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Autore: MagikaMemy    18/05/2008    1 recensioni
Mami ha sedici anni, due migliori amici e tanti problemi di giorno. Di notte, ha tanti alleati e un keyblade in mano. Riuscirà a scoprire a cosa è dovuta l'invasione di Heartless negli altri Mondi? E, cosa più importante...riuscirà a dire a Sora, il suo migliore amico, cosa prova davvero? La mia prima ficcy!! Vi prego di leggere! ^__^°°
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 7: IL FURTO DEL CUORE

Ci ritroviamo al Primo Distretto, davanti al negozio d’oggetti.

Mi avvicno a Kairi.

“Cosa c’era scritto di preciso sulla lettera di Aerith”
”Che è stato uccisa una donna. Al secondo distretto.”
”Qualcuno ha visto la scena?” chiede Sora, facendo un passo avanti.

“C’è un testimone. Una mercante di Agrabha.”

“…dobbiamo andare da quella donna. Potrebbe aver visto chi ha ucciso la vittima.”

“Sora, non dovremmo occuparci prima di tutto dell’invasione nelle Terre del Branco?” chiede Roxas, il quale è venuto a conoscienza dell’accaduto quando Sora lo ha raccontato agli altri.

Io prendo Roxas per una spalla, apprensiva: “Rox, l’omicidio potrebbe essere collegato al ritorno degli Heartless…e forse a Demyx.”

Roxas sembra capire, ma non mi pare ancora del tutto convinto.

“Sora, secondo me dobbiamo dividerci.” Propongo, avanzando di qualche passo.

Sora sta per ribattere, ma Kairi interviene all’improvviso.

“Sì, ha ragione Mami. Qualcuno deve andare alla Torre dei Re per vedere cosa è successo. Bisogna fare delle indagini.”

“Ormai siamo ad un punto fermo” osserva Naminè, timidamente, il coprispalle bianco illuminato dal lampione “Demyx si è fatto vivo, oggi pomeriggio, no? Magari ha a che fare sia con l’invasione che con l’omicidio.”

Sora è confuso, ma io mi avvicino e lo guardo dolcemente: “:..Sora, fidati. Demyx sta cercando di fare qualcosa…a questo punto è evidente. Dobbiamo cercare degli indizi, scoprire cosa vuole di preciso…”

Sbuffa, rimanendo col broncio per qualche istante, mentre guarda pensoso il pavimento.

Poi mi sorride, incerto.

“…Riku, Kairi, andate alla Torre dei Re. Chiedete di preciso cosa è successo, informatevi sull’orario, accertatevi che non ci sia più nessun Heartless. E, soprattutto, cercate di capire da dove sono sbucati quei cosi.”
Kairi e Riku fanno un cenno deciso, e Riku crea un varco, dove lui e Kairi si gettano all’istante.

“Sora, dobbiamo sbrigarci se voglimo passare anche al Castello.” Gli ricordo io, e senza aspettare risposta corro verso il Secondo Distretto, con Naminè Sora e Roxas al seguito.

Nella piazza del quartiere c’è una gran folla, e sembra che tutti gli abitanti siano riuniti ad osservare il cadavere.

Cerchiamo di farci largo tra la folla, invano, quando sento qualcuno strattonarmi un braccio.

Mi giro, il keyblade in pugno pronto all’uso, ma mi rilasso non appena vedo Squall mollare la presa.

“Siete arrivati, ragazzi. Aspettate, non si vede niente con questi pidocchi in giro.”

Io e Naminè ci guardiamo e scrolliamo le spalle, curiose, mentre Sora e Roxas cercano di nuovo di farsi spazio.

Squall mi fa l’occhiolino e si allontana in fretta.

“NO! LEON…” grido, seguendolo con lo sguardo, ma una spinta alla spalla basta per perderlo di vista.

“E ora come facciamo ad arrivare al cadavere?” chiede Roxas, una guancia contro la schiena di un anziano signore.

Io e Sora ci guardiamo spaesati, e una voce interrompe il chiacchiericcio agitato della folla.

“PREGO SGOMBRARE LA ZONA! TUTTI COLORO CHE SARANNO TROVATI SENZA AUTORIZZAZIONE DI STARE QUI RICEVERANNO LA VISITA A CASA DEL MIO AMICO CLOUD E DELLA SUA BELLISSIMA…E SOPRATTUTTO AFFILATISSIMA SPADA!!!!”

Noto con quanta velocità un numero sorprendente di cittadini abbandona il campo….dopo dieci minuti la piazza è praticamente deserta, ad eccezione del nostro gruppo e di alcuni membri del servizio d’ordine.

“Cosa ci fanno qui questi ragazzini?” ci aggredisce il controllore più basso, la bocca deformata in un ghigno.

Sora si offende e avanza di qualche passo per ribattere, ma Leon gli mette un braccio davanti per Bloccargli il passaggio e si rivolge all’uomo in divisa.

