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Autore: Ginny_luck    24/12/2013    0 recensioni
Vi è mai capitato di non sentirvi abbastanza? Di non essere abbastanza per nessuno?
Oppure, vi siete mai sentiti terribilmente soli?
Io si, sempre.
Ho vissuto da sempre in solitudine.
Almeno finché non è arrivato lui. Il mio migliore amico, la persona con cui condividevo tutto.
Ma ora anche lui mi ha lasciata, mi ha abbandonata.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mi pulii immediatamente la bocca con un tovagliolo mentre cercavo di non strozzarmi con il boccone che stavo ancora cercando di deglutire.
-Ciao bella, quanto tempo eh?- disse guardandomi intensamente e sollevando il labbro superiore come ad accennare una risata.
Quanto diavolo era bello?
Immersa nei miei pensieri e concentrata ad osservarlo non risposi così lui continuò:
-Sai, sei cambiata molto. Non sei più la bambina goffa ed impacciata di prima. Chissà quante cose sono successe da quando me ne sono andato. Anche la scuola è diversa.-
Si soffermò un attimo a guardare fuori dalla finestra e accennò un leggero sospiro prima di continuare:
- .. e anche il parco. Hai visto che hanno abbattuto il nostro albero?-
Si che lo avevo visto, ci ero rimasta molto male. La quercia era stata abbattuta da ormai quattro o cinque anni ma non c’era una volta che passassi lì davanti e che non mi ricordassi degli splendidi pomeriggi passati ad arrampicarmi insieme a Jake su quei rami.
Alcune volte ci stendevamo ai piedi della quercia e ci divertivamo a ridicolizzare le persone che passavano di lì. Amavo stare lì, ma soprattutto amavo stare con Jake. Una volta, mi ricordo, o meglio mi hanno raccontato, che Jake mi aveva riportato a casa in braccio poiché mi ero addormentata sulla sua spalla ai piedi dell’albero.
Quando lui si trasferì con i genitori in California, ero sicura che non lo avrei rivisto mai più. E quell’albero, in qualche modo, mi faceva sentire la sua presenza e me lo ricordava. Poi, con il passare degli anni e con l’abbattimento della quercia, lui non fu più il mio pensiero fisso.
Ma non ho mai dimenticato il viso di quel bellissimo bambino che ora è diventato un uomo assolutamente affascinante e che si trova, esattamente, seduto di fronte a me nella mensa della scuola. Aveva quegli splendidi occhi grigi dentro ai quali mi ci sarei potuta perdere, dei capelli castani acconciati in una grande cresta disordinata e il suo fisico era perfino migliore di quello di Mike. Quel giorno indossava una maglietta verde e scollata, dei jeans fino al ginocchio e delle Vans grigie. Avrei tanto voluto esser vestita meglio in quel momento.
Mentre lo guardavo, lo ascoltavo anche parlare.
Mi raccontava della nuova vita che si era ricostruito lontano da qui. Di tutte le esperienze che aveva vissuto. Mi disse, anche, di aver iniziato a lavorare come barista e di esser diventato un bravo giocatore di tennis.
Vedevo gli sguardi degli altri poggiati sul nostro tavolo. Soprattutto gli sguardi delle ragazze.
Probabilmente non riuscivano a capire come un ragazzo del genere potesse stare seduto con una come me. Vidi Melissa lanciarmi uno sguardo perfido ma allo stesso tempo sorpreso.
Melissa era la “reginetta” della scuola, nonché fidanzata di Mike. Loro due erano geneticamente programmati per stare insieme. Solo una cosa mi chiedevo: come faceva tutto quell’ego a stare in una relazione soltanto?
I miei pensieri furono interrotti da uno schiocco di dita. Mi girai immediatamente per trovare Jake che mi stava fissando deluso.
-Jake, scusa.. – dissi, profondamente dispiaciuta – mi sono incantata, non volevo..-
-Io parto e attraverso tutta l’America, vengo a trovarti e dopo tutti questi anni tu non mi ascolti nemmeno?- replicò lui.
-Mi dispiace, davvero. Prometto di ascoltarti sempre d’ora in poi.-
Non rispose e spostò leggermente la sedia indietro. Non volevo se ne andasse, volevo davvero che restasse con me. –Per favore, Jake, non andartene..-
-Scherzavo, stupida! Me lo ricordo bene come ti distrai tu!-
Fece un largo sorriso che fece sorridere anche me e aggiunse:
-Lily, ti voglio chiedere una cosa. Saltiamo le due prossime lezioni e andiamo a farci un giro? Ci sono davvero troppe cose che devo raccontarti e altrettante voglio sentirne da te! Ti prego..
Non fare la secchiona e accetta la mia proposta!-
-Accetto, accetto. - dissi ridendo e con un scatto mi alzai dalla sedia e iniziai a correre verso la porta. Attraversai i corridoi fino ad arrivare in cortile. Mi appoggiai ad un albero e aspettai di veder comparire Jake. Arrivò, dopo circa tre minuti, con il fiatone.
