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Autore: reggina    24/12/2013    1 recensioni
Olga, Tatiana, Maria, Anastasia e Aleksej.. Quattro granduchesse e uno zarevic ma prima di tutto quattro ragazze e un bambino semplici che hanno sognato, hanno patito, hanno palpitato alle prese con i loro primi amori...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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"Anastasia! Anastasia!"

Il richiamo si fa sempre più concitato e vicino. La piccola granduchessa ha corso per tutti i giardini di Carskoe Selo e ha anche meditato, la poco regale idea, di arrampicarsi sugli alberi per sfuggire alla noiosa incombenza della mattina.

-Piccola selvaggia!

L'appellerebbe la zia Olga Alexandrovna, sua madrina, criticandone, turbata e allo stesso tempo divertita, quelle abitudini da bambina discola.

"Shvibzik!"

Diavoletto. La voce dello zar Nicola si fa sempre più spazientita: non ha tempo di giocare a nascondino con la figlia minore, le questioni di stato lo attendono!

Anastasia corre all'interno del palazzo, evita accuratamente le sale dove Olga e Tatiana, le sorelle maggiori stanno facendo lezione con Monsieur Gilliard.

Non c'è nemmeno Maria a farle da preziosa alleata. Oggi è il turno di Mashka: deve tener compagnia a maman che sta poco bene. E Aleksei, compagno di giochi e di capricci, è pallido a letto dopo l'ultimo attacco di emofilia.

"Malenkaya!"

La voce paterna dello zar è ora dolce e impaziente. Oh se la troverà le mollerà certamente un ceffone!

Nastya ne è convinta! Del resto è l'unica dei bambini reali ad aver avuto l'onore di essere omaggiata di un manrovescio di Nicola!

Il boudouir della zarina: luminoso, lindo e vuoto. C'è solo il ritratto della regina Maria Antonietta d'Asburgo a fissare la piccola monella quasi con aria di rimprovero.

Anastasia fissa per un secondo il ritratto di quella regina vissuta due secoli or sono poi, intimidita, sgattaiola anche fuori da lì e si fionda nella stanza sua e di Maria.

Oggi non vuole proprio farli i massaggi alla schiena e all'alluce valgo! Si nasconderà nell'armadio come fa sempre quando non ha voglia di far qualcosa.

Sta per raggiungere lo spazio sicuro oltre le ante semiaperte quando, correndo trafelata, urta il vaso di belle rose arancioni sistemate in un vaso sul tavolino.

Un po' d'acqua le schizza sulle vesti ma tutto è salvo: l'improvviso urto non provoca danni maggiori.

I fiori oscillano un poco e qualche petalo cade. Anastasia se ne rammarica.

Sono fiori suoi. Glieli ha regalati il cugino Igor, figlio del granduca Costantino. Era nipote del bisnonno Nicola, il granduca!

Igor ha un anno in più di Olga ed è bello, bellissimo con i suoi capelli biondi, gli occhi ridenti e fieri allo stesso tempo e la sua posa da duca. Ha un buon carattere: è pacifico e non è dispettoso come la cugina Nina.

Ieri l’altro è arrivato con il bel bouquet di rose e ha fissato, timidamente, le quattro granduchesse inseparabili come sempre.

È stata Anastasia, l’ultima della fila a fargli subito simpatia.

“Sono per te!”

Le ha poggiato, poco aggraziato, le belle rose sul petto facendola sussultare. Dopo hanno giocato per l’intero pomeriggio senza bisticciare, incuranti dei chiacchiericci dei grandi sulla loro amicizia in erba.

Anastasia resta immobile difronte al vaso di cristallo. Perché il pensiero di Igor è così piacevole?

Perché si ritrova a sorridere nel pensare a lui e freme, attende, conta i giorni per rivederlo?

Che stia forse…?

Oh no, no! L’amore? Puah!

Quelle sono trappole per le sue sorelle maggiori: ha visto quanto ha sofferto Olga per Pavel, sente i deliri di Maria sul suo sogno di essere madre e moglie da grande.

E le piace prendere in giro le sorelle quando i loro cuori sono in tumulto per qualche infatuazione. Ma lei?

No, Anastasia è il maschiaccio, la monella. Non ha mai pensato di potersi innamorare lei.

E poi è ancora una bambina! Si può parlare di amore a quell’età?

Sì, Igor sarà il suo primo, spensierato e spassionato amore. Un amore cucciolo che non diventerà mai grande.

Morirà bambino come la sorte ha deciso anche per loro.

Nicola la trova ma Anastasia non se ne cura più. Diventa stranamente docile e arrendevole.

Lei e Igor continueranno a frequentarsi e a confidarsi i loro sogni durante le cerimonie e gli incontri tra le famiglie.

Lui ama il teatro, frequenta un’accademia militare e diventerà capitano di un reggimento durante la guerra. Anastasia si sporca i guanti bianchi di cioccolato a teatro e piangerà lacrime amare quando sarà dichiarata la guerra.

Igor continuerà a scriverle dal fronte. È un ragazzo fragile e ammalato: soffre di pleurite e tossisce sangue sulla neve candida delle trincee.

Anastasia ne soffre, trepida e prega per lui. Non lo sa nessuno, nemmeno Maria la sua più cara confidente, di questo pensiero fisso che la sta distruggendo.

Tiene una di quelle rose, ormai avvizzite, tra una delle pagine di “Evelyn Hope” il suo libro prediletto anche durante l’esilio a Toblosk.

E ripensa ad Igor, alto e fiero. Igor, l’amico che non ha più rivisto e sul quale ha ricamato storie romantiche che non si realizzeranno.

Non lo sa ancora Anastasia, diventata donna all’improvviso, che la gelida mano dei bolscevichi spezzerà i sogni, la vita che non hanno vissuto sia a lei che a Igor tra le sperdute catene degli Urali.

Il luglio del 1918 li unirà nella morte a pochi giorni e a pochi kilometri di distanza l’uno dall’altra. Lei diciassettenne non ancora sbocciata in tutto il suo splendore, Igor, martoriato, a ventiquattro anni, assieme ai parenti.

*** *** <> Ciao a tutti care lettrici e cari lettori! Come al solito è passato un po' di tempo dall'ultimo aggiornamento!

Non è stato facile trovare un amore per Anastasia ma poi mi sono ricordata della simpatia che, da bambini, c'era tra lei e il principe Igor Kostantinovich Romanov e da lì l'idea. Ho deciso di "regalarvi" un capitolo in più di quelli previsti all'inizio dando spazio anche ad Aleksiej.

Colgo l'occasione per ringraziare quanti hanno recensito, chi ha inserito la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite. A voi tutti faccio i miei più cari auguri di un sereno Natale.

A presto.

   
 
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