“Loro sono con me, Angar.” Dice secco, e la risposta frena la lignua biforcuta di Angar, che prima di voltarsi non ci risparmia un ultimo sguardo truce.

Squall sospira e si rivolge a noi quattro.

“Venite,” dice con voce penentrante “è lì, all’angolo.”

Lo seguiamo lungo la piazza e raggiungiamo il luogo indicatoci.

Naminè lanica un grido acutissimo e si aggrappa a Roxas, e anche io non posso fare a meno di voltare gli occhi e nascondermi nella spalla di Sora, che mi accarezza spaventato.

Lo spettacolo che ci si presenta davanti agli occhi è a dir poco raccapricciante: la giovane vittima è sdraiata a terra, gli occhi e il viso contratto dal terrore, i capelli sparpagliati sui mattoni; le braccia sono spalancate, così come le gambe, e proprio lì, dove dovrebbe esserci il cuore, un vero e proprio solco che lascia intravedere le mattonelle sotto di lei.

Leon osserva la scena, più impietosito che spaventato.

Sora distoglie lo sguardo, disgustato.

“…le hanno…rubato il cuore.”

Leon fa un cenno del capo, coscienzioso . “Lo immaginavo. Volevo una vostra conferma.”

Roxas, che è rimasto a guardare lo spettacolo fino ad ora senza fiatare, parla con voce tremante: “…è…orribile.”

Naminè scuote la testa energica, gli occhi velati di lacrime.

Finalmente anche io prendo coraggio e getto un’altra occhiata alla ragazza davanti a noi.

Era davvero bellissima, con gli occhi neri e i capelli biondi…

“…è opera di Demyx e dei suoi compagni incappucciati. Ne sono sicuro.” Esclama Sora, con fermezza.

Leon lo guarda spaesato. “Chi?”

“Demyx. E’ lui che controlla gli Heartless. Sono sicuro che ci sono lui e i suoi compari dietro a tutto questo.” Dice Sora, più a sé stesso che a Squall.

Io rifletto velocemente.

“L’invasione nelle Terre del Branco…l’assalto al supermercato…l’omicido…tutto in un solo giorno?” mi domando stupita.

Roxas fa un passo in avanti, colto da una supposizione.

“Non può aver fatto tutto Demyx. Sicuramente è entrato in azione anche qualcuno dei suoi seguaci…l’attacco a Mami è avvenuto oggi pomeriggio, ma nessuno sa con precisione chi ha ucciso questa ragazza no?”

“C’è qualcuno che lo sa” interviene Leon, sporadico. “La testimone.”

Un minuto di pausa, durante il quale ognuno è preso dalle sue idee.

“…andiamo subito da quella donna. Magari ha visto in faccia l’assassino. Dov’è ora?” fa Sora.

“Nell’Hotel, con Aerith e Yuffie. La stanno aiutando a riprendersi.”

“Bene.” fa Sora, e senza aggiungere altro mi prende per mano e corre verso l’albergo.

Mentre sfrecciamo per la piazza, vedo i suoi occhi scintillanti.

E’ furioso.

Sento dietro di noi i passi di Roxas, Naminè e Leon.

Raggiungiamo l’albergo ed entriamo nell’ingresso.

Appoggiata ad un tavolino c’è Yuffie, pensierosa.

“Yuffie!” la saluto io, lasciando la mano di Sora, che mi guarda e arrossisce improvvisamente.

Rimango sconvolta dal rossore dele sue guance, e anche quando Yuffie ci raggiunge e ci abbraccia cominciando a porre domande è come se avessi le orecchie tappate.

E’ arrossito.

Sora è arrossito perché IO ho tolto la mia mano dalla sua presa.

Sora si è sentito imbarazzato.

Mentre Yuffie saluta Roxas e Naminè, io e Sora ci guardiamo di nuovo, stavolta più a lungo.

Voglio vedere se distoglie lo sguardo per primo.

Passa quasi un minuto, ma non cede.

Rimaniamo lì, a guardarci, il cuore che mi scoppia nel petto.

Cos’è quello sguardo…così dolce?

“Mami! Sora?...ehi, voi due! Ci siete?!”

Sussulto e mi disincanto quando vedo la mano di Yuffie sventolarmi davanti al viso arrossato.

“S-sì, certo.” Rispondo io, incerta.

Yuffie indaga con lo sguardo tra me e Sora, e mi sorride furbamente.

…si vede così tanto quello che provo?
Leon si avvicina a Yuffie e la guarda severamente.

“A dopo le chiacchiere. Devono incontrare la testimone.”

Yuffie si rifà improvvisamente seria, ricordandosi delle brutte circostanze in cui ci siamo rincontrati.

“Oh, sì, certo. Venite, è nella stanza verde con Aerith.”

Mentre ci incamminiamo lungo il corridoio, Sora mi fissa un’ultima volta, ma non appena ricambio casualmente lo sguardo arrossiamo tutti e due e lui raggiunge Leon e Yuffie, un pochino più avanti di noi.