-Non sei cambiato del tutto, via. Sei lento come allora.-
-Brutta stronzetta, lo sai vero qual è il mio motto?-
-Certo che lo so, ma non conosco motto più stupido.-
-Ripetilo con me, forza!-
Quella frase mi fece ricordare di quando gareggiavamo e correvamo insieme attraverso i campi. Oppure di quando lo costringevo a venire a nuotare con me in piscina. Lo battevo in qualsiasi gara, e io adoravo vincere!
Allora con la voce più infantile di sempre ripetei insieme a lui:
-Chi va piano, va sano e va lontano.-
Parlammo per ore ed ore sulla panchina davanti al gelataio. Gli raccontai tutto. Di Google, della mamma che sarebbe stata felicissima a rivederlo, di come non avevo amici, dei pomeriggi che passavo in piscina e dei viaggi che avevo fatto. Infatti amavo viaggiare, almeno riuscivo ad evadere la realtà e a scappare da questo posto.
Poi gli dissi, anche, che era davvero diventato un bel ragazzo, ma non andai oltre poiché sarebbe stato troppo imbarazzante.
-Jake..- dissi insicura – tornerai di nuovo in California?-
-Ti prego, dimmi di no. Dimmi che resterai qui. Mi sei mancato tantissimo.-
A quelle parole gli si illuminò il volto. Il viso diventò raggiante e tutto a un tratto mi spostò i capelli lontani dal viso. Si avvicinò e mi diede un bacio sulla fronte prima di poggiare la mia testa sulla sua spalla.
-No piccola Lily. Rimarrò qui a proteggerti d’ora in poi.-
Quando lo sentii dirmi una cosa così dolce una lacrime mi scese sulla guancia e cadde sulla sua mano.
-Non ti lascerò mai più sola. Avrai sempre un amico su cui contare d’ora in poi. Ah, c’è anche un’altra cosa che voglio dirti da quando ti ho rivista.-
-Dimmi pure Jake.-
- Mike ha ragione.-
- Cosa? Mike non ha mai ragione. E’ solo uno sbruffone e un arrogante. Non può avere ragione. E poi, su che cosa?-
- Sulla cosa che ti ha detto l’altra sera al parco. Ti ha fatto capire che sei bellissima e che vorrebbe che tu fossi la sua ragazza. Non hai la minima idea di quanto lui abbia ragione e non hai nemmeno la minima concezione della tua bellezza ora. Sei, la ragazza più bella che io abbia mai visto. Non sto scherzando. Sei incantevole. Lily, sei bellissima. Hai il sorriso più bello di questo pianeta. E’ per questo che non posso credere che tu ti sia chiusa fuori dal mondo. Non sai quante belle esperienze avresti potuto vivere. E quanti bei ragazzi avresti potuto conoscere. Devi smetterla di sentirti uno sbaglio. Non sei uno sbaglio Lily. Sei più che perfetta per me. -
Si fermò a guardare l’orizzonte e il tramonto e io non seppi rispondere in modo adeguato a ciò che mi aveva detto.
Alla faccia del complimento che gli avevo fatto io. Non era niente in confronto a ciò che mi aveva appena detto.
- Jake.. grazie. Mio bellissimo e fidatissimo amico Jake. Non credo a tutto ciò che mi hai appena detto. Sarò bellissima secondo la tua opinione. Ma vedi, io sono così solo ed esclusivamente quando sono con te.
Non sarò mai così con nessuno. Sei tu che mi rendi “perfetta”. E vedi: questo sorriso ce l’ho solo quando sono con te.-
-Vorrà dire che tutti, d’ora in poi, ti conosceranno come ti conosco io. Farò in modo che sia così. Tutti devono avere il privilegio di incontrarti Lily Fields.- mi disse con la voce più dolce che conoscessi.
-Non mi lasciare più Jake. Non mi sono mai sentita così protetta da troppo tempo.-

Iniziarono così i due anni più belli della mia vita.
Io e Jake tornammo bambini. Stavamo sempre insieme, tutti i giorni. Mia madre fu, come previsto, super felice di rivederlo, Google gli voleva davvero molto bene.
Con lui non mi sentii più sola. Ma questa parte della mia vita fu molto più felice delle altre poiché mi aprii anche ad altre persone. Iniziai ad avere molti amici e ad uscire il sabato sera.
Conobbi diversi ragazzi e mi fidanzai diverse volte. Ma la cosa più importante era Jake. Ormai tutti ci conoscevano per le super-feste che organizzavamo e quando pensavano a me, pensavano automaticamente anche a Jake. Eravamo come pane e burro.
Ero felicissima di averlo di nuovo al mio fianco.
Troppo felice. Tanto che, piano piano,  mi resi conto di essermi innamorata di lui.
Conoscevo ogni sua singola parte del corpo a memoria, le sue espressioni e le sue stranezze. E lo amavo troppo. Ora, dovevo solo cercare il coraggio di dichiararmi.
 
  
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