi e sta facendo colazione.
Ethan è il mio fratello maggiore, ha diciannove anni, ha dei bellissimi occhi e capelli neri, la pelle non troppo chiara gli da un tocco latino, molto sexy.
Del resto non posso dire di non assomigliargli, tranne i capelli che ho capelli castani scurissimi, il resto è come lui, anche il taglio di capelli; quasi a caschetto ma un po’più corti, del quale sto ancora soffrendo, visto che due mesi prima li avevo lunghi fino alla vita.
«Ehi, ti sei svegliata presto, meglio Michael è passato mezz’ora fa, mi ha detto che se non ti svegliavi entro un’ora, dovevo trascinarti coi denti!» disse con un’ombra di sorriso sul volto.
«E tu da quando fai tutto quello che ti dice Michael?» dissi sarcastica, ma lui ignorò la domanda, come faceva sempre quando si trattava di Michael.
«Penso che se facciamo presto oggi puoi andare a scuola, dobbiamo fare il perimetro, perciò uno di noi basta dopo il primo giro!» mi disse sempre sorridendomi; finalmente una buona notizia da due settimane!
«Ci spero» e detto questo ci dirigemmo entrambi verso la porta di casa, anche se lui è in boxer e io in intimo e con solo una maglietta addosso. A volte penso che sia strano che due ragazzi escano così conciati da casa.
Ci incamminammo verso il boschetto dietro casa tenendoci per mano, come gesto di solidarietà, credo.
«Qui» disse Ethan, sospirando; eravamo abbastanza lontani dalle altre case, non potevamo essere notati, ma era solo una precauzione, anche se sono le 4 di mattina e il sole non era ancora alto.
Il Boschetto Trasformatore lo chiamiamo per gioco, per non guardare il lato negativo della faccenda. È l’inizio di un grande bosco di pini, tigli, abeti, cipressi e soprattutto querce, oltre ad altri alberi che non conosco o che Ethan non mi aveva ancora insegnato a distinguere. Lui mi insegna gl’alberi con cui è più facile comunicare; se ci fosse un’emergenza, sarebbe come un telefono.
Come “normalmente” è quando ci si trasforma, vedo Ethan cominciare a farsi più gobbo e iniziare a ringhiare e meno di 10 secondi dopo è un enorme lupo color cioccolato. Ora tocca a me.
Pensai a ciò che mi legava alla Bestia, alla mia condizione; il trucco è pensare a cose che ti fanno arrabbiare in modo da far attivare il meccanismo e buttar fuori la Belva.
Era successo due mesi prima, nella mia scuola erano venuti sei nuovi alunni, non avevo neanche fatto a tempo a vederli che mi era venuto un gran mal di testa, febbre e nausea, mi avevano mandata a casa e li ci avevo passato otto giorni e poi PUF! Ero un Lupo! Dopo scoprì che anche Ethan lo era e anche molti suoi amici, ma non femmine, ero l’unica; mi spiegarono il motivo, che ancora oggi non riesco ancora a comprendere, mi dissero che potevo andare a scuola solo quando c’era il sole, altrimenti no. Per me che adoro studiare, è una gran sofferenza non poter partecipare a tutte le lezioni che mi girano.
Ormai era il passato è  il passato e dal passato non si può scappare, ti ci devi solo abituare e adeguare.
Ethan dice che è per colpa dei “nuovi compagni” che mi sono trasformata e quando se ne andranno ritornerò come sono sempre stata, probabilmente, anche se non ci spero più di tanto.
Come avevo previsto, pensare al passato mi ha fatto trasformare.
La diversità tra me e i miei coetanei è che non sono daltonica come comunemente sono tutti i licantropi e anche che faccio fatica, no, non vedo al buio.
Ancora mi fa venire i brividi guardarmi mentre sono trasformata, il pelo bianco, mi fa tanto pensare ai capelli bianchi che sono parecchio inquietanti.
Ethan inizia a correre e io lo seguo a ruota, perché quella è la parte più divertente, correre, ti liberi da qualsiasi emozione ti rimbombi nella testa.
Di certo non si può dire che io abbia la testa nelle nuvole; io c’è l’ho nella testa degl’altri licantropi, ma non è una cosa divertente, ti senti scoppiare se pensano troppo o troppi contemporaneamente.
Si dice che l’amore non si comanda, ma avrei desiderato poterlo comandare, per evitare di far soffrire così tanto tutte le persone che mi sono intorno o intorno a  lui.
Non volevo un lieto fine, non l’ho mai desiderato, però con lui non posso che vederlo dopo il tunnel oscuro che mi circonda da un vita e che continuerà a circondarmi, finche questa storia non sarà finita, ma magari un lato buono ci sarà.

ciao ... questa è la mia nuova storia, l'ho scritta quando ero un pò triste ma a me piace molto,
i capitoli non li avrei fatti ma la storia ce l'ho spero vi piaccia.
vi potrebbe sembrare assurda, forse ripetitiva, eppure, non è così, non ha niente di ispirata a niente, se non ad un sogno e un desiderio di lotta contro quello che sono e sono obbligata a essere. vi chiarisco fin da ora che io sono la protagonista e se voletete darle della Troia, state ben attente che mi potrei offendere, ma vorreiu che siate sincere, grazie, per me significherebbe davvero tanto.
a kiss.
Hidalgo_Aragorn

 
  
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