Sento qualcuno darmi dei colpettini su una spalla, e spunta la testa di Roxas che mi sorride raggiante.

***

“Eccola…è qui.” diceYuffie, aprendo la porta.

La stanza non è poi cambiata molto dalla nostra ultima visita, che risale comunque a due anni fa… Seudte al tavolino in legno scuro ci sono una donna dalla carnagione molto scura e l’aspetto gitano e una ragazza con un lungo vestito rosso e rosa e una treccia legata con un nastro.

“Aaerith!” la saluta Naminè, che le è sempre stata molto affezzionata, chissà perché.

La ragazza sentendo il rpoprio nome guarda verso la porta e corre a salutarci, il bellissimo sorriso che splende sul viso.

“Ragazzi, sono contenta di vedervi!” esclama, allegramente.

La donna seduta al taovlino bisbiglia indispettita, come per ribadire la sua presenza.

Sora la fissa e fa uno di suoi sorrisi imbarazzati.

Ebbene sì, Sora ha undici modi diversi di sorridere.

Questo è sicuramente uno dei miei preferiti.

Quale adoro di più? Quello che rivolge solo a me.

Lo stesso che mi ha fatto la prima volta che ci siamo incontrati.

Quel sorriso che so che riserva solo a me.

“Emh…buonasera!” fa Sora, con una risatina isterica.

La vecchia lo guarda dall’alto in basso.

“Caro ragazzo, ho appena visto un cadavere, per scappare sono caduta perdendo i miei munny e a momenti un tizio in nero mi fa a fette. Ti assicuro, non è stat proprio una bella serata. Ma grazie del pensiero” risponde, con voce roca e acida.

“UN TIZIO IN NERO?” chiediamo noi quattro, in coro.

I nostri tre amici e la donna ci guardano incuriositi.

“Sì…ma non l’ho visto in faccia.”

Io e Naminè prendiamo alte due sedie e ci mettiamo davati a lei, Sora e Roxas si appoggiano agli schienali.

“Ci dica che cosa ha visto.” La incoraggia Naminè dolcemente.

La donna sbuffa, impaziente.

“E perché dovrei farlo? Siete sbirri, per caso?”

“No, nulla del genere.” Mi affretto io “ ma abbiamo bisogno di sapere cosa è successo.”

La gitana mi guarda, insospettita.

“…ero appena tornata dal Terzo Distretto. Ero distrutta, e non vedevo l’ora di tornare a casa. Ho lavorato tutto il giorno, sapete… bè, io stavo passando nel vicolo dietro al campanile, quando ho visto una luce provenire dalla piazza. Sono corsa a vedere cosa era successo, e ho visto…degli strani esseri neri…”

Io e Sora ci guardiamo, pensando immediatamente agli Heartless.

L’anziana riprende il suo racconto.

“…c’era…una donna…era terrorizzzata, come me…non riusciva nemmeno a gridare…e…ad un certo punto…mentre quegli esseri si avvicinavano…è comparsa questa figura.”

“Può descrivercela?” chiede Roxas, cauto.

La gitana scuote la testa.
”Non c’è poi molto da dire. Era incappucciata, e in più era buio. Ma tra le mani aveva…due specie di cerchi…e io…io sono convinta di aver visto spuntare del fuoco da lì.”

“AAH!”

Mi giro e vedo Roxas a terra, la testa tra le mani, che urla di dolore.

Sora si china preoccupato, io e Naminè ci alziamo subito.

“ROX!ROX, CHE TI PRENDE?! “chiedo, mentre lo tengo in equilibrio.

Leon cerca di calmarlo, e lui e Sora tentano di farlo alzare, ma Roxas non sembra nemmeno sentirli.

Continua a gridare, gridare forte, come se lo avessero accoltellato.

Dopo qualche minuto, inzia a strillare sempre di meno, fino a smettere.

Gli bacio la fronte e sento che è bollente…

“Rox! Stai meglio?”chiedo, preoccupata.

Mi sorride, ma lo vedo che è debole.

“Io…ho sentito solo…un dolore alla testa…ma…ora sto meglio. Da-davvero.”

Io e Sora ci scambiamo uno sguardo pieno d’angoscia, e prima che qualcuno possa agire diversamente mi avvicino alla gitana.

“Le siamo davvero riconoscenti. Il suo aiuto è stato davvero prezioso.”

Fa un cenno indecifrabile con la testa, ma non cerco di capire cosa vuol dire.

Prendo un braccio di Roxas e mi rivolgo a Sora.

“Torniamo a casa! Da king Mickey ci andremo domani!”

Lui sta per ribattere, ma io senza rendermene conto gli affferro una manica e lo guardo supplice.

“Ti prego!”

Non risponde, ma si limita a guardare Leon e gli altri.

“.Torneremo. Statene certi. E se ci sono altri attacchi, avvisateci.”

E prima che loro possano anche solo salutarci, io Sora Roxas e Naimnè scompariamo nel varco che Sora ha appena fatto comparire.

   
 